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Tempo totale (%) occupato dagli eventi linguistici EPIC in inglese per range di durata (minuti).

>10' (19%) 6'-10' (23%) 4'-6' (17%)

2'-4' (27%)

0-2' (14%)

Esattamente come per gli eventi linguistici in italiano, anche in inglese a fronte di un quantitativo notevole di interventi con una durata inferiore ai quattro minuti (76%), se si considera il tempo occupato dai vari eventi linguistici suddivisi per range di durata il risultato è ribaltato: il 59% della torta è rappresentato dagli eventi linguistici la cui durata è al di sopra della soglia dei quattro

minuti. In questo caso, ancora più evidente è il dato riguardante la categoria superiore, ovvero quella comprendente gli eventi linguistici con una durata di oltre dieci minuti (probabilmente interventi di relatori, commissari, rappresentanti del Consiglio, autorità in visita, ecc.). Pur rappresentando numericamente solo il 4% di tutti gli eventi linguistici raccolti, essi occupano quasi il 20% della produzione comunicativa totale in termini di durata della facoltà di parola. In definitiva, possiamo cogliere il senso dell’andamento comunicativo generale di una seduta plenaria del PE, dove a pochi interventi “importanti” è abbinato un notevole quantitativo di interventi di breve durata. Questa osservazione non è da sottovalutare, soprattutto pensando al carattere multilingue di ogni seduta plenaria. Si tratta certamente di una situazione in cui gli interpreti sono chiamati a gestire con la massima accortezza l’uso dei canali di ingresso e uscita dei segnali audio, non solo a beneficio degli utenti nell’emiciclo, ma anche a favore dei colleghi che potrebbero ricorrere al relais per coprire l’intera gamma delle combinazioni linguistiche che scaturisce dalla presenza di 23 lingue ufficiali.

È ipotizzabile che la situazione si presenti totalmente diversa nel momento in cui cambia il contesto da cui sono estrapolati i dati. Nel nostro caso, infatti, l’osservazione è svolta sui dati contenuti in DIRSI, quindi su ciò che avviene nell’ambito di convegni internazionali. In tale contesto è possibile notare che l’assegnazione della facoltà di parola si basa su tempistiche diverse da quelle del PE49 a cominciare dalle indicazioni riscontrabili nel documento che funge da traccia dello svolgimento dei lavori (il programma). Nel PE l’intero dibattito è organizzato a priori, nel senso che per poter prendere la parola i deputati devono segnalare la loro volontà anticipatamente, in modo da risultare iscritti nell’agenda della giornata. Tali interventi sono generalmente di breve durata, come abbiamo potuto constatare dai due studi menzionati prima; maggiore spazio è dedicato alla presentazione di relazioni da parte dei commissari, dei rappresentati del Consiglio, dei relatori e degli ospiti esterni (ad esempio, alte cariche diplomatiche). Dall’altra parte, nei convegni internazionali gli unici interventi la cui collocazione è prestabilita “nero su bianco” sono gli eventuali interventi di apertura segnalati in programma, le relazioni o presentazioni tenute dai conferenzieri (paper o plenarie che siano) e le eventuali presentazioni di commento richieste ai discussant. Tutti gli eventi linguistici di altra natura (che ruotano attorno alle presentazioni) o che sono generati durante l’eventuale sessione di discussione difficilmente sono stabiliti a priori, così come non sono pressoché mai indicati nel programma. Anche in questa situazione comunicativa sono comunque presenti eventi linguistici dalla durata estremamente variabile, ma con una distribuzione in termini di tempo che non rispecchia totalmente le dinamiche ritenute invece tipiche del contesto del PE. A seconda del tipo di convegno, di norma viene lasciato più tempo agli interventi in cui sono esposte

49

Nonostante il campione di confronto sia di dimensioni notevolmente ridotte, lo stesso de Manuel (2003b, p. 42) ha constatato una diversa distribuzione degli eventi linguistici in termini di durata di tempo tra il contesto delle sessioni plenarie del PE e il contesto dato da un convegno. Lo stesso vale per la velocità di eloquio (più vicina agli standard discussi in letteratura) e le caratteristiche dei partecipanti (il convegno presenterebbe un grado maggiore di eterogeneità di accento/pronuncia e di diacultura).

presentazioni o relazioni, le quali possono essere poche e di lunga durata, oppure più numerose e di durata inferiore. Tuttavia, è altrettanto vero che al fine di gestire la comunicazione all’interno del convegno è prodotto allo stesso modo un certo numero di eventi linguistici dalla durata decisamente inferiore alle relazioni (alcuni esempi sono l’assegnazione della facoltà di parola, la richiesta di domande o chiarimenti per il dibattito, annunci vari e così via). Questo è quanto abbiamo riscontrato nei materiali raccolti nel nostro corpus. Per fare un esempio, nel primo convegno sulla fibrosi cistica (CFF4), su un totale di 168 eventi linguistici ratificati si passa da interventi della durata di un secondo a un massimo di 2.612 secondi (poco meno di 44 minuti). Si tenga presente che questi dati sono riferiti ai turni di lavoro degli interpreti nello stesso evento linguistico, nel senso che qualora vi siano relazioni con una durata tale per cui gli interpreti hanno sentito la necessità di alternarsi, “dividendosi” cioè il turno di lavoro al fine di preservare la qualità del TA, nel corpus lo stesso evento linguistico è diviso esattamente nelle due parti gestite dai due interpreti. Per questo convegno, ad esempio, sono stati prodotti cinque eventi linguistici classificabili come relazioni-presentazioni-conferenze o paper-lecture. Di queste, tre sono le relazioni che erano previste dal programma, a ciascuna delle quali era dedicato maggiore spazio (un’ora circa). Nella fattispecie, le tre relazioni/presentazioni hanno una durata di 50 minuti, 61 minuti e 40 minuti rispettivamente (la altre due relazioni/presentazioni non erano indicate nel programma e hanno una durata decisamente inferiore essendo di poco più di cinque minuti ciascuna). Considerando quindi solamente le tre presentazioni di durata maggiore, sappiamo che in tutti e tre i casi gli interpreti a un certo punto si sono alternati, dividendosi tali eventi linguistici nel modo seguente: 26’ + 24’ per la prima relazione; 44’ + 17’ per la seconda relazione; 30’ + 10’ per la terza relazione. L’andamento generale dell’intero evento comunicativo si può cogliere agevolmente dalla rappresentazione fornita nel Grafico 3.5 nel quale il valore di ogni colonna corrisponde alla durata in secondi di ciascun evento linguistico. A differenze di EPIC, in questo caso sono rappresentati tutti gli eventi linguistici ratificati nell’ordine in cui sono stati prodotti e rispettando l’eventuale alternanza degli interpreti nella resa di uno stesso TA: