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I rimedi posti da Facebook

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1.4.3 I rimedi posti da Facebook

Il Web per come lo conosciamo oggi è, considerando i tempi del diritto, un fenomeno recente e la legislazione non è finora riuscita a stare al passo con i cambiamenti tecnologici avvenuti.

Per quanto riguarda gli Internet service provider, la sentenza della corte di cassazione N. 5107/14 del dicembre 2013, ha dichiarato che L’ISP non ha “nessun dovere di sorveglianza sui contenuti pubblicati dagli utenti”78, parere recentemente confermato

dalla Corte d’Appello, sez. I civile, con sentenza n° 1065 del 2018.

78 Sentenza della corte di cassazione N. 5107/14 del dicembre 2013

https://www.diritto.it/la-corte-di-cassazione-sul-caso-google-vs-vivi-down-l-host-provider-non-governa- il-mare-magnum-della-rete/

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Detto ciò è significativo l’episodio dell’interrogazione di Mark Zuckenberg al senato USA, dove lo stesso Zuckenberg ha ammesso la responsabilità dell’ISP nei confronti dei contenuti e di come

“there are moral and legal obligation questions that I think we'll have to wrestle with as a society about when we want to require companies to take action proactively on certain of those things”79

La presa di posizione è interessante perché mostra l’intenzione di Zuckenberg di autoregolamentarsi in campi in cui la legislazione non ha ancora saputo dare risposta e in cui l’intervento legislativo rischierebbe di limitare fortemente la libertà della rete. Zuckenberg ha poi ampliato il concetto nel 2019 durante la sua testimonianza al senato USA riguardo al “progetto Libra” dove ha dichiarato:

“When you serve billions of people, even if only a very small percent of them use our services to do harm, that can still be a lot of harm. And we certainly have a big responsibility to make sure that we address all of the new threats that come from the internet, as well as existing threats that have been there all along.

So this is something that in terms of our resources and what we’re doing, since 2016 we’ve built much more sophisticated AI systems to proactively identify harmful content… our AI systems identify and remove before anyone sees it. That’s the kind of thing that we want to be doing for all of the categories of harmful content.80

Dopo le elezioni USA del 2016, dove vi sono state interferenze russe sull’elettorato statunitense81, Facebook ha dovuto prendere atto dell’impatto che la piattaforma ha sulla qualità del voto e

79 “Transcript of Mark Zuckerberg’s Senate hearing”, The Washington Post,

https://www.washingtonpost.com/news/the-switch/wp/2018/04/10/transcript-of-mark-zuckerbergs-senate- hearing/?utm_term=.e56c1c0de965

80 Mark Zuckerberg Testimony Transcript: “Zuckerberg Testifies on Facebook Cryptocurrency Libra”. 23 ottobre 2019.

https://www.rev.com/blog/mark-zuckerberg-testimony-transcript-zuckerberg-testifies-on-facebook- cryptocurrency-libra

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Facebook effettivamente ha attivato degli strumenti che potremmo definire inspirati alla Fairness Doctrine nelle successive elezioni, probabilmente per evitare interventi normativi in merito.

Questi strumenti sono arrivati in Italia con i nomi di “Candidati” e “Punti di vista”. (Figura 1.2; 1.3)

Con punti di vista, Facebook ha messo a disposizione dei suoi utenti italiani, nel mese precedente alle elezioni politiche di marzo 2018 una sezione in cui i partiti mostravano i loro punti di vista riguardo determinati temi stabiliti insieme al Censis, il principale centro di ricerche sociodemografiche italiano, e all'International Center on Democracy and Democratization della Luiss.

Punti di vista propose in ordine casuale ogni tre giorni a tutti gli utenti le posizioni dei vari partiti invitando l’utenza a confrontare i vari contenuti.

L’altro strumento “candidati” diede la possibilità all’utenza di entrare in contatto con i candidati del proprio collegio e ricevere informazioni su di essi. 82

Questi strumenti, che nascono in risposta alle pressioni che Facebook ha subito a livello internazionale,83 verranno rafforzati e estesi a scala globale da Facebook84 che, in caso di successo potrebbe riuscire a evitare lo sviluppo di una normativa in merito grazie ad una sua autoregolamentazione.

In effetti la breve ricerca affrontata nel paragrafo 1.5, che non ha lo scopo di essere esaustiva, ci mostra le potenzialità distorsive dei social network.

Questi hanno modificato l’ambiente mediatico aggiungendo un grado di complessità tale da rendere titanica l’impresa del legislatore di tentare di normare tale ambiente.

Le crisi finanziarie dal Novecento a oggi ci hanno mostrato come un mercato privo di regolamentazione non salvaguardi gli interessi della società nel suo complesso,85 ma qual è un’alternativa all’autoregolamentazione che non scada nella censura?

82 https://www.repubblica.it/tecnologia/social- network/2018/02/08/news/facebook_ecco_la_tribuna_elettorale_3_0_per_le_elezioni_programmi_a_conf ronto_in_bacheca-188355888/ 83 https://www.cnbc.com/2019/01/16/facebook-brings-stricter-ads-rules-to-countries-with-big-2019- votes.html 84 https://newsroom.fb.com/news/2019/03/ads-transparency-in-the-eu/

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Figure Figura 1.1

Rapporto 2018 dell’AgCom sul consumo d’informazione.

https://www.AgCom.it/documents/10179/9629936

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Figura 1.2

Foto da: Il Corriere, 26 febbraio 2018,

https://www.corriere.it/tecnologia/social/18_febbraio_26/titolo-45bdbd68-1aeb-11e8-b6d4- cfc0a9fb6da8.shtml

Figura 1.3

Foto da: Ansa, http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2018/02/08/da- facebook-punti-di-vista-e-live-ansa_03bc3bf3-8366-494f-bff8-274b07327c9c.html

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1.5 Il silenzio elettorale sui social media