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Lo strano caso della formazione del governo dopo la votazione su Rousseau: Il contesto.

Profilazione e democrazia.

2.1 Introduzione: cosa intendiamo per democrazia

2.2.4 Lo strano caso della formazione del governo dopo la votazione su Rousseau: Il contesto.

Le votazioni su Rousseau non hanno avuto alcuna conseguenza politica o istituzionale in quanto hanno semplicemente ratificato quanto già deciso dalle parti politiche, ma in compenso hanno posto degli interessanti spunti di riflessione sullo stato delle istituzioni nel nostro Paese.

L’uso delle votazioni online per “decidere” il da farsi viene utilizzato dal Movimento 5 Stelle, che si rifà di volta in volta ai principi di democrazia diretta, democrazia partecipativa e democrazia deliberativa spesso in modo fumoso e si lega ad una tendenza di questi ultimi anni di percepire la Democrazia come in crisi a causa degli effetti della crisi economica e della globalizzazione che portano “all’affermarsi di moderne forme di “oligarchia”, di potentati economici o tecno-strutture che sfuggono a ogni forma di accountability democratica e che svuotano le sedi tradizionali della sovranità”.152

Questa lettura è legata anche ai fatti: mentre dal 1989 al 2005, si è registrata una crescita della diffusione delle democrazie liberali che sono passate dal rappresentare il 34% dei regimi nel 1989 al 46% dei regimi nel 2005153, dal 2006 a oggi vi è stato una flessione, seppur minima, nel numero delle democrazie ma soprattutto, durante tutto il periodo, è stato significativamente maggiore il numero dei Paesi che hanno peggiorato i loro indici di democraticità rispetto a quelli che li hanno migliorati.154

Questa flessione ha portato alcuni autori, tra cui Puddington, a ritenere che vi sia stata una stagnazione della democrazia tra il 1996 e il 2006, seguita da un declino democratico dal 2006 a oggi.

152 Antonio Floridia e Rinaldo Vignati, “Deliberativa, diretta o partecipativa?”, Quaderni di Sociologia, Populismo, antipolitica e sfide alla democrazia, 2014. https://journals.openedition.org/qds/369

153 Arch Puddington, Tyler Roylance, “Anxious Dictators, Wavering Democracies: Global Freedom under

Pressure” Freedom House, 2016. https://freedomhouse.org/report/freedom-world/freedom-world-2016

Arch Puddington, “Killing Democracy Softly”, Freedom House, 2018. https://www.the-american-interest.com/2018/01/16/killing-democracy-softly/ 154 Ibidem.

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Questi autori sostengono che l’incapacità dell’Europa a fronteggiare le nuove sfide sorte dalla crisi economica che da quasi un decennio attanaglia l’Occidente, abbia favorito lo sviluppo dei populismi e dei movimenti antieuropeisti.155

Nonostante nascano in risposta a problematiche che effettivamente mettono alla prova le democrazie occidentali, i tentativi di dare di nuovo centralità ai cittadini si risolvono spesso in quello che Gometz definisce “La fictio democratica del populismo digitale:”156 ossia “una fasulla legittimazione democratica di scelte pubbliche di gruppi” grazie al “ricorso a canali digitali di partecipazione democratica informali.”

Si interroga la base solo per decisioni singole e con opzioni ben definite determinando un rapporto plebiscitario tra elettori e élite politica.

La votazione del 3 settembre 2019 sulla piattaforma Rousseau di cui il M5S si è fatta orgoglio “È un record mondiale di partecipazione ad una votazione politica online IN UN SOLO GIORNO.”157

Sono state nella migliore delle ipotesi una mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni.

Paradossalmente nella ricerca di una maggiore legittimazione delle scelte politiche si è rischiato di delegittimare le prassi e le regole fondamentali della nostra democrazia. Il Movimento 5 Stelle aveva già mostrato, assieme alla Lega, mancanza di rispetto per le prassi con la formazione del primo Governo Conte, per la prima volta nella storia repubblicana

“il Governo si è formato anticipando il percorso politico-istituzionale sulla stampa e nei social;

Il Presidente della Repubblica è stato messo di fronte a decisioni dei partiti già rese pubbliche e solo dopo presentate al Quirinale.”158

155 Ibidem.

156 Gianmarco Gometz, “Populismo digitale e democrazia eterodiretta: il pericolo sta nel mezzo.” Ragion pratica, Fascicolo 1, giugno 2019. https://www.rivisteweb.it/issn/1720-2396

157 Il blog delle stelle, ibidem.

158 Roberto Bin, “I poteri del Presidente della Repubblica e l’importanza delle prassi. A mente

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L’articolo 92, secondo comma della Costituzione prevede che:

“Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i Ministri.”

Per quanto la Costituzione non dia altre indicazioni in materia, a parte quanto previsto dagli articoli 93 e 94 ossia che prima di assumere le funzioni, il Presidente del Consiglio e i Ministri debbano prestare giuramento ed ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento, si è affermata una prassi che prevede tre fasi, quella delle consultazioni, la fase dell’incarico ed infine la nomina.159

Al termine delle consultazioni di agosto 2019 i gruppi parlamentari, nello specifico PD e M5S hanno espresso Giuseppe Conte come la figura atta a ottenere la fiducia del Parlamento, per questo motivo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incaricato il presidente del consiglio uscente di formare il governo, incarico da lui accettato, come già detto, con riserva.

In questa fase l’incaricato ha facoltà di sciogliere la riserva in maniera positiva o negativa. Cosa sarebbe quindi accaduto se avesse vinto il No?

l’articolo 4 dello statuto del Movimento 5 Stelle, “Democrazia Diretta e Partecipata”, comma D prevede che:

«Entro 5 giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati sul sito dell’Associazione Rousseau, il garante o il capo politico possono chiedere la ripetizione della consultazione, che in tal caso s’intenderà confermata solo qualora abbia partecipato alla votazione almeno la maggioranza assoluta degli iscritti ammessi al voto».160

https://www.lacostituzione.info/index.php/2018/06/14/a-mente-fredda-i-poteri-del-presidente-della- repubblica-e-limportanza-delle-prassi/

159 Sito istituzionale del Governo italiano, “La formazione del Governo”.

http://www.governo.it/it/il-governo-funzioni-struttura-e-storia/la-formazione-del-governo/186

160 Maria Pia Mazza, “Voto Rousseau, che cosa succede se gli iscritti M5S bocciano l’accordo di governo

con il Pd: gli scenari”, Open, 3 settembre 2019.

https://www.open.online/2019/09/03/voto-rousseau-cosa-succede-se-gli-iscritti-m5s-bocciano-laccordo- di-governo-con-il-pd/

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Sarebbe quindi stato possibile che la vittoria del No, portasse a una nuova votazione, dilungando i tempi di formazione del governo, nell’ipotesi che in una seconda votazione il risultato fosse positivo, in questo caso il danno creato a livello istituzionale sarebbe stato minimo ma avrebbe potuto anche portare anche alla fine dell’accordo tra PD e M5S. Si potrebbe dire che in fondo l’incaricato accetta con riserva, per verificare la presenza di una maggioranza coesa, e che il Capo dello Stato attribuisce l’incarico alla persona che gli sembra nelle condizioni di formare un nuovo Governo.161

La votazione sulla piattaforma Rousseau sarebbe quindi semplicemente un’aggiuntiva consultazione informale.

Questa visione non considera alcuni elementi fondamentali della vicenda: ● La mancanza di trasparenza.

● L’ingerenza di un’associazione privata in un momento chiave della vita della nostra democrazia.

● L’attacco all’istituto della rappresentanza.

La questione della trasparenza su queste piattaforme è ormai un problema noto: le votazioni avvengono su siti privati potenzialmente

“senza considerare le più elementari garanzie a tutela dell’autenticità, della personalità, della libertà, dell’uguaglianza e della segretezza delle preferenze elettronicamente espresse dai cittadini.”162

Già nel 2014 Il Piratenpartei tedesco sviluppò un sistema di democrazia diretta interna tramite votazione online che per via “dell’impossibilità di garantire simultaneamente la segretezza delle votazioni e la verificabilità dei risultati da parte degli utenti la utilizzarono solo come strumento di sondaggio politico tra gli iscritti e supporto alla redazione dell’agenda politica.”163

161 Alessandro Morelli, “Formazione del Governo e votazioni on line: il problema non è tanto Rousseau

ma Montesquieu”, la Costituzione.info, 29 Agosto 2019

https://www.lacostituzione.info/index.php/2019/08/29/formazione-del-governo-e-votazioni-on-line-il- problema-non-e-tanto-rousseau-ma-montesquieu/

162 Gometz, ibidem. 163 Ibidem.

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La piattaforma Rousseau usata dal M5S, è vittima delle stesse problematiche trovate dal Piratenpartei, a aprile 2019 il Garante per la privacy ha condannato l’associazione Rousseau, responsabile della piattaforma del Movimento 5 Stelle al pagamento di una multa di 50.000 euro per non aver assicurato “adeguate garanzie di riservatezza agli iscritti” e per “l’accertata condivisione delle credenziali di autenticazione da parte di più incaricati dotati di elevati privilegi per la gestione della piattaforma”.164

Il rapporto del Garante sottolineava inoltre che le falle nel sistema informatico della piattaforma rendevano possibile la manipolazione delle votazioni.165

Il secondo punto, il fatto che un’associazione privata interferisca con un momento chiave della nostra democrazia, è strettamente legato al primo: potenzialmente gli amministratori della piattaforma potrebbero modificare i risultati delle piattaforme e utilizzare politiche di silencing e de- platforming per chi vota contro le politiche del movimento.166

Infine, per quanto riguarda la rappresentanza, la votazione del 3 settembre è quantomeno critica.

Per la Costituzione italiana, articolo 67:

“Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.”

I rappresentanti dei cittadini hanno espresso, durante le consultazioni di agosto 2019, Giuseppe Conte come possibile presidente del consiglio di una coalizione tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

164 Federica Meta “Il Garante Privacy multa Rousseau: Voto manipolabile”, Corriere Comunicazioni, 4 aprile 2019.

https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/garante-privacy-multa-rousseau-per-50mila-euro- voto-manipolabile/

165 Giovanna Vitale, “M5S, Garante della privacy multa Rousseau: Voto manipolabile. La replica: Uso

politico dell'authority”, Repubblica, 04 aprile 2019.

https://www.repubblica.it/politica/2019/04/04/news/rousseau_garante_privacy_m5s_movimento_casalegg io-223277861/

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La decisione di sottoporre l’accordo di governo tra le due parti, al voto da parte di uno sparuto numero di iscritti a una piattaforma privata, umilia profondamente il ruolo del parlamento che viene così ridotto a un mero agente.