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Il digitale e le potenzialità di democratizzazione.

Profilazione e democrazia.

2.1 Introduzione: cosa intendiamo per democrazia

2.2.1 Il digitale e le potenzialità di democratizzazione.

Definito cosa s’intenda per Democrazia è interessante studiare quali sono le nuove possibilità che si vengono a creare grazie ai nuovi media.

“Coloro che sono insoddisfatti del modello della democrazia rappresentativa vedono nella Rete qualcosa in più di uno strumento, di un semplice mezzo. Essa si configura come un vero e proprio elemento strutturale di una nuova concezione di democrazia.

Le tecnologie, infatti, cambiano la sovranità democratica e i modelli di relazione fra i vari soggetti della politica.”126

Molti non a torto, vedono i nuovi media come un qualcosa che ha modificato profondamente il nostro modo di vivere e di comunicare, portando conseguenze anche alla Democrazia, che viene arricchita dai nuovi strumenti.

La comunicazione politica è estremamente legata allo sviluppo dei regimi democratici, per Bernard Manin, questa non è legata all’evoluzione delle istituzioni “ma è essa stessa l’anima della democrazia.”

Per Manin abbiamo una democrazia quando:127

• I governanti sono designati attraverso elezioni ricorrenti. • I governanti mantengono una certa indipendenza.

• I governati sono liberi di esprimere le loro opinioni. • Le decisioni sono sottoposte alla prova della discussione.

126 Paolo Bonetti, “La democrazia al tempo di Internet”, Mondadori Education, 2016. 127 Bernard Manin, “Principi del governo rappresentativo”, Il Mulino, 2017.

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Possiamo inoltre distinguere le democrazie secondo due tipologie, dirette e indirette per quanto riguarda la partecipazione dei membri e endogene e esogene per come vengono considerate le preferenze.

Le preferenze dipendono da come i vari attori politici interpretano la gerarchia delle problematiche e quali sono le soluzioni che questo attore individua.

Se si considera che le preferenze si formino in modo esogeno alla politica, quest’ultima serve a aggregare e quantificare le preferenze.

Se si considerano le opinioni come endogene invece, ossia che si formino attraverso il confronto tra i vari attori, attraverso la comunicazione politica queste si possono trasformare, non aggregare, le opinioni più razionali convincono le altre.

Abbiamo quindi quattro tipi di democrazia:128

Trattamento delle preferenze

Partecipazione dei membri aggregazione trasformazione

indiretta Modello Associativo Modello della

rappresentanza deliberativa

diretta Modello Assembleare Modello della democrazia

deliberativa

● Modello Associativo: che nasce assieme ai partiti politici, si ha un principio di delega come nel Modello della rappresentanza associativa, dove non si cerca però la maggioranza ma il maggior consenso possibile

● Modello Assembleare è il tipico esempio di democrazia diretta, tutti coloro che sono interessati possono partecipare ma le preferenze vengono aggregate.

● Modello della democrazia deliberativa, tutti partecipano ad uno scambio di opinioni che finisce per convincere una buona parte dei cittadini sulla bontà di una decisione.

Questi sono modelli ideali, non esistono democrazie che rientrano in una sola categoria ma si avvicinano più a un modello e hanno elementi comuni.

128Antonio Floridia e Rinaldo Vignati, “Deliberativa, diretta o partecipativa?” Populismo, antipolitica e sfide alla democrazia, N.65, 2014.

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Luigi Bobbio studiò la presenza di modelli di democrazia deliberativa e come essi potessero essere usati dalle istituzioni.

Implementò questi sistemi nella decisione della costruzione dell’inceneritore nella provincia di Torino, cercando che si evitasse il fenomeno del “not in my backyard”. Bobbio propose di coinvolgere i cittadini nella decisione per evitare di arrivare allo scontro con essi, utilizzando una comunicazione quotidiana e non aspettando che si formasse un malcontento, rinviò la decisione, escluse alcune aree come il centro storico, inizio a riempire per mesi tutte le aree possibili con volantini dicendo che sarebbe sorto in quel quartiere un inceneritore.

Si formarono comitati cittadini delle varie aree contrarie all’inceneritore.

Bobbio fece riunire poi i vari comitati per decidere i principi grazie ai quali decidere dove far sorgere l’inceneritore.

Una volta individuati i principi su cui prendere la decisione finale questi vennero graduati per importanza e inseriti in un software incaricato di prendere la decisione.

Nonostante questo processo si ebbero comunque delle proteste contro l’inceneritore ma queste furono gestibili, si riuscì a installare l’inceneritore.

Attraverso questo processo i quartieri più poveri e emarginati ottennero empowerment, si cercò di portarli allo stesso livello degli altri quartieri.129

Possiamo vedere come approcci di questo tipo possano trovare nuovi spunti e nuove letture della democrazia grazie ai nuovi strumenti dati dalla rivoluzione digitale.

L’evoluzione che i new media hanno apportato negli ultimi anni sembra permettere di modificare quella che è stata la Democrazia fino a oggi e di superare la rappresentatività in favore di una nuova forma di cittadinanza, più interattiva e veramente partecipe alle decisioni collettive.130

Questo ha portato a parlare di e-democracy e di e-government.

129 Giuseppe Tipaldo, “La costruzione del consenso intorno a un inceneritore di rifiuti: il caso di

Torino.”, Congresso annuale della Società Italiana di Scienza Politica, Bologna, 12-14 settembre 2006.

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Con e-democracy si intende l’insieme di opportunità di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali che si manifestano in sei ambiti:131

● Inclusione sociale, ossia la riduzione delle disuguaglianze. ● Accesso all’informazione.

● Accesso alla sfera pubblica, la capacità di interagire nel discorso pubblico. ● La dimensione elettorale, ossia la possibilità di votare a distanza tramite il voto

elettronico.

● L’iniziativa diretta.

● La partecipazione ai processi decisionali.

Mentre per e-government si intende il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione che porta a una razionalizzazione e ottimizzazione del lavoro degli enti pubblici che diventano così più efficienti e capaci di soddisfare i bisogni del cittadino. Questo processo si esplica tramite quattro dimensioni:132

● E-democracy amministrativa, ossia informatizzazione degli enti che aumenta la trasparenza degli enti e la capacità degli utenti di raggiungere le informazioni. ● Democracy consultiva, gli amministratori possono usare gli strumenti digitali per

consultare i cittadini e rendere le proprie politiche maggiormente inclusive. ● E-democracy partecipativa, questo modello si pone come obbiettivo trasformare

il rapporto tra Stato e cittadinanza come un rapporto tra pari, all’atto pratico si è trattato di forme di trasparenza istituzionale e di ascolto tramite i siti istituzionali ● E-democracy deliberativa, è un modello allo stadio attuale solo teorico che

prevede la piena partecipazione politica dei cittadini alla vita dello Stato.

131 Stella, Riva, Scarcelli, Drusian, “Sociologia dei new media” Edizioni Laterza, 2017. 132 Ibidem.

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