4. La nascita di Podemos.
5.2 Idee e programma
Negli incontri pubblici con Iglesias ascoltiamo il tema controverso del debito, della cancellazione di una parte del debito considerato illegittimo e della democratizzazione delle istituzioni finanziarie. Propone di indurire la pena per le frodi fiscali sopra i 50 mila euro e porre fine ai paradisi fiscali con condanne penali per le aziende che vi portano i capitali. Ribadisce la volontà di battersi per il reddito minimo, un reddito che possa dare dignità anche a chi è senza lavoro grazie al recupero del denaro con una fiscalità più equa che chieda di più a chi ha di più. Inoltre sottolinea l’esigenza di adottare il referendum per tutte le riforme che hanno a che fare con lo Stato e afferma la necessità dell’uguaglianza salariale tra uomini e donne e una maggiore attenzione per l’istruzione e la cultura.
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Podemos chiede l’eliminazione dei Centri di identificazione ed Espulsione, la
fine di “Frontex” e lo stop alla politica dei respingimenti a Ceuta e Melilla. Propone l’abbandono o la modifica del Trattato di Lisbona, il rifiuto dell’accordo di libero commercio tra Unione europea e Stati Uniti con la rivalutazione dei rapporti commerciali con l’America latina in nome del rispetto delle persone e dei diritti umani141.
Intervistato dal famoso giornale spagnolo “El Pais” , Iglesias dice che “il fallimento delle politiche di austerità sponsorizzate dalla Germania, nel sud Europa e l’abbandono della vecchia socialdemocrazia delle politiche neokenesyane, ha lasciato aperto lo spazio per una nuova socialdemocrazia che non è influenzata dalle contingenze della Guerra fredda, che può reclamare una politica sovrana ed europeista di carattere sociale”142
. Podemos si propone due sfide importanti: la prima, quella di pensare di essere in grado di governare solo grazie ad un’alleanza in Spagna e in Europa, con la vecchia socialdemocrazia in un contesto successivo alla Guerra fredda nel quale le identità politiche della Sinistra, forgiate nel XX secolo (1917- 1989) hanno problemi nel riconoscersi. E ciò implica l’apertura di un dibattito nel Paese, che deve includere i settori della vecchia socialdemocrazia, in chiave ideologica e geostrategica sul tipo di politiche che potrebbero essere attuate da uno Stato e dalle Amministrazioni, con enormi limitazioni di sovranità, e su quale ruolo deve essere giocato in Europa, in America latina e nel mondo.
La seconda sfida consiste nell’apertura di un dialogo per costruire un percorso istituzionale – costituzionale per via democratica, alla cittadinanza “plurima” della Spagna, mentre Podemos ha concretizzato l’idea di un Paese capace di sostenere un progetto collettivo rispettoso delle diversità.
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Ma è dunque possibile essere allo stesso tempo a favore della sovranità ed europeista? Iglesias sostiene che lo si deve essere se sosteniamo che la democrazia debba informare la legittimità delle Istituzioni statali ed europee. Riguardo all’Europa, Iglesias è molto chiaro: sostiene che l’enorme disaffezione verso l’Europa come progetto politico ha molte espressioni e la si può combattere solo con il recupero di un’identità di Europa associata ai diritti sociali e al benessere. Queste sono le “chiavi” perché l’Europa sia attraente come progetto politico e sociale per le popolazioni del sud e su di esse deve basarsi un nuovo progetto socialdemocratico per un continente che deve avere un’identità geopolitica propria e non subordinata ad altre potenze. Una nuova idea di Spagna in Europa, plurinazionale e nella quale i diritti sociali sono garantiti in un nuovo modello produttivo, non può essere costruita da soli, bisogna ampliare le alleanze sociali, politiche e con i settori strategici dell’imprenditorialità in Spagna e in Europa143
.
Per quanto riguarda la politica economica, Iglesias parte da un presupposto: sostiene che la socialdemocrazia europea ha avuto la necessità di aggrapparsi a ciò che non crede, per cercare un’uscita dalla crisi. La Banca centrale e il Fondo monetario internazionale hanno voluto l’adozione di misure di austerità come ad esempio la riduzione dei salari, i tagli nei settori dell’educazione. Di conseguenza, la liberalizzazione del mercato del lavoro ha ampliato la crisi, le riforme strutturali e la politica di austerità non hanno risolto la situazione e sulla popolazione, che non è in alcun modo responsabile della crisi, “pende un costo troppo alto”. Perciò la politica di austerità è stata inefficiente per affrontare questo contesto. Inoltre la Spagna nel 2005 è cresciuta del 3% (al di sopra della media europea), con livelli di occupazione che non hanno ancora raggiunto quelli del periodo antecedente la crisi economica; il P.I.L al 5% è inferiore al dato corrispondente al periodo pre-crisi e aumentano i disoccupati: si stimano 6 milioni di occupati in meno.
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La Spagna aveva recuperato la crescita per il cambio della politica fiscale nel 2015 e secondo i dati riportati, l’andamento del P.I.L aveva avuto un inversione: se nel 2010 - 2013 era al -1%, l’anno successivo, 2014 – 2015 aveva raggiunto l’1%144
. Iglesias attribuisce questo comportamento alle elezioni del 2015 perché sostiene che per assicurare una vittoria della linea filo- europeista, con i Governi che avevano applicato le misure di austerità, la Commissione europea aveva permesso una pausa nel rigore, ma solo in quel momento. Ciò significava, per il leader di Podemos e per tutto il partito che il cambio verso una crescita positiva non era il risultato dell’austerità fiscale e che la politica europea avrebbe prodotto nuovamente costi elevati in termini di attività e di impiego. Inoltre pone l’accento sul forte deficit pubblico che porta a considerare la Spagna, il Paese con più disuguaglianze della zona euro con un settore pubblico il cui debito ha raggiunto livelli record, mai verificatisi nella storia della Spagna. In tutto ciò, la crisi e le politiche economiche attuate avevano provocato una grave fattura sociale, con tutti gli indicatori del benessere negativi e in deterioramento. Un deterioramento sociale dovuto all’aumento della disoccupazione (il 30% degli spagnoli si trovava in una situazione di povertà: o erano poveri, o in una condizione di esclusione), ai tagli salariali, l’aumento del lavoro precario e dei tagli ai servizi pubblici fondamentali. Alla luce di questa situazione, Iglesias ha elencato con fermezza le tre priorità fondamentali della politica economica di Podemos : 1) garantire il diritto al lavoro e creare un impiego decente (il lavoro che si stava attuando era molto precario); 2) dare vita ad un’”Azienda sociale” per aiutare le persone più colpite dalla crisi e aiutare a combattere le disuguaglianze includendo la discriminazione di genere; 3) trasformare il modello produttivo migliorando la specializzazione industriale e rafforzando la sostenibilità ( il modello produttivo spagnolo era caratterizzato da problemi strutturali quali la dipendenza energetica). Una
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nuova politica economica deve rafforzare la crescita basata su un nuovo modello produttivo e sulla redistribuzione del reddito. A questo proposito il leader di Podemos aveva espresso l’intenzione di voler rinegoziare con Bruxelles il ritmo della riduzione del deficit per un’ espressione fiscale equilibrata che non aumenti il deficit, ma che lo riduca più lentamente di come stabilito dal Governo europeo; è di primaria importanza la lotta contro la frode fiscale (in Spagna ha coinvolto le grandi imprese e le grandi fortune): a questo proposito occorre una riforma tributaria progressiva resa possibile grazie all’approvazione di misure contro i paradisi fiscali. Parla dell’elaborazione di uno statuto basico della scienza tributaria che garantisca la sua autonomia; una riforma tributaria ambiziosa è una riforma in grado di incrementare il P.I.L del 3% e ciò è possibile solamente ampliando la base tributaria, tassando le imposte sulle transazioni finanziarie e sulle ricchezze. Inoltre ritiene necessaria una “Tassa di solidarietà” sulla finanza privata con carattere straordinario, a favore di gran parte dei cittadini (applicando il 4% dell’IVA ad un maggior numero di alimenti e prodotti sanitari, diminuendo le bollette di gas ed elettricità). Ha un rilievo particolare il tema del lavoro: occorre secondo Iglesias, un nuovo contesto lavorativo con un lavoro di qualità, incrementando il salario minimo, ed il programma del Reddito garantito. A tutto ciò è legato il tema delle pensioni: il sistema delle pensioni deve essere sorretto con l’introduzione di un finanziamento, eliminando i benefici fiscali145.