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Il Segretario Pablo Iglesias: l’Assemblea di Vistalegre

4. La nascita di Podemos.

5.4 Il Segretario Pablo Iglesias: l’Assemblea di Vistalegre

Due anni dopo la prima Assemblea di Vistalegre (ottobre 2015), Podemos affronta il suo secondo Congresso a Madrid, ma in uno scenario diverso rispetto al primo: uno scenario in cui le votazioni per le cariche interne del partito sono aperte a più di 400 mila iscritti. Un incontro in cui il partito che ne uscirà, non sarà più simile a quello iniziale perché i suoi fondatori (Iglesias, Errejon, Bescasa, Monedero e Alegre) erano sempre più distanti politicamente tra loro148. Con il nuovo congresso si doveva decidere se continuare con la linea di Iglesias o dare spazio alla prospettiva più moderata e aperta al dialogo di Errejon: da sempre erano vive le tensioni tra i due. Mentre il primo, (voce di Podemos come movimento sociale), utilizzava un tono più duro, forte, che lasciava poco spazio alle trattative con gli altri partiti, Errejon proponeva il passaggio all’istituzionalizzazione del partito e la necessità di parlare ad un numero maggiore di elettori149.

Le diverse prospettive che si sono confrontate a Vistalegre II sono connesse con l’analisi della società spagnola, con lo scontro di classe che attraversa il paese iberico e con il ruolo della sinistra in questo processo. Non è casuale che in questi anni Podemos abbia ottenuto i migliori risultati anche sul terreno elettorale quando ha lanciato un messaggio a Sinistra di rottura e di alternatività rispetto al quadro politico borghese, con rivendicazioni radicali sul terreno sociale ma anche sul terreno democratico, in particolare sulla questione nazionale, individuando come nemico frontale l’oligarchia

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economica, incarnata dalle principali aziende quotate alla borsa di Madrid. Il calo di consensi delle ultime elezioni non è stato il frutto dell’eccessivo spostamento a Sinistra dovuto all’alleanza con Izquierda Unida ed in particolare con Alberto Garzon come sostenuto dal settore errejonista. E’ esattamente il contrario. Durante l’impasse seguita alle elezioni del Dicembre 2015 Podemos invece di rimanere imbrigliata nel dibattito parlamentare avrebbe dovuto rilanciare la mobilitazione di massa contro Rajoy e le politiche di austerità spostando il baricentro nelle piazze e sullo

scontro di classe150. Podemos ha guadagnato consensi e appoggio

elettorale quando ha mostrato un profilo di Sinistra, come il 20D (20 dicembre 2015 data delle penultime elezioni politiche in Spagna), per perderli quando ha svoltato a Destra e verso la moderazione “per non spaventare” la classe media, come nel caso del 26J (26 giugno 2016 data delle ultime elezioni politiche).

“Il dibattito politico e le decisioni assunte hanno riguardato solo gli strati superiori dell’organizzazione, svuotando i Circoli di discussione politica e allontanando migliaia di attivisti. Prima del 26J sono stati commessi errori, come quello di non essere riusciti a convincere gli elettori del PSOE che i loro dirigenti, come ora è stato dimostrato, preferivano il governo del PP ad un’ alleanza con Podemos-IU. Non promuovendo alcuna mobilitazione popolare da parte di Podemus- IU per esigere un’alleanza a Sinistra dissolvendo così ogni dubbio, si è permesso alla direzione socialista di considerare la proposta di alleanza di governo PSOE-PODEMOS-IU come una semplice manovra tattica, incolpando Podemos della vittoria del governo di Destra. Questo dimostrava che la dicotomia Destra-Sinistra era ben presente nei ragionamenti e nelle simpatie politiche delle famiglie di lavoratori perché è vista correttamente come la linea di demarcazione tra ricchi e poveri, tra datori di lavoro e dipendenti, tra la limitazione o

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l’ampliamento dei diritti democratici”151

. Così, di fronte ai risultati del 26J, si è riconosciuta la necessità di allargare a Sinistra le alleanze elettorali a livello statale.

Ma vediamo ora nello specifico quali sono state le candidature e i programmi presentati alla seconda Assemblea di Vistalegre.

E’ opportune fare una piccola premessa: delineare il contesto politico e sociale che fa da scenografia all’Assemblea per capire come si muovono i suoi protagonisti. Un contesto, come detto precedentemente, ben diverso da quello del primo Congresso perché dopo un lungo ciclo elettorale di convocazioni statali, regionali, provinciali e comunali, Podemos è riuscito a consolidare un ampio pubblico nella società moltiplicando i suoi iscritti; ha ricevuto un sostegno elettorale significativo portandolo a divenire una forza alternativa al PP con un peso politico decisivo nello scenario attuale.

Dalla sua nascita, Podemos si era presentato come strumento per guidare il

cambiamento, quindi l’obiettivo della nuova Assemblea era quello di

adattare il suo orientamento politico e il suo modello organizzativo alla nuova situazione per difendere meglio gli interessi della maggioranza sociale, i progressi verso l’uguaglianza; per incanalare la partecipazione attiva delle persone alla “cosa pubblica” e costruire un Governo alternativo al servizio della gente.

All’organizzazione tecnica dell’Assemblea ha lavorato un’ équipe, che vedeva tra i suoi membri lo stesso Iglesias con Pablo Echenique, Carolina Bescansa ed Irene Montero. Insieme hanno preso decisioni riguardo il

sistema di votazione: hanno adottato il “sistema Borda”, un sistema che ha

avuto un ampio consenso in gran parte dell’organizzazione e usato con esiti positivi in numerose candidature di unità popolare nei comuni, come

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garanzia della pluralità interna e della rappresentanza delle minoranze. Al sistema standard sono stati aggiunti “due miglioramenti”: uno per incentivare l’accordo tra le liste e l’altro per garantire la rappresentanza a terze liste più piccole. Nello specifico il sistema funzionava in questo modo:

- dovevano essere presentate liste aperte e ordinate con una lunghezza minima di 20 e massima di 62,

- si possono presentare candidati/candidate individuali che formeranno tra tutti quelli/quelle, la cosiddetta “lista bianca”,

- ogni persona con diritto di voto può votare fino a 62 candidati in forma ordinata e preferenziale. Il punto più importante consiste nell’ordine con il quale vengono votati i candidati,

- il primo candidato votato ottiene 80 punti, il secondo 79, il terzo 78 e così via…

- i candidati che faranno parte del Consiglio cittadino statale saranno quelli che avranno ottenuto più punti, correggendo i risultato in due direzioni: 1) per garantire la parità dell’organo ed evitare il pregiudizio nei confronti delle candidate donne, quando dal risultato della votazione emerge un organo con meno donne che uomini, si applica il “meccanismo della cerniera” per garantire la parità. Così il Consiglio cittadino statale avrà come minimo lo stesso numero di uomini e donne. 2) Per garantire la rappresentanza delle minoranze, qualunque lista con più del 5% di punti aggiunti, avrà diritto almeno 2 posti al Consiglio cittadino statale (per la donna e l’uomo con più punti). Allo stesso modo, qualsiasi lista con più del 15% di punti aggiunti avrà diritto almeno a 4 posti nel Consiglio cittadino statale (per le due donne e i due uomini che hanno ottenuto più punti)152.

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Per quanto riguarda invece l’elezione del Segretario Generale, essa avverrà attraverso la candidatura unica: ogni persona con diritto di voto potrà votare per un unico candidato o un’unica candidata e risulterà eletto colui o colei che avrà ottenuto il maggior numero di voti. E anche se la votazione per il Consiglio cittadino statale e quella per il Segretario Generale sono separate, indipendenti l’una dall’altra, il candidato alla Segreteria e la lista per il Consiglio cittadino potranno presentarsi uniti come squadra. Gli iscritti potevano esprimere le loro preferenze fino a 30 giorni prima dell’inizio delle votazioni.

Le liste per il Consiglio cittadino statale e/o le candidature alla Segreteria generale dovranno essere approvate dai Segretari generali delle Autonomie, dai Segretari generali municipali dei comuni con più di 100 mila abitanti; dai Consigli cittadini autonomi, dai Consigli cittadini municipali o dai Circoli attivi di almeno tre ambiti territoriali distinti. Invece, le candidature individuali richiedono l’approvazione di un Segretario generale dell’Autonomia, Segretario generale municipale di un comune con più di 100 mila abitanti, di un Consiglio cittadino autonomo, di un Consiglio cittadino municipale o di un Circolo attivo153.

Durante l’Assemblea sono stati presentati i documenti etici, organizzativi e

politici. E anche se questi documenti possono essere votati

indipendentemente dalle liste per il Consiglio cittadino statale e dalle candidature per la Segreteria, ognuno deve comunque essere collegato ad un candidato/a alla Segreteria o ad una lista per il Consiglio. Allo stesso modo ogni candidato alla Segreteria e ogni lista per il Consiglio dovranno essere accompagnati da un progetto integrale che comprenda i temi dell’uguaglianza, i temi etici, organizzativi e politici. I documenti che verranno presentati potranno contenere disposizioni transitorie in grado di

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influenzare la struttura del Consiglio cittadino statale, la struttura e l’elezione delle Commissioni di Garanzie democratiche.

La Segreteria dell’organizzazione elaborerà uno schema dell’Assemblea cittadina che permetta un ampio e profondo dibattito sui progetti e le idee prima di presentare le candidature. A tal proposito, i membri dell’ équipe hanno proposto che il Consiglio cittadino statale sia composto da 62 membri eletti dall’Assemblea cittadina statale senza il pregiudizio che si possano proporre modifiche o aggiunte, alla sua struttura oltre i membri eletti, nei documenti organizzativi che vengono presentati nell’Assemblea. Durante l’Assemblea verrà eletto un rappresentante di Podemos al Consiglio cittadino statale con voto uninominale maggioritario e due rappresentanti (un uomo e una donna) dei Circoli territoriali e dei Circoli settoriali nel Consiglio cittadino statale. Tutti i membri riuniti, avranno il diritto di voto e ad esprimere la propria opinione all’interno del Consiglio cittadino statale154

. Così alla seconda Assemblea di Vistalegre si presentano per il Consiglio cittadino statale e per la carica di Segretario generale, quattro liste: “Podemos en Equipo”, “Podemos en Movimiento” (Equipo de Miguel Urban

e Teresa Rodriguez), “Lista blanca”, “Equipo Pablo Iglesias- Podemos para

todas”, “Equipo Inigo Errejon- Recuperar la Illusion”. “Podemos en Equipo” sosteneva che Podemos fosse lo strumento di quel cambiamento politico di cui la Spagna aveva bisogno. Vi hanno aderito diversi gruppi di diversi territori per difendere la trasparenza del partito, il carattere democratico e federale. Sostengono la democrazia diretta e il decentramento.

“Podemos en Movimiento” rappresenta l’ala più radicale del partito e vede tra coloro che vi hanno aderito, Miguel Urban e Teresa Rodriguez e sostiene che sia giunto il momento di avanzare con la costruzione di un partito “confederalizzato “ che rispetti e aumenti l’autonomia dei movimenti

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rinforzando quelli che sono stati i successi e correggendo i difetti. Sostiene che sia il momento di opporsi alle politiche neoliberiste per costruire invece contropoteri nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nelle Università e nelle piazze. Costruire un programma alternativo e urgente per far fronte alle politiche di austerità. Tutto ciò richiede un “cambiamento di rotta” che porti alla costruzione di un movimento popolare i cui protagonisti sono i lavoratori che vivono nella precarietà, i giovani, le donne, un movimento che ha bisogno di costruire l’unità popolare con tutte quelle persone e quei gruppi che, indipendentemente dalla loro provenienza hanno come obiettivi, democrazia e giustizia sociale. Ciò che chiedono è un partito democratico dove il potere viene dal basso e non dagli uffici e dalle strutture verticalizzate, un partito femminista che integri le pratiche femministe giorno per giorno che combatta contro le espressioni di maschilismo e patriarcato in tutti gli ambiti della società.

Tra tutte le candidature meritano particolare attenzione le liste presentate da Pablo Iglesias e Inigo Errejon. Il primo presenta una proposta radicale e intransigente per ribattere l’ordine politico costituente; il secondo presenta invece, una proposta più dialogante e socialdemocratica155. Vediamo le due proposte.

Per Iglesias la seconda Assemblea rappresenta innanzitutto una prova di maturità per Podemos, in un contesto in cui la Spagna sta vivendo un momento di tensione tra restauro e cambiamento dopo un periodo in cui si sono verificate dinamiche difficilmente invertibili che indicano il proseguimento verso un progetto di Paese sovrano, sociale, più giusto ed egualitario, plurinazionale, più democratico, più moderno e dove l’uguaglianza tra uomo e donna è finalmente una realtà. Parla di un partito in grado di rimanere uno strumento capace di appoggiare l’impulso costituente

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di cui ha bisogno la Spagna. E’ fondamentale prepararsi politicamente e socialmente per battere il PP e le élite che rappresenta, prepararsi per governare il Paese e dimostrare che è possibile unire trasparenza, pluralità e una maggiore partecipazione degli iscritti. La candidatura di questa squadra, guidata da Iglesias è corale e plurale e formata da persone con competenze, formazione e background diversi: operai, psicologi, giovani, studenti, ecc…..Dicono di poter vincere solo essendo un’organizzazione più plurale, più aperta e “femminilizzata”; una formazione che abbraccia le diversità presenti in Spagna e che decentra il potere verso la gente. Tra i sostenitori di Iglesias ci sono Irene Montero e Pablo Echenique156.

Inigo Errejon, ex Segretario politico di Podemos, presenta la sua candidatura nella lista “Equipo Inigo Errejon- Recuperar la Illusion” che vede tra i suoi membri anche Rita Maestre. Errejon ricorda la prima Assemblea di Vistalegre e tutto ciò che si è verificato da allora fino ad oggi, due anni in cui i membri del partito hanno riflettuto insieme sul percorso da seguire, una strada costruita giorno per giorno attraverso l’esperienza di vita di tutti i giorni individuando le carenze e i punti di forza, risolvendo le prime ed accentuando i secondi. Un cammino fatto da molte persone diverse, militanti provenienti da ogni angolo del Paese con provenienze politiche diverse, ma d’accordo su ciò che vogliono e sull’entusiasmo ciò che vogliono riconquistare grazie ad un partito aperto che non si chiude in sé stesso e nelle vecchie etichette, un partito plurinazionale e decentrato che riconosca le identità nazionali del Paese. Un Podemos femminista che applichi i principi di uguaglianza, che recuperi l’iniziativa politica e che dia certezze

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In tutte le liste sono comuni i temi della parità delle condizioni, del femminismo, il tema di una politica fatta dalla gente comune e ancora, il

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tema della decentralizzazione. Ma nonostante ciò, lo scontro-confronto più sostenuto è stato quello tra le due anime di Podemos: tra Iglesias ed Errjon. La posizione di Iglesias coglie, seppure con dei limiti, lo scenario di crisi dello stato spagnolo e la debolezza del governo Rajoy, che verrà reso ancora più instabile ed impopolare dalle misure di austerità che il contesto economico e i dettami dell’Unione Europea imporranno. Vede la tattica parlamentare e il ruolo nelle Istituzioni come uno strumento per la lotta sociale; inoltre considera l’orientamento verso le lotte sociali decisivo per lo sviluppo di Podemos. (La corrente marxista “Lucha de clases” ha sostenuto criticamente le posizioni di Pablo Iglesias, proponendo che ci fosse una lista unica per il Consiglio cittadino tra Iglesias e gli “Anticapitalistas” , gli appartenenti al filone marxista, per sconfiggere la Destra. In un dibattito così polarizzato sarebbe stato un grave errore non costruire convergenze, favorendo così Errejon.

Tuttavia la necessità di dare un sostegno critico a Iglesias non poteva nascondere i limiti della sua proposta politica. In questo senso i compagni di “Lucha de Clases” hanno presentato alcuni contributi, risultati tra i più votati a Madrid, sulla centralità della classe lavoratrice nel processo di cambiamento, sulla necessità di espropriare i settori chiave dell’economia mettendoli sotto il controllo dei lavoratori e ponendo la necessità di una organizzazione più democratica centrata su un maggior dibattito politico nei Circoli di base. Ma in base al regolamento, purtroppo i contributi non erano vincolanti per l’Assemblea nazionale.

Il tentativo di Errejon di trasformare Podemos in una pedina della scacchiere parlamentare, si è scontrato con l’istinto di classe dei suoi militanti e con l’esperienza concreta di questi anni.

Le posizioni assunte da Iglesias e Errejón riflettono, in ultima analisi, le pressioni esercitate dalle diverse classi sociali della società.

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Il documento di Errejón “Recuperar la ilusión” propone un orientamento verso la classe media e chiede di moderare l’immagine e il programma con “proposte trasversali, né di Destra né di Sinistra”. Tratta con disprezzo la Sinistra, che definisce “folcloristica e impotente” e sostiene come Podemos debba essere contro “quelli che credono che le situazioni storiche siano determinate dall’economia”. Sostiene che si possono trovare punti di accordo con tutti: lavoratori, classe media e imprenditori per “scrivere un nuovo patto sociale”.

Apparentemente, da un punto di vista ideologico, sembra non ci siano differenze sostanziali tra Pablo Iglesias e Íñigo Errejón: nessuno dei due propone un’alternativa al di fuori del capitalismo, entrambi difendono un nazionalismo ristretto e i loro programmi non vanno oltre una serie di riforme progressiste. Ciò nonostante, mentre “Errejón e i suoi hanno dimostrato la loro sensibilità al richiamo all’ordine della classe dominante, il settore di Iglesias, appoggiandosi sul settore più dinamico della classe operaia e della gioventù, lascia la porta aperta alla loro pressione per muoversi secondo lo sviluppo della lotta di classe. Ciò potrebbe condurle dunque, nel futuro, a formulare conclusioni socialiste, sia pure in forma parziale e non sufficientemente sviluppata”158

.

Il Congresso ha visto una netta affermazione delle posizioni rappresentate da Pablo Iglesias che ha ottenuto il 51% dei voti per la sua lista e il 55% dei voti per il suo documento politico, venendo rieletto Segretario con l’89,1% dei consensi. Se a questi voti si sommano il 13% e l’11% ottenuti rispettivamente dal documento politico e dalla lista di Sinistra legata alla corrente Anticapitalistas si ha un quadro preciso dello spostamento a Sinistra dell’asse di Podemos. Il settore moderato legato ad Íñigo Errejón ne

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esce sconfitto non andando oltre il 34%, malgrado l’aperto sostegno dei mass media e della borghesia.

L’esito del Congresso indica nell’investimento nei movimenti sociali e nel legame con il movimento dei lavoratori, l’asse centrale di Podemos nella prossima fase. Su questo non ci può essere alcuna convergenza con Errejon che ha fatto della contrarietà a questi punti tutta la sua battaglia congressuale. Nella prossima fase le politiche di austerità del governo Rajoy, sostenute da Psoe e Ciudadanos spingeranno nuovamente alla mobilitazione di massa. E’ su questo terreno che si giocherà il futuro di

Podemos159.

La prima vera fonte di disaccordo era racchiusa nel dilemma: sostenere un governo del “nemico” — Mariano Rajoy (Partito Popolare), vincitore delle elezioni ma senza la maggioranza in Parlamento, ma anche l’altro sconfitto Pedro Sánchez (Partito Socialista) — oppure mantenersi fedeli alla linea di intransigenza verso l’establishment e i partiti tradizionali sulla quale il partito si era fondato sino a quel momento. Se il voto di dicembre 2015 aveva premiato il partito di Pablo Iglesias, con il 20,7% dei voti validi e ben 5.212.711 elettori a segnare una storica “prima volta” per la nuova formazione politica, il mancato sostegno ai due leader sopracitati per la formazione di un Governo e l’incertezza politica che ne è conseguita sono state pagate a caro prezzo nel successivo giugno alle urne. Senza citare, ovviamente, gli attriti interni al partito.

Si è giunti così al secondo Congresso di Podemos con un pesante guanto di sfida lanciato al segretario e leader uscente Iglesias. Íñigo Errejón a suo tempo aveva mostrato le sue perplessità in merito al fronte di Sinistra “pura” proposto da Iglesias (Unidos Podemos, con Izquierda Unida — Sinistra Unita e altri partiti di sinistra) per il voto del 26 giugno (Uno scenario che sarebbe

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divenuto realtà perdente, con 12 seggi persi in Parlamento dal dicembre 2015). Il suo orientamento era piuttosto rivolto all’apertura di una trattativa politica — ossia sui contenuti — con il PSOE. Facendo leva sulla legittimazione parlamentare e democratica di Podemos, l’obiettivo era quello di trovare dei punti in comune da proporre con il partito dell’allora segretario Pedro Sánchez; una forza sì politicamente “avversa” in quanto a ispirazione innovatrice, ma pur sempre appartenente all’universo ideologico di Sinistra proprio di Podemos. Potremmo definire questa posizione come una svolta più istituzionale e “pragmatica” da parte degli errejonistas (gli “errejonisti”), ossia i sostenitori della sua linea politica. Pablo Iglesias ha risposto con forza, rilanciando la linea originaria — fatta di lotta alle disuguaglianze, cura dell’ambiente, e un ritorno ad una maggiore sovranità dello Stato spagnolo — con la forza espressiva che da sempre lo ha contraddistinto. Ha