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IDEE PER IL TURISMO E LE VACANZE Alberto Vigna

Nel documento Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1978 (pagine 79-101)

Un annunzio, passato pressoché inosser-vato o almeno non sufficientemente ap-prezzato dall'opinione pubblica in que-sto momento di cosi gravi preoccupa-zioni per l'economia, ha informato sul sensibile miglioramento della nostra bi-lancia dei pagamenti alla fine del '77 e nei primi mesi di quest'anno: l'Italia è stata in grado di restituire ai creditori internazionali tra gennaio e febbraio la somma di un miliardo e 249 milioni di dollari. Buona parte del merito di tutto ciò va al turismo e cosi si spiega anche il grande interesse che il pubblico ha avuto per la dodicesima edizione del Salone internazionale delle vacanze del turismo e dello sport svoltosi nel palaz-zo di Torino-esposizioni dal 23 febbraio al 6 marzo.

In una nota diramata dal Aniest (Asso-ciazione nazionale italiana esperti scien-tifici del turismo) è detto che al restitui-to equilibrio della bilancia dei paga-menti hanno decisamente concorso le entrate in valuta dovute al movimento dei turisti stranieri nel nostro paese. Mentre l'economia è ancora cosi profon-damente insidiata merita ricordare che l'industria nazionale del turismo non soltanto è quella che in confronto alle altre va meglio, ma va autenticamente bene. Nel 1970 l'introito della bilancia turistica ha avuto un saldo di 570 liardi; oggi la cifra è salita a 2907 mi-liardi pur limitando il calcolo soltanto ai primi dieci mesi del 1977 dei quali si conoscono i dati definitivi. In tal mo-do si è avuta non soltanto il compenso della perdita del valore della moneta, ma si è aggiunta una quota di valore, indice che il turismo italiano si sviluppa con risultati autenticamente positivi. Nel 1976, anno del caro benzina, lo sviluppo del turismo che era in ascesa ha avuto una battuta di arresto; poi è subito ripreso e nell'anno successivo si sono registrate espansioni di tutte le cor-renti di traffico. Il turismo interno in Italia è salito del 2 - 3 % e del 7-10% quello proveniente dall'estero favorito dalla svalutazione della lira. Il 1977 ha registrato un vero boom e senza irra-gionevoli ottimismi si può prevedere che l'anno in corso segnerà dati anche maggiormente positivi.

gli stranieri che nel 1977 hanno visitato l'Italia sono stati più di 15 milioni e il loro apporto in valuta ha superato i 4190 miliardi di lire. Il passivo della bilancia turistica, rappresentato dalle spese degli italiani all'estero, ammonta a 794 miliardi di lire segnando anche esso un aumento rispetto al '76, au-mento comunque limitato al 2 7 % men-tre quello degli stranieri in Italia ha avu-to una impennata di oltre il 9 6 % . Tenu-to conTenu-to di tutTenu-to (e cioè anche degli ultimi mesi del '77) si otterrà un saldo che sfiorerà i 3300 miliardi con un aumento del 124% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Sono cifre confortanti che potranno cora migliorare perché non hanno an-cora raggiunto il possibile traguardo che le attrattive del nostro paese e la sua consistenza turistico alberghiera indica come meta ottimale. I pernottamenti di turisti stranieri sono stati di 81 milioni e 600 mila, ma noi disponiamo di 4 mi-lioni e 200 mila posti letto tra alberghi ed extra alberghi. Basterebbe una pur lieve maggiorazione nel numero di gior-nate di presenza, dovute auspicabilmen-te ad un più vasto arco di periodi nei quali usufruire delle vacanze, per farci conseguire risultati notevolmente più importanti.

Il turismo è una merce che trova mer-cato in un mondo sempre più assetato e desideroso di movimento, di nuove co-noscenze tra i popoli, di esperienze uma-ne indicatrici di rapporti pacifici tra le genti. Di questo formidabile mercato potenziale quanta parte l'Italia saprà accaparrarsene proprio a cominciare dal-l'imminente stagione estiva? Secondo dati realistici si ritiene che per la fine degli anni '80 le presenze straniere nel complesso della ricettività italiana po-trebbero superare i 150 milioni. Alcuni sondaggi compiuti in paesi stra-nieri hanno raccolto dichiarazioni favo-revoli a questa tesi. Per esempio in Au-stria due anni fa la popolazione per il 4 8 % aveva dichiarato di aspirare a compiere un viaggio in Italia: ora que-sta percentuale è salita al 5 4 % . Un au-mento anche maggiore si è avuto in Ger-mania dove l'attrattiva per il « paese dove nascono i limoni » è sempre stata

molto forte e si va consolidando ed Sogni e nostalgia di mare.

Una grande piscina ha permesso di far muovere un gommone di notevole proporzioni e potenza.

estendendo anche al nostro Meridione, un tempo un poco trascurato. I fran-cesi si stanno sempre più abituando a compiere viaggi all'estero e dall'Inghil-terra giungono notizie del probabile re-cupero di larghe parti del turismo bri-tannico, un tempo tradizionalmente av-viato verso i nostri lidi e da qualche anno distratto e meno fedele.

Dagli Stati Uniti d'America si ritiene che il flusso aumenterà in media del 10% data la tendenza al ribasso nelle tariffe dei trasporti aerei. Anche i suda-mericani e gli spagnoli si muovono di più e degli otto milioni di svedesi il 25% annualmente compie un viaggio ol-tre le frontiere; 500 mila vengono in Ita-lia e aumenti sono previsti non soltanto d'estate, ma anche d'inverno. Degli 800 mila canadesi di origine italiana un nu-mero ogni anno maggiore ha desiderio di visitare il paese che hanno lasciato mentre dalle nazioni del terzo mondo, dagli Sceiccati, dal Giappone e dall'Asia in genere per ragioni di lavoro e di stu-dio giungeranno graditi ospiti assai più che in passato.

In questo grandioso e complesso pano-rama la mostra Expovacanze '78 ha ri-chiamato l'attenzione degli operatori tu-ristici e del pubblico accorsi a prendere visione dei padiglioni in cui 300 esposi-tori di 23 paesi hanno offerto un com-plesso di proposte tra le più interessan-ti non soltanto per la prossima stagione estiva, ma effettivamente indicative di valori, di tendenze.

Nell'ingresso l'Assessorato al turismo della Regione Piemonte ha organizzato un padiglione illustrante le bellezze di questo angolo d'Italia che meriterebbe di essere più conosciuto. L'assessore al turismo Moretti ha lanciato un'opera-zione promozionale denominata « Oriz-zonte Piemonte» con la pubblicazione di materiale illustrativo, con manifestazio-ni destinate a sensibilizzare gli operatori turistici e con iniziative per meglio far conoscere ai suoi stessi abitanti le bel-lezze della zona. Il Piemonte ha larghi spazi per l'incremento del turismo; pur-troppo nello scorso anno si è avuta una diminuzione del 5,9% nell'arrivo de-gli stranieri e mentre la superficie e la popolazione della Regione sono circa l'otto per cento dell'Italia il Piemonte

assorbe appena il 3-4% del movimento turistico nazionale.

Proseguendo nella visita di Expovacanze si può dire che i visitatori hanno go-duto un anticipo dell'estate rimanendo in certo qual modo imbarazzati tra tan-te possibilità di scelta. Per le vacanze marittime molti hanno fatto sosta negli stands delle spiagge venete e del Friuli dove si ha un'altissima concentrazione di presenze nei mesi estivi. Sono loca-lità ben note come lesolo, Venezia, Ca-vallino, Chioggia, Sottomarina, Rosoli-na mare, Caorle, Bibbione e, più su nel Friuli, Lignano Sabbiadoro-Pineta-Rivie-ra, Grado e Trieste. Scendendo invece verso il Sud si incontrano le popolaris-sime spiagge della provincia di Ancona con Gabicce. Cattolica, Senigaglia, per non parlare di Rimini e Riccione la cui fama è consolidata da molto tempo mentre si affermano i nuovi centri di Sirolo e Numana. Anche la regione Campania con Caserta e Napoli, Poz-zuoli e Pompei, Amalfi, Sorrento, Posi-tanc ha presentato le sue attrattive che culminano poi negli splendori azzurri di Capri nella verde serenità di Ischia. A sua volta il Lazio ha proposte di turi-smo molto interessanti nella zona dei castelli, del Viterbese e tra Anzio e Gae-ta. La Sicilia ha reclamizzato Messina, Taormina, Catania e le isole Eolie; la Sardegna le possibilità dell'agriturismo nella zona di Oristano dove 6000 donne sarde partecipanti ad una interessante cooperativa sono disposte ad ospitare

tu-risti a condizioni estremamente favo-revoli.

Tra i paesi stranieri molto visitato lo stand della Grecia e quello della Roma-nia con le sue chiare linee architettoni-che architettoni-che richiamano quelle delle case rurali della Transilvania. La Romania ha puntato la propaganda su una cam-pagna di richiamo verso le sponde del mar Nero e il delta del Danubio, zona di estremo interesse ecologico. Dall'Un-gheria sono state reclamizzate le bellez-ze di Budapest, la bontà dei vini prodot-ti dalle colline del Tokay, le morbide spiagge del lago Balaton, i richiami del-la puzta con i suoi cavalli e i suoi tzigani. Israele presentava un plastico tutto d'oro del centro di Gerusalemme; la Russia il-lustrava le infinite risorse del suo gran-de territorio; il Marocco e la Tunisia le spiagge e i favolosi interni. L'elenco evidentemente potrebbe continuare a lungo, ma non sarebbe ugualmente del tutto completo.

Nel grande padiglione centrale Caravan, Camper, Campeggi intesi come strumen-ti per le vacanze hanno offerto una in-finità di soluzioni per vivere in piena aria. Si sono visti veicoli di tutti i tipi e di tutti i prezzi e la Fiat mediante il « progetto veicoli attrezzati » è entrata nel settore del tempo libero con una gamma completa di prodotti tutti inte-ressanti sia per la parte meccanica sia per la carrozzeria.

Tutto quanto riguarda lo sport rappre-senta un servizio sociale. Se n'erano già accorti nell'antica Grecia o nell'an-tica Roma; oggi quei concetti di allora trovano anche maggiori ragioni di con-ferma data la costrizione di vita nelle grandi città. Il settore delle tende, quello sviluppatissimo e quanto mai interes-sante della nautica con una quantità di modelli di ogni tipo, quello delle pisci-ne ed anche dei mobili da giardino o delle case prefabbricate sono stati al-trettanti punti di richiamo sollecitanti l'interesse del pubblico sempre numero-sissimo per tutta la durata della mostra. Concludendo si può dire che Expovacan-ze tra le diverse rassegne che si svol-gono nell'anno nel palazzo del Valen-tino è la più popolare, la più festosa, una fonte di informazioni utili, un mo-tivo per sbrigliare le ali della fantasia.

(trailibri)

PRESENTATI DAGLI AUTORI

E. ROTELLE L'alternativa delle autonomie

-Voi. di 14 x 22 cm, pp. 340 - Feltrinelli, Mi-lano, 1978 - L. 8000.

Tutti gli « interventi » raccolti nel volume sono stati occasionali, cioè determinati da richieste avanzate di volta in volta. Quindi non solo la loro successione non ha seguito alcun piano coordi-nato, ma nemmeno la redazione di ciascuno di essi si è potuta atteggiare liberamente, dovendo tener conto delle caratteristiche, degli scopi e, perciò, dei limiti dettati per le opere comples-sive, cui erano destinati. Si è trattato, in gene-re, di relazioni o comunicazioni per convegni di storia o di scritti per pubblicazioni collettive. Cosi, per cominciare, Gli ordinamenti locali del-la Lombardia preunitaria (1755-1859) era stato preparato per un volume della Regione Lombar-dia, che da parecchi anni attende di vedere la luce. Perdurando tale indugio, lo si è inserito nel frattempo nell'« Archivio storico lombardo -, 100 (1975), pp. 171-234. Il fascicolo della rivista, che costituisce il « giornale della Società storica lom-barda », con sede in Milano, è uscito nel 1976. L'analisi degli ordinamenti locali lombardi, con-dotta su fonti quasi esclusivamente normative, ha riguardo costante per quanto aveva scritto in argomento nel 1864 Carlo Cattaneo. Il pensiero di quest'ultimo sul punto è stato poi ripreso nel-la renel-lazione (non ripubblicata in questo volume): Carlo Cattaneo e gli ordinamenti locali lombardi in L'opera e l'eredità di Carlo Cattaneo, 1: L'ope-ra, a cura di C. G. Lacaita, Il Mulino, Bologna 1975, pp. 283-306.

Per la Storia dell'Emilia e Romagna dellà Univer-sity Press di Imola - Bologna, casa editrice di-retta da Gian Franco Fontana, è stato predispo-sto, invece, lo scritto Gli ordinamenti locali del-l'Emilia-Romagna preunitaria (1805-1859). Gli « interventi » della seconda parte del volume sono nati a loro volta come relazioni per con-vegni.

Il primo. Autonomie e accentramento nello svi-luppo del sistema politico italiano, è stato pro-posto al XLVIII Congresso di storia del Risorgi-mento (Mantova 1976), organizzato dall'Istituto per la storia del Risorgimento italiano. In tale sede l'apprezzamento positivo sulla tesi del col-legamento fra mancato decentramento e man-cato bipolarismo nell'Italia liberale ha suscitato le critiche di Aldo Garosci (...).

La lezione Governo centrale e governo locale nell'età della Sinistra per la parte sul governo centrale si riallaccia, quanto al periodo in eia-me, alla tematica del volume La Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il problema del coordina-mento dell'amministrazione centrale in Italia (1848-1948), Giuffrè, Milano 1972, le cui conclu-sioni sono state riportate anche nelle antologie L'amministrazione pubblica in Italia, a cura di S. Cassese, Il Mulino, Bologna, 1974, pp. 79-86 e Gli apparati statali dall'Unità al fascismo, a cura di I. Zanni Rosiello, Il Mulino, Bologna 1976, pp. 123-44: è stata tenuta nell'aprile 1976 al-l'Università di Pavia nell'ambito di una serie di incontri culturali su « Agostino Depretis e la Sinistra al potere. Iniziative per il centenario 1876-1976 », promossi da tale Università in col-laborazione con il comune di Stradella e l'Am-ministrazione provinciale di Pavia, sotto il patro-cinio della Regione Lombardia.

Infine. Le autonomie locali nell'esperienza poli-tico-amministrativa di Gabriele Rosa, in « Ras-segna storica del Risorgimento », 1977, n. 1. è la relazione svolta nel settembre 1975 per il convegno - Il pensiero e l'azione di Gabriele Ro-sa », promosso dall'Associazione Mazziniana lta;

liana (cfr. Associazione Mazziniana Italiana, Atti dei convegni regionali sui democratici lombardi, II: Gabriele Rosa, Milano 1976, pp. 14-36). La terza parte del volume consta di un unico contributo, Le trasformazioni dell'ordinamento comunale e provinciale durante il regime fasci-sta, pubblicato su • Storia contemporanea ». 4 (1973), n. 1. pp. 57-121 (...).

Per quanto concerne la quarta parte, va premes-so che il tema è all'attenzione di chi scrive da quando il professor Feliciano Benvenuti tenne al Collegio Augustinianum dell'Università Cattolica di Milano (gennaio 1960) la conversazione Ragioni delle Regioni, poi inserita nella antologia II regio-nalismo italiano. Antologia del pensiero regionali-sta dal Risorgimento ai nostri giorni, a cura di E. Roteili, Quaderni della - Città di Milano ». Mi-lano 1962, le cui « premesse » ai singoli periodi, largamente tributarie della pubblicistica dell'epo-ca, come E. Santarelli, L'Ente Regione. L'idea re-gionalistica nei suoi termini storici, politici e costituzionali. Roma 1960, e, a loro volta, am-piamente utilizzate da D. Demarco, Per la storia economico-sociale dell'ordinamento regionale ita-liano. Le origini intellettuali dell'art. 117 della Costituzione, in « Rassegna economica », 28 (1964), pp. 627-65 e in • Rassegna di diritto pub-blico ». 20 (1965). pp. 557-602, furono riprese nel-l'articolo, meramente divulgativo — come, del resto, l'antologia stessa —, Profilo storico del regionalismo italiano, in « Humanitas », 18 (1963), pp. 933-51. L'attenzione si è poi accentuata con la preparazione del volume L'avvento della Re-gione in Italia. Dalla caduta del regime fascista alla Costituzione repubblicana (1943-1947), Giuf-frè. Milano 1967.

La successiva riflessione su Luigi Sturzo. figura centrale nella storia del regionalismo italiano, è stata determinata nel 1969 dal convegno che ha dato origine al volume II Partito Popolare: vali-dità di una esperienza, Centro di cultura Gian-carlo Puecher. Milano. Qualche altra osserva-zione sul regionalismo del movimento cattolico è stata fatta di recente nella relazione, che qui non compare. Le autonomie locali nella tradi-zione dei cattolici in Autonomia e autogoverno degli enti e comunità locali, ISAS, Palermo 1976. pp. 3-12.

La questione regionale, invece, è « voce » redatta per il Dizionario dì storia contemporanea (e, per questo, di stile un po' didattico) (...).

L'ultimo » intervento » della quarta parte del vo-lume, La genesi deil'autonomia regionale valdo-stana, è uscito in « Il movimento di liberazione in Italia », 25 (1973), n. 111, pp. 3-40, prima di andare a costituire, con altro saggio, il volu-metto: E. Roteili e E. Vitta, L'autonomia regio-nale della Valle d'Aosta. Profili storici e giuri-dici, Giappichelli, Torino 1973 (ma 1974). In appendice si pubblica, infine, la relazione II problema delle autonomie come problema storio-grafico, presentata con Francesco Traniello, pro-fessore dell'Università di Torino, a un convegno svoltosi a Milano nel 1973, i cui atti hanno co-stituito il volume Regioni e Stato dalla Resi-stenza alla Costituzione, a cura di M. Legnani, Il Mulino, Bologna 1975. Il tema del nesso fra accentramento amministrativo e modello di svi-luppo economico, ivi impostato, è stato poi ri-preso dallo stesso Francesco Traniello nella sua relazione al XLVIII Congresso di storia del Ri-sorgimento.

F. TARGETT1, Valore e accumulazione - Voi.

di 14 X 20,5 cm, pp. 269 - Etas libri, Milano, 1978 - L. 7500.

Il lavoro è diviso in due parti: « Teoria del va-lore e della distribuzione » la prima e « Teoria dell'accumulazione e delle crisi » la seconda. Nella prima parte i primi cinque capitoli riguar-dano la determinazione dei prezzi relativi. Nel secondo capitolo in particolare si è definito il concetto di prezzi nelle teorie del sovrappiù che è diverso dal concetto di prezzi come indice di scarsità della teoria neoclassica. (...) Si mostre-rà nel quarto capitolo come per la determina-zione dei prezzi è necessario prendere esogeno il valore di una variabile distributiva. Nel capi-tolo sesto si analizzano gli effetti sui prezzi di una variazione della distribuzione del reddito nel-l'ambito della stessa tecnica. Il problema della scelta tra tecniche alternative viene invece trat-tato nel settimo capitolo, in cui viene anche espo-sta una critica succinta alla teoria della distri-buzione basata sulla produttività marginale dei fattori produttivi. Nell'ottavo capitolo si tratta della relazione che intercorre tra i prezzi nel-l'ambito della teoria del sovrappiù determinati da condizioni tecnologiche e distributive e le quan-tità di lavoro contenute nelle merci determinate esclusivamente da determinanti tecnologiche. In questo capitolo si accenna alla teoria austriaca della distribuzione basata sulla produttività mar-ginale del capitale misurato in termini dì perio-do medio di produzione e si approfondisce il di-scorso accennato più sopra della teoria del va-lore-lavoro classica e marxiana e il problema marxiano della trasformazione dei valori in prez-zi di produprez-zione. Nel capitolo nono si introduce una terza variabile distributiva: la rendita. (...) Lungo tutti questi capitoli il prodotto lordo nel suo livello e nella sua composizione è un dato. Si dimostra che non è necessario fare alcune ipo-tesi su variazioni virtuali del prodotto né per ciò che concerne il suo livello né la sua composi-zione per potere costruire una teoria dei prezzi per lo studio degli effetti della distribuzione sul-la variazione dei prezzi stessi. Il capitolo deci-mo affronta il problema relativo alla possibilità di mantenere la distinzione tra la teoria dei prez-zi e della distribuprez-zione che prescinda dal livel-lo d'attività del sistema economico e la teoria del livello di attività, una volta che nel sistema economico si introducono delle particolarità quali la rendita, la produzione congiunta o una molte-plicità di saggi di profitto.

Nella prima parte in cui viene trattato il pro-blema del valore e della distribuzione vengono quindi prese le quantità prodotte come un dato. In tutti i capitoli della seconda parte invece, tran-ne tran-nell'ultimo, si tratta invece della variaziotran-ne del prodotto e dei problemi connessi con que-sta variazione.

Nel capitolo undicesimo si mostra un tentativo di applicazione del metodo di separazione del-l'analisi dei prezzi e della distribuzione del red-dito da un lato e dall'altro dei modi in cui il reddito è speso (cioè consumi, investimenti, ec-cetera). (...)

Lo stesso tema è ripreso nel capitolo dodicesi-mo. In esso si avanza la tesi del significato eu-ristico che possono avere i modelli di crescita equilibrata. (...)

Nel capitolo tredicesimo si tratta della varia-zione delle tecniche di produvaria-zione connesse alla crescita del sistema economico. Questo proble-ma a differenza di quello trattato nel capitolo settimo in cui il livello di attività era dato,

Nel documento Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1978 (pagine 79-101)