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RFT: SITUAZIONE ECONOMICA E PROSPETTIVE

Nel documento Cronache Economiche. N.001-002, Anno 1978 (pagine 53-56)

DI ESPORTAZIONE DALL'ITALIA c

Il presente studio è il primo di una serie di analisi su paesi esteri curata dal Centro Estero Camere Commercio Piemontesi, allo scopo di agevolare gli operatori export-oriented nella conoscenza delle potenzialità dei mercati ex-tranazionali.

La ripresa economica che si era avviata a ritmo sostenuto nei primi mesi del

1977 è rallentata nella seconda parte dell'anno.

Il ritmo di sviluppo del PIL non rag-giungerà l'obiettivo del 5 % che era sta-to a suo tempo fissasta-to ma — secondo i calcoli più recenti — dovrebbe aggi-rarsi intorno al 3-3,5%.

In queste condizioni l'occupazione di forza lavoro è rimasta a livelli insoddi-sfacenti. Il numero dei disoccupati si è aggirato intorno al milione. Due cau-se principali possono escau-sere individuate per spiegare il rallentamento dello svi-luppo economico: la debole crescita delle esportazioni e la minore propen-sione ad investire. Per quanto riguarda la prima causa, essa è stata originata principalmente dal rallentamento dello scambio internazionale che nel 1977 avrà uno sviluppo del 6-7% contro l'I 1% del 1976. Poiché l'economia te-desca è fortemente orientata alle espor-tazioni le conseguenze sono state parti-colarmente negative. Per quanto riguar-da invece la minore propensione ad in-vestire, su di essa hanno influito: a) le previsioni negative sulla domanda; b) 'a maggiore severità adottata dalle au-torità pubbliche nel concedere autoriz-zazioni a costruire e ad ampliare im-pianti in relazione alle nuove norme sulla protezione dell'ambiente e sulla si-curezza del lavoro; c) il declino dei pro-fitti delle imprese. Tutto ciò è avvenuto nonostante la disponibilità di finanzia-menti a condizioni favorevoli.

Gli investimenti sono rallentati anche nel settore pubblico. Per varie ragioni le autorità regionali e locali nel 1977 hanno speso meno di quanto era stato previsto nel budget annuale.

I consumi privati sono cresciuti mentre il risparmio è diminuito. Nonostante il rallentamento dello sviluppo economi-co, la Germania rimane un grande mer-cato potenziale per i prodotti italiani.

Le importazioni totali tedesche sono au-mentate del 6,8% nei primi 10 mesi del

1977 a confronto con il corrispondente periodo del 1976. Per quanto riguarda le esportazioni italiane sono salite da 4.242 miliardi di lire nel 1975 a 5.854 miliardi nel 1976. Nei primi sei mesi del 1976 abbiamo esportato 2.590 mi-liardi mentre nel corrispondente perio-do del 1977 ne abbiamo esportati 3.451.

RECENTI SVILUPPI NELLA POLITICA E NELL'ECONOMIA

— La coalizione di governo sembra aver superato il periodo difficile che segui alle elezioni del 1976. Le misure per il rilancio dell'economia adottate di recente e la posizione decisa adottata dal governo contro fi terrorismo hanno riscosso il consenso di gran parte del-l'opinione pubblica. Circa il futuro del governo molto dipende dalle prossime elezioni regionali. Se l'opposizione cri-stiano-democratica migliorerà la sua quota di voti difficilmente il governo potrà evitare nuove elezioni generali. — In giugno è stato approvato con una maggioranza di soli tre voti (al Bundes-tag) l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto dall'I 1 al 12% a partire dal 1° gennaio 1978.

— In luglio il governo ha annunciato la prossima presentazione di una serie di emendamenti alla legge esistente in materia di regolazione della concorren-za. Obiettivo del governo è di migliora-re gli accordi internazionali nella appli-cazione della legge antitrust.

— Sempre in luglio un rapporto OECD metteva in dubbio la possibilità che la Repubblica federale tedesca potesse raggiungere l'obiettivo del 5 % di svi-luppo del PIL.

— In ottobre il portavoce degli indu-striali tedeschi ha corretto verso il bas-so le previsioni di sviluppo del PIL del

1977: 3-3,5%.

— In agosto il sindacato ha fatto pres-sioni per ridurre le ore-lavoro nel cor-so della settimana allo scopo di conte-nere la disoccupazione.

— Sempre in agosto il governo ha va-rato una serie di misure intese a rilan-ciare gli investimenti.

— In novembre i « cinque saggi » (un panel di esperti economici indipenden-ti) hanno reso noto il loro rapporto sul-l'economia tedesca. Dopo aver corret-to le previsioni di aumencorret-to del PIL fat-te dal governo riducendole al 3 % nel primo semestre 1976 e al 2 % nel se-condo semestre, i cinque esperti hanno affermato che nelle condizioni attuali lo sviluppo dell'economia del 1978 sarà del 2 e 1 / 2 % nei primi sei mesi e del 4 % nel secondo semestre. Sarà quindi minore di quanto previsto dal governo. Per quanto riguarda la diagnosi del mo-desto sviluppo nel corso del 1977, le spiegazioni date sono due: le spese pubbliche realizzate in misura minore di quanto previsto nel budget annuale e i costi di produzione troppo alti. Se-condo i « cinque saggi » l'aumento dei costi di produzione è stato tanto rapido da non poter essere assorbito attraver-so un aumento di produttività. Inoltre la concorrenza straniera non consente di alzare i prezzi e quindi di trasferire gli aumenti di costo ai consumatori. — In dicembre è stata data notizia che nel precedente mese di ottobre la bi-lancia dei pagamenti aveva segnato un surplus di 2.527 miliardi di marchi contro un deficit di 1.547 miliardi in settembre e un surplus di 2.043 miliar-di nel mese miliar-di ottobre 1976. Il miglio-ramento della bilancia dei pagamenti è stato causato da un surplus nella bilan-cia dei capitali dovuto a suà volta ad una forte crescita nei capitali a breve termine rientrati in Germania.

SITUAZIONE ECONOMICA

La struttura d e l l ' e c o n o m i a t e d e s c a e le t e n d e n z e di lungo t e r m i n e

Dopo la seconda guerra mondiale lo svi-luppo economico tedesco ha attraversa-to tre periodi distinti.

Il primo va dal 1950 al 1960 ed è in-dicato come il periodo della ricostruzio-ne. È stato caratterizzato da un'intensa espansione come indica lo sviluppo del prodotto interno lordo che è aumenta-to in media dell'8% ogni anno in ter-mini reali. Durante questi anni le

oscil-lazioni congiunturali furono di brevis-sima durata e di modesta intensità. La disoccupazione è scesa dal 10,4% nel 1950 all'I,2% nel 1960. La produttivi-tà è aumentata costantemente e cosi pure la domanda estera di prodotti te-deschi. Il prodotto interno lordo pro-capite è passato da 3.008 DM nel 1950 a 5.563 nel 1960.

Il secondo va dal 1960 al 1970 e si può considerare come il periodo del conso-lidamento. Subito dopo l'inizio del de-cennio si è verificata una forte carenza di mano d'opera che poteva essere eli-minata soltanto in parte ricorrendo al-la forza al-lavoro tedesca. Di conseguenza i lavoratori immigrati salirono da 263.000 nel 1960 a 1.807.000 nel 1970. Lo sviluppo economico in questo pe-riodo fu alimentato principalmente da-gli investimenti la cui quota sul PIL si è aggirata nel decennio intorno al 2 5 % , mentre in quello precedente aveva su-perato di poco il 2 2 % . A differenza di quanto era avvenuto negli anni '50 si sono verificate oscillazioni congiuntura-li abbastanza profonde. In particolare nel 1967 lo sviluppo economico si arre-stò bruscamente per la prima volta nel dopoguerra. La ripresa fu tuttavia ra-pida e sostenuta, tanto che nel 1970 la capacità produttiva aveva già raggiunto to i livelli di saturazione del 1960. In questo decennio il PIL è aumentato meno che in quello precedente (4,8% di media annua in termini reali). Il pro-dotto sociale lordo pro-capite è salito da 5.563 DM nel 1960 a 8.560 DM nel 1970.

Lo sviluppo di questi due decenni ha provocato un profondo mutamento nel-la struttura economica delnel-la RFT, di cui il rafforzamento delle esportazioni, la razionalizzazione produttiva e le nuove abitudini di consumo sono stati gli aspetti più evidenti.

Il terzo periodo va dal 1971 ad oggi ed è stato caratterizzato dalla recessione del 1974-75, dall'aumento dei prezzi e dall'aumento della disoccupazione. La trasformazione della struttura eco-nomica tedesca è illustrata con chiarez-za dal cambiamento nella composizione delle origini e degli impieghi del pro-dotto interno lordo indicati nelle tabel-le n. 1 e 2.

Dai dati che precedono si possono

de-Tabella 1. Origine del prodotto interno lordo (miliardi di DM)

Prodotto interno

(a prezzi correnti) 1960 % sul totale 1970 % sul totale 1976 % sul totale Agricoltura 17,4 5,7 23,1 3,4 32,0 2,8 Industria di cui: Energia e miniere Manifatture Costruzioni 161,2 (15.7) (121,7) (23.8) 53,2 360,7 (25,3) (277,2) (58,2) 53,1 544,6 (47,7) (417,6) (79,3) 48,4 Distribuzione 55,2 18,2 108,7 16,0 172,7 15,4 Servizi 41,4 13,7 118,3 17,4 237,5 21,1 Tutte le imprese 275,2 90,8 610,8 89,9 986,8 87,7 Aggiustamenti 1 270,7 89,3 587,6 86,5 940,5 83,6 Stato 21,9 7,2 63,5 9.4 132,0 11,7 Famiglie 4,5 1,5 9,1 1,3 18,0 1,6 Tutti i settori 297,1 98,0 660,2 97,2 1.090,4 96,9 Tasse sulle importazioni ( + ) 5,7 1.9 18,5 2,7 32,4 2.9 Redditi dall'estero ( + ) 0.2 0,1 0,3 0,1 2,1 0,2 PIL a prezzi correnti 303,0 100,0 679,0 100,0 1.124,9 100,0 PIL a prezzi 1970 429,5 679,0 1.789,1

' Dal totale precedente sono tolti I costi dei servizi bancari e le tasse sugli investimenti. Fonte. Bundesbank, ottobre 1977.

Tabella 2. Impieghi del PIL (miliardi di D M )

Impieghi 1960 1970 1976 t o t a|e Consumi privati 171,8 367,6 621,9 55,3 Consumi pubblici 40.8 108,1 228,6 20,3 Investimenti 73.6 173,7 232,9 20,7 Macchinari (27.2) (68.4) (91.4) (8,1) Costruzioni (46,4) (105,3) (141.5) (12,6) Aumenti nelle scorte + 8,9 + 15,4 + 13,4 1,2 Esportazioni nette

(esportazioni-importazioni) + 7,9 + 14,2 + 28,1 2,5 PIL a prezzi di mercato 303,0 679,0 1.124,9 100,0 Fonte. Bundesbank, ottobre 1977.

Paese sempre più moderno.

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