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Tracing a Journey. Celebrating the Life of Father Samuel Mazzuchelli,
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Dal Vecchio al Nuovo Mondo: padre Samuele Mazzuchelli incontra i Nativi dei Grandi Laghi
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Fig. 1. Ritratto del capo menominee Ajamita. Sinsinawa Dominican Sisters House.
Fig. 2. Carta disegnata da Mazzuchelli, mostra i nomi in italiano dei gruppi tribali, i forti, le missioni cattoliche e protestanti e le vie d’acqua percorse da indiani, viaggiatori, commercianti e soldati.
Memorie Sinsinawa Dominican Sisters House. Foto Naila Clerici, 2014.
Fig. 3. Illustrazione dalle Memorie.
Sinsinawa Dominican Sisters House. Foto Naila Clerici, 2014.
Indiani d’America, incontri transatlantici 61 1. Introduzione
Sin dall’inizio, la circolazione delle immagini ha costituito un aspetto importante delle relazioni tra America e Europa. Nel caso della rappresentazione dell’America centro-meridiona- le, le immagini a stampa, utilizzate singolarmente, oppure riunite in albi tematici, o inserite come illustrazioni in opere editoriali pregiate o di più larga diffusione, contribuirono nel loro insieme alla formazione di una rappresentazione condi- visa del nuovo continente, non solo in Europa, ma anche in America. Nel corso dei secoli le immagini hanno anche avuto vita autonoma, scorporate dal contesto nel quale erano state prodotte e al quale esse si riferivano; in questo modo, le figure furono soggette a continue modificazioni e ricollocazioni, caricandosi di significati diversi da quelli originali.
Se la comunicazione visuale è stata ed è importante nella costruzione di un immaginario sui paesi lontani dall’Europa, essa ha contribuito anche al progresso generale della cono- scenza scientifica. Anche in questo caso le immagini hanno acquisito nello spazio e nel tempo diversi significati. In so- stanza, le immagini sono state il supporto di diverse forme storiche di rappresentazione dell’America e ad esse sono state rivolte domande molto diverse tra loro: sguardi diversi
I Kadiwéu da Nalike a Nalike.
Studio e consumo dell’iconografia di Guido Boggiani
Chiara Vangelista
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hanno posto e pongono tuttora le medesime immagini all’in- terno di nuovi percorsi di ricerca.
Le annotazioni delle pagine seguenti partono da questa prospettiva; in esse si rifletterà sul ruolo svolto nello studio del popolo kadiwéu dall’iconografia prodotta su questo po- polo indigeno da Guido Boggiani (1861-1901), pittore, viag- giatore, commerciante ed etnologo che nell’ultimo decennio dell’Ottocento intrattenne relazioni con diversi gruppi etnici situati nella frontiera tra il Brasile, la Bolivia e il Paraguay1.
Guido Boggiani era pittore di paesaggi e coltivò anche in America questo genere artistico, affiancandolo ai suoi nuo- vi interessi, suscitati dall’incontro con i popoli autoctoni: la rappresentazione degli indiani e la riproduzione dei loro gra- fismi. Per questo nuovo settore delle sue attività, Boggiani si avvalse del disegno e dell’acquerello (Andreasi 1992; Cesura 1992) e, in seguito, della fotogafia (Vangelista 2015).
Guido Boggiani ebbe contatti soprattutto con i Chamaco- co, con i quali intrecciò relazioni quotidiane nei due approdi commerciali che egli aveva costruito sulle rive del fiume Pa- raguay, e con i Kadiwéu: nei villaggi di questi ultimi il pittore trascorse due periodi, con il fine principale di acquistare le pelli dei daini cacciati da quel gruppo indigeno (Vangelista 2002). I soggiorni nei villaggi kadiwéu furono l’occasione di una intensa attività di osservazione e di ricerca, i cui risultati furono pubblicati in Italia e in Argentina (Boggiani 1895, 1896a, 1896b, 1897). Boggiani lasciò alla sua morte, avvenuta in giovane età, un ricco patrimonio etnografico (oggetti, di- segni, fotografie) sparso in tutta Europa (Scotti 1946a, 1955; Leigheb 1986a). Nel caso dei Kadiwéu, le immagini prodotte da Boggiani continuano ad essere un punto di riferimento della rappresentazione di quella civiltà e anche nella costru- zione attuale dell’identità di questo popolo2.
La valorizzazione della produzione di Boggiani è avvenuta negli studi antropologici successivi; queste pagine sono un