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Il calcolo della consistenza per gli immobili ordinari

2. APPROFONDIMENTI

2.1. Il calcolo della consistenza per gli immobili ordinari

La consistenza degli immobili a destinazione ordinaria viene computata, in maniera differente per i tre Gruppi di unità immobiliari, secondo le norme dettate dalla Istruzione II del 24 maggio 1942, paragrafi 11÷15 e dal d.P.R. n. 1142 del 1° dicembre 1949, articoli dal 45 al 52.

Il software Docfa contiene un algoritmo che effettua un calcolo automatico della consistenza, in funzione dei dati inseriti nel modello 1N parte II; si tratta di una semplice utility del programma a disposizione dei professionisti, sui quali ricade comunque la responsabilità della compilazione dei modelli e quindi l’onere di verificare la correttezza dei dati inseriti e dei risultati in base alle norme di calcolo citate e residua la possibilità, offerta comunque dall’applicazione, di indicare una consistenza diversa nel classamento proposto.

Di seguito una sintesi delle modalità di calcolo per le unità dei gruppi A, B e C secondo la citata Istruzione II.

2.1.1. La consistenza delle unità del gruppo “A”

La consistenza catastale delle unità immobiliari da accertarsi nelle categorie del gruppo A si misura assumendo come elemento unitario il vano utile, definito come lo spazio chiuso da muri o pareti dal pavimento al soffitto, avente generalmente luce diretta ed una superficie libera che, in relazione alla categoria e classe di cui trattasi, è stata stabilito come normale.

Il vano utile normale è individuato con una superficie minima e una superficie massima stabilite, in ogni zona censuaria, per ciascuna categoria e classe. Questi dati sono consultabili, su richiesta, presso ciascun Ufficio Provinciale-Territorio, in riferimento ai Comuni di rispettiva competenza territoriale.

Per il computo della consistenza delle unità immobiliari da accertarsi nelle categorie del gruppo A si devono distinguere i seguenti elementi da conteggiare separatamente e sommare:

a) vani principali: salone, galleria, camera o stanza, cucina saranno conteggiati per il loro numero effettivo, se aventi superficie almeno uguale a quella minima normale stabilita per il vano utile; sarà sempre inclusa la cucina - anche se di ampiezza inferiore a quella minima predetta - se per la sua speciale destinazione è fornita degli impianti consueti in quella categoria e classe; si computerà, inoltre, in termini di vani utili e frazioni di vani utili, l’eventuale maggiore superficie presentata dai vani principali rispetto a quella massima del vano utile normale, rapportando l'eccedenza alla superficie massima stessa;

b) accessori a servizio diretto: gli elementi necessari al servizio o al disimpegno delle parti principali (bagno, ripostiglio, latrina, ingresso, corridoio, dispensa, veranda) nonché, in genere, i vani aventi superficie libera minore di quella minima stabilita per il vano normale della categoria e classe saranno conteggiati ciascuno nella misura di 1/3 di vano utile;

Linee Guida DO.C.FA. regionali 19

c) accessori a servizio complementare: gli elementi annessi ed integranti la funzione delle parti principali ma non strettamente necessari per l’utilizzazione di esse (soffitte, cantine, locali di sgombero, legnaie, bucatai, spanditoi, stalle, granai, porcili, pollai, ecc.) saranno conteggiati nella misura di 1/4 di vano utile;

d) dipendenze:

1. aree e suoli liberi a servizio esclusivo dell'unità immobiliare o a servizio comune di essa e di altre unità immobiliari (cortili, aie, giardini, terreni destinati a giochi e ad altri esercizi sportivi, terrazze usufruibili cioè non di semplice copertura, ecc.);

2. locali e costruzioni destinati ad usi speciali (tettoie aperte, portici, cisterne, serre, ricoveri antiaerei);

3. locali costruttivamente destinati al servizio comune dell'unità immobiliare e di altre (bucatai, spanditoi, cucine e latrine costruite per uso comune di più abitazioni, soffitte o cantine usate dai vari inquilini senza stabili pareti divisorie degli spazi a ciascuno assegnati);

saranno valutate come di seguito specificato.

Al numero dei vani calcolato così come indicato nei punti a), b) e c), si apporta un’aggiunta o una detrazione, nei limiti del 10%, per tener conto delle dipendenze nonché di altri elementi influenti sul reddito lordo che aumentano i vantaggi o gli svantaggi dell'unità immobiliare in esame rispetto alla maggior parte delle altre unità della medesima categoria e classe. Il risultato del conteggio, infine, si arrotonda al mezzo vano.

2.1.2. La consistenza delle unità del gruppo “B”

La consistenza catastale delle unità immobiliari da accertarsi nelle categorie del gruppo B si misura assumendo come elemento unitario il metro cubo e si computa:

1) determinando la consistenza effettiva in metri cubi con le norme consuete, ovvero:

a. vuoto per pieno nel caso di uiu che occupano interi edifici o porzioni di edificio per tutta l’altezza, comprendendo anche le parti al disotto del livello del suolo che siano occupate da locali principali o accessori;

b. moltiplicando la superficie interna di ciascun vano (principale od accessorio) per la rispettiva altezza tra pavimento e soffitto, negli altri casi;

2) apportando un'aggiunta, o detrazione, nei limiti del 10% quando l'unità immobiliare in esame presenta - rispetto alla generalità delle unità analoghe – circostanze particolari che ne alterano, in aumento o in diminuzione, il reddito rispetto a quello normale delle unità analoghe stesse.

3) arrotondando il risultato del conteggio così eseguito al metro cubo.

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2.1.3. La consistenza delle unità del gruppo “C”

La consistenza catastale delle unità immobiliari da accertarsi nelle categorie del gruppo C si misura assumendo come elemento unitario il metro quadrato e si computa determinando in primo luogo le superfici interne (cioè quelle degli spazi compresi fra le pareti) degli ambienti - principali ed accessori - che costituiscono l'unità immobiliare.

Dal computo sarà esclusa la superficie dei locali e delle aree che costituiscono le dipendenze (cioè tettoie, cortili, aie, giardini, ecc.), siano esse di uso comune o esclusivo dell'unità immobiliare considerata.

Si ottiene poi la consistenza catastale in metri quadrati:

1) sommando la superficie utile degli ambienti principali e la superficie utile degli ambienti accessori, trasformata, per la sola categoria C/1 per moltiplicazione con il relativo coefficiente di ragguaglio, in superficie utile equivalente principale;

2) apportando al risultato del conteggio un’aggiunta o una detrazione - nei limiti ammessi - sia per tenere conto delle dipendenze, sia per tener conto di utilità e svantaggi che siano particolari della unità immobiliare rispetto alla maggior parte delle altre unità della medesima categoria e classe ed influenti sul reddito; i limiti ammessi per le aggiunte o per le detrazioni sono del 10% per tutte le categorie del gruppo C, tranne che per la categoria C/1, per la quale sono del 20%.

3) arrotondando infine, il risultato del conteggio al metro quadrato.

I valori dei coefficienti di ragguaglio da applicare alla superficie degli ambienti accessori delle unità in categoria C/1 per i diversi Comuni e le modalità di applicazione di tali coefficienti, possono essere oggetto di consultazione da parte dei professionisti, previa opportuna richiesta, presso gli Uffici Provinciali-Territorio di competenza.

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