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Il medio oppositivo e il futuro: il medio riflessivo

Individuati una serie di verbi che si sono dotati di un medio anticausativo, vediamo ora se esistono dei predicati in cui il medio oppositivo assume valore riflessivo. Tra i predicati analizzati da Romagno (2010), quelli che al medio hanno un valore riflessivo sono: ἀλείφω, ἔννυμι, ἐντύνω, καλύπτω, κόπτω, πλήσσω, ἀμύσσω, ζώννυμι, θωρήσσω e κεύθω. In tutti questi predicati abbiamo visto che il valore riflessivo è reso possibile dalla loro biargomentalità e dalla presenza di un soggetto agentivo e un oggetto animato. Un verbo che ha specificazioni tali da escludere un soggetto agentivo come digerire, non può avere questo valore. Lo stesso vale per quei predicati in cui ci sono specificazioni tali da escludere un oggetto animato come in bere. Vediamo se questi stessi predicati hanno un futuro con doppia diatesi e se anche in questo tempo la loro semantica verbale rende possibile l’uso riflessivo nella diatesi media.

Per quanto riguarda ἀλεἰφω, in Omero manca un’attestazione del futuro. Il verbo semplice è attestato soltanto all’aoristo sigmatico, mentre l’unica forma di imperfetto attestata è preceduta dal preverbo προ-. Ugualmente manca in Omero l’attestazione del futuro di ἐντύνω e di quello di ζώννυμι.

Ἔννυμι ha invece soltanto il futuro attivo ἔσσω, che ha il significato di vestire

qualcuno. Il futuro medio ἔσσομαι manca invece in Omero ed è attestato a partire da

Pindaro in poi173. Vediamo alcuni passi in cui compare questo futuro.

ν 399-400 …ἀμφὶ δὲ λαῖφος

171 In realtà ὄλλυμι è dotato di un futuro medio asigmatico che però qui non analizziamo dal momento

che ci stiamo focalizzando esclusivamente su quello sigmatico.

172 Cfr. Μ 250, β 49 e ν 399. 173

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ἕσσω, ὅ κεν στυγέῃσιν ἰδὼν ἄνθρωπος ἔχοντα…

...e ti metterò addosso una veste cenciosa, che susciti ribrezzo a vederla…

Atena si è manifestata a Odisseo per rassicurarlo del fatto che egli è effettivamente tornato a Itaca. In particolare, la dea si accinge qui a trasformarlo in un vecchio mendico affinché, non riconosciuto, possa testare la fedeltà dei suoi servi e tramare una punizione contro i pretendenti. In questo contesto, è la dea che ricopre Odisseo di un vecchio cencio e non l’eroe a vestirsi.

Un significato simile si ha a π 79: ἕσσω μιν χλαῖνάν τε χιτῶνά τε εἵματα καλά…, dove stavolta è Telemaco a voler offrire delle vesti al povero mendico che si è presentato da Eumeo. Il ragazzo infatti ha troppo timore a portare il vecchio alla sua reggia dove i pretendenti si comportano con malvagia tracotanza174.

Il verbo καλύπτω presenta la stessa casistica di ἔννυμι. Pur potendo formare un riflessivo, anche in questo caso troviamo attestata soltanto la forma καλύψω a Φ 321:

…τόσσην οἱ ἄσιν καθύπερθε καλύψω. …tanto fango gli rovescerò sopra.

Lo Scamandro chiede qui aiuto al fiume Simoenta, suo fratello, per bloccare la furia di Achille e impedirgli di conquistare la città di Priamo prima del tempo opportuno. Il suo intento sarebbe quello di ricoprirlo di melma in modo che nessuno dei suoi compagni possa più ritrovarlo e riportarlo sulla terra ferma. Come anche per ἔσσω, l’attivo sottolinea come non ci sia coreferenzialità tra soggetto e oggetto del predicato.

Questo futuro compare altre due volte a θ 569 e ν 177 preceduto dal preverbo ἀμφι-, nella formula …ῥαισέμεναι, μέγα δ' ἧμιν ὄρος πόλει ἀμφικαλύψειν, …che l’avrebbe

fracassata e con un gran monte avrebbe nascosto la nostra città. Alcinoo ricorda qui

la profezia tramandatagli da suo padre secondo cui un giorno Poseidone li avrebbe puniti per il fatto di accompagnare tutti senza danno, fracassando la nave di ritorno dal passaggio e nascondendo la loro isola dietro un gran monte. In ν 177 la profezia si è ormai compiuta dopo che Odisseo è stato scortato fino alla sua terra patria.

174 Gli altri passi in cui compare questo futuro sono ρ 550 e φ 339. Non sarà un caso che questa forma

compaia soltanto nell’Odissea. Essa secondo il DELG infatti è un futuro secondario che si sarebbe originato dopo la formazione attica recente ἐννύω.

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Per quanto riguarda il verbo κόπτω, nei due poemi omerici non è attestato il futuro della forma semplice. Le uniche due attestazioni che si hanno sono di ἀποκόψειν a I 241 e ἐπικόψων a γ 449. In entrambi i casi, il verbo non ha il significato di colpire,

percuotere ma quello di tagliare. In ogni caso, anche qui l’attivo esprime un evento

agentivo che si ripercuote su un’entità diversa dal soggetto dell’azione e ancora una volta, pur essendocene la possibilità, il predicato non si è dotato di un medio riflessivo.

Lo stesso discorso si può fare per il verbo πλήσσω. Gli unici futuri attestati sono ἐπιπλήσσεις e ἐκπλήσσουσι. Il primo è attestato in M 211:

Ἕκτορ ἀεὶ μέν πώς μοι ἐπιπλήσσεις ἀγορῇσιν…

Ettore, tu sempre mi biasimi in assemblea…

La seconda forma è invece attestata a σ 231:

ἐκ γάρ με πλήσσουσι παρήμενοι ἄλλοθεν ἄλλος…

me ne distolgono standomi appresso chi di qua chi di là…

In entrambi i casi il significato, rispetto a quello della forma semplice, è slittato. Ma, a prescindere da ciò, anche qui la forma attiva, come negli altri casi analizzati, mostra la mancanza di coreferenzialità tra soggetto e oggetto.

Anche ἀμύσσω presenta un futuro esclusivamente attivo, ἀμύξεις, attestato a Α 243:

…σὺ δ' ἔνδοθι θυμὸν ἀμύξεις… …ti roderai dentro il cuore…

Sebbene la traduzione italiana possa trarre in inganno, qui non siamo davanti a un uso riflessivo, nemmeno a un riflessivo indiretto. L’oggetto della frase infatti non è una parte del corpo o un possesso inalienabile dell’oggetto, anzi è un’entità separabile da quest’ultimo.

Infine, così come i verbi finora considerati, anche κεύθω presenta soltanto il futuro attivo e non anche quello medio. Come καλύπτω significa nascondere, come mostra

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γ 187: …πεύθομαι, ἣ θέμις ἐστί, δαήσεαι, οὐδέ σε κεύσω: …lo apprenderai, come è

giusto, né te lo voglio nascondere175.

Speculare a quanto visto finora, è invece il verbo θωρήσσω. Quest’ultimo infatti ha soltanto il futuro medio e non quello attivo. Esso è attestato a Η 101 e a Τ 23. Nel primo caso il verso è:

τῷδε δ' ἐγὼν αὐτὸς θωρήξομαι… io dunque mi armerò contro di lui…

Nel secondo invece:

…νῦν δ' ἤτοι μὲν ἐγὼ θωρήξομαι… …e io le indosserò…

In entrambi i casi il soggetto della frase si prepara a indossare la propria armatura prima di gettarsi nella mischia. In Η 101 Menelao infatti vorrebbe armarsi contro Ettore ritenendo che sarebbe vergognoso per gli Achei non rispondere alla sfida dell’eroe troiano. In Τ 23 è invece Achille che si prepara a indossare le armi forgiate da Efesto su commissione della madre Teti.

In questo caso dunque il medio significa la coreferenzialità tra soggetto e oggetto. Un altro verbo che presenta un futuro esclusivamente medio con valore riflessivo è λούω. La forma semplice compare a ζ 221:

ἄντην δ' οὐκ ἂν ἐγώ γε λοέσσομαι· αἰδέομαι γὰρ... ma davanti a voi non intendo lavarmi: ho ritegno…

Queste sono le parole che Odisseo rivolge a Nausicaa e alle sue ancelle: l’eroe infatti mostra un certo pudore nel mostrarsi nudo alle giovani fanciulle per lavarsi e palesa la volontà di essere lasciato solo per farlo.

A ζ 219 compare invece la forma preverbata che ha lo stesso valore di quella semplice:

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Per le altre attestazioni cfr. Ε 816, Κ 115, δ 350, 744, ε 143, ξ 467, ρ 141, 154, τ 269, ψ 265 e 273. Con lo stesso significato e lo stesso valore è attestato il futuro κρύψω. Cfr. Χ 120, δ 350 e ρ 141.

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ἅλμην ὤμοιϊν ἀπολούσομαι, ἀμφὶ δ' ἐλαίῳ…

mi lavi la salsedine dalle spalle, e tutto intorno di olio…

Il contesto è lo stesso del verso precedente. A verso 220 compare poi il futuro medio χρίσομαι da χρίω, con il significato di mi ungerò.

Al futuro si trova anche un esempio di riflessivo indiretto a ρ 221176:

ὃς πολλῇς φλιῇσι παραστὰς θλίψεται ὤμους…

Costui, a forza di appoggiarsi a molti stipiti, si consumerà alle spalle…

Melanzio offende Odisseo-mendico che vorrebbe non far entrare al banchetto della reggia. Il capraio infatti reputa disonorevole mendicare e vivere degli avanzi altrui. Accanto a questi esempi di predicati che hanno soltanto il futuro attivo o quello medio, esiste in Omero anche un esempio in cui invece si ha un futuro attivo e uno medio riflessivo. L’attestazione dell’attivo si ha a Λ 818:

...ὣς ἄρ' ἐμέλλετε τῆλε φίλων καὶ πατρίδος αἴης

ἄσειν ἐν Τροίῃ ταχέας κύνας ἀργέτι δημῷ.

…così eravate destinati a nutrire in Troia, lontano dai vostri cari e dalla patria, i cani veloci col vostro bianco corpo.

Patroclo piange i suoi sventurati compagni e chiede a Euripilo come sta andando la guerra per gli Achei.

Il medio invece è attestato a Ω 717:

…ἄσεσθε κλαυθμοῖο, ἐπὴν ἀγάγωμι δόμον δέ.

…vi sazierete di pianto, quando l’avrò portato a palazzo.

Priamo è giunto alle porte di Troia con il corpo di Ettore e qui trova tutto il popolo che piange l’eroe morto. Il re li scaccia tutti per poter passare dicendo loro che avranno tempo di compiangerlo a sufficienza dopo che lo avrà portato a palazzo.

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Questo spoglio conferma la rarità del medio in costruzioni riflessive in Omero177. Di tutti i verbi elencati infatti soltanto θλίψεται, θωρήσσω, λούω e χρίω hanno un futuro medio con questo valore, e soltanto ἄω possiede sia un futuro attivo che uno medio178, mentre tutti gli altri hanno soltanto un futuro attivo o, come nel caso di ἀλείφω, ἐντύνω, ζώννυμι, mancano del tutto di un futuro.

Questo conferma anche un altro dato. Un predicato, pur avendo tutti i parametri necessari, non obbligatoriamente forma un riflessivo. La mancanza di questa formazione può essere dovuta a motivi pragmatici o a idiosincrasie della lingua. Nel nostro caso, le restrizioni a queste formazioni sembrano essere dovute, come si era ipotizzato per il futuro medio anticausativo, al fatto che in Omero il futuro sigmatico è ancora un tempo in formazione che ancora non ha un paradigma del tutto completo. In quest’ottica, dunque, il processo di simmetria di diatesi che era cominciato già negli altri tempi, non può che essere, qui, ancora all’inizio. Questa ipotesi può essere suffragata, ad esempio, dall’esistenza, nelle fasi successive del greco, dei futuri ἀλείψω e ἀλείψομαι, oppure dalla secondaria formazione del futuro ἔσσομαι da ἔννυμι, come si è accennato analizzando questo verbo. In ogni caso, l’incompletezza di questi paradigmi non pregiudica il fatto che il rapporto tra medio e futuro possa spiegarsi in termini di diatesi oppositiva.