• Non ci sono risultati.

IL NEOFANTASTICO NELL’OPERA

Nel documento Il neofantastico ne A Torre da Barbela (pagine 115-136)

A TORRE DA BARBELA

3.4. IL NEOFANTASTICO NELL’OPERA

Dopo aver trattato del fantastico dettagliatamente, aver mostrato i relativi sottogeneri, le correnti di pensiero dei principali teorici legati a questo genere, il panorama storico- letterario, i principali avvenimenti e correnti letterarie della seconda metà del 900, la biografia dell’autore preso in analisi e il suo grande trionfo A Torre da Barbela, adesso siamo arrivati al punto cruciale e più importante di questo elaborato, ossia inquadrare la seguente opera in una prospettiva neofantastica.

Il neofantastico, come ben sappiamo, è una modalità del fantastico che è emersa nel XX secolo tramite autori come Julio Cortázar, Jorge Luis Borges e Franz Kafka e che si è definito successivamente, grazie allo studioso e critico letterario argentino Jaime Alazraki. Durante il XX secolo si è avvertita l’esigenza da parte di molti scrittori e critici di definire un nuovo genere letterario che fosse in qualche modo collegato al fantastico, perché i nuovi romanzi non rispettavano più i presupposti fondamentali per la costruzione di un romanzo di questo genere (la paura, l’esitazione, la suspance, le atmosfere e gli ambienti tetri, bui e misteriosi). In sostanza, si prende le distanze da tutto ciò perché si cerca di ritrovare il fantastico in situazioni e circostanze totalmente differenti dalle precedenti. Tutto questo è stato influenzato ovviamente dal forte senso di sconforto che si era venuto a creare dopo la seconda guerra mondiale, che ha causato grandi perdite e vuoti incolmabili in ogni singolo individuo, dai vari movimenti avanguardisti, dal neorealismo, in particolar modo dal surrealismo e infine dallo sviluppo della teoria freudiana della Psicoanalisi (teoria dell’inconscio che indaga sui principali fenomeni psichici situati fuori dalla coscienza umana, di conseguenza da questo momento storico in poi l’uomo non sarà più visto come un essere semplice, ma come il più complesso e articolato della specie).

A parer mio il neofantastico è una sorta di rivisitazione e modernizzazione del genere fantastico, perché ovviamente con il decorrere del tempo e con la nascita di nuove correnti letterarie distanti, ma allo stesso tempo strettamente collegate tra di loro, il lettore cambia i suoi gusti e necessita di una lettura che si avvicina maggiormente alla sua situazione socioculturale. Dopo i numerosi cambiamenti e guerre che si sono verificati nel corso del Novecento, l’individuo muta e mutano anche le sue esigenze personali e

116

percezioni di vita. Anche gli stessi autori modificano e ampliano il loro stile perché sono particolarmente condizionati e influenzati da ciò che li circonda. Cercano di fare una caricatura psicologica estremamente minuziosa e pensata dei relativi personaggi, così che il lettore possa immedesimarsi a fondo con essi e introdursi a capofitto all’interno della narrazione.

Il primo presupposto per la composizione di un racconto neofantastico è sicuramente lo svolgimento dell’azione in luogo e in un contesto che, sebbene misterioso, appare del tutto “normale” agli occhi del lettore. Il nostro romanzo infatti è ambientato in una Torre triangolare che è definita monumento nazionale, all’interno della quale regolarmente e quotidianamente il caseiro fa da guida e accompagnatore a dei turisti che sono curiosi di visitarla per la sua particolarità e il suo fascino senza tempo. L’obiettivo di un romanzo neofantastico non è quello di suscitare paura, suspance o esitazione all’interno del lettore: di fatto, durante la lettura del romanzo, il lettore non avverte minimamente nessuno di questi tre sentimenti, e per questa ragione possiamo definirla una lettura tranquilla, senza particolari colpi di scena che provochino ansia o tensione. Ciò si può comprovare anche nel momento in cui viene svelato al lettore, da parte del narratore, il vero segreto della Torre di cui nessuno è a conoscenza. Il lettore accetta l’evento “soprannaturale” con estrema normalità e tranquillità, perché è così che gli viene presentata la situazione sin dal principio. Il suo compito è quindi quello di scovare o comprendere una realtà sottintesa in una situazione apparentemente normale.

Per quanto riguarda il linguaggio, quest’opera è caratterizzata da un forte sperimentalismo linguistico, da una mescolanza di stili differenti, da una dettagliata descrizione psicologica dei personaggi (soprattutto del Cavaliere e di Madeleine, che sono i due personaggi principali) e da svariati registri linguistici perché ogni singolo personaggio ha il suo, che corrisponde a un determinato secolo. Tutte le caratteristiche appena elencate corrispondo a quelle del romanzo neofantastico e contribuiscono per di più a condurre il lettore in una dimensione parallela, un’altra condizione fondamentale per l’esistenza di un romanzo di questo genere. Questa forte spinta creativa da parte dell’autore, serve al lettore per osservare la realtà da una prospettiva diversa dal solito. Inoltre, il narratore ha anche il compito di confondere il lettore sul piano spaziale e temporale, affinché questo non riesca a scindere totalmente ciò che è reale, da ciò che non lo è, proprio come succede nell’episodio del ratto del Cavaliere da parte di Madeleine.

117

L’autore neofantastico ha come principale obiettivo quello di far riflettere il lettore attraverso la psicologia dei personaggi e la costruzione elaborata del testo. In questo caso Ruben A. vuol farlo meditare sulla situazione del suo paese, mostrando con una sottile ironia e un forte sperimentalismo linguistico la condizione culturale del Portogallo, che non è affatto delle migliori perché è rinchiuso nella sua bolla di vetro senza confrontarsi con le altre nazioni. Agli occhi di tutti gli altri paesi, infatti, appare come una nazione debole e arretrata (tutto questo è stato provocato soprattutto dal Salazarismo). Possiamo dichiarare quindi che il lettore di un romanzo neofantastico deve essere in grado di cogliere ogni minimo dettaglio, riflessione e particolare così da comprendere il vero messaggio che vuol comunicare l’autore.

Una determinata opera letteraria, non può essere considerata fantastica solo perché contiene al suo interno un elemento o un personaggio soprannaturale, ma bisogna considerare anche altri fattori, come per esempio quelli di sopra indicati, per inserirla in un genere o un sottogenere più preciso. Inoltre, occorre esaminare non solo gli elementi e gli episodi contenuti all’interno del testo, ma anche i fattori esterni, come per esempio i principali avvenimenti storici avvenuti in una specifica epoca, le principali correnti che hanno influenzato un determinato genere e quelle più in voga in quel periodo, la biografia e il bagaglio culturale dell’autore dell’opera che si vuole prendere in analisi. Bisogna ampliare quindi la nostra visione in relazione ai generi letterari perché con il passare dei secoli quest’ultimi non rimarranno invariati, ma si amplieranno e arricchiranno sempre di più fino a crearne dei nuovi, proprio come è successo al neofantastico.

In conclusione, dopo aver indicato le caratteristiche del neofantastico e averle riscontrate all’interno dell’opera, possiamo includere A Torre da Barbela all’interno di questa categoria letteraria, appartenente al fantastico.

118

CONCLUSIONE

Arrivati al termine del seguente elaborato, che come principale obiettivo ha quello di inserire il romanzo di Ruben A. A Torre da Barbela all’interno di una prospettiva

neofantastica, possiamo evincere dalle varie letture e ricerche effettuate che l’autore ha

sicuramente contribuito ad ampliare e ad arricchire stilisticamente la letteratura del secondo 900. Ciò è dovuto principalmente a questo incredibile romanzo che con le sue molteplici sfumature e particolarità, a parer mio è riuscito a distinguersi.

Nonostante non abbia avuto il successo che hanno avuto altri romanzi, vale sicuramente la pena leggerlo perché al suo interno sono presenti determinate caratteristiche, che dal mio punto di vista non si ritrovano in opere analoghe. La sua struttura, sebbene risulti confusionaria e caotica, perché mescola numerosi secoli tra di loro, in realtà è pensata ed elaborata nei minimi dettagli. Di fatto la perfetta e impeccabile alterazione del tempo e dello spazio, della realtà interiore e esteriore e del sogno e della realtà è dovuta in buona parte anche a questo.

Anche l’elaborazione dei personaggi secondo me è assolutamente geniale, perché ciascuno di essi riesce a rappresentare un determinato secolo nel migliore dei modi. Attraverso dei semplici particolari e tratti distintivi che l’autore colloca all’interno del testo durante la narrazione, quest’ultimo lascia intendere al lettore, senza fargli neanche fare un notevole sforzo, a quale secolo ogni personaggio corrisponda. Ciascuno di loro ha il compito di trasmettere a chi legge un messaggio specifico, oltre che a presentare le caratteristiche di un determinato secolo. Pertanto, per il nostro autore ogni singolo personaggio è importante ai fini dell’opera. Ovviamente i due personaggi principali, il Cavaliere e la cugina Madeleine, sono essenziali ai fini della narrazione perché rappresentano due poli completamente opposti tra di loro; il primo si deduce che appartenga ai secoli XIX-XV, mentre la seconda al secolo XIX. Questi secoli sono molto distanti tra di loro, di conseguenza saranno altrettanto distanti le mentalità, gli stili e le concezioni di vita, le abitudini e la visione sull’amore. Il Cavaliere ricorda molto l’amor cortese medievale che paragona la donna, ossia l’oggetto del suo desiderio amoroso, a un qualcosa di angelico, intoccabile e puro proprio come il sentimento che prova per lei, mentre la cugina ha una percezione dell’amore totalmente diversa. Madeleine infatti ha

119

già avuto esperienze pregresse con altri uomini e a differenza del Cavaliere, non è vergine. Gli altri membri della famiglia saranno coloro che la giudicheranno costantemente (come ho mostrato nel capitolo 3), demonizzandola e facendola apparire come una poco di buono agli occhi di tutti.

Le caratteristiche che ho sopra elencato in relazione alla struttura dell’opera e alla caricatura dei personaggi portano il lettore alla riflessione, che è il principale compito che deve svolgere un autore di un romanzo neofantastico. In questo caso Ruben A. attraverso i personaggi riesce pienamente nel suo obiettivo, perché chiunque legga una sua opera e conosca un minimo di contesto storico-politico portoghese si pone delle domande sul passato di questa nazione e sulla sua mancata evoluzione sociale, dovuta in buona parte al Salazarismo. Infatti, all’interno della letteratura per un lasso di tempo molto ampio, il Portogallo comparato ad altre nazioni è sempre stato descritto come un paese arretrato, non valorizzato, ma soprattutto chiuso in sé stesso. Tutte queste caratteristiche negative rispecchiano a pieno la famiglia dei Barbela concentrata solo su stessa, i propri amori, ire e discordie, non affrontando mai la realtà che la circonda. In sostanza impersonifica perfettamente il Portogallo, che appare attaccato ai suoi ideali del passato, non progredendo e evoluendo nel corso del tempo.

Per quanto riguarda l’ambientazione invece, possiamo dichiarare apertamente che è autentica e originale proprio come il suo autore. A mio avviso, Ruben A. è stato davvero intelligente nell’ambientare un’opera del genere in una Torre triangolare (considerata anche monumento nazionale), in cui ogni giorno si svolgono dei tour turistici per il suo incredibile fascino e la sua singolarità e la notte resuscitano i Barbela. Questo elemento ha creato quel velo di mistero che ha fatto sì che l’opera potesse essere collocata in una prospettiva neofantastica. L’evento “soprannaturale” viene mostrato chiaramente sin dal principio, facendo sì che il lettore lo accettasse in maniera del tutto naturale senza provare sentimenti che generano sospetto e timore (come nel caso di La Metamorfosi di Franz Kafka).

Infine, in merito allo stile possiamo constatare che esso ha contribuito più degli altri fattori di sopra elencati, alla riscoperta di quest’opera nel secolo successivo. Di fatto quest’ultimo non appartiene a una determinata corrente letteraria ma è incomparabile, esclusivo, parodico e ironico. L’autore, come ho già dichiarato nel corso del mio elaborato, crea dei neologismi, mescola stili differenti tra di loro, costruisce dei periodi

120

non lineari e molto spesso interrotti, alterna lunghe e dettagliate descrizioni paesaggistiche a dialoghi tra i personaggi, non rendendo possibile alla critica di collocarlo in una corrente storico-letteraria ben precisa. Leggere un testo di Ruben A. richiede un’elevata attenzione e un’ampia conoscenza grammaticale da parte del lettore; io stessa durante la mia prima lettura ho riscontrato alcune difficoltà nell’interpretazione di alcuni passi dell’opera, che ho potuto successivamente superare grazie a un’attenta rilettura e a una comparazione di opinioni e punti di vista differenti, contenuti all’interno di vari saggi critici.

Secondo il mio punto di vista, tutto ciò è stato voluto dall’autore affinché il romanzo risultasse ambiguo e oscuro agli occhi del suo lettore, così da incuriosirlo. Nel corso degli anni i suoi romanzi, soprattutto quello da me preso in analisi, sono stati riscoperti e valutati positivamente così da affermare il talento di questo autore molte volte incompreso, a causa della sua complessità e la difficoltà nel capire e interpretare i suoi testi.

Alla fine di tutto, possiamo constatare che quest’opera nonostante contenga numerose caratteristiche di un romanzo fantastico, meraviglioso, surrealista e neorealista, può essere inserita anche all’interno del neofantastico.

121

BIBLIOGRAFIA

AA.VV, Ruben A. – In Memoriam Ruben Andresen Leitão (1981), Imprensa Nacional – Casa da Moeda, Lisbona, 3 vol.

ACCORNERO, Guya (2009), La politica di neutralità e la questione dei rifugiati in

Portogallo durante la seconda guerra mondiale, in «Storia e problemi contemporanei»,

XXII, pp. 123-141.

AGUIAR, Fernando (2006), O experimentalismo poético em Portugal in «O eixo e a roda», 13, pp. 111-118.

ALAZRAKI, Jaime (1990), ¿Qué es lo neofantástico?, in «Mester», XIX, 2, pp. 21-33.

BORGES, Kelio Junior Santana e CANOVAS, Suzana Yolanda Lenhardt Machado (2015), Suzana Yolanda Lenhardt Machad, O sobrenatural reinventado: o neofantástico

em anjo e o resto de nós, de Letícia Wierzchowski, in «Revista de Letras», 55, 2, pp. 79-

97.

BOZZO, Gabriela Cristina Borborema e LOPES, Tania Mara Antonietti (2016), A

suprarrealidade e outros aspectos surrealistas em A torre da Barbela, de Ruben A., in

«Vocábulo – Revista de Letras e Linguagens Mediáticas», X, pp. 1-20.

BUSTAMANTE, Isabela Gomes (2011), A reinvenção do real na obra de Augusto

Abelaira, Tese de Doutorado, Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro,

disponibile alla URL

http://www2.dbd.pucrio.br/pergamum/biblioteca/php/mostrateses.php?open=1&arqtese =0710502_2011_Indice.html.

122

COUTINHO, Isabel (2007), Uma personagem de romance, in «Público», disponibile alla URL https://www.publico.pt/2007/03/26/jornal/uma-personagem-de-romance-181533.

CRUZ, Liberto e CRUZ, Madalena Carretero (2012), Ruben A. – Uma biografia, Editorial Estampa, Lisbona.

DUARTE, Laila Karla Lima e CORREIRA, Heloisa Helena Siquiera (2012), O

estranhamento cotidiano: uma leitura dos contos de Julio Cortázar, in «Caderno Seminal

Digital»,18, 17, 17, pp. 46-52.

FROEHLICH, Márcia (S.A.), A obra de Ruben A. e a querela entre surrealismo e neo-

realismo, pp. 1-8.

FROEHLICH, Márcia (2004), Do maravilhoso em A Torre da Barbela, de Ruben A., in «fragmentum», 8, pp. 21-29.

FURTADO, Felipe (1980), A construção do fantástico na narrativa, Livros Horizonte, Lisbona.

GAMA-KHALIL, Marisa Martins (2013), A literatura fantástica gênero ou modo?, in «Terra roxa e outras terras», 26, pp. 18-31.

GIROLA, Maristela Kirst De Lima (2012), História da literatura e censura: O caso das

Novas Cartas Portuguesas, in IX Seminário Internacional de História da Literatura. Anais do IX Seminário Internacional de História da Literatura, EDIPUCRS, Porto Alegre, pp. 558-567.

HERRERA ÁLVAREZ, Roxana Guadalupe (2012), O neofantástico: uma proposta

teórica do crítico Jaime Alazraki, in «Revista FronteiraZ», 9, São Paulo, pp. 36-44.

123

LUGNANI, Lucio (1983), Per una delimitazione del “genere”, in AA.VV. La narrazione

fantastica, Nistri-Lichi, Pisa, pp. 37-73.

LUÍS, Cláudia (2006), Sala vazia para ouvir falar sobre obra de Ruben A., in «Jornal de

notícias», disponibile alla URL https://www.jn.pt/arquivo/2006/interior/sala-vazia-para- ouvir-falar-sobre-obra-de-ruben-a-584193.html.

MADEIRA, Claudia (2016), Arte da Performance e Guerra Colonial Portuguesa:

Relações no Tempo histórico, in «Revista Media & Jornalismo», 16, 29, pp. 15-25.

MARINHO, Maria de Fátima (1987), O Surrealismo em Portugal, Imprensa Nacional- Casa da Moeda, Lisbona.

MELO E CASTRO, Ernesto Manuel (1994), As Vanguardas Portuguesas do Século xx:

uma Visão Neobarocca, in «Revista Brasileira de Literatura Comparada», 2, pp. 47-57.

MELO E CASTRO, Ernesto Manuel (1987), As vanguardas na poesia portuguesa do

século vinte, in «Biblioteca Breve», Instituto de Língua e Cultura Portuguesa, Lisbona.

MENDES, Ana Paula Coutinho (1993), D'A Torre de Barbela : panorama fantástico de

uma relação mítica, in «Revista da Faculdade de Letras : Línguas e Literaturas», 10, pp.

133-144.

MICALI, Simona (2014), Il corpo del mostro. Retoriche del neofantastico, in «Between», IV, 7, disponibile alla URL http://www.Between-journal.it/, pp. 1-25.

MORETTI, Franco (2001-2003), Il Romanzo, Einaudi, Torino.

ORLANDO, Francesco (2018), Il soprannaturale letterario, Piccola Biblioteca Einaudi – Saggistica letteraria e linguistica, Torino.

124

PEREIRA, Josè Carlos Seabra (2006), O mundo à minha procura, Ruben A. Trinta anos

depois (estudos), Imprensa da Universidade de Coimbra, Coimbra.

QUEIRÓS, Luís Miguel (2003), Ruben A. evocado no Porto, in «Público», disponibile alla URL https://www.publico.pt/2003/05/15/jornal/ruben-a-evocado-no-porto-201218.

RICO, Marcos (2012), Entre lo fantástico y lo neofantástico: la escritura multigenérica

en Papeles inesperados (2009) de Julio Cortázar, in «Les Ateliers du SAL» 1-2, pp. 64-

73.

ROLIM, Vanessa Gomes (S.A.), A Censura do Estado Novo e do Mundo Actual, pp. 1- 15.

ROSÁRIO, Margarida do Casimiro Ferrão (2011), As Contra-imagens de um Imaginário

Lusiada - Uma leitura plural nas obras A torre da Barbela de Ruben A., A Ilustre Casa de Ramires e A cidade e as Serras de Eça de Queiros, Dissertação de Mestrado em

Línguas, Literaturas e Culturas – ariante de Estudos Românicos: Textos e Contextos, Faculdade de Ciências Socias e Humanas – Universidade Nova de Lisbona.

RUBEN A. (2005), A Torre da Barbela, ASSÍRIO & ALVIM, Lisbona.

SACRAMENTO, Ozana Aparecida do (2018), As vozes da torre: ficção e História em A

Torre da Barbela, in VI Fórum de Educação e III Jornada de Letras e Educação do IFSudesteMG - Campu São João Del – Rei, disponibile alla URL https://www.even3.com.br/anais/6fe3jle/108765-as-vozes-da-torre--ficcao-e-historia- em-a-torre-de-barbela/.

SARAIVA, António José e LOPES, Óscar (2006), História da literatura portuguesa, Porto Editora, Porto.

SILVEIRA, José Fernandes Da (1984), Poesia 61 um acontecimento na história da

125

Revista do antigo Departamento de Linguística e Teoria da Literatura da Faculdade de Letras da Universidade Federal de Minas Gerais (Brasil), publicada entre 1978 e 1994, 12, pp. 121-143.

SOUSA, Carlos Mendes e RIBEIRO, Eunice (2004), Antologia da poesia experimental

portuguesa – anos 60 - anos 80, Angelus Novus Lda, Coimbra.

SOUSA, Rui (2014), Surrealismo-abjecionismo em Portugal: Apontamentos para a

análise de uma experiência crítica de marginalidade radical, in «Revista estação

literária», Londrina, 12, pp. 186-205.

TOCCO, Valeria (2011), Breve storia della letteratura portoghese – Dalle origini ai

giorni nostri, Carocci Editore, Roma.

TODOROV, Tzvetan (1977), La letteratura fantastica, Garzanti, Milano.

TORGAL, Luís Reis (2009), Estados Novos, Estado Novo - Ensaios de História Política

e Cultural, Imprensa da Universidade de Coimbra, Coimbra.

WIESER, Doris e MOREIRA Luciana (2017), Guerra Colonial portuguesa e as

reescritas da memória cultural, in «Configurações, Revista de sociologia», 19, pp. 89-

126

SITOGRAFIA

E-dicionário de termos literários, voce Fantástico (género), http://edtl.fcsh.unl.pt/encyclopedia/fantastico-genero/ (data di accesso: 13/02/2019).

E-dicionário de termos literários, voce Fantástico (modo),

http://edtl.fcsh.unl.pt/encyclopedia/fantastico-modo/ (data di accesso: 14/02/2019).

E-dicionário de termos literários, voce Noveau Roman, http://edtl.fcsh.unl.pt/encyclopedia/nouveau-roman/ (data di accesso:

03/04/2019).

Enciclopedia Treccani on-line, voce Tzvetan Todorov, http://www.treccani.it/enciclopedia/tzvetan-todorov/ (data di accesso: 21/02/2019).

Enciclopedia Treccani on-line, voce Tzvetan Todorov, http://www.treccani.it/enciclopedia/tzvetan-todorov_%28Enciclopedia-Italiana%29/

(data di accesso: 21/02/ 2019).

Enciclopedia Vocabolario Treccani on-line, voce Soprannaturale, http://www.treccani.it/vocabolario/soprannaturale/ (data di accesso: 14/02/2019).

MARTINS, Fernando (2014), Como Salazar preparou a guerra colonial, in «Observador», 9 de agosto https://observador.pt/especiais/como-salazar-preparou- guerra-colonial/ (data di accesso: 06/04/2019).

Movimento das Forças Armadas (MFA), in «Artigos de apoio Infopédia» [em linha],

Porto: Porto Editora, 2003-2019, [consult. 2019-06-15

11:55:00], https://www.infopedia.pt/apoio/artigos/$movimento-das-forcas-armadas- (mfa) (data di accesso: 15/06/2019).

127

O Movimento dos Capitães, Centro de investigação para teconologias interactivas,

Faculdade de Ciências Sociais e Humanas – Universidade Nova de Lisboa,

http://www.citi.pt/cultura/politica/25_de_abril/movimento_capitaes.html (data di accesso: 15/06/2019).

PESTANA, Manuela (2012), Biografia de Ruben A. é apresentada na Casa Andresen,

https://noticias.up.pt/biografia-de-ruben-a-e-apresentada-na-casa-andresen/ (data di accesso: 24/04/2019).

RASPONI, Luca (2013), Elogio della letteratura fantastica, dalle origini all’horror, Blog

«Discorsivo. Millennials al potere – sezione Magazine»,

Nel documento Il neofantastico ne A Torre da Barbela (pagine 115-136)