Il punto di vista che maggiormente ci interessa in questo elaborato è sicuramente quello dell’argentino Jaime Alazraki, perché nel momento in cui arriveremo ad analizzare il racconto da me preso in analisi, ossia A torre da Barbela, il pensiero di questo autore ci aiuterà a rintracciare gli elementi e le coordinate giuste per inquadrare il testo in una prospettiva del tutto neofantastica.
Le domande che Alazraki si pone prima di tutto sono:
«¿cómo clasificar y nombrar aquellos relatos que contienen elementos fantásticos pero que no se proponen asaltarnos con algún miedo o terror? ¿Cómo definir algunas narraciones de Kafka, Borges, Cortázar, de indiscutible relieve fantástico pero que prescinden de los genios del cuento maravilhoso, del horror del relato fantástico o de la tecnología de la ciencia ficción?».205
La risposta, se ci pensiamo, è molto semplice, perché basterebbe solamente designare una nuova visione poetica o un nuovo genere che in qualche modo è legato sempre al fantastico del XIX secolo, ma allo stesso tempo ne prende le distanze. Proprio come Alazraki, anche il celebre scrittore, poeta e critico letterario argentino Julio Cortázar è stato uno dei primi autori a sentire l’esigenza di delineare un nuovo genere letterario.206
In una delle sue interviste dichiara che:
«Para mí lo fantástico es algo muy simple, que puede suceder en plena realidad cotidiana, en este mediodía de sol, ahora entre Ud. y yo, o en el Metro, mientras Ud. venía a esta entrevista».207
Dalla seguente dichiarazione possiamo evincere in maniera del tutto chiara che il fantastico per Cortázar è inteso in maniera diversa rispetto a Lovecraft e Poe: mentre nel secolo XIX l’evento soprannaturale si manifestava in una situazione del tutto realistica e appartenente alla vita quotidiana per suscitare in un secondo momento un sentimento di paura e terrore nei personaggi e nel lettore, in molti testi del XX secolo l’ambientazione è già fantastica sin dal principio e viene completamente accettata dai personaggi e dal lettore. In sostanza l’obiettivo non è più quello di suscitare paura, bensì di portare il lettore
205 ALAZRAKI, Jaime (1990), ¿Qué es lo neofantástico?, in «Mester», XIX, 2, pp. 21-33, pp. 25-26. 206 ALAZRAKI, Jaime 2009, p. 26.
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alla riflessione attraverso intriganti meccanismi psicologici, come per esempio la psicoanalisi.208 Inoltre, per quanto riguarda il linguaggio, possiamo affermare che
Cortázar fa un lavoro letterario intenso e continuo, perché è sempre pronto a mescolare generi e stili differenti tra loro, mettendosi alla prova. Quest’ultimo punto è proprio quello che caratterizza il neofantastico, ossia questa «grande forza immaginaria, stilistica e linguistica, che riesce a portare il lettore in un’altra dimensione facendosela propria».209 Per Cortázar, scrivere questa tipologia di testi equivale a «guardare la realtà da diversi punti di vista, così da immergersi totalmente in territori diversi e creare una nuova forma di fantastico nella letteratura contemporanea, provocata da un forte impulso creativo».210 Lo scrittore cerca nella realtà quotidiana degli spiragli attraverso cui si possa intravedere il fantastico, coinvolgendo così il lettore a immergersi in una sorta di universo parallelo. Lo stesso Cortázar afferma che colui che scrive un racconto deve cercare di «sequestrare il lettore all’interno della narrazione».211
Per tutte queste ragioni Alazraki decide di raggruppare i testi che partono dalla prima guerra mondiale in poi in Occidente, come la La metamorfosi di Kafla, in un genere fantastico proprio ma collegato al fantastico tradizionale, ossia il neofantastico. I testi di questo genere, secondo l’autore, hanno molteplici fattori che li accomunano: innanzitutto, se il fantastico, come ho evidenziato precedentemente, si consolida in un mondo del tutto reale, per il neofantastico il mondo reale è una sorta di maschera che nasconde una seconda realtà che il lettore deve scoprire. Se il racconto fantastico ha come primo obiettivo quello di suscitare paura e successivamente spavento nel lettore attraverso il
pathos, il neofantastico vuole provocare una sensazione di inquietudine, perplessità e
incertezza causata dalla situazione molto inconsueta che viene posta davanti al lettore durante la sua lettura. Inoltre, in questa tipologia di testi, il linguaggio e le figure retoriche, come la metafora, sono ancora più importanti rispetto al ruolo che avevano nel fantastico tradizionale, perché, in maniera del tutto opaca e inversa, consentono di captare quella «seconda realtà» che l’autore vuole far intravedere.212 Anche per quanto riguarda lo
208 ALAZRAKI, 1990, pp. 27-28.
209 RICO, Marcos (2012), Entre lo fantástico y lo neofantástico: la escritura multigenérica en Papeles
inesperados (2009) de Julio Cortázar, in «Les Ateliers du SAL» 1-2, pp. 64-73, p. 64.
210 RICO, Marcos 2012, pp. 66-67.
211 DUARTE, Laila Karla Lima e CORREIRA, Heloisa Helena Siquiera (2012), O estranhamento
cotidiano: uma leitura dos contos de Julio Cortázar, in «Caderno Seminal Digital»,18, 17, 17, pp. 46-52,
pp. 46-47.
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spazio e il tempo, molto spesso quest’ultimi sono mescolati, e si confondono tra naturale e soprannaturale, lasciando così libera immaginazione al lettore all’interno di questa nuova realtà e forma letteraria.213 Il neofantastico, quindi, cerca e indaga nel profondo,
investigando sulla vera essenza delle cose in un caos apparentemente normale agli occhi del lettore. Tutte queste differenze sopra elencate hanno portato il nostro autore a definire questo nuovo genere, così da inserirlo in un contesto storico-culturale ben definito. Alla fine di tutto ciò Alazraki dichara che:
«…si el cuento fantástico es, como ha señalado Caillois, contemporáneo del movimiento romántico y como éste un cues- tionamiento y un desafío del racionalismo científico y de los valores de la sociedad burguesa, el relato neofantástico está apuntalado por los efectos de la primera guerra mundial, por los movimientos de vanguardia, por Freud y el psicoanálisis, por el surrealismo y el existencialismo, entre otros factores».214
Il neofantastico ha aggiornato e in qualche modo “modernizzato” i temi, i personaggi e gli elementi del fantastico classico, in maniera sottile e interessante, perché «ha potenziato ancora di più le implicazioni psicologiche dei personaggi sulla base delle teorie freudiane della psicoanalisi».215 Questo nuovo genere, inoltre, ha apportato numerose novità
adattandosi ai cambiamenti storici, sociali e culturali, affrontando così anche questioni e temi più spinosi e articolati che necessitano di un lettore attento e pronto al ragionamento. L’obiettivo principale è quello di raffigurare la realtà sorpassando i confini stabiliti dalla ragione umana, dalla società e dalla cultura che ci circondano.216
Io apprezzo molto il lavoro che ha svolto Alazraki per riconoscere e denominare questo nuovo genere letterario, perché secondo la mia opinione questo campo di studi è notevolmente amplio, astratto e vago, di conseguenza estremamente difficile da identificare, soprattutto per quanto riguarda il lavoro di parallelismo che viene fatto tra le varie opere letterarie per ritrovare ciò che le accomuna. Di fatto, se già di per sé il genere fantastico è difficile da definire a causa dei differenti sottogeneri, elementi e temi che lo caratterizzano, delineare un altro genere collegato, ma allo stesso tempo distante da esso, forse richiede un lavoro ancora più complicato e intenso del precedente. Infatti, Alazraki
213 RICO, Marcos 2012, p. 69. 214 ALAZRAKI, Jaime 1990, p. 31.
215 MICALI, Simona (2014), Il corpo del mostro. Retoriche del neofantastico, in «Between», IV, 7,
disponibile alla URL http://www.Between-journal.it/, pp. 1-25, p. 2.
216 HERRERA ÁLVAREZ, Roxana Guadalupe (2012), O neofantástico: uma proposta teórica do crítico
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all’interno del suo saggio specifica proprio questa difficoltà nel definire un nuovo genere o una nuova proposta teorica, perché in passato si sono fatti molteplici errori riguardo a ciò. Basti pensare a critici e teorici del primo Novecento, che definivano un determinato testo fantastico solo perché al suo interno era presente un elemento meraviglioso o soprannaturale.217 Possiamo affermare anche che nel corso del Novecento la diffusione
della psicoanalisi ha contribuito alla produzione e alla propagazione del neofantastico, e i relativi personaggi appartenenti a questo genere, si sono inseriti nel nostro immaginario narrativo come i personaggi fantastici del XIX secolo.218
Con assoluta certezza in neofantastico rappresenta il progresso all’interno degli studi legati a questo genere, dato che il suo obiettivo è proprio quello di raggruppare tutti i testi del XX secolo e le opere contemporanee al fine di affrontare in maniera diversa il manifestarsi dell’insolito.219 Alazraki quindi non vuole incoraggiare la rottura con il
genere fantastico, ma vuole contestualizzarlo in un’altra condizione storica-letteraria che è mutata nel corso del tempo, dimostrando e constatando che è impossibile interrompere il progresso in ogni sua forma.220 Sicuramente anche la relazione tra letteratura e scienza ha contribuito alla nascita di questo nuovo genere, perché mentre prima la scienza veniva percepita come un vero e proprio pericolo che poteva annientare il mistero, dal XX secolo in poi si mettono in discussione molte concezioni, e di conseguenza questa disciplina non è più vista come un “nemico” da temere.221 Il neofantastico a differenza del fantastico è
un genere ancora in espansione, ciò è dovuto anche dal fatto che ha una forte carica psicologica che lo definisce e che, spesso, è difficile da inquadrare a causa delle molteplici sfumature che lo caratterizzano.222
217 HERRERA ÁLVAREZ, Roxana Guadalupe 2012, p. 3. 218 MICALI, Simona 2014, p. 1.
219 HERRERA ÁLVAREZ, Roxana Guadalupe 2012, p. 6.
220 BORGES, Kelio Junior Santana e CANOVAS, Suzana Yolanda Lenhardt Machado (2015), Suzana
Yolanda Lenhardt Machad, O sobrenatural reinventado: o neofantástico em anjo e o resto de nós, de
Letícia Wierzchowski, in «Revista de Letras», 55, 2, pp. 79-97, p. 84.
221 BORGES, Kelio Junior Santana e CANOVAS, Suzana Yolanda Lenhardt Machado 2015, p. 87. 222 BORGES, Kelio Junior Santana e CANOVAS, Suzana Yolanda Lenhardt Machado 2015, p. 95.
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