2.2 Le driving forces esterne
2.2.7 Il nuovo PSR 2007-
Nel PSR Lazio 2007-2012 l’are di studio è inserita tra le “aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata”, così come l’area di confronto – Sabaudia e San Felice Circeo (vedi Fig. __). E’ utile al fine di definire le possibili proposte pianificatorie, programmatorie e gestionali che sono oggetto della presente tesi, fare una breve analisi delle Misure del PSR 2007-2013 che possono essere utilizzate nell’area di studio.
Figura 2.6. PSR Lazio Zonizzazione Definitiva (Regione Lazio, 2006).
Possiamo analizzare le misure previste nelle ultime bozze disponibili (al 20.9.2007), alle quali facciamo riferimento in mancanza del testo ufficiale pubblicato, che si attende nelle prossime settimane. Particolarmente interessante tra le misure previste dal PSR Lazio 2007-2013 è la 213 “Indennità Natura 2000”. L’obiettivo della misura è quello di promuovere un aiuto diretto al reddito degli agricoltori con aziende ubicate nelle zone sottoposte ai vincoli ambientali definiti dalle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE. L’erogazione dell’indennità è commisurata agli specifici svantaggi legati alla perdita di reddito e ai maggiori costi di produzione ed è volta alla tutela e alla conservazione di ambienti agricoli ad alto valore naturalistico. Gli obiettivi specifici che si intendono perseguire sono i seguenti: garantire sostenibilità e continuità alle aziende agricole gravate dagli specifici svantaggi conseguenti l’attuazione delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; favorire l’utilizzo dei terreni agricoli nelle aree dove esiste un evidente limitazione nell’utilizzo
agricolo del territorio. E’ prevista la corresponsione di un premio, quale indennità compensativa, diversificato in funzione dei vincoli e delle limitazioni di natura prescrittiva che pregiudicano le attività agricole. La misura viene applicata sui siti inseriti nelle “Rete Natura 2000”, individuati sulla base delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, ed è strettamente connessa con le norme di conservazione vigenti in tale aree in quanto ne rappresenta una indennità compensativa. Poiché queste norme di riferimento sono in corso di rapido aggiornamento sia a livello nazionale che regionale (per il Lazio DGR 533 e 534 del 2 agosto 2006; inoltre DM 17 ottobre 2007) l’attuazione della misura è ancora da precisare ed adattare. Un’altra misura di straordinaria importanza per gli scopi del presente studio è la Misura 214 “Pagamenti agroambientali”. Questa misura intende promuovere lo sviluppo sostenibile delle zone rurali e soddisfare la crescente domanda di servizi ambientali da parte della società. In particolare, prevede la promozione di tecniche colturali orientate verso una gestione sostenibile delle risorse naturali mediante il ripristino e la conservazione di pratiche estensive al fine di tutelare lo spazio rurale, le diversità genetiche e le peculiarità paesaggistiche e naturalistiche del territorio agricolo. Consente inoltre, la corretta gestione delle risorse naturali al fine di ridurre le fonti di inquinamento (fertilizzanti e prodotti fitosanitari) impiegate nell’agricoltura tradizionale e quindi la diffusione delle tecniche di produzione integrata e biologica. Prevede inoltre il sostegno ad attività e pratiche volte a garantire una conservazione della fertilità del terreno agrario, alla tutela delle risorse idriche, al contenimento dei fenomeni di erosione dei suoli, al mantenimento e al miglioramento della sostanza organica. Promuove, infine, l’aumento delle biomasse e l’introduzione e la diffusione di sistemi di certificazione della qualità delle produzioni. Gli obiettivi specifici che si intendono perseguire sono i seguenti: incoraggiare gli imprenditori agricoli ad introdurre o proseguire l’utilizzazione di metodi di produzione agricola compatibili con la tutela ed il miglioramento dell’ambiente, del suolo, del paesaggio agrario e delle sue caratteristiche; sostenere la diffusione di pratiche agronomiche finalizzate a garantire la conservazione e l’aumento della sostanza organica del terreno agrario ed a limitare i fenomeni di erosione dei suoli; incrementare gli interventi volti alla valorizzazione ed alla tutela delle diversità genetiche, patrimonio del territorio regionale; valorizzare le produzioni agricole in termini di qualità e sicurezza e contribuire alla tutela della salute dei consumatori ; diffondere e consolidare l’agricoltura biologica; favorire la tutela e la conservazione della fertilità del suolo e della quantità e qualità delle risorse idriche superficiali e profonde; incentivare il mantenimento e l’introduzione delle coltivazioni estensive; favorire la diffusione di coltivazioni destinate alla produzione di energia; migliorare il grado di connettività ambientale della matrice agricola. La misura agroambientale raggruppa, in un quadro programmatico unitario, tipologie di azioni a sostegno dei metodi di produzione compatibili con la tutela dell’ambiente e la
conservazione dello spazio naturale per le quali è richiesta l’adozione di tecniche e pratiche specifiche con caratteristiche particolari e differenziate. E’ prevista la corresponsione di aiuti, erogati annualmente su base forfetaria, a favore di agricoltori che, su base volontaria, assoggettano la propria azienda per l’intera durata dell’impegno ad una o più delle azioni di seguito riportate. Gli aiuti sono commisurati ai mancati redditi ed ai costi aggiuntivi derivanti dalla introduzione in azienda dei metodi e delle tecniche ecocompatibili funzionali al perseguimento degli obiettivi specificati per la misura. I pagamenti sono accordati ai beneficiari che dimostrano la disponibilità, a vario titolo, delle superfici o dei capi oggetto di aiuto garantendo la continuità del rispetto dell’impegno assunto, pena la restituzione di eventuali somme corrisposte in precedenti annualità. L’impegno deve garantire il rispetto dei requisiti relativi ai Criteri di Gestione Obbligatoria (CGO) nonché alle norme per il mantenimento dei terreni in Buone Condizioni Agronomiche (BCA) nell’ambito dell’applicazione del regime della condizionalità di cui al Regolamento del Consiglio (CE) n. 1782/2003. La misura sarà operativa per l’intero periodo di programmazione 2007/2013. Gli impegni previsti per ciascuna azione della misura hanno una durata di cinque anni, con l’eccezione delle azioni 213.4 “Conversione dei seminativi in prati, prati-pascolo e pascoli”, 214.8 “Biodiversità agraria animale” e 214.9 “Biodiversità agraria vegetale” per la quali è prevista una durata settennale. La Regione si riserva la facoltà di autorizzare, con l’adozione di propri provvedimenti, la prosecuzione di impegni quinquennali, mai oltre il limite dei sette anni. La misura è articolata nelle seguenti azioni :
• 214.1 “Produzione integrata” • 214.2 “Agricoltura biologica” • 214.3 “Gestione del suolo”
• 214.4 “Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli” • 214.5 “Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale” • 214.6 “Coltivazioni a perdere”
• 214.7 “Gestione dei sistemi pascolativi a bassa intensità” • 214.8 “Tutela della biodiversità agraria animale”
• 214.9 “Tutela della biodiversità agraria vegetale” • 214.10 “ Agroenergia ”
• 214.11 “Conservazione ed incremento della sostanza organica”
Tra queste particolare interesse ai fini del presente studio è la 214.4 “Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli”. Con l’azione si intende incentivare la conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli, per favorire l’incremento della biodiversità e contrastare i fenomeni connessi all’abbandono delle terre quali l’incespugliamento, l’avanzata del bosco, il degrado idrogeologico, la perdita di fruibilità turistica del territorio. A tale funzione si associa quella concernente la salvaguardia del suolo, in termini di limitazione dei fenomeni erosivi e minore contaminazione derivante dalla lisciviazione di elementi minerali. L’azione, inoltre, può contribuire
a sostenere e sviluppare forme di allevamento estensive in aree marginali. Gli obiettivi specifici che si intendono perseguire sono i seguenti: promuovere la diffusione di forme di agricoltura a basso impatto ambientale e sostenere lo sviluppo della zootecnica estensiva; salvaguardare la qualità delle acque superficiali e sotterranee; limitare i fenomeni erosivi ed i rischi di dissesto idrogeologico e contribuire alla conservazione di adeguati livelli di fertilità del suolo; contrastare i fenomeni di abbandono delle terre così da evitare l’incespugliamento e l’avanzata del bosco e preservare la conservazione del paesaggio e la fruibilità dei territori; incentivare l’introduzione di sistemi di coltivazione caratterizzati da ridotti fabbisogni di input chimici; aumentare la biodiversità. Sulla superficie assoggettata l’azione prevede, per l’intera durata settennale dell’impegno, il mantenimento di prati, prati-pascolo o pascolo su superfici già convertite in precedenti impegni agroambientali o la conversione ex-novo di seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli permanenti. Anche molto interessante è la sottomisura 5. L’obiettivo dell’azione è incentivare l’attuazione di interventi atti a favorire la conservazione ed il miglioramento del territorio agricolo necessari per salvaguardarne e tutelarne le peculiarità paesaggistiche e naturalistiche e prevenirne i rischi di dissesto idrogeologico e di erosione. Consente inoltre la corretta gestione delle risorse naturali al fine di ridurre le fonti di inquinamento (fertilizzanti e prodotti fitosanitari) impiegate nell’agricoltura tradizionale e la conservazione della fertilità del terreno agrario. Gli obiettivi specifici che si intendono perseguire sono i seguenti: incentivare l’attuazione di interventi atti a favorire una conservazione ed un miglioramento dell’ambiente; favorire la creazione o il mantenimento di habitat naturali, seminaturali e di elementi a valenza paesaggistica; valorizzare e tutelare la biodiversità; ridurre i rilasci di fitonutrienti nelle acque superficiali e sottosuperficiali, tramite lo sfruttamento della capacità depurativa della vegetazione erbacea e/o arborea, prevedendo la realizzazione di fasce tampone con copertura vegetale; contenere l’erosione idrica superficiale nelle zone in declivio; effettuare un’azione tampone nei confronti degli inquinanti di origine agricola (prodotti fitosanitari e nutrienti) in prossimità di corpi idrici superficiali; creare delle aree rifugio, riproduzione e alimentazione per la fauna selvatica; favorire lo sviluppo di popolazioni di insetti utili. Per l’applicazione della misura sono ammessi i seguenti interventi colturali: mantenimento e/o ripristino di siepi cespugliate e/o arboree. Per siepe si intende una formazione mista arbustiva e/o arborea, di origine naturale o antropica, con lunghezza minima di 25 metri, larghezza massima di 10 metri, formata da specie vegetali caratteristiche del territorio regionale. Le piante, a sviluppo ultimato, non devono essere inferiori ad un’altezza di 2 ml, quando trattasi di siepi cespugliate, o presentare una ricca vegetazione oltre i 2 ml nel caso di siepi arboree. Per la salvaguardia ed il mantenimento della piantagione è prevista un’area, non coltivabile, pari alla proiezione della chioma maggiorata di una fascia di rispetto di m 1,50 per lato; mantenimento e/o
ripristino di alberi sparsi, o in filare, o a “macchie di campo”. L’area non coltivabile eleggibile a premio è pari alla proiezione della chioma maggiorata di un’area di rispetto di m. 1,50; mantenimento e/o ripristino di boschetti, quando questi siano definiti catastalmente e non abbiano una dimensione maggiore di 0,5 ha; ripristino e/o realizzazione e/o mantenimento della viabilità poderale, attraverso interventi di ripristino o realizzazione e manutenzione di fasce inerbite, di siepi o di alberate ai lati delle strade con funzioni di rifugio per la fauna selvatica, nonché di scoline su uno o entrambi i lati delle strade per il deflusso delle acque. Gli interventi dovranno essere effettuati con piante autoctone con elevato valore naturalistico in sintonia con le caratteristiche vegetazionali del paesaggio, utilizzando esclusivamente le essenze botaniche definite dalla regione; manutenzione di terrazze e lunette sorrette da muri a secco, e/o ripiani sorretti da ciglioni inerbiti o cespugliati o alberati. Il premio sarà corrisposto, in terreni declivi soggetti a fenomeni erosivi, solo se l’estensione lineare delle opere ritenute tecnicamente valide è commisurata ad almeno 400 ml per ettaro di muri e/o di ciglioni; conservazione e rinaturalizzazione di stagni, laghetti, risorgive. Sono eleggibili le superfici occupate da bacini naturali o seminaturali di acqua stagnante o da sorgenti naturali di acque freatiche o artesiane. Oltre alla superficie effettivamente occupata va inclusa una fascia di rispetto di almeno 4 metri lungo l’intero perimetro; recupero e manutenzione di fontanili o di punti di abbeveraggio per il bestiame. Oltre alla superficie effettivamente occupata va inclusa una fascia di rispetto estesa al massimo 400 mq lungo l’intero perimetro del sito, per garantire la migliore qualità possibile dell’acqua di abbeverata in entrata e dell’acqua di deflusso, con specifica indicazione degli interventi a farsi finalizzati alla preservazione della qualità dell’acqua. La tipologia degli interventi realizzabili nell’azione possono essere effettuati in maniera autonoma od in combinazione tra di loro. Il beneficiario deve presentare un piano di intervento, elaborato da un tecnico con adeguata qualifica professionale, sul quale dovranno essere riportati: la tipologia, le modalità ed i tempi di realizzazione degli interventi; la planimetria aziendale con individuazione dei fogli e delle particelle catastali riportante l’esatta localizzazione degli interventi che si intendono realizzare; compilazione del “quaderno di campagna”o dei registri aziendali. Infine davvero importante per la riconnessione degli habitat nel paesaggio è la misura 216 “Sostegno ad investimenti non produttivi”, che intende sostenere sia investimenti connessi all’adempimento degli impegni assunti ai sensi della misura 214 “pagamenti agroambientali”, sia investimenti aziendali materiali che valorizzino in termini di pubblica utilità i siti Natura 2000 o altre zone di grande pregio naturale, permettendo il finanziamento di interventi accessori che non comportano alcun rilevante aumento nel valore o nella redditività delle aziende agricole e forestali. Gli obiettivi specifici che si intendono perseguire sono i seguenti: favorire la creazione o il mantenimento di habitat naturali, seminaturali e di elementi a valenza paesaggistica; sostenere interventi per la
conservazione e il ripristino di elementi fondamentali dell’ecosistema agrario; valorizzare e tutelare la biodiversità; mantenere e incrementare la fauna selvatica autoctona sul territorio attraverso l’adeguamento delle risorse agroforestali alle necessità specifiche della fauna stessa; favorire la fruizione delle aree agricole di elevata pregio naturalistico; incentivare interventi per la rinaturalizzazione di aree marginali di ridotte dimensioni; miglioramento del grado di connettività ambientale della matrice agricola. La misure rivolte agli investimenti non produttivi raggruppano, in un quadro programmatico unitario, interventi a sostegno degli agricoltori che tendono: a mitigare gli impatti agricoli sull’ambiente, “ammorbidendo” la matrice agricola, a ridurre il conflitto tra le attività agricole e le esigenze di tutela degli habitat e delle specie, a conservare lo spazio naturale favorendo inoltre il mantenimento o la ricostruzione di elementi del paesaggio rurale con valenza di corridoi ecologici. Si cerca, quindi, di ritrovare un nuovo equilibrio tra agricoltura e ambiente anche attraverso il ripristino di originali peculiarità biologiche o strutturali. Sono ritenuti ammissibili a finanziamento investimenti materiali relativi ad uno o più delle tipologie di intervento di seguito specificate: a) Ripristino (recupero vuoti e fallanze) o impianto di siepi, filari, cespugli, boschetti e altri elementi idonei alla riproduzione, al rifugio e alla protezione di specie selvatiche, in modo da diversificare gli agro-ecosistemi e incrementare e conservare la biodiversità, a beneficio soprattutto dell’avifauna insostituibile nella lotta biologica contro i fitofagi. Le specie arboree o arbustive prescelte devono essere quelle tipiche della unità fitoclimatica di riferimento per la stazione di impianto e, nelle aree della Rete Natura 2000 e nelle Aree Protette Regionali, quelle provenienti da popolazioni locali. In ogni caso per gli interventi di ripristino o di realizzazione ex-novo potranno essere utilizzate esclusivamente le essenze botaniche definite dalla Regione; b) Ripristino, riadattamento e manutenzione di muretti a secco e terrazzamenti. L’aiuto non è concedibile per l’esecuzione di operazioni di manutenzione ordinaria e l’intervento non dovrà comportare alterazioni della tipologia costruttiva originaria. E’ esclusa la costruzione di nuovi manufatti, nonché alterazioni al tracciato, alla sagoma, alle dimensioni e ai materiali originali dei manufatti esistenti. Sono ammissibili anche interventi che prevedano la parziale demolizione e ricostruzione di parti di manufatto, ma solo nel rispetto delle dimensioni, della tessitura e della sagoma originaria e dell’originaria area di sedime del muro. Il materiale da costruzione originale dovrà essere reimpiegato. Qualora si dovesse ricorrere a materiale non originariamente parte del manufatto, dovranno essere utilizzati esclusivamente litotipi analoghi a quelli che originariamente costituivano il muro, con riferimento ai manufatti presenti nelle vicinanze. Il beneficiario si impegna a mantenere il manufatto in buone condizioni per almeno 10 anni. c) Realizzazione, recupero o mantenimento di piccoli invasi (abbeveratoi, pozze, laghetti, ecc) e fontanili per il bestiame al pascolo, allo scopo di assicurare una buona disponibilità idrica, soprattutto nei periodi di siccità. d)
Creazione di fasce tampone vegetate lungo i corsi d’acqua e recupero della naturalità di canali di bonifica ed irrigui per il miglioramento del paesaggio rurale, la creazione di corridoi ecologici e la riduzione dell’inquinamento attraverso processi di fitodepurazione. Gli interventi mirano al miglioramento dei paesaggi rurali e alla ricostruzione di ambienti ripariali in grado di svolgere molteplici funzioni ecologiche (stabilizzazione delle sponde e contenimento dei fenomeni erosivi, riduzione della concentrazione di inquinanti chimico – fisici nelle acque, creazione di habitat per numerose specie faunistiche di interesse comunitario). Ove possibile ed opportuno, gli interventi potranno prevedere la sostituzione di opere di contenimento e/o canalizzazione rigide (arginature in cemento armato), con opere a funzione analoga realizzate applicando le tecniche dell’ingegneria naturalistica. Le specie vegetali erbacee, arbustive ed arboree utilizzate devono essere quelle tipiche degli ambienti ripariali nelle condizioni ecologiche della stazione di impianto e, nelle aree della Rete Natura 2000 e nelle Aree Protette Regionali quelle provenienti da popolazioni locali. e) Costituzione e riqualificazione di zone umide diffuse lungo le rive di corpi idrici o nella matrice agricola, tramite interventi di mantenimento di minimi livelli idrici anche con creazione di opportuni manufatti idraulici, risagomatura delle sponde e dei fondali al fine di ricreare microhabitat di interesse faunistico, controllo sulla immissione di sostanze reflue o di altra natura agricola inquinante, ripristino e controllo della vegetazione palustre con formazione anche di fasce sufficientemente estese di canneto, modellamento delle stesse con tagli per parcelle a rotazione in modo da favorire la formazione di anse e canaletti interni, costituzione, ripristino e/o conservazione di collegamenti con siepi e filari tra la zona umida considerata e altri biotopi interattivi presenti nell’intorno (bacini, canali, corsi d’acqua minori) o l’asta fluviale principale. f) Altri investimenti aziendali non produttivi in aree Natura 2000 e nelle Aree Protette Regionali L’aiuto è concedibile per la realizzazione di investimenti materiali connessi al rispetto di impegni volontari nell’ambito di misure di conservazione di tipo contrattuale sottoscritti con gli enti responsabili della gestione delle aree Natura 2000, non compresi nelle precedenti tipologie di intervento. g) Prevenzione dei danni da fauna selvatica: l’aiuto è concedibile per l’acquisto e la messa in opera di recinzioni da utilizzare per il ricovero notturno degli animali al pascolo (per esempio: recinzioni mobili elettrificate a basso voltaggio, recinzioni fisse, ecc.) e per l’acquisto di cani pastore da guardiania, in modo da prevenire gli eventi di predazione da parte del lupo. E’ inoltre concedibile per investimenti materiali connessi alla prevenzione dei danni da fauna selvatica alle colture (per esempio, sistemi acustici e visivi come strumenti detonatori ad emissione di onde sonore di ampiezza variabile, cannoncino, sistemi radio, apparecchi con emissione di grida registrate di allarme o di stress, ultrasuoni, lampi di luce, specchi montati su dispositivo rotante con moto eccentrico, aquiloni sorretti da palloni gonfiati con elio, palloni tipo “predator”, reti a protezione delle colture da Lagomorfi e Roditori, ecc. h)
Miglioramento della viabilità attraverso la realizzazione della rete di strade o sentieri interpoderali con valenza naturalistica a scopo ciclo-pedonale; i) Interventi con tecniche di ingegneria naturalistica per il contenimento di piccoli movimenti franosi superficiali finalizzati alla prevenzione dei rischi idrogeologici e alla riduzione dell’erosione nei versanti in pendenza. Per questa misura sono ammissibili esclusivamente gli “investimenti non produttivi”, intendendo con tale definizione gli investimenti che non conducono ad un incremento significativo del valore o del reddito dell’azienda agricola o forestale. Non sono ammessi interventi che possono avere conseguenze negative o che contrastino con i Piani di Gestione o con le misure di conservazione definite per i siti della Rete Natura 2000. E’ poi da rilevare che esistono in parallelo nel PSR 2007- 2013 altrettante misure simili indirizzate alle aree non agricole ma classificate come forestali (Indennità Natura 2000, Pagamenti Silvoambientali, ecc…) per le quali valgono valutazioni del tutto analoghe a quelle già svolte finora.