2.1 Descrizione dell’area di studio
2.1.1 L’area di studio principale (Maremma Laziale) e quella di confronto (Pianura Pontina, Parco Nazionale del Circeo)
Nell’ambito di una più ampia visione delle dinamiche costiere, il presente lavoro si sviluppa in particolare nell’esaminare quali fattori, dinamiche e soggetti contribuiscano a creare l’assetto ecologico e socio-economico dell’area di studio per la parte terrestre, considerando comunque l’influenza e l’apporto che le attività in corso comportano verso il sistema costiero nel suo insieme. Le attività che insistono in particolare sulla parte finale dei bacini idrografici verso mare sono infatti uno dei principali fattori di pressione sugli ecosistemi costieri e marini, in quanto gli inquinanti prodotti finiscono direttamente o attraverso il reticolo idrografico in mare, con scarse possibilità di utilizzare la capacità autodepurativa dei corsi d’acqua. L’area di studio prescelta è la fascia costiera del Lazio e, all’interno di questa, la zona studio pilota del processo ICZM del Lazio “Maremma Laziale”, con riferimento in particolare al territorio amministrativo dei Comuni di Montalto di Castro e Tarquinia. Nel caso della fascia costiera del nord del Lazio molte delle attività agricole ed industriali che producono inquinanti sono concentrate sulla fascia costiera (su una ampiezza verso l’interno variabile di alcuni chilometri dalla linea di costa). Inoltre l’elevata urbanizzazione di alcune aree contribuisce all’impermeabilizzazione dei suolo su vaste superfici. Un altro effetto importante delle attività industriale, agricole e degli abitati urbani è quello degli emungimenti in falda, con pozzi di diversa profondità, che contribuisce all’abbassamento degli acquiferi e alla diffusione degli inquinanti, mettendo in comunicazione le falde acquifere tra di loro. Un effetto
secondario di queste attività è la risalita del cuneo salino al di sotto delle falde di acqua dolce, e l’ingressione dell’acqua marina. Poiché nell’area di studio gli ambienti forestali planiziali originariamente presenti sono estremamente ridotti in superficie, si è utilizzata come confronto per l’analisi dell’avifauna e del paesaggio l’area del Parco Nazionale del Circeo, che presenta gli ultimi lembi significativi di foreste planiziali del Lazio, e tra i pochissimi ancora esistenti sulla Costa Tirrenica.
2.1.1.1. Area principale (Maremma Laziale)
L’area considerata dallo studio coincide in termini generali con i confini amministrativi dei comuni di Montalto di Castro e di Tarquinia. Questi due comuni includono gran parte della pianura alluvionale della Maremma Laziale, area che maggiormente è interessata dalle questioni considerate dal processo ICZM. L’intero comprensorio della Maremma laziale individuato dalla Provincia, che comprende i comuni di Montalto di Castro, Tarquinia e Monte Romano, ha una superficie complessiva di 55.517 ha e una popolazione complessiva di 24.832 abitanti. Il Comune di Montalto di Castro presenta una superficie di 18.967 ha, mentre il Comune di Tarquinia (chiamato in precedenza storicamente Corneto) ha una superficie di 27.950 ha e una popolazione di 15.303 abitanti, rappresentando il quarto più grande comune della Provincia di Viterbo. Oltre ai nuclei abitati principali, situati storicamente nell’entroterra in posizioni elevate, per evitare i problemi dovuti alla presenza di paludi e malaria nella pianura, nonché per permettere la difesa dagli invasori esterni, entrambi i comuni presentano frazioni sul mare, di costituzione recente (dopoguerra), chiamate rispettivamente Marina di Tarquinia e Marina Velka per Tarquinia, e Marina di Montalto e Marina di Pescia Romana per Montalto. Montalto di Castro presenta anche borghi autonomi o costruiti durante le attività di bonifica (Pescia Romana). L’area di studio è descritta nella Figura 2.1. In realtà la letteratura metodologica sull’ICZM sottolinea che la “fascia costiera” non ha un confine definito né verso terra né verso mare, e che la definizione di cosa sia la fascia costiera è uno degli elementi di riflessione sull’ICZM. Dal lato terrestre l’area che interessa e influenza le dinamiche ecologiche della fascia costiera può essere fatta coincidere con l’intero bacino idrografico dei corsi d’acqua che si immettono in mare. Da un punto di vista economico e sociale il confine è ancora più indefinito in quanto le attività umane che incidono sulla fascia costiera coinvolgono sostanzialmente l’intera popolazione (pensiamo ad esempio quelle turistiche): in questo senso nei documenti europei si considera che la fascia costiera coinvolge l’intera popolazione europea. Per quanto riguarda l’area considerata dal presente studio, trattandosi di un lavoro orientato alla pianificazione territoriale e all’analisi del paesaggio, si è scelto di utilizzare come riferimento di base la competenza amministrativa dei due comuni principali considerati. Poiché però dal punto di vista ecologico il
paesaggio della Maremma Laziale è connesso con quelli limitrofi dei Monti della Tolfa e dell’altopiano Viterbese, con i quali è connesso dalle pendici del complesso montano nel primo caso e dalle forre fluviali dei principali corsi d’acqua dall’altro, si è esteso il campionamento ad alcune stazioni che pur trovandosi nei comuni limitrofi di Tuscania, di Allumiere e di Civitavecchia, sono in continuità territoriale ed ecologica con il paesaggio della Maremma Laziale.
Figura 2.1. Area di studio (Ortofoto Regione Lazio). In giallo i due comuni di Montalto e Tarquinia.
In Figura 2.1 è riportata l’area di studio considerata, definita in base a quanto sopra descritto. L’uso del suolo nell’area di studio, come verificabile nella C.U.S. della Regione Lazio (Regione Lazio, 2006) è in grande prevalenza agricolo; seguono le classi di uso del suolo urbanizzato e infine quelle semi-naturali. Le aree boscate sono presenti in superficie ridotta, con 3.647 ha a Tarquinia e 914 ha a Montalto di Castro (fonte: censimento ISTAT 1995), concentrate soprattutto nella fascia immediatamente limitrofa alla costa e in alcuni piccoli e isolati nuclei interni, per lo più dovuti a rimboschimenti, con l’eccezione di due grandi complessi di macchia (visibili con chiarezza in Figura 2.1 come aree scure). Nella pianura è presente un unico nucleo boscato naturale
significativo, sulla linea di costa confinante con la centrale elettrica di Montalto di Castro, che ospita una azienda faunistica venatoria privata.
2.1.1.2.Area di studio secondaria (Pianura Pontina nell’area del Parco Nazionale del Circeo)
Poiché nell’area di studio principale le aree di bosco planiziale originale sono estremamente ridotte, vista la loro importanza nel determinare il popolamento animale ed in particolare quello ornitologico, si è utilizzata come area di confronto una area di studio secondaria, quella della Pianura Pontina, ed in particolare la zona del Parco Nazionale del Circeo (Comuni di Sabaudia e San Felice Circeo). In questa zona è ancora presente, grazie al Parco Nazionale istituito nel 1936 proprio in corrispondenza con gli imponenti lavori di bonifica che hanno portato, tra l’altro, alla distruzione dell’antica Foresta di Terracina che un tempo copriva gran parte della pianura, una foresta planiziale di circa 3000 ha (Blasi, 1993; 1998), che sebbene molto modificata da intensi lavori forestali rappresenta ancora un habitat di grande interesse per numerose specie. I dati territoriali relativi a questa sottozona di studio sono riportati in seguito nelle analisi.
2.1.2 Una visione diacronica: determinanti ecologiche, storiche e