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8.3 Vario successo cinquecentesco

8.3.2 Il plauso dei contemporanei

Numerosi furono i poeti e gli intellettuali italiani che elogiarono Fregoso men-

tre questi era ancora in vita, a riprova della sua integrazione nel milieu cultu-

rale della penisola – o per lo meno dell’area padana. Del ricordo lusinghiero

che ne conserva il Calmeta si è già discusso all’inizio di questo capitolo, co-

sì come della nobilitante menzione che ne fa fa Ariosto nel xlvi canto del

Furioso.

34

Il bergamasco Guidotto Prestinari, nella propria raccolta di rime, celebrò

la pubblicazione della princeps della Cerva bianca in uno degli ultimi sonetti,

la cui fronte riprende le rime di rvf 190 (Una candida cerva):

35

Droz, 2015 o la raccolta di contributi Il libro e le sue reti. La circolazione dell’edizione italiana nello spazio della francofonia (sec. XVI-XVII), a c. di L. Baldacchini, Bologna, Bononia University Press, 2015. Si veda, inoltre, il meno recente F. Dupuigrenet De- srouilles,Le livre italien à Paris au XVIe siècle, in La stampa in Italia nel Cinquecento. Atti del convegno. Roma, 17-21 ottobre 1989, a c. di M. Santoro, Roma, Bulzoni, 1992, pp. 679-686.

33

Sulla fortuna letteraria dei due motivi cf. la nota 20 a pagina 55. In aggiunta, si vedano anche C. M. Pyle, Democritus and Heracleitus: an excursus on the cover of this book, in Ead., Milan and Lombardy in the Renaissance: essays in cultural history, Roma, Bulzoni, 1997, pp. 203-222 e R. Brandt,Filosofia nella pittura. Da Giorgione a Magritte, Milano, Bruno Mondadori, 2000 (ed. or. Köln, DuMont Buchverlag 2000), in particolare il capitolo 4Democrito, il filosofo che ride, Eraclito, il filosofo che piange, pp. 80-98.

34A tutt’oggi non disponiamo di uno studio accurato dei debiti di Ariosto nei confronti

dell’opera fregosiana. Alcune sporadiche concordanze testuali sono registrate nell’ormai classico studio di P. Rajna, Le fonti dell’Orlando Furioso, Firenze, Sansoni, 1900: in particolare, lo studioso accosta la coppa di «vin spumante» offerta a Rinaldo (Furioso x 39, 4) a quella che Ormi propone al protagonista nel v canto dellaCerva bianca (p. 188), e la partenza di Rinaldo in barca (Furioso xliii 51 ss.) a quella di Fileremo ed Ergotele nel canto iv del poema (p. 570).

35

Le rime di Prestinari, ad oggi inedite, sono tramandate nella loro interezza dal codice siglato scatola 59, fasc. 536 dell’Accademia Carrara di Bergamo; per ulteriori approfondi- menti rimando alla relativa scheda nel recentissimoAtlante dei Canzonieri in Volgare del

62

Antonio Fregoso, anomalia cortigiana

Tua cerva snella, candida e superba,

Fragoso eccelso, ai pié con penne d’oro,

corre leggiadra sì pel culto alloro

che non fia spenta insin ch’ei verde serba.

Tal che mente non è cotanto accerba

che non lasci a mirarla ogni lavoro,

ond’io sì a contemplarla ognhor m’incoro

che in me ogni grave affan se disacerba.

Sì in ogni varco libero l’è il corso

(tal breve porta intorno al collo scritto)

che de cani non teme abbaio o morso;

e di Fortuna ha sì lo stelo fitto,

con sì mirabil giù dal ciel soccorso,

che ha quanto morte e tempo pò prescritto.

36

Sonetto fortemente elogiativo questo di Prestinari, che come si è visto è

anche – probabilmente – la persona fisica alle spalle del Brembano, inter-

locutore di Fregoso nel Dialogo de musica. Il rimando a Petrarca, caro a

Prestinari (come testimoniato dalle sue rime, e dal fatto che fu maestro di

Gaspare Ambrogio Visconti, il maggior petrarchista tra i poeti sforzeschi),

37

dichiara fin da subito l’alta considerazione che questi aveva del nostro poeta.

Altrettanto affettuosa è la menzione di Fregoso in due luoghi del Tempio

d’Amore, poema allegorico del piemontese Galeotto del Carretto pubblicato

nel 1518:

38

Quell’altro è ’l cavaller Campo Fregoso

Quattrocento, a c. di A. Comboni e T. Zanato, Firenze, sismel - Edizioni del Galluzzo, 2017, pp. 675-678. Cf. anche G. Dilemmi,Le rime di Guidotto Prestinari, in «Studi di Filologia Italiana», 34 (1976), pp. 187-248, Id.,Postilla a Le rime di Guidotto Prestinari, in «Studi di Filologia Italiana», 36 (1978), pp. 367-369 e Id.,Agli antipodi del Canzoniere: le rime di Guidotto Prestinari. Varia struttura di un libro d’autore, in Liber, fragmenta, libellus prima e dopo Petrarca: in ricordo di D’Arco Silvio Avalle ; seminario internazio- nale di studi, Bergamo, 23-25 ottobre 2003, a c. di F. Lo Monaco, L. C. Rossi, N. Scaffai, Firenze, sismel - Edizioni del Galluzzo, 2006, pp. 239-250.

36L’edizione del testo è interpretativa a partire dal codice di Prestinari citato nella nota

precedente, e ha il solo scopo di rendere maggiormente leggibile il testo in questa sede.

37

Su Prestinari cf. la nota 35. Sul rapporto di questi con Gaspare Ambrogio Visconti si veda il lungo scambio di sonetti tra i due in Visconti,Canzonieri CXXVII-CXXXIII. Sul petrarchismo di Visconti si veda l’introduzione di Paolo Bongrani all’edizione di Visconti, Canzonieri e Bongrani, Lingua e letteratura a Milano nell’età sforzesca, Parma, Univer- sità degli Studi di Parma, 1986; particolarmente interessante la dichiarazione d’amore per Petrarca in un sonetto composto «solo per mottegiar cun Bramante sviscerato partigiano di Dante» in Visconti,Rithimi 37.

38

I due estratti riportati corrispondono ai vv. 2028-2030 e 2070-2073 di Carretto, Tempio d’Amore.

8.3 Vario successo cinquecentesco

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lume e splendor de la poetica arte,

che col suo stil fa ognun maraviglioso.

Guarda come el Fregoso con desiri

par che l’inviti entrar nel coro degno

e come in dietro con rubor se tiri,

sì come quel che pargli esser indegno.

Fregoso viene ricordato in modo più episodico nel Monte Parnaso di Filippo

Oriolo da Bassano, in mezzo a un gran numero di altri poeti cortigiani:

39

V’era [. . . ] ’l Politiano,

Campo Fregoso, il Sasso, e Seraphino,

E fra lor Tebaldeo, e ’l Cornazzano

Un «pulcher triplici lyra Fragosus» è anche destinatario o oggetto di quattro

carmi di Lancino Curti – l’amico che abbiamo già visto tra i personaggi del

Dialogo di Fortuna – alle cc. 45rv, 49r, 66r e 158v di quel calderone pres-

soché impenetrabile costituito dai suoi dieci libri di epigrammi latini.

40

Per

rimanere nel contesto milanese, Fregoso è destinatario di un sonetto incluso

nei Canzonieri di Gaspare Ambrogio Visconti,

41

viene ricordato da Antonio

Cammelli detto il Pistoia in un sonetto

42

e con questi ha uno scambio di testi

alla burchia;

43

ancora, Bernardo Bellincioni lo definisce «il mio Antonietto»

in una delle proprie rime,

44

ed è probabilmente il nostro autore il generico

Antonio a cui sono dedicati due sonetti di Niccolò da Correggio.

45

Sempre in

questa sede, infine, è opportuno ricordare come nel dbi Fregoso risulti come

uno degli interlocutori degli Anterotica

46

di Pietro Edo (o Capretto), di cui

si parlerà nel quinto capitolo; la notizia andrà rettificata, da un lato perché il

nostro autore nel 1492 era verosimilmente troppo giovane per prendere parte

39A c. 51r del ms. Raccolta Campori, γ.B.6.21 della Biblioteca Estense di Modena,

cf. H. C. Slim, Musicians on Parnassus, «Studies in the Renaissance», 12 (1965), pp. 134-165 (testo citato a p. 143).

40I riferimenti sono alle carte della stampa Lancini Curtii Epigrammaton libri de-

cem. Mediolani, apud Rochum & Ambrosium fratres de Valle impressores, Philippus Foyot faciebat. MDXXI.

41

Cf. Visconti,Canzonieri 125.

42

Cf. Pistoia,Sonetti faceti 308. Anche il son. 87, probabilmente, aveva Fregoso come destinatario. 43 Cfr. ivi 179. 44 Cf. Bellincioni,Rime i 131, 20. 45 Cf. Correggio,Rime 198 e 289.

46Petrus Haedus, Anterotica, sive De amoris generibus. accuratissime impressum

Tarvisii per Gerardum de Flandria. Anno salutis MCCCCXCII die XIII octobris sub magnifico praetore Augustino Foscarini.

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Antonio Fregoso, anomalia cortigiana

a un dialogo sulla natura d’amore, dall’altro perché l’Antonio Philermo del-

l’opera è molto più probabilmente Antonio da Prata detto Filermo, friulano

e quindi molto più vicino geograficamente all’ambiente di Pietro Edo.

47

Dal quadro brevemente tratteggiato in queste ultime pagine, dunque,

emerge una trama di rapporti abbastanza fitta tra Fregoso e i propri contem-

poranei, che affiancata alla quantità delle ristampe cinquecentesche della sua

opera dà un’idea della fortuna e dell’influenza che esercitò nel proprio tempo,

sia in vita che successivamente alla morte – almeno nell’Italia settentrionale.

47

L’identificazione è già settecentesca, cf. G. T. Faccioli,Catalogo ragionato di libri stampati in Vicenza, e suo territorio nel secolo XV, Vicenza, p. 184. Di Antonio da Prata dà notizia già G. G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da letterati del Friuli, Venezia, appresso Modesto Fenzo, 1760, tomo I, pp. 411-413.

Capitolo 9

La Cerva bianca

9.1

Forma

La Cerva bianca è un poema in sette canti per un totale di 505 ottave. I

canti hanno una lunghezza molto variabile, secondo la tabella che segue:

sezione

estensione

percentuale

canto i

89 ott.

17, 6 %

canto ii

67 ott.

13, 3 %

canto iii

91 ott.

18 %

canto iv

55 ott.

10, 9 %

canto v

68 ott.

13, 5 %

canto vi

59 ott.

11, 7 %

canto vii

76 ott.

15 %

505 ott.

100 %

Come si vede, la disposizione del materiale narrativo è fortemente sbilan-

ciata verso la prima parte: i primi tre canti occupano da soli all’incirca la

metà dell’estensione totale del poema,

1

e proprio tra il terzo e il quarto canto

si vede la maggiore differenza (91 contro 55).

Una simile oscillazione stupisce tanto di più se paragonata alle altre prove

letterarie dell’autore, sorprendentemente regolare nelle altre opere suddivi-

se al loro interno: tutte quelle in terzarima – Riso di Democrito, Pianto di

1

Senza cosiderare la possibile caduta di ottave che potrebbe aver subito il canto ii in fase di composizione tipografica (cf. il commento a ii 37, 3), che renderebbe il computo ancora più pendente verso la parte iniziale.

66

La Cerva bianca

Eraclito, Dialogo di Fortuna, Dialogo di musica, Dell’istinto naturale, Della

probità – sono sempre articolate in capitoli di 91 versi (30 terzine più la clau-

sola), con pochissime eccezioni.

2

Minore precisione è stata usata da Fregoso

nell’altra fatica in ottave, il viaggio allegorico dei Tre peregrini che conclude

le Silve. I tre canti che lo costituiscono contano 72, 74 e 83 ottave: una

suddivisione senz’altro meno rigorosa rispetto alla composizione in terzine,

l’autore allarga in ogni caso la forbice molto meno di quanto non abbia fatto

nel caso della Cerva bianca.

Conforta, in questo senso, uno sguardo ai precedenti narrativi che pos-

sono aver ricoperto il ruolo di modello stilistico, altamente instabili nella

dimensione attribuita alle singole unità testuali: il Boccaccio in ottave (Te-

seida, Filostrato), l’Inamoramento de Orlando di Boiardo e il Morgante di

Pulci. L’apporto delle Stanze di Poliziano è rilevantissimo dal punto di vista

tematico e contenutistico (si veda la sezione seguente), molto meno da quello

strutturale, trattandosi di opera incompiuta. Se dunque l’opera principale di

Fregoso costituisce un caso isolato, da questo punto di vista, nella sua pro-

duzione letteraria, molto meno peregrina appare se collocata nella tradizione

testuale in cui essa si inserisce.

Una spiegazione della maggior densità testuale dei primi tre canti della

Cerva bianca è che in essi si concentra il suo contributo speculativo, special-

mente nei dialoghi sulla natura di Amore con Eubulo (canto i) e i due amici

Apuano e Filareto (canto iii), non a caso disposti nei due canti di maggior

estensione. Più brevi sono invece quelli deputati all’azione (canti iv-vii), co-

munque non privi di inserti dialogici. In ogni caso, è innegabile la cesura tra

la parte costituita dai primi tre canti e quella composta dagli ultimi quattro:

la prima parte struttura il fondamento etico e intellettuale dell’itinerarium

mentis (il terzo canto, con l’avvicendarsi di tre interlocutori, è chiaramente

debitore dei dialoghi di ispirazione umanistica, gli Asolani su tutti), la se-

conda lo realizza fattivamente con la narrazione del percorso verso l’amore

celeste.

Da un punto di vista metrico l’opera non presenta particolari motivi di

interesse, fatto salvo per alcuni casi di rime sdrucciole:

-amano iii 62, 7-8

-edeno

iii

65, 1-3-5

-endere iii 77, 7-8

-evano

vii11, 7-8

-ibile

iv53, 1-3-5

-insero

i

17, 7-8

2

Alcuni capitoli differiscono di pochissimo dalla norma, estendendosi per 88 versi anziché 91. I capitoli sono rd i,Ist. nat. vi, la risposta della Probità.

9.2 Contenuto

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