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In parallelo rispetto alla dilagante meditazione neoplatonica sull’amore, con-

centrata principalmente intorno all’Accademia voluta da Marsilio Ficino e

Lorenzo de’ Medici (e alla quale parteciparono almeno Giovanni Pico della

Mirandola, Girolamo Benivieni e Cristoforo Landino), lontano da Firenze si

era sviluppata una riflessione antierotica che regge il confronto con la prima

sia sul piano dei protagonisti, sia su quello della diffusione contemporanea del-

le opere – una diffusione che andò però rarefacendosi col passare del tempo, al

punto che ad oggi non disponiamo di edizioni moderne di quasi nulla, né tanto

meno di una tradizione critica nel merito. I principali attori su questa scena

furono il Platina (Bartolomeo Sacchi), autore settentrionale di un dialogo

intitolato De amore (1481);

8

il sacerdote friulano Pietro Edo (Haedus, lati-

nizzazione umanistica del cognome Del Zochul, ‘capretto’ in friulano), autore

del De amoris generibus (Anterotica), dialogo stampato a Treviso nel 1492;

9

il milanese Bernardino Corio e il suo Utile dialogo amoroso, uscito a stampa

a Milano nel 1502

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e, ultimo ma non per importanza, Battista Fregoso, doge

genovese cugino di Antonio, autore del dialogo intitolato Anteros.

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A fare da filo rosso tra tutte queste opere è la figura di Anteros, come

evidente dai titoli stessi. La natura di Anteros è oggetto di disputa fin dalla

letteratura classica, in cui è oggetto di una curiosa polarizzazione: per alcuni

esso rappresenta la negazione di Eros inteso come l’amore carnale, ed è per-

tanto una figura positiva, assimilabile all’Amore celeste del platonismo; per

altri, esso oscilla tra la personificazione dell’Amore vendicativo (cioè quello

preposto alla vendetta degli amanti non corrisposti) e quella del Lethaeus

Amor dei Remedia amoris ovidiani (v. 551 «Est illic Lethaeus Amor, qui

pectora sanat»).

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8

Platina, Bartholomaeus, De flosculis linguae latinae; De amore ad Ludovicum Agnellum, Milano, Antonio Zarotto per Giovanni di Legnano, 18 agosto 1481. Sul Platina si veda Bartolomeo Sacchi il Platina (Piadena 1421 - Roma 1481) e M. Ciavolella, Trois traités.

9Haedus, Petrus,Anterotica, sive De amoris generibus, Treviso, Gerardus de Lisa de

Flandria, 13 ottobre 1492. Su Pietro Edo cf. Adams,The "Anterotica" of Petrus Haedus; Ciavolella,Trois traités; Zabughin, Petri Haedi Sacerdotis Portusnaensis “Anterotica. Di Pietro Edo è anche Il rimedio amoroso, poema in terzine, unico testo di questa breve rassegna ad essere stato oggetto di edizione critica recente (cf. Edo,Rimedio amoroso).

10

Corio Bernardino, Utile dialogo amoroso, Milano, ex aedibus Alessandro Minuziano, 1502.

11

Fregoso Battista, Anteros, sive Tractatus contra amorem, Milano, Leonardo Pa- chel, 10 maggio 1496. Sull’Anteros di Fregoso cf. Ciavolella, Trois traités e il doppio studio (sulla figura dell’autore e sull’opera) di Gasparini,Appunti sulla vita di Battista Fregoso e L’«Anteros» di Battista Fregoso.

12

12.2 La trattatistica antierotica

101

In generale, le opere citate in questa sezione partono tutte da uno stes-

so assunto, vale a dire che l’amore sia genericamente da intendere in senso

negativo, e che sia da rifuggire a tutti i costi. Nel Platina, ed esempio, l’ar-

gomentazione è fortemente basata su presupposti misogini, che intendono la

donna come animale imperfetto e deficitario; «nella forma della dissuasoria

piuttosto che della consolatoria, l’autore, venendo in soccorso del più giovane

amico Stella, palesemente in preda ai sintomi della malattia amorosa, trova

il modo di istituire un percorso terapeutico che, in contrasto con la visione

‘cortese’ dell’amore e secondo i dettami della filosofia orale e di quella na-

turale, individua il suo fulcro nell’idea che l’erotomania rappresenti la più

vitanda fonte di perturbazione storica, sociale e individuale».

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Pietro Edo,

che come s’è detto era un religioso, concepì il proprio dialogo per il nipote

Alessandro, che si era trasferito a Padova per frequentare l’università; l’in-

tento, ovviamente, era quello di metterlo in guardia dai pericoli della carne

che avrebbe corso in una città vivace e stimolante, così diversa dal poco at-

tivo Friuli. Per Edo, Anteros ha valore positivo: si tratta della negazione di

Amore nel senso etimologico, e rappresenta esattamente il tipo di condotta

di vita da seguire per raggiungere la virtù, che per il prete è raggiungibile

soltanto attraverso la consacrazione sacerdotale. Da ultimo, Battista Fre-

goso confeziona un’opera che si differenzia radicalmente dalle altre per una

scelta stilistica: quella di scrivere il dialogo in volgare anziché in latino, e di

affiancare alle citazioni classiche e bibliche anche un buon numero di rimandi

a Dante e Petrarca. Proprio dalla lettura dei sonetti di quest’ultimo sorge

il quesito fondamentale del trattato, ovvero se l’amore sia più positivo o più

negativo. All’autore, tendenzialmente propenso alla prima delle due opzioni,

ribatte con fervore Piattino Piatti, umanista milanese, e fermamente convin-

to della nocività di Eros. Il dialogo consiste quindi in una ricerca dell’origine

dell’amore, soprattutto da un punto di vista fisiologico (quasi a rispondere

per le rime al medico Ficino e al suo De vita), per giungere alla conclusio-

ne che l’amore è una malattia dell’anima, la cui unica cura è il matrimonio

mediante il quale tenere a bada gli impulsi sessuali. Non tanto nella scelta

sacerdotale, dunque, come per Pietro Edo, ma in quella nuziale (additata

come unico rimedio anche nell’opera del Platina) consiste l’unica via di fuga

dalla disperazione indotta da amore. Per Battista Fregoso, dunque, Anteros

si configura non come la negazione dell’eros, ma come sua dominazione, e in

questo senso il genovese si mostra molto più moderno e umanista rispetto al

sacerdote friulano.

per l’epoca umanistica è invece fondamentale Dilemmi,Nel regno di Antero, che di fatto prosegue cronologicamente il citato studio di Merrill.

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102

Il dibattito rinascimentale sull’amore

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