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Il processo di autoriforma nel contesto dell’attività consiliare

Nel documento INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2017 (pagine 141-149)

INTERVENTO DEL CONSIGLIERE LUCA FORTELEONI

2. Il processo di autoriforma nel contesto dell’attività consiliare

Il 2016 è stato, per il Consiglio Superiore della Magistratura, un anno di intensa azione riformatrice, che ha trovato primaria espressione in alcune importanti delibere sulle quali mi soffermerò nel prosieguo della presente esposizione, attraverso le quali si è inteso incidere, attualizzandola, sulla normativa secondaria.

Al contempo, l’Organo di governo autonomo della magistratura ha voluto portare il proprio contributo al dibattito su alcuni dei temi di più vivo interesse nell’ambito della giurisdizione, realizzando una proficua interlocuzione istituzionale

con gli Attori – in primo luogo Governo e Parlamento – che hanno promosso interventi di modifica normativa dal notevole impatto sistematico.

La spinta modernizzatrice va iscritta in una prospettiva di sistema che lega le singole iniziative, precipitato del fermo intento di contribuire a rendere l’azione consiliare costantemente informata a canoni di equilibrio, efficienza, tempestività nonché ad elidere, per converso, eventuali ritardi o difficoltà di intervento nell’esercizio delle competenze istituzionali dell’organo di autogoverno.

Il processo di autoriforma avviato dal Consiglio Superiore, al di là della specificità di ogni singolo intervento, si snoda lungo un’unica direttrice condivisa:

la ricerca delle soluzioni più adeguate ad ovviare, nell’esclusivo interesse della collettività, alle disfunzioni del sistema giustizia.

Nel corso del 2016 il C.S.M. è stato particolarmente impegnato a migliorare la qualità della normativa secondaria, aggiornandola alle mutate esigenze degli uffici giudiziari, nonché procedendo con decisione lungo un percorso di semplificazione ispirato ai principi della “better regulation”.

In particolare, si è proceduto oltre nel percorso di auto-riforma dell’istituzione consiliare che costituisce la cifra caratterizzante del presente quadriennio, innanzitutto, mediante la completa riscrittura del Regolamento Interno in una versione integralmente sostitutiva di quella precedentemente vigente.

Lo scopo dell’iniziativa riformatrice, portata a termine con la delibera plenaria del 26 settembre 2016, adottata alla presenza del Capo dello Stato, quale Presidente del Csm, è stato quello di fornire adeguata risposta all’esigenza di dotare l’Organo di governo autonomo della magistratura di uno strumento flessibile e funzionale, che consenta di rendere più adeguati i procedimenti decisionali, eliminando strettoie funzionali e favorendo una definizione delle competenze nel

senso della tempestività dei percorsi deliberativi ed una generale maggiore efficienza della struttura.

Non si è proceduto a un mero riordino formale del testo normativo, eliminando alcune incongruenze derivanti da una stratificazione delle disposizioni non sempre organicamente coordinate, bensì ad un ripensamento dello strumento regolamentare, nella consapevolezza della sua essenzialità per un buon funzionamento dell’attività del CSM, anche in considerazione della valenza di fonte di produzione normativa, che gli deve essere indubbiamente riconosciuta.

Infatti, la direttrice lungo cui si è mosso il Csm è stata quella di velocizzare e rendere internamente e intimamente compatibili i tre principi cardine enunciati nella Risoluzione approvata dal Consiglio l’8 giugno 2015: della collegialità, della trasparenza e dell’efficienza del Consiglio superiore della magistratura.

Le innovazioni più evidenti riguardano:

- l’intero sistema di pubblicità dei lavori degli organi consiliari;

- l’efficientamento e maggiore prevedibilità dei lavori del Consiglio attraverso la ridefinizione degli strumenti di programmazione dei lavori, degli uffici serventi e dei procedimenti deliberativi;

- una maggiore trasparenza ed accountability delle decisioni consiliari, e in tal ambito si richiama la messa a punto della tecnica procedimentale relativa alle c.d.

“votazioni a pacchetto”;

- la rivisitazione delle modalità di partecipazione all’attività internazionale del Consiglio e le relazioni con altri organismi (vi è dedicato l’intero Capo XII, con la conseguente ricostituzione della Nona Commissione);

- la creazione e regolamentazione di nuovi organi consiliari permanenti, quali il Comitato per la biblioteca e l’archivio storico, l’Ufficio per la comunicazione istituzionale e l’Ufficio stampa del Consiglio e l’Ufficio Relazioni Internazionali;

- la previsione della innovativa figura dell’assistente di studio;

- il potenziamento del ruolo della Terza Commissione, che diviene non più eventuale, ma necessario accanto a quello del Comitato di Presidenza, nell’ambito del procedimento di nomina del Segretario generale e del Vice Segretario generale;

- la riponderazione della figura dei Magistrati addetti alla Segreteria o all’Ufficio studi e documentazione e del loro procedimento di nomina;

- la revisione in un’ottica garantista del procedimento in materia di incompatibilità ambientale e funzionale, mediante la previsione dei termini di fase, così da offrire garanzie circa i tempi di svolgimento del procedimento e la predisposizione di apposite guarentigie per il rispetto del principio del giusto procedimento.

Di nuovo conio è la fissazione di innovativi criteri di buona redazione degli atti consiliari, con la previsione che gli stessi debbano rispondere “ai requisiti di omogeneità, semplicità e chiarezza della sua formulazione” ed ispirarsi “ai criteri di semplificazione e riordino in testi unici di tutta la disciplina relativa alle materie di competenza del Consiglio”.

Con riferimento alla procedura per il conferimento degli uffici direttivi, nell’ottica di salvaguardare le prerogative del Consiglio e dei singoli componenti, si è previsto che quest’ultimi possano chiedere il rinvio in Commissione al fine di valutare la posizione di un aspirante pretermesso dalle proposte.

Una novità rilevante concerne certamente il voto a scrutinio segreto, previsto a tutela della libertà di coscienza del votante quando vengono in gioco i diritti inviolabili della persona nonché a seguito di un sub-procedimento incidentale sulle modalità di votazione. Resta fermo il divieto dell’impiego di tale modalità di votazione per la nomina degli uffici direttivi e semidirettivi.

Nel corso del periodo in esame, su proposta della Terza Commissione, sono state disposte 14 pubblicazioni per la copertura di 694 posti vacanti mediante concorsi ordinari e il Plenum ha deliberato il cambiamento di sede di 394 magistrati, coprendo altrettanti posti vacanti.

Il Csm ha conferito le funzioni di legittimità, giudicanti e requirenti, a 32 magistrati (25 consiglieri e 7 sostituti procuratori generali), nonché ha nominato, con delibera del 17 luglio, 4 consiglieri della Corte di Cassazione per meriti insigni.

Particolare menzione deve essere fatta della delibera del 26 ottobre 2016, che ha modificato l’art. 43 della Circolare n. 13778 del 25 luglio 2014, disciplinante i benefici da attribuire ai nuovi magistrati assegnati, come prima sede dopo il tirocinio (M.O.T.), alle sedi cd. “a copertura necessaria”.

Particolarmente impegnativa è stata l’attività correlata alle valutazioni professionali dei magistrati svolta dalla Quarta Commissione. Per effetto degli interventi di riforma legislativa, che hanno comportato l’anticipazione dell’età anagrafica ai fini della cessazione del servizio in magistratura, la Quarta Commissione, nel corso dell’anno 2016, è stata impegnata nella trattazione di numerose pratiche concernenti i molteplici contenziosi promossi da magistrati che hanno raggiunto l’età pensionabile a seguito della predetta riforma.

La Commissione si è occupa anche degli Standard di rendimento, ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs n. 160, come riformulato dalla L. 111 del 2007, fissando alcuni iniziali criteri interpretativi di riferimento, da utilizzare quali parametri ordinatori essenziali, valevoli almeno in questa preliminare fase di sperimentazione.

Particolarmente degna di nota, in materia di conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi è la straordinaria produttività della Quinta Commissione sia per il rilevante numero di posti coperti che per la riduzione dei tempi medi di definizione delle procedure.

Decisivi, al riguardo, gli effetti della riforma del Testo Unico sulla dirigenza e quelli prodotti dalle innovazioni procedimentali e tecnologiche che determinano il

completo superamento di ogni supporto cartaceo nei rapporti tra magistrati, gli Uffici giudiziari, i Consigli giudiziari ed il Consiglio.

Infatti, su proposta della Quinta Commissione Referente, sono stati deliberati dall’Assemblea Plenaria, su proposta della Commissione, 135 trasferimenti in uffici direttivi e 148 in uffici semidirettivi; inoltre, sono state deliberate, altresì, 40 conferme per il secondo quadriennio nelle funzioni direttive e 92 conferme nelle funzioni semidirettive, ai sensi degli artt. 45 e 46 del D.Lvo n. 160/05, modificato dalla L. 30 luglio 2007, n. 111 (modifiche alle norme sull’Ordinamento

Giudiziario).

La Sesta Commissione per la Riforma Giudiziaria e l'Amministrazione della Giustizia nel periodo in rassegna ha rilasciato numerosi pareri ex art. 10 l.

195/58 su disegni di legge di riforma ordinamentale.

Mette, conto menzionare, per il rilievo che ha avuto, la delibera consiliare del 15 giugno 2016, adottata su proposta della Sesta Commissione, concernente la risoluzione concernente la grave difficoltà in cui versano gli uffici giudiziari determinata dalla carenza di organico del personale amministrativo e dei magistrati.

La Sesta Commissione, nel periodo dal 1° gennaio 2016 al 30 novembre 2016, è stata anche impegnata a gestire i rapporti con il Comitato Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura per il tirocinio dei magistrati ordinari, facendo applicazione del nuovo regolamento per il tirocinio, adottato dal CSM con delibera del 13 giugno 2012.

In tal ambito va richiamata la delibera del 7 settembre 2016, con la quale il Consiglio Superiore della Magistratura ha approvato le linee programmatiche relative alla formazione permanente dei magistrati per il 2017 da trasmettere alla Scuola Superiore della Magistratura.

Intensa e feconda di risultati è stata l’attività della Settima Commissione (Commissione per l’organizzazione degli uffici giudiziari) .

Nell’ambito delle competenze della Settima Commissione, degne di menzione sono i lavori del Comitato Paritetico C.S.M. – Ministero della Giustizia, specie avuto riguardo alla revisione delle piante organiche degli uffici giudiziari.

Al riguardo, il progetto ministeriale, prevede, per il settore giudicante, la riduzione di 2 unità per il Tribunale di Messina e di 1 unità al Tribunale di Patti, mentre per il settore requirente, prevede la riduzione di 1 unità per tutte le Procure del distretto.

Al contrario, il Consiglio, ha ritenuto nel parere espresso in data 25 novembre 2016 di dover richiedere l’eliminazione della prevista riduzione di 2 unità per il Tribunale di Messina e, pertanto, il ripristino della precedente pianta organica.

Per il settore requirente, il Consiglio ha ritenuto di dover richiedere, rispetto al progetto ministeriale, l’eliminazione delle prevista riduzione di 1 unità per la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto e, pertanto, anche in questo caso, il ripristino della precedente pianta organica.

Relativamente al Tribunale di Messina si è infatti registrato, nel settore civile, un alto valore del rapporto tra fascicoli pendenti e magistrati in organico, pari a 847 procedimenti a fronte dei 498 della media nazionale, che ha richiesto un rafforzamento dell’organico di almeno 2 unità in più; a questo si aggiunge, per il settore penale, l’esigenza di non indebolire il presidio giudiziario in ragione della presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso sul territorio.

Per quanto riguarda l’ufficio della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto si è ritenuto che la prospettata riduzione dell’organico potesse compromettere la funzionalità di un ufficio di così ridotte dimensioni. Per dette ragioni si è proposto l’aumento di 1 unità a Barcellona Pozzo di Gotto.

Da ultimo, sento di dover esprimere fin d’ora parere nettamente contrario alla ventilata ipotesi di riduzione delle Corti d’Appello minori Siciliane nell’ambito della revisione delle piante organiche di secondo grado, ivi compresa la corte messinese, attesa la necessità della permanenza di un così importante “presidio di prossimità” contro la criminalità organizzata.

Il Consiglio ha altresì fornito contributi per affrontare il delicato tema del rapporto degli uffici requirenti con il Garante per la privacy, a seguito delle prescrizioni impartite dall’Autorità in materia di intercettazioni. Pertanto, in relazione al crescente richiamo alla necessità di garantire la tutela della riservatezza dei dati personali, anche in relazione al trattamento degli stessi da parte delle autorità giudiziarie, è stata approvata, in data 29 luglio 2016, un’importante delibera in materia.

Nel corso del periodo di riferimento, il Consiglio ha proseguito il lavoro, già iniziato nella scorsa consiliatura, relativo al progetto di complessiva reingegnerizzazione del proprio sistema informatico, che sfocerà a breve nell’avvio del nuovo sito consiliare. Inoltre, il Comitato di progetto ha proseguito i lavori portando a termine una serie di obiettivi, quali, per esempio, la Progettazione, realizzazione e implementazione del Datawarehouse del Consiglio Superiore della Magistratura, nell’ambio del progetto di reingegnerizzazione del sistema informativo. Nell’ambito del progetto complessivo di reingegnerizzazione del C.S.M., è stata disposta la creazione di un archivio storico delle prassi indicate dagli uffici giudiziari italiani e la creazione, nel nuovo portale internet del C.S.M., di un’area relativa all’organizzazione degli uffici e al progetto “Buone Prassi”.

Il Consiglio ha inoltre avviato e implementato il piano straordinario di applicazioni extradistrettuali, diretto a fronteggiare l’incremento del numero di procedimenti giurisdizionali, connessi alle richieste di accesso al regime di protezione internazionale e umanitaria da parte dei migranti presenti sul territorio nazionale, che è stato predisposto a seguito della normativa introdotta con la L. n.

135/2015 (conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 83/2015, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria).

La Settima Commissione, a 7 anni dalla precedente risoluzione sul tema, ha istituito un Gruppo di lavoro per la revisione della Circolare in materia di Uffici del Pubblico Ministero, che è arrivato quasi al termine dei lavori. Nel frattempo il Consiglio, su proposta della Settima Commissione, nella seduta del 20 aprile 2016,

ha adottato un’importante delibera su limiti e modalità di esercizio delle competenze del Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello ai sensi dell’art. 6 del D.L.vo n. 106/2006.

3. La redazione di una nuova circolare in materia di organizzazione del

Nel documento INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2017 (pagine 141-149)