Sig. Presidente della Corte Costituzionale Sig. Presidente della Corte di Appello Sig. Procuratore Generale
Sig. rappresentante del Ministero della Giustizia - Sig.ri Magistrati
Sig.ri Avvocati Autorita tutte Signore e Signori,
con grande piacere prendo la parola in rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura, in questa sede distrettuale nella quale per oltre 40 anni ho svolto la mia professione e che mi ha dato modo di confrontarmi con avvocati e Magistrati di grande qualità che molto hanno contribuito alla mia formazione di professionista e di cittadino.
Un particolare saluto al Sig. Presidente della Corte Costituzionale Prof. Grossi, il cui pensiero e la cui azione ho avuto più volte occasione di apprezzare e l’onore di considerare come esempio.
Un saluto non di prammatica alla Sig. ra Presidente della Corte di Appello, Al Sig. Procuratore Generale, a tutto il corpo della Magistratura Toscana, a tutti gli operatori senza distinzione alcuna, per il civilissimo e storico contributo al corretto sviluppo del rapporto tra Giurisdizione e Cittadino, e per i tanti risultati, sia in termini statistici che qualitativi che nel suo complesso si sono potuti conseguire e si conseguono quotidianamente.
Un caro saluto al S.S. Ferri, qui rappresentante del Sig. Ministro della Giustizia la cui opera, pur nella doverosa distinzione dei ruoli e della dialettica che il confronto istituzionale necessariamente comporta, è seguita con costante apprezzamento da parte del Consiglio, ed è corredata da costante collaborazione.
Un saluto alla Avvocatura, Un saluto ai cittadini,
Un saluto al personale senza l’impegno del quale nessun risultato sarebbe concretamente conseguibile.
Porto a tutti il saluto del Sig. Presidente On. Legnini il quale mi ha chiesto, e di ciò mi onoro, di sostituirlo in questa occasione.
Egli, come saprete, è impegnato nelle celebrazioni della apertura dell Anno Giudiziario nella città dell’Aquila, nella sua regione terribilmente sconvolta da eventi tragici che impongono la partecipazione e la solidale presenza delle Istituzioni dello Stato ed in particolare di quegli uomini che ivi sono nati e che meglio di ogni altro comprendono la sofferenza di quei popoli.
A tutte le vittime che quella terra ha visto dall’agosto ad oggi, a tutte le sofferenze di un popolo contro il quale la sorte sembra essersi accanita, va il nostro solidale pensiero e la nostra umana vicinanza.
Né possiamo in questa sede esimerci dal ricordare l’opera di quei Magistrati che, in quei luoghi, ed in una situazione di oggettiva sofferenza operativa, si trovano ad affrontare emergenze che presuppongono un grande dispiegamento di persone e mezzi, ed un grande personale senso di abnegazione.
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Ho apprezzato la relazione del Sig. Presidente della Corte di Appello con i dati che in essa esposti, i quali pongono analiticamente in evidenza tutta la serie di risultati conseguiti, accompagnati da problematiche, molte delle quali comuni al sistema della Giurisdizione, altre peculiari di questo distretto, che impongono comunque grande attenzione nella analisi e determinazione nelle necessarie scelte ai vari livelli.
Queste parole di apprezzamento che formulo a nome di tutto il Consiglio superiore si associano all'augurio che il lavoro compiuto possa essere foriero di un futuro ancor migliore, ricordando a tutti che il perseguimento di risultati di qualità importa impegno collettivo ma anche grandi investimenti innovativi e
coordinazione tra tutti coloro che hanno responsabilità nei rispettivi settori di attività.
Prima pero' di iniziare il mio intervento ritengo doveroso ringraziare pubblicamente anche in questa sede, il Sig. Presidente della Repubblica per la attenzione che riserva al lavoro del Consiglio Superiore , per gli insegnamenti costanti, per il prestigio che con la sua persona ed opera conferisce all'Italia ed all'Ordine Giudiziario Italiano.
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Rappresentero' quindi gli orientamenti fondamentali espressi dal Consiglio, ma prima desidero svolgere alcune riflessioni di ordine socio-politico alle quali particolarmente tengo.
La Giurisdizione non deve essere intesa come corpo separato dallo Stato.
Voluta dalla Costituzione Repubblicana come autonoma ed indipendente, è infatti parte integrante di esso ed esalta la propria autonomia sia nel rispetto delle regole da imporre a tutti i cittadini senza distinzioni, e prima di tutto alle altre istituzioni, sia nell’esempio che da tale funzione deriva, sia nella coesione sociale che il rendere Giustizia comporta per tutta la collettività, come funzione imprescindibile di uno Stato moderno.
In questa sua funzione, una Giurisdizione moderna ed aderente al contesto sociale che velocemente cambia mutando sensibilità, etica comune , esigenze collettive ed individuali, diviene un obbiettivo imprescindibile al quale nessun operatore può sottrarsi.
La Giurisdizione si sta confrontando infatti con velocissimi cambiamenti epocali (che non erano neppure immaginabili quando giovane avvocato, iniziai a confrontarmi con le aule di Giustizia) segnati dalla universalita’ delle conoscenze e dei commerci, dalla globalizzazione della migrazione di popoli, dall’indebolimento degli ordinamenti nazionali che -malgrado diffuse e poco accorte resistenze- appare inevitabile, e comporta necessariamente la cessione di Giurisdizione a favore di entità piu ampie.
La evoluzione della società mondiale e di quella Italiana impone quindi attenzione a nuove emergenze che non possono non aver grande impatto sul sistema
della Giurisdizione la quale, in passato ed in più occasioni, ha dimostrato di essere attenta interprete delle nuove sensibilità sociali ed efficace strumento di soluzione delle nuove conflittualità.
Mi riferisco sinteticamente alle nuove povertà, al confronto con il problema della tutela universale della dignità umana dei cittadini, al confronto con le nuove migrazioni bibliche nei confronti delle quali né i cittadini, né gli stati, né una Europa disattenta può girare la testa facendo finta di non vedere, al confronto con un commercio che non ha più nulla di territorialmente definito, alle problematiche relative alla carenza di lavoro soprattutto giovanile che offrono facile sponda alla criminalità organizzata.
Già in occasione della Inaugurazione dell'anno Giudiziario lo scorso 28.1.2016 in Roma, Il V.Pres del CSM. Sollecitava un cammino verso la modernità...”le funzioni del Giudice richiedono un rinnovato impegno intellettuale una notevole capacita di adattamento, polivalenza culturale……un modello di Giudice ormai posto davanti a nuove e crescenti aspettative che si collocano al crocevia tra crescenti diseguaglianze sociali battute d'arresto nella crescita economica, conflitti tra frammenti di norme ed una legislazione multilivello, non di rado oscura...una magistratura aperta che non arretra al cospetto di mutamenti tanto repentini; un ordine giudiziario capace di recuperare l'orgoglio ed il senso della funzione”.
* Ma non basta.
Maggiore attenzione deve essere tributata al crescente degrado etico che si manifesta nella giornaliera constatazione di eventi di grande allarme sociale, che non lasciano insensibile gran parte della popolazione, stanca e disillusa di fronte a fenomeni di diffusa corruzione che sembrano coinvolgere tutti e tutto e che, soprattutto nel momento in cui attingono anche parte della Politica danno alla gente il senso della impotenza e dell'irrimediabile isolamento.
Una società civile non può infatti permettere che il distacco tra istituzioni e cittadini si allarghi sempre di piu', che l’elusione della legge e la corruzione si trasformino costantemente in sopraffazione dei diritti fondamentali di un popolo, che i deboli e la parte buona della società divengano sempre piu deboli restando
senza presidi, poiché ho sempre ritenuto in tutta una vita dedicata all’impegno sociale che sia un dovere di tutti, a tutti i livelli, porsi il problema di come rendere più giusta per tutti la nostra società, e più accettabile anche per quel numero crescente di soggetti senza tutele per i quali la equità sociale resta un miraggio.
In questo quadro la Magistratura e' gravata da un grande compito, -essendo istituzione alla quale la gente nei momenti di difficoltà sociale e di crasi etica tributa grande fiducia, ritenendone la funzione sacrale inquanto volta a rendere i cittadini uguali ed a farli sentir parte attiva della società alla quale appartengono.
Poiché, per citare un grande di questa nostra terra, i Magistrati devono rimanere..” con dignità e discrezione al proprio posto anche in tempi di generale rovina, per cercare di introdurre nelle formule spietate delle leggi la comprensione umana della ragione illuminata dalla pietà” (Piero Calamandrei)
Ma questo obbiettivo non si raggiunge con comportamenti isolati per quanto pregevoli, essendo la funzione Giurisdizionale un sistema complesso del quale è massima componente la Magistratura libera ed indipendente, ma che non può prescindere dalla sinergica cooperazione sistematica con tutte le altre Istituzioni dello Stato coinvolte, dal Parlamento al Governo.
Discende la necessità di un costante confronto tra tutti gli attori del sistema Giustizia che nel nostro Paese gode di una conformazione plurima e rara, e che presuppone di affrontare le varie problematicità con rispetto reciproco prediligendo il dialogo al confronto bellicoso che non ha mai dato risultati apprezzabili nei sistemi complessi.
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Tutte le istituzioni, politica in primo luogo, hanno però un dovere primario:
quello di creare dei forti sistemi di prevenzione al fine di evitare comportamenti non leciti o quantonemo opachi ovvero contiguità, che incidendo direttamente sulla etica e la deontologia, hanno come conseguenza inevitabile quella di compromettere la loro credibilità.
Questo dovere non è estraneo alla Magistratura che talvolta ( mi riferisco alla esperienza Nazionale ) si trova di fronte anche ad episodi interni che creano
preoccupazione in relazione...” all'affievolimento della credibilita' e della legittimazione...'conseguenza di comportamenti quantomeno discutibili”.
Accanto alla necessita' che l'intera Magistratura reagisca decisamente, appare opportuno valutare la modifica ovvero il superamento dell'art.2 legge delle guarentigie nella sua attuale formulazione che per usare parole piu' autorevoli delle nostre..”non consentono di poter intervenire su casi di incompatibilita' ambientale e funzionale” in maniera veloce ed adeguata...., per cui si ritiene necessaria la attribuzione legislativa al Consiglio di poteri atti ad intervenire in via di urgenza su..
“situazioni anomale e disfunzionali nell'interesse degli Uffici Giudiziari e della credibilita' e prestigio della Magistratura.
In questa logica, come Presidente della prima Commissione, mi sto adoperando per una rilettura critica dell’art. 2 e per le conseguenti possibili proposte di modifica.
La constatazione dell'impegno, mi porta oggi a ringraziare la Magistratura di questo Distretto per la decisa opera di contrasto contro il crimine ed il dilagante fenomeno della corruzione, per la fiducia e la speranza che essa da' in questa azione alla parte sana della societa' italiana, per il supporto morale a coloro che nella politica a diversi livelli si stanno ponendo lo stesso obbiettivo.
Osservo ancora che la Autonomia e la indipendenza della magistratura,- patrimonio storico non contestabile-, non puo’ essere disgiunto da una riconsiderazione dei rapporti tra magistratura politica che vede interazioni e contiguita' istituzionali e personali che questa consiliatura ha gia' fatto oggetto di valutazioni problematiche e dimodifiche regolamentari, ma che a parere di chi vi parla deve essere affrontato con maggior rigore legislativo, al fine di giungere ad una separazione ragionata tra due comparti che la Costituzione ha voluto separati, e che per troppi e noti motivi appaiono tra loro difficilmente compatibili nella comune percezione.
In questo difficile e sinergico compito il CSM sta svolgendo un opera concreta ed in parte innovativa, integrando le sue fondamentali prerogative con iniziative nuove volte a rafforzare il proprio ruolo nel confronto con gli altri organi dello Stato e volte a dare un contributo di efficienza all’intero sistema.
Accanto alle iniziative regolamentari a cui ho fatto sopra riferimento, ricordo la elaborazione del manuale per le buone pratiche frutto di molte a ricche esperienze provenienti da vari Uffici Giudiziari, volte anche a favorire la attuazione delle innovazioni dall’Esecutivo introdotte nel processo civile.
Ricordo anche le linee guida sulle intercettazioni telefoniche realizzate valorizzando le circolari di alcune procure, la riforma delle c.d. tabelle che vede innovativamente recepito il contributo necessario della Avvocatura nella elaborazione dei modelli organizzativi degli Uffici,
il nuovo regolamento interno redatto nel segno della trasparenza della collegialità e della efficienza del CSM.
Senza dimenticare la nuova disciplina sulla dirigenza, la quale, nel periodo dalla sua adozione ha dimostrato di poter dare alle nomine maggiore trasparenza, assieme alla assicurazione della qualita' delle scelte, collegate a precisi indicatori generali e specifici, sulle attitudini, sulle capacita', ed infine sulle esperienze organizzative; ciò nella prospettiva nutrita dalla speranza che questa nuova normazione possa contribuire a limitare anche la incidenza di un sistema correntizio che tutti giudicano deteriore nelle sue estremizzazioni, ma del quale spesso in pochi sanno fare a meno.
Grande impegno è stato profuso dal CSM nel dare concretezza al ricambio dei vertici degli Uffici Giudiziari -che ha interessato gran parte degli Uffici Distrettuali- che, ancora da completare nel corrente anno, ha visto la nomina di ben 539 dirigenti Giudiziari di cui 55 per la Corte di Cassazione 153 per le corti di Appello e 328 per gli Uffici di I° grado.
Quanto alla attivita' di rapporto Istituzionale con l'Esecutivo, va segnalata la collaborativa valutazione che il CSM ha sempre tributato a proposte legislative di apprezzabile indirizzo, ed in particolare alle ultime volte alla semplificazione del processo civile, alla sua velocizzazione, alla riforma organica del processo penale sul quale si auspica che possano essere velocemente superate le difficoltà legate a contrapposte valutazioni sul tema della Prescrizione,
E da ultimo al rapporto con la Magistratura Onoraria.
Auspico che su questa ultima problematica si approfondisca una discussione tutt'ora per molti aspetti aperta e di difficile soluzione, al fine di conferire al sistema Giustizia un elevato grado di efficienza che non puo' oggi non passare attraverso la definizione di un equilibrio delicato ma necessario.
Da ultimo, ma non in ordine di importanza, per la mia storia e per la mia personale esperienza, consentitemi di rivolgere alla avvocatura qui rappresentata, un doveroso ed affettuoso ringraziamento per la attivita' di dialettica e costante collaborazione con la Giurisdizione che, nella necessaria distinzione dei ruoli, trova da sempre nel confronto franco tra diverse posizioni, utile stimolo al miglioramento delle proprie funzioni, nell'interesse proprio della Giurisdizione e nell'interesse piu' alto della Nazione.
Vi ringrazio della attenzione e formulo a tutti noi l'augurio che l'impegno che porremo e porrete in questo nostro lavoro possa essere coronato nell’anno che oggi si apre dalla constatazione futura di risultati apprezzabili.