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INTERVENTO DEL CONSIGLIERE LUCA PALAMARA

Nel documento INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2017 (pagine 191-200)

Signor Presidente della Corte di Appello, Signor Procuratore generale,

Eminenza rev.ma;

Signor Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Autorità tutte,

Colleghe, Colleghi, Cittadini,

1. Innanzitutto, desidero esprimere, a titolo personale ed a nome del Consiglio tutto, un deferente omaggio al Presidente Mattarella: ampia è la gratitudine per la costante attenzione con cui segue l’attività consiliare e per il prezioso interesse che costantemente presta ai problemi della Giustizia italiana.

2. Rivolgo, altresì, il mio pensiero e saluto a tutte le colleghe e i colleghi, agli avvocati e al personale amministrativo, che, pur fra tante difficoltà, operano in questo così importante distretto in modo probo, rigoroso e intransigente nella consapevolezza del rilievo nevralgico che la giustizia ha per il buon svolgersi della convivenza civile.

3. Ho ascoltato con grande interesse la relazione del Presidente della Corte dal quale emerge con chiarezza il quadro dello stato della giustizia nel Paese e più specificamente nel distretto, dei problemi e delle questioni che ancora attendono soluzione e dei traguardi raggiunti.

4. L’inaugurazione dell’anno giudiziario è un momento importante per l’amministrazione della Giustizia: un’occasione di riflessione e di proposte.

In questo contesto la partecipazione del rappresentante del Csm ha il significato - doveroso - di partecipare agli operatori della giustizia e della cittadinanza tutta l’operato dell’organo di autogoverno.

Non occorre in quest’occasione così prestigiosa ricordare che il Costituente ha previsto per la magistratura un sistema di autogoverno

incentrato sul CSM proprio al fine di garantire, tutelare e promuovere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e, quindi, l’indipendente ed imparziale esercizio delle funzioni giudiziarie da parte dei singoli magistrati, quale garanzia fondamentale dei diritti e delle libertà dei cittadini ed in particolare quale garanzia del “diritto allo stato di diritto”, che si traduce nel principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge e dell’uguaglianza della legge per tutti.

E’ in questo senso che il C.S.M. ha più volte affermato che l’indipendenza è un diritto dei cittadini e non un privilegio dei magistrati; ed è a garanzia di questo diritto dei cittadini che la Costituzione ha posto il Consiglio superiore della magistratura.

5. Questa cerimonia, dunque, deve rappresentare un momento di riflessione e di confronto, di bilanci e di visioni prospettiche: in questo senso, va rifugiato il rischio che essa sia vissuta e si palesi come una vuota liturgia, priva di contenuto e, soprattutto, priva di empatia.

Noi operatori di giustizia non possiamo permettere che ciò accada, specie in tempi tanto difficili in cui vi è il rischio che il tessuto connettivo del Paese si possa sfilacciare a causa di una congiuntura economica non felice, non disgiunta da un possibile smarrimento culturale.

6. In questi tempi di crisi, dunque, come pure è stato scritto, occorre tener ben orientata la bussola verso i valori repubblicani. La Costituzione continua a indicare la direzione per l’interprete: e ciò è ancor più vero nell’epoca della post-modernità, che si disvela per l’interagire di plurimi formanti.

Il diritto non trova la sua fonte esclusiva nel conio legale. La progressiva potenza della fattualità non è più arginabile entro i rigidi confini riduzionistici del legalismo formalistico calato dall’alto.

Il diritto, dunque, non viene più ottriato da un legislatore dall’alto verso il basso, ma, invece, si forma in senso contrario, affiorando dal basso verso l’alto.

Infatti, non vi è più nessuna area di interesse che sia rimasta immune dalle decisioni dei giudici: di qui il crescente e naturaliter rilievo politico, sociale ed economico assunto dal potere giudiziario.

La trama fitta ed intrecciata dei formanti normativi, l’emergere di nuovi diritti, la sete, anzi l’arsura di una sempre più efficace tutela giurisdizionale degli stessi attribuisce al potere giurisdizionale, latamente inteso, un ruolo non più periferico nell’assetto istituzionale: non foss’altro perché è l’unico dei tre poteri dello Stato che il cittadino può direttamente attivare e dal quale può legittimamente attendersi una risposta alla propria istanza di giustizia.

Infatti, una moderna declinazione del principio di legalità, nel senso di soggezione al diritto di ogni forma di potere statuale, ivi compreso il potere legislativo, si coniuga con un rafforzamento del principio di giurisdizionalità per cui ogni passo mosso nel senso della limitazione e soggezione al diritto dei pubblici e privati poteri non può che presupporre un allargamento della giurisdizione, nelle sua varie articolazioni.

7. In questo quadro, così complesso ed articolato, il magistrato è chiamato a bilanciare i contrapposti beni di origine costituzionale, sovranazionale ed euro unitaria, in una graduatoria crescente di valori, al cui culmine rimane, ancora forti dell’esperienze tragiche della seconda guerra mondiale, la tutela della dignità umana che costituisce la vera pietra angolare dell’ordinamento costituzionale, quale punto di sintesi dei valori fondamentali del nostro ordinamento, del quale la Repubblica non può mai tollerare od imporne il sacrificio.

In tal senso, rimangono assolutamente attuali le riflessioni del Presidente Napolitano, secondo il quale è necessario che politica e giustizia non possano e non debbano percepirsi come mondi ostili guidati dal reciproco sospetto. Deve prevalere in tutti il senso della misura , del rispetto e, infine, della comune responsabilità istituzionale, nella consapevolezza di essere chiamati solidalmente a prestare un servizio efficiente, a garantire un diritto fondamentale ai cittadini.

8. Per questo va ribadita la necessità che la magistratura nel suo insieme ed i singoli magistrati serbino la propria terzietà costituzionale, quale potere neutro, impermeabile ad ogni impropria vicinanza a centri di interesse politico, economico o, peggio, a poteri occulti.

Per questo con delibera del 4 maggio 2016, il CSM ha dettato linee guida in materia di equa distribuzione delle deleghe nelle esecuzioni immobiliari, al fine di

assicurare la massima trasparenza ed efficienza nella gestione di siffatti procedimenti e nel conferimento di incarichi professionali all’interno di essi.

Ad un crescente ruolo della magistratura nel formarsi del dibattito pubblico e quale parte del ceto dirigente del Paese corrisponde un maggiore onere di trasparenza e limpidezza comportamentale, un’algida distanza da condotte che possono ingenerare sfiducia nei cittadini o impropria confusione di ruoli, come può accadere quando un magistrato sia chiamato a svolgere incarico di tipo politico amministrativo (e il pensiero va alla delibera consiliare del 21 ottobre 2015 sul rapporto tra politica e giurisdizione ).

Di qui il dovere, spesso rammentato anche dal Presidente Scalfaro, dei magistrati di stare attenti anche alle apparenze e di mantenere un atteggiamento di responsabilità e di saggezza: il che non significa timore e timidezze nel’esercizio della giurisdizione, ma ricerca di un punto di equilibrio fra la sua responsabilità, la giusta esigenze di estrinsecazione della propria personalità e il dovere civico di dare un contributo al dibattito pubblico.

All’aumento di responsabilità che incombe sul giudice, deve altresì conseguire una consapevolezza aggiuntiva sugli effetti delle sue decisioni, sul caso concreto e sul sistema.

Dunque, rafforzamento delle coscienze e delle sensibilità, aspetto che il Presidente della Repubblica, il 28 aprile u.s. così descriveva: "I provvedimenti adottati dalla magistratura incidono, oltre che sulle persone, sulla realtà sociale e spesso intervengono in situazioni complesse e a volte drammatiche, in cui la decisione giudiziaria è l'ultima opportunità, a volte dopo inadempienze o negligenze di altre autorità. Per questo l'intervento della magistratura non è mai privo di conseguenze. La valutazione delle conseguenze del proprio agire non può essere certo intesa in alcun modo come un freno o un limite all'azione giudiziaria rispetto alla complessità delle circostanze".

9. Occorre un novello impegno nella difesa dei valori costituzionali dell’autonomia e indipendenza, che oggi si difendono sia tutelando i magistrato da campagne di ingiusta delegittimazione, sia adottando risoluzioni e delibere consiliari consapevoli e adeguate alle pubbliche necessità.

Non è più tempo di chiusure corporative, in cui dissimulare incapacità professionali o inefficienze nella dirigenza o semidirigenza, che si ridondano a danno di colleghi e utenza.

10. Per questa ragione la Consiliatura in corso è profondamente attenta alla realtà effettiva degli uffici e cerca di intervenire in modo coerente e compatto, in modo sinergico, convinta che il miglioramento del servizio giustizia sia un obiettivo che può essere perseguito di pari passo con la tutela dei valori fondanti della giurisdizione e con le esigenze reali della magistratura di oggi.

Il Consiglio superiore della Magistratura è chiamato in causa a pieno titolo, e non da oggi, per conseguire l'irrinunciabile obiettivo di concorrere alla effettiva attuazione del principio di ragionevole durata dei processi, potendo incidere, su diversi fronti e con differenti strumenti, sul fattore tempo nella definizione dei giudizi avanti la magistratura ordinaria.

11. Decisive sono le scelte operate in sede di scelta della dirigenza, di controllo di professionalità, organizzazione degli uffici, mobilità orizzontale, incompatibilità e incarichi extragiudiziari, che il CSM va sostenendo, seguendo un metodo di rafforzamento delle capacità e della coscienza del ius dicere.

Considerato il rilievo del momento ermeneutico nell'inveramento dell'ordinamento giuridico, è di palmare evidenza poi l'importanza della funzione nomofilattica assegnata alla Corte di Cassazione; la tutela delle condizioni per un corretto esercizio di questa prerogativa fondamentale, rimane uno degli obiettivi cruciali del legislatore, ma anche del CSM, nell'ambito delle sue prerogative.

12. Quanto ai carichi di lavoro, il CSM sta verificando la possibilità d’individuazione dei valori medi nazionali di produttività per i singoli settori e le diverse specializzazioni, al fine di realizzare il disposto dell’art. dall’art. 11, comma 2, del D.Lgs. 5 aprile 2006, n. 160, che, ai fini del giudizio sulla professionalità dei magistrati, prevede che la valutazione sia compiuta anche tenendo conto degli standard di rendimento” e “individuati dal Consiglio superiore della magistratura, in relazione agli specifici settori di attività e alle specializzazioni.

13. Sicure ricadute sull’ottimizzazione quali-quantitativa dell’attività svolta dai magistrati, senza ricadute di conformismo giudiziario o di delimitazione del

perimetro del prudente apprezzamento che è rimesso in via esclusiva ad ogni magistrato, è la recente costituzione di un gruppo di lavoro per l'elaborazione di linee guida in materia di organizzazione del lavoro giudiziario, anche con riferimento alle tecniche semplificate di redazione dei provvedimenti, al fine di garantire la ragionevole durata del processo e di sistemi di selezione a mezzo esame preliminare (cd. filtri) delle impugnazioni introduttive del giudizio di II grado (delibere del 23 novembre 2016).

14.Costante è poi l'attenzione consiliare sulla razionale allocazione delle risorse e sulla ottimizzazione dei modelli organizzativi. Con delibera del 23 novembre 2016 si è proceduto ad esprimere parere sullo schema di decreto ministeriale recante la nuova determinazione delle piante organiche degli uffici giudiziari di primo grado; inoltre, è stato avviato un importante percorso di rinnovamento e revisione del sistema tabellare, rivisto sin dalle sue fondamenta culturali.

15.Sempre in tema di organizzazione, con la recente Risoluzione del 16 marzo 2016, il Consiglio è intervenuto con misure incidenti sull’organizzazione degli Uffici di Procura competenti per i delitti commessi in materia o con finalità di terrorismo, definendo anche i rapporti con la Procura nazionale antiterrorismo e fornendo direttive di coordinamento investigativo.

16.Inoltre, presso la Settima Commissione ha svolto la revisione integrale della Circolare sulle tabelle degli uffici giudicanti , nella prospettiva di creare un sistema di riferimento gestionale uniforme, razionale e sostenibile, ispirata al benessere organizzativo.

17.Vale, poi, la pena segnalare che, con delibera del 29 luglio 2016, il Csm ha proceduto ad una ricognizione di buone prassi in materia di intercettazione di conversazioni. Nel documento si sottolinea la centralità della figura del P.M. nella gestione e direzione delle indagini, nella selezione delle intercettazioni e nella attivazione delle procedure di stralcio e distruzione

18.Di notevole rilievo è l’intervenuta radicale revisione del Testo unico per il conferimento degli incarichi direttivi (luglio 2015) da garantire più certezza nei tempi di designazione dei capi degli Uffici, nonché garanzia di collegare le

aspirazioni alla guida degli stessi Uffici giudiziari con elementi di merito, capacità organizzativa, professionalità e aggiornamento

L’intervenuta radicale revisione del Testo unico per il conferimento degli incarichi direttivi (luglio 2015) sta producendo i suoi effetto in punto di maggiore certezza nei tempi di designazione dei capi degli Uffici, nonché ampia garanzia di collegare le aspirazioni alla guida degli stessi Uffici giudiziari con elementi di merito, capacità organizzativa, professionalità e aggiornamento. Va registrata con massimo apprezzamento la sempre più ampia apertura della dirigenza giudiziaria al genere femminile,

Numero Conferimenti di incarichi direttivi e semidirettivi al 23/11/2016

Funzioni Donne Uomini Totale %

donne

Direttive 60 176 236 25%

Semidirettive 98 163 261 38%

Totale 158 339 497

Decisi dalla Commissione e in attesa di

delibera di plenum 36

Totale generale 533

19.In quest’anno appena trascorso il Csm si è confrontato con la riforma integrale della magistratura onoraria portata dalla legge 57/2016, rispetto alla quale ha reso parere durante i lavori parlamentari e ne ha gestito le immediate ricadute, dando sicure indicazioni ai magistrati onorari e ai dirigenti degli uffici.

20. Si segnala, infine, un aspetto di rilievo che, pur riguardando il funzionamento interno del CSM, produrrà i suoi effetti benefici anche per l’amministrazione della giustizia.

Il Csm, in ragione dell'importante contenuto dei compiti assegnatigli dalla Carta costituzionale, ha avviato un'importante azione di autoriforma, finalizzata ad improntare la propria attività a regole di speditezza, efficienza, semplificazione, trasparenza e qualità

Per questo è stato integralmente riscritto il Regolamento Interno, che, approvato nel corso del Plenum del 26 settembre 2016 presieduto dal Capo dello

Stato, modifica integralmente il funzionamento del CSM, sulla base del rafforzamento dei principi di collegialità, di trasparenza e di efficienza.

Nel documento INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2017 (pagine 191-200)