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Il tema del sanatorio nel contesto italiano

I sanatori in Italia, 1900-

3.1. Il tema del sanatorio nel contesto italiano

3.1.1. Elementi di climatoterapia alpestre

La storia della medicina attribuisce l’impianto del primo istituto per la cura sanatoriale ad Hermann Brehmer, giovane biologo tubercoloso che, trovata la guarigione in Himalaya, tornò in patria convertito alla tisiologia diventando il fondatore della terapia sanatoriale.

In Italia, nel 1847, il medico torinese Biagio Gastaldi, malato di petto ed in seguito ad episodi di emottisi, venne sottoposto dai

colleghi a ripetuti salassi.1 Ribellatosi a queste pratiche ancora legate

alla vecchia scuola secondo cui le “cavate di sangue”, riducendo la pletora sanguigna, rappresentavano la cura ottimale, decise di curarsi da sé.

[…] Mi opposi risolutamente al salasso ordinato e appigliatomi all’uso del ghiaccio, del buon brodo, quindi della carne, del vino e della birra, in venticinque giorni mi riebbi, a segno da poter mettermi in viaggio alla volta di Usseglio […] posto in cima di una delle tre valli di Lanzo all’altezza di 1285 metri ove trovasi un altipiano largo mille metri e lungo 5000. […]2

1 F. A

BBA, Il regime igienico–dietetico nell’alta montagna iniziato da Biagio Gastaldi, Mariotti, Pisa 1911.

2

Qui si ritemprò a forza di riposo, alimentazione abbondante, aria e sole finché poté tornare in città al suo lavoro di medico; nel 1858 pubblicò sulla «Gazzetta medica degli stati sardi» una memoria dal titolo Influenza salutare del clima di montagna nella cura della tisi

polmonare incipiente, nella quale sosteneva l’utilità del clima di

montagna per la prevenzione e la cura dei primi stadi della malattia. Il

dottor Gastaldi, ottimo alpinista3, aveva osservato che gli abitanti alle

quote sono predisposti alle infiammazioni catarrali acute delle vie respiratorie ma raramente si ammalano di tisi. «Le affezioni catarrali – scriveva - seguono nelle montagne un movimento opposto a quello della tisi; le prime crescono in intensità ed in frequenza col crescere dell’altezza del sito, la seconda all’incontro si fa sempre più rara sino a scomparire totalmente». L’effetto benefico della montagna era da attribuirsi, secondo Gastaldi, non solo all’azione dell’aria atmosferica rarefatta e pura sui processi metabolici del corpo umano, ma anche alla maggiore attività respiratoria di chi vive in quota. La via terapeutica da lui praticata con successo era rivolta non ad un’azione diretta contro l’agente morboso ma a stimolare e irrobustire i mezzi di

resistenza dell’organismo4

.

I mezzi curativi impiegati nei primi sanatori italiani furono soprattutto di natura igienica: riposo del corpo e dello spirito, alimentazione sostanziosa e razionalmente ordinata, pulizia e igiene degli ambienti di soggiorno e distruzione degli sputi, il principale veicolo di contagio. Accanto ai precetti igienici, il contatto permanente e la comunità di vita con il medico direttore, doveva instillare nei malati la speranza di guarigione; ne sorvegliava le condizioni e interveniva al primo insorgere di complicazioni; lo educava ai precetti dell’igiene personale ed ambientale finché non fosse diventato collaboratore del medico nella cura di sé e nella salvaguardia degli altri5. Gastaldi non diede tuttavia seguito a queste intuizioni con la definizione di una terapia e l’impianto di una struttura per praticarla.

3

Il suo nome compare tra i fondatori del CAI.

4

Cfr. P.PATRIARCA, La valle incantata, op. cit., pp. 71, 72. 5 C.M.B

ELLI, Costruzione degli ospedali-ospizi e stabilimenti affini, Hoepli, Milano 1913, p. 398.

3.1.2. Faustino Donati e l’istituzione dei sanatori in Italia

La fama dei sanatori stranieri, le positive statistiche sulle guarigioni e la redditizia prospettiva dell’industria della tubercolosi accesero, all’inizio del secolo, la corsa al sanatorio anche in Italia.

Alfieri della nuova industria sanatoriale furono soprattutto alcuni medici lombardi che avevano conosciuto, direttamente o tramite le pubblicazioni dei colleghi tedeschi e svizzeri, gli istituti stranieri di cui avevano studiato le particolari localizzazioni, le caratteristiche costruttive, le dotazioni tipologiche e impiantistiche, i modelli di funzionamento e gestione, i problemi organizzativi e finanziari nell’intento di riprodurli in Italia.

Il dott. Faustino Donati, da Arizzano sul Lago Maggiore, pubblicò un fascicoletto nel 1900, nel quale, dopo aver preso in esame i più importanti sanatori europei già esistenti ed avviati, conduceva un’ampia perorazione per l’impianto di analoghi istituti in Italia fino a proporne uno proprio ad Arizzano, sul Lago Maggiore. Il lavoro del

dott. Donati non è dissimile da quello del dott. Ausonio Zubiani6 ma si

presenta più stringato e puntuale nel tracciare l’itinerario dei principali istituti europei per mezzo di quello che è forse un escamotage narrativo, il viaggio – itinerario per i sanatori europei, che ripercorre in gran parte le tappe di Knopf,7 ed è più esplicito nel sostenere la

riuscita finanziaria connessa all’impianto di un sanatorio per agiati. «La presente memoria è una relazione illustrativa della proposta di fondare la Società dei Sanatori d’Italia, allo scopo di costituire nelle località più adatte per condizioni terrestri ed atmosferiche degli stabilimenti speciali a pagamento per la profilassi e la cura razionale della tubercolosi8.».

Il dott. Donati inizia la propria esposizione pubblicando una tabella statistica dei principali sanatori europei volta a dimostrare

6

A.ZUBIANI, La cura razionale dei tisici ed i sanatori, Hoepli, Milano 1898.

7 S.-A. K

NOPF, Les sanatoria, (tesi di laurea), cit. 8

[…] essere il sanatorio una fonte inesauribile di documenti comprovanti, […] la guaribilità della tubercolosi […] E come […] tutti i malati nel sanatorio migliorano perché è un fatto incontrastabile che il trattamento igienico dispiega in generale la sua potenza d’azione contro la febbre, i sudori e l’anoressia riuscendo quasi sempre a dominarli e sopprimerli; […] Chiunque fosse incredulo e scettico, leggendo questi cahiers, diventerebbe un convinto apostolo del sanatorio.

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