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La terapia ambientale e l’isolamento dei malat

I sanatori in Europa nel secondo Ottocento

2.1. La terapia ambientale e l’isolamento dei malat

2.1.1. Herrmann Brehmer e il sanatorio di Goerbersdorf

Il primo sanatorio di Germania è quello fondato da Herrmann Brehmer (1826-1889) nel 1859 a Goerbersdorf, l’odierna Sokolowsko, una località climatica nella provincia prussiana della Slesia, romanticamente collocata in un profonda e boscosa valle a poco più di 550 metri di altitudine sul versante meridionale della catena montuosa dei Giganti e distante poche ore di treno dal confine tedesco, da Praga e da Cracovia1.

La storia della medicina indugia sulla figura di Brehmer2, sul

primato della sua realizzazione e sulla biografia di giovane biologo malato di petto, in cerca di guarigione sulle vette Himalayane dove si recò per completare gli studi. Sconfitta la malattia grazie al clima di montagna, tornò in patria e si consacrò agli studi medici che

1

A sei chilometri di distanza si trova Friedland, stazione della linea ferroviaria Breslau – Friburgo e ancora più vicina è la fermata della linea che serve i Monti Giganti.

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Persino il nome Behrens, scelto da Mann per il consigliere della Montagna Incanta suona come un lontano omaggio.

terminarono nel 1854 con una dissertazione dal titolo inequivocabile

Tuberculosis primis in stadiis semper curabilis3.

La Kurhaus che porta il suo nome venne costruita cinque anni dopo la laurea per metterne in pratica le tesi. Il trattamento si basava sulla cura d’aria, il metodo Brehmer, per la quale venne predisposto un parco di 110 ettari completo di grotte, padiglioni e di una fitta rete di

sentieri costellata da ben 360 aree di sosta con panchine4.

Il fabbricato principale era una costruzione dal carattere monumentale realizzata in momenti successivi a partire dal 1859 e distinguibile in vecchia (1859–1862) e nuova Kurhaus (1878). Altri villini, “Villa Rosa”, “Casa Bianca”, “Casa Nuova” furono costruiti all’interno del parco.

La paternità di queste realizzazioni non è del tutto chiara ma per la

Neue Kurhaus è ragionevole pensare alla mano di Erwin Oppler (1831

– 1880) o ad un esponente del suo gruppo. Oppler aveva frequentato fino al 1850 lo studio di Conrad Hase, elemento di spicco della scuola di Hannover nota soprattutto per le architetture domestiche in foggia neogotica e caratterizzate da schemi compositivi asimmetrici e anti classici; si era poi trasferito a Parigi come praticante presso vari studi

tra cui quello di Viollet-le-Duc.5 Qui si avvicinò al lavoro di

Ungewitter, il cui stile era prossimo all’architettura neogotica francese forse più di ogni altro tedesco del periodo. Al ritorno in patria aprì un proprio studio e, quando Ungewitter morì prematuramente nel 1864, accolse i suoi migliori assistenti cosicché l’atelier si ricostituì ad Hannover nel corso degli anni Sessanta. Supportato da questi abili goticisti, Oppler impiantò un ufficio grande e moderno in grado di gestire varie commesse contemporaneamente e la sua fama di disegnatore di ville ed edifici commerciali, invariabilmente improntati ad un solido e vigoroso neogotico si diffuse rapidamente in tutta la Germania. Il debito con Ungewitter era palese perché, mentre le piante

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H.BREHMER, Die Aetiologie der chronischen Lungen-schwindsucht vom Standpunkt der

klinischen Erfahrung, A. Hirschwald, Berlin, 1885. In particolare l’introduzione, dove

Brehmer cita a più riprese la propria tesi di laurea.

4 R.O

RTMANN, Görbersdorf Dr Brehmer's Heilanstalt für Lungenkranke, Zurich, Orell Füssli und Co., 1882, in «Europäische Wanderbilder» (Illustrated Europe) n. 34-35.

5 Secondo Dave Luthi, un riferimento per questa costruzione di sapore neogotico

potrebbero essere i disegni per l’infermeria dell’Abbazia di Ourchamps pubblicati da Viollet- le-Duc sulla prima edizione del Dictionaire.

erano fatte nella maniera più libera possibile in modo da esprimere chiaramente il loro carattere funzionale, i prospetti proponevano tutta la varietà degli apparati decorativi cari al maestro: materiali

combinati, imposte prominenti, colonnette tornite ed una

giustapposizione quasi aggressiva di masse contrastanti6.

L’edificio del sanatorio risulta, nella sua versione definitiva7

, costituito da tre corpi di fabbrica: ad ovest la vecchia Kurhaus, un grosso edificio a pianta rettangolare fiancheggiato da una sorta di torre a base quadrata e sormontata da un tetto appuntito; all’altra estremità la nuova Kurhaus, con le due torri cilindriche a delimitare l’ingresso e che presentava una facciata decorata con arcate ogivali sostenute da colonnine e formanti una serie di balconi coperti; al centro una delle

due torri aveva sede l’appartamento del direttore8

.

Entrando nella nuova Kurhaus dalla porta sul fronte principale, si incontrava un hall di sapore alberghiero ed uno scalone monumentale

con decori alle pareti, iscrizioni ed aforismi9. L’edificio constava di tre

piani serviti da un ascensore; alcune sale comuni si trovavano all’interno dello stabilimento, altre all’esterno, negli annessi. Anche gli arredi e le decorazioni erano in stile gotico, i mobili dipinti ad olio, ornati da decori ed intarsi. Le finestre delle camere erano grandi ma sprovviste di vasistas e di imposte. L’aerazione avveniva mediante un’apertura situata vicino al soffitto e collegata con un camino centrale di richiamo.

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Oppler fu anche il primo importante architetto ebreo tedesco ed il maggior disegnatore di sinagoghe. La tradizione del functional planning avviata da Haze e definita da Oppler continuò ad influenzare il design tedesco per tutto il Ventesimo secolo. Nel monumentale

Deutsche Kunst des neunzehnten Jahrunderts del 1899, Cornelius Gurlitt rese tributo alla

scuola di Hannover, a conferma del suo ruolo importante nella definizione di un’architettura domestica fondata sulle forme ed i principi medievali.

M.J. LEWIS, The politics of the German Gothic revival: August Reichensperger. The

architectural history foundation of New York, MIT press, Cambridge (Massachusset) / Londra

1993.

7

S.-A. KNOPF, Les sanatoria. Traitement et prophylaxie de la phtisie pulmonaire,

Georges Carré et C. Naud, Paris 1900, p. 145.

8 O.E

DWARD, M.D.OTIS, Hospitals and Sanatoria for Consumption Abroad, Boston Med Surg Journal, n. 7 (april) 1898, pp. 313-318 .

9 «Dove il malato si trova bene, che ci resti fino alla guarigione», S.-A. K

NOPF, Les

Sanatoria. Traitement et prophylaxie de la phtisie pulmonaire, tesi di laurea in medicina,

Brehmer attribuiva l’insorgere della tisi ad un compendio di cause predisponenti sia di tipo anatomo–patologico (lo squilibrio tra un cuore troppo piccolo e polmoni troppo grandi) sia di tipo igienico e comportamentale come un’alimentazione scorretta, così che nella sua analisi non è sempre chiara la differenza tra causa ed effetto. La terapia praticata da Brehmer era ancora arcaica dal punto di vista clinico e, accanto ad ai tradizionali rimedi della buona e sana alimentazione imperniata sulla dieta latteo – casearia10 e della vita all’aria aperta, si basava sulla fiducia nel lieu immunisé, rifugio sicuro dove la tubercolosi non esisteva e l’organismo poteva riguadagnare la salute persa tra i miasmi della città mortifera.

Il complesso vantava inizialmente una capienza di 100 posti, poi cresciuta a seguito degli ampliamenti. Le camere affacciavano su entrambi i fronti degli edifici secondo uno schema a corpo doppio ancora lontano dagli studi tipologici del sanatorio ideale mentre sul fronte meridionale della Kurhaus, era già presente la lunga veranda di cura collegata, mediante il vestibolo, al giardino d’inverno ed alla biblioteca vetrata affacciati sul cortile interno.

Nonostante il grande prestigio connesso al fatto di essere stato il primo stabilimento dedicato alla cura polmonare, il sanatorio di Brehmer presentava inconvenienti sostanziali ed una filosofia di progetto lontana dagli esperimenti sul binomio terapia – architettura che verranno precisati con la fine del secolo: la costruzione era ricca e lussuosa ma la grande attenzione agli apparati decorativi la rendevano più simile ad un confortevole hotel in foggia neogotica che non ad un

moderno ospedale e riflettevano una sostanziale distanza

dall’evoluzione della teoria igienico–sanitaria che avrebbe caratterizzato i decenni successivi.

Sulla scorta del successo di Brehmer e per accogliere il numero crescente di malati che pervenivano a Goerbersdorf, sorsero in breve altri due istituti per la cura polmonare: il primo venne fondato nel 1875 del dottor Römpler, allievo e assistente di Brehmer, consistente, sul modello dell’illustre predecessore, in una Kurhaus propriamente

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Sia Donati che Knopf descrivono, nei rispettivi itinerari attraverso gli istituti d’Europa, una grande stalla di pertinenza del sanatorio con più di cinquanta vacche per la produzione autonoma del latte. Ad alcuni malati veniva inoltre somministrato il kefir, anch’esso prodotto all’interno dello stabilimento.

detta e in piccoli chalet sparsi nel grande parco di pertinenza. In ossequio ai precetti brehmeriani, questo istituto poteva vantare giardini e terrazzi ben curati che, insieme ad un trattamento alberghiero di primo ordine e ad un attenta gestione famigliare, dovevano rendere più accettabile la disciplina della degenza che non permetteva ai pazienti di allontanarsi dalla clinica. Nel 1887 lo stabilimento venne dotato di una veranda di cura vetrata al piede del fabbricato principale, con orientamento verso sud-est.

La terapia praticata era quella teorizzata da Brehmer, con l’aggiunta delle sedute idroterapiche per le quali erano stati predisposti dei cabinets de bains sia all’interno della Kurhaus che in

una della ville annesse all’edificio principale11. La capienza

complessiva della struttura era di circa 100 posti.

Vi era poi il sanatorio della contessa Puckler, diretto dal dott. Weicker, meno vasto degli altri due ma più accessibile economicamente in ragione di un trattamento di pensione più

modesto12. Questo stabilimento sorgeva a poca distanza dal paese ed

alla medesima altitudine; poteva accogliere una trentina di pazienti in un fabbricato tradizionale che ricorda più una grande villa che un piccolo sanatorio e che era forse il frutto di un adattamento alla nuova funzione sanitaria. Anche qui, nel corso degli anni Novanta, venne costruita un veranda di cura aderente alla costruzione.

Dopo il 1889, il dott. Weicker assunse anche la direzione del nuovo Krankenheim costruito a Goerbersdorf, dopo il varo della legge sull’assicurazione antitubercolare obbligatoria in Germania, il quale poteva vantare una capienza di ben 160 posti distribuiti in diversi padiglioni.

Goerbersdorf si consolidò rapidamente come polo per la cura polmonare e ad accrescerne la fama contribuirono le statistiche

11 Il sanatorio disponeva di una sorgente di proprietà a poca distanza dall’edificio

principale.

12 F. D

ONATI, Sanatori esteri ed istituzioni dei sanatori in Italia, Stampa a cura dell’autore presso la Tipografia Operaia (Società Cooperativa) di via Principe Umberto 10, Milano 1900, pp. 6-7.

mediche estremamente favorevoli che proponevano percentuali di

guarigione superiori al 75%13.

Alla fine degli anni Ottanta il dott. Driver, altro allievo di Brehmer acquistò lo stabilimento dei bagni ferruginosi conosciuto con il nome di Reiboldsgrun in un punto riparato sulle pendici a nord dell’Erzebirge, per impiantarvi un proprio sanatorio dedicato alla cura polmonare. Lo stabilimento poteva ospitare circa 300 tubercolosi e la sua notorietà era dovuta, oltre alle ottime statistiche di guarigione pubblicate dalla direzione sanitaria, alla relativa libertà lasciata agli ammalati, qui compatibile con il rigore della cura perché costoro «trovandosi in un luogo romito, lontano dai centri, sono anche al sicuro dalle tentazioni di commettere imprudenze ed infrazioni alle regole»14.

La stazione era strutturata sul modello termale e si componeva di otto grandi ville destinate ai pensionanti e di una Kurhaus propriamente detta costruita tra il 1889 ed il 1890 che ospitava gli ambienti comuni e le sale più importanti. Davanti ad essa si sviluppava una grande terrazza per la cura d’aria che non prevedeva la veranda coperta.

Figura 1 - Sanatorio Rompler a Goebersdorf (cartoline pubblicitarie di inizio Novecento)

13 I dati sono dello stesso Brehmer: H. B

REHMER, Mittheilungen aus Dr. Brehmer's

Heilanstalt für Lungenkranke in Görbersdorf, J. F. Bergmann, Wiesbaden 1889.

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Figura 2 – Il sanatorio Brehmer a Goebersdorf (S.-AKNOPF, Les sanatoria. Traitement et

prophylaxie de la phtisie pulmonaire, Tesi di laurea, Parigi 1895, p. 85)

Figura 3 – Il sanatorio Brehmer a Goebersdorf, vista del giardino d’inverno (R.ORTMANN,

Görbersdorf Dr Brehmer's Heilanstalt für Lungenkranke, Orell Füssli und Co., Zurich 1882,

Figura 4 – L’ex sanatorio Brehmer a Goebersdorf, oggi Sokolowsko, dopo l’incendio del 9-10 ottobre 2005. In primo piano i resti della Neue Kurhaus (foto dell’autore)

Figura 5 – L’ex sanatorio Brehmer a Goebersdorf, oggi Sokolowsko, vista del giardino d’inverno (foto dell’autore)

Figura 6 - L’ex sanatorio Brehmer a Goebersdorf, oggi Sokolowsko, il corridoio del primo piano (foto dell’autore)