I sanatori in Europa nel secondo Ottocento
2.2. Aria e riposo nella galleria di cura
2.2.5. Sanatori di altre nazion
La Gran Bretagna, prima che venisse costruito il grande “King Edward VII” presso Midhurst nel 1909, affidava i propri tubercolosi alle colonie marine del Devonshire ed ai reparti ospedalieri specializzati come il “Brompton” ed il “Victoria Park” di Londra ed il “Craigleith” di Edimburgo.
30
Pur senza pretese di esaustività nell’elencare gli istituti per la cura della tubercolosi sorti in Germania sulla scorta dei due maggiori esempi di Goerbersdorf e di Falkenstein, occorre ricordare quello di Grabowsee, presso Oranienburg, diretto dal dott. Gerhard e quello di Malkow, per la città di Berlino; il sanatorio d’Albertzberg, presso Reiboldsgrun, costruito per conto della Società dei sanatori di Sassonia ed l’istituto di Arlen per il Granducato di Baden; quello di Planegg per la città di Monaco.
Il “Brompton” consisteva in un unico padiglione con schema planimetrico tradizionale ad “H”, ogni braccio misurava 58 m di lunghezza mentre il braccio trasversale con l’ingresso, le scale e gli uffici era un poco più lungo. Era una costruzione in foggia di villa inglese con accenni neogotici, tuttavia funzionava in maniera sostanzialmente simile ai sanatori coevi dai quali differiva anche per la sua collocazione urbana. L’esempio della sua efficienza offrì un valido argomento a coloro i quali si opponevano alla costosa costruzione dei nuovi sanatori antitubercolari nelle località montane o comunque lontane dai centri urbani e che insistettero per convertire in tubercolosario popolare uno o due degli ospedali presenti nelle grandi città in modo da combinare l’economia della localizzazione urbana con i minori rischi di contagio che un istituto specializzato era in grado di garantire31.
Il sanatorio di Ventnor, “The Royal National Hospital for Consumption”, fu edificato grazie all’opera della carità privata sull’isola di Wight per i poveri del Regno. La costruzione di questo istituto avvenne gradualmente a partire dal 1868 con un piccolo edificio isolato. Negli anni seguenti il sanatorio fu ingrandito secondo una logica di sviluppo modulare affiancando a questo primo padiglione altre 9 unità identiche fino a formare una lunga stecca leggermente ricurva lungo un ampio arco di cerchio. Ogni coppia di padiglioni era concepita come semi indipendente e comprendeva una propria cucina con sala da pranzo, un gabinetto medico ed una sala di isolamento per i malati più gravi. Non c’erano verande e la terapia, pur basata su riposo e alimentazione, non prevedeva la cura d’aria sulla sdraio32.
In Francia33 vanno ricordati gli stabilimenti del monte di Canigou,
a 620 m di altitudine sui Pirenei Orientali, fondato nel 1890 dal dott.
Sabourin per la pratica del metodo Brehmer. Vernet-les-Bais era una
31
J.B. MCDOUGALL, Tuberculosis: a global study in social pathology, S. Livingstone, Edimburgo 1949.
32 S.-A. K
NOPF, Les sanatoria, (tesi di laurea), cit., p. 185. 33
Per un quadro completo dell’architettura sanatoriale in Francia: P. GRANDVOINNET,
Histoire des sanatoriums en France (1915-1945). Une architecture en quête de rendement thérapeutique. Tesi di dottorato in storia dell’architettura discussa il 29 giugno 2010 a l'Ecole
località già nota per le acque sulfuree. Il regime alimentare presentava qui la tradizionale somministrazione dei tre pasti principali. Sabourin era inoltre un teorico della boulle d’acqua calda che i pazienti dovevano tenere sui piedi durante le ore di riposo all’aperto. Lo stabilimento comprendeva un hotel a tre piani con 70 grandi camere affacciate sul parco; una prima galleria di cura si trovava a fianco dell’hotel, mentre altre due erano collocate a poche centinaia di metri in una zona verde riparata da un’altura. Allo stesso Sabourin si dovette l’avvio, nel 1898, del piccolo sanatorio di Durtol, a 520 m di altitudine sopra Clermont–Ferrand, presso Royat, al centro del Paese.
A Pau, nei bassi Pirenei, il dott. Creuzet, epigono di Dettweiler, avviò il proprio sanatorio nel 1896. Lo stabilimento si componeva anche in questo caso di un corpo principale, di una dependance e di un padiglione-veranda per la cura d’aria separato dal fabbricato principale con le camere che erano solo 14, a due letti.
Le maggiori realizzazioni francesi furono tuttavia il sanatorio di Hauteville, nel dipartimento dell’Ain, presso Lione, a circa 900 m di altitudine e quello di Angicourt presso Liancourt, per la città di Parigi. Entrambi i complessi vennero prigettati di Henri Belouet, architetto a servizio dell'Assistance Publique de Paris che, al pari dei colleghi europei, intraprese una ricognizione preliminare presso i sanatori pionieri di Germania al fine di studiarne i sistemi di cura, le tipologie e le tecniche costruttive. I sanatori di Angicourt e di Hauteville
vennero inaugurati entrambi nel 190034.
34
H. BELOUET, Etudes sur quelques hôpitaux en Allemagne, Administration générale de l'Assistance publique à Paris, Parigi 1892. A questo piccolo lavoro, in tutto paragonabile al viaggio compiuto da Faustino Donati otto anni più tardi, fece seguito l’indagine pubblica nel 1895 da Leon-Petit, per conto del Ministero dell’Interno Le phtisique et son traitement
hygiénique (sanatoria, hôpitaux spéciaux, cure d'air) che aveva però soprattutto carattere di
denuncia sociale del flagello tubercolare.
Sul sanatorio di Hauteville si veda in particolare F. DUMAREST, L'hospitalisation des
tuberculeux à l'étranger. Etude critique pour servir à la création du sanatorium d'Hauteville (Ain), Alexandre Rey - Ouvre Lyonnaise des tuberculeux indigents, Lyon 1897. Il testo
contiene una selezione dei maggiori esempi stranieri (svizzeri e tedeschi soprattutto) preliminare alla realizzazione del sanatorio per la città di Lione, secondo una consuetudine ripresa in occasione dell’avvio dei sanatori in tutta Europa. F. DONATI, op. cit.
Un medico italiano che lavorava con Dumarest, pubblicherà in Italia uno studio analogo, ma siamo già negli anni della sanatorializzazione statale. F. PARODI, La climatoterapia e
Non va dimenticato il sanatorio marino di Arcachon, località a 59 km circa da Bordeaux sul litorale atlantico, allora circondata da una sterminata foresta di pini marittimi. Negli anni Novanta la stazione si divideva in Ville-d’été, la cittadella di Arcachon propriamente detta, ed in Ville-d’hiver, destinata ai soli tubercolosi. Non si trattava, in sostanza, di un sanatorio chiuso ma di un grande villaggio isolato di oltre 300 tra ville e villette compendio degli stili architettonici più diversi.
Gli ospedali per tubercolosi ebbero, come in Italia, un ruolo importante nelle prime fasi della lotta alla malattia. In particolare l’ospedale di Villers-sur-Marne, composto di due padiglioni allineati ed organizzati internamente in una lunga struttura ad arcate in ferro. Per sfruttare la grande altezza, era stato previsto un mezzanino a ballatoio dove trovavano posto i letti dei malati, mentre il piano terra era destinato ai servizi medici. Le grandi vetrate facevano entrare la luce e permettevano una buona vista della campagna circostante. Si deve inoltre ricordare l’ospedale marino di Berk-sur-mer, istituito
dall’Assistenza Pubblica della Città di Parigi nel 186135
.
L’Austria possedeva il sanatorio di Neu–Schmeck per malati facoltosi, diretto dal dott. Szontagh e situato nell’odierna regione ungherese dei Carpazi a 1000 m d’altitudine. Costruito in altura e concepito ancora come una piccola casa di cura lussuosa, offriva un’ospitalità eccellente e la possibilità di diversi trattamenti, climatoterapia, idroterapia, pneumoterapia, massaggi, inalazioni. Tuttavia la posizione isolata e la lontananza da vie di comunicazione
importanti lo costringevano ad una prolungata chiusura invernale36.
Vienna disponeva inoltre del grande Sanatorio di Alland per i poveri costruito per iniziativa del dott. Schroetter nello Wienerwald a circa 500 m d’altitudine. I lavori vennero iniziati nel 1894 e lo stabilimento venne inaugurato l’anno successivo. Il progetto portava la firma dell’architetto Teyer di Gratz ed era concepito in modo che
Genova 1921. Debbo questa e molte altre segnalazioni sui sanatori francesi alla disponibilità di Pierre-Louis Laget.
35
E.P. LEON-PETIT, Le phtisique et son traitement hygiénique (sanatoria, hôpitaux
spéciaux, cure d’air), Félix Alcan, Paris 1895, p. 303.
36
Neu–Schmecks si trova a 9 km da Poprad-Felka, a quasi 10 ore di treno sia da Budapest che da Vienna, A. MOELLER, op.cit.
dormitori, refettori, cucine e saloni di soggiorno risultassero completamente isolati gli uni dagli altri37.
La Danimarca poteva contare sul sanatorio Vejlefjords, costruito a partire dal 1895 a poche centinaia di metri dal Mare del Nord. L’impianto era quello del fabbricato lineare con 70 camere doppie
disposte su tre piani e veranda di cura al piede dell’edificio38
.
In Norvegia venne costruito, a partire dal 1885, il sanatorio di Tonsaasen, rinomata località di villeggiatura estiva a 600 m d’altitudine. Lo stabilimento venne progettato con impianto
pavillonaire a sei edifici separati e costruiti in legno per una capienza
di circa 70 malati.
In Russia era celebre il sanatorio Haila presso il confine finlandese, costruito a circa 200 m di altitudine a beneficio delle classi meno agiate e che disponeva di tre piani per le camere e veranda di cura ricavata nel portico di ingresso, quindi non aggettante e per questo più riparata39.
Negli Stati Uniti si sviluppò la tipologia a piccoli padiglioni in luogo di quella svizzero–tedesca ad edificio unico. In particolare va ricordato l’”Adirondack Cottage Sanitarium”, fondato e diretto dal dott. Trudeau per lo stato di New York, che sorgeva nel villaggio di Saranack Lake, oltre al “Sanitarium Gabriels” nell’Adirondack
Mountains ed il “Glockner” e “Bellevue Sanitarium” nel Colorado40.
L’”Adirondack” venne iniziato nel 1886 sulla base di un’iniziativa filantropica a carattere privato e con il proposito di evitare gli inconvenienti dell’affollamento dei malati all’interno di un unico istituto. Lo stabilimento arrivò nel 1900 a poter ospitare un centinaio di malati in 18 padiglioni distribuiti nella grande pineta e ben distanziati gli uni dagli altri così da formare un vero e proprio villaggio sanatoriale.
I singoli padiglioni disponevano di una camera per ciascun malato ed di una cubatura d’aria sufficiente, da un minimo di due ad un
37
La travagliata vicenda del sanatorio di Vienna è descritta in S.-A. KNOPF, Les
sanatoria, (tesi di laurea), cit., p. 195.
38
NATIONAL ASSOCIATION FOR THE FIGHT AGAINST TUBERCOLOSIS, The fight against
tuberculosis in Denmark, A. Busck, Copenhagen 1950.
39
S.-A. KNOPF, Les sanatoria (tesi di laurea), cit., p. 262.
40
massimo di dieci camere che affacciavano su di un soggiorno comune riscaldato da una stufa. La costruzione poggiava su di un basamento in legno che la teneva rialzata rispetto al terreno formando, nello stesso tempo, un veranda per il soggiorno all’aperto e per la cura d’aria.
Con lo stesso impianto pavillonaire venne costruito nel 1896 il sanatorio Loomis presso Liberty nello stato di New York e il villaggio – sanatorio di Citronelle nello stato dell’Alabama.
Negli Stati uniti presero forma anche istituti con tipologia a corpo unico soprattutto di piccole e medie dimensioni: il sanatorio di Asheville, inaugurato nel 1898 ed il sanatorio Pasteur, presso Suffern, sempre nello stato di New York, combinavano le specifiche antitubercolari con l’immagine e la tecnica costruttiva ballon – frame. Vanno ricordati anche la “Home for consumptives” di Denver e, il grande ospedale dello stato del Massachussetts per i malati polmonari, un complesso di modernissima concezione costituito da 10 padiglioni disposti a raggiera e collegati da un lungo camminamento coperto.
Figura 14 – Il sanatorio Ruppertshain, pianta del piano terra (F.DONATI, op. cit., p. 10)
Figura 15 – Il sanatorio Oderberg, presso S. Andreasberg, nell’Hartz (G.PANNWITZ, Deutsche
Industrie und Technik bei Einrichtung und Betrieb von Sanatorien und Krankenhäusern,
Berlin 1899, p. 99)
Figura 16 - Padiglioni dell’”Adirondack Cottage Sanitarium” di N. Y. (S.-A. KNOPF, op. cit., p. 97)