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1. IMPATTI

1.4 Impatto sociale

Gli impatti sociali, a lungo poco studiati, sono in questi anni tenuti in seria considerazione in quanto indici di successo dell’evento, ne rappresentano la dimensione più significativa. I festival culturali hanno la capacità di cambiare il modo di percepire la città della comunità ospitante grazie all’offerta artistica, culturale, estetica, sociale e architettonica. Gli eventi culturali, appunto, creano delle importantissime occasioni di condivisione di storia, esperienza e conoscenza all’interno della comunità. La presenza costante del festival modifica e indirizza i consumi culturali, la propensione alla lettura e alla creatività. La stima dell’impatto sociale è sempre piuttosto problematica perché legata a fattori percepiti e non oggettivi. Esistono tre metodologie di calcolo:

- Il primo metodo è basato sulle analisi delle percezioni della popolazione residente in relazione all’impatto dell’evento sulla propria qualità della vita.

- Il secondo metodo utilizza la tecnica SIA (Social Impact Assessment) utilizza tecniche sviluppate nell’ambito della progettazione urbanistica per valutare possibili ricadute sociali (Masucci, 2008).

- Il terzo metodo “contingent valutation” è spesso utilizzato negli ambiti dello studio del turismo, si basa sull’assegnazione di valori monetari agli impatti di ordine sociale, chiedendo ai membri della host commuity quanto sarebbero disposti a pagare per incentivare oppure evitare lo sviluppo turistico nella zona di studio.

Il gruppo preso in esame per la stima degli impatti sociali secondo il primo metodo menzionato sopra dallo studio condotto dalla Dottoressa Paola Lampugnani80 all’interno

dello studio Guerzoni (2014), è il pubblico residente nel comune e nella provincia di Pordenone, in quanto diretto fruitore del festival. Lo studio sopra citato dimostra una prima stima dell’impatto sociale del festival pordenonelegge come agente trasformatore della percezione81 del vivere la città, dell’immagine di Pordenone. La

80 Ricercatrice all’Università di Aosta.

81 La prima dimensione coinvolta in questa trasformazione è la percezione del cambiamento della città,

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percezione è infatti la dimensione coinvolta in primis, senza implicare necessariamente un cambiamento dell’individuo a livello comportamentale. Il questionario82

somministrato in maniera libera ai 669 intervistati della dodicesima edizione del festival, ha permesso di trarre le informazioni necessarie per stimare in un primo momento l’impatto sociale.

La prima area tematica oggetto di indagine, riguarda le “legacies immateriali, idee, attitudini”, ovvero le percezioni che i fruitori hanno verso le “dimensioni più intangibili dell’evento” (Guerzoni, 2014). Secondo le risposte fornite dal questionario è emerso che le aree personali coinvolte maggiormente sono la dimensione intellettuale e quella sociale, successivamente quella affettiva-emozionale, in minor modo la dimensione politica e fisica. La manifestazione contribuisce all’educazione del visitatore e permette di comprendere persone, culture e punti di vista diversi, inoltre, amplia il panorama di interessi, permette di far provare emozioni attraverso diverse forme di cultura e di migliorare i rapporti sociali. Non solo nella sfera personale si percepiscono i cambiamenti ma anche nella realtà cittadina che circonda la manifestazione. Infatti emerge che il festival genera valore per la comunità, migliora l’immagine della città in Italia e all’estero, sviluppa l’economia locale, accresce e migliora l’offerta culturale durante tutto l’arco dell’anno, contribuisce alla produzione di nuove idee, alla produzione culturale e, soprattutto, incoraggia le nuove generazioni alla lettura.

Per quanto riguarda il tema “vivere e percepire la comunità”, la seconda macro area tematica, esso indaga sui cambiamenti dell’abitare la realtà della comunità ospitante. I cittadini sono risultati orgogliosi della proposta a livello nazionale e internazionale, vedendo una realtà di enti e istituzioni vivace e con capacità organizzative. Oltre a ciò, la presenza del festival ha reso il partecipante promotore stesso della manifestazione e quindi del territorio. I visitatori-residenti percepiscono il lavoro di squadra impiegato per la realizzazione della manifestazione, sentendosi al coinvolti nella vita della comunità.

82 Il questionario comprendeva sedici domande, dove si richiedeva l’opinione rispetto ad alcune

attestazioni per comprendere se e come la manifestazione avesse influenzato il modo di vivere e di percepire la città. Ovvero, quale fosse stato il lascito nella città in termini di socialità, riflessività, consumo e produzione culturale, l’abitudine all’approfondimento e alla ricerca di cultura. Il risultato è un’analisi degli effetti sociali del festival in cinque macro aree tematiche.

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La terza macro area indagata si riferisce ai cambiamenti nei consumi e alle attività culturali che la manifestazione stimola. Questa trasformazione avviene sia in termini di produzione culturale del territorio, che nello stimolo dei partecipati a ampliare le loro conoscenze e quindi a svilupparle. I rispondenti hanno espresso l’interesse di destinare più tempo ad approfondimenti e autori che prendono parte al festival, di leggere più libri, quotidiani e riviste, di seguire le attività culturali organizzate durante l’anno tra cui presentazioni di nuovi libri. Essi dedicano più tempo alla frequentazione di biblioteche e librerie, partecipano ad altri festival e spettacoli teatrali o musicali, consultano blog e altri spazi dedicati all’ambito culturale, visitano con maggior trasporto musei e gallerie d’arte. Il festival ha portato il fruitore a scoprire nuovi interessi, tra i maggiori ambiti le scienze molli83, le scienze dure84, le scienze applicate85, infine le forme di espressione

artistica come arte, fumetto, reading86 e teatro. In particolare, tra le discipline più

approfondite ci sono la filosofia, la letteratura, gli autori, la psicologia e la poesia. Il “vivere e il percepire la città” sono fattori che vengono inquadrati nella quarta macro area dello studio Guerzoni secondo la quale è emerso che i fruitori in analisi affermano in maggioranza che il festival abbia cambiato il loro modo di percepire e vedere la città e il suo territorio circostante. Ilfestival ha portato alla scoperta di spazi e luoghi poco conosciuti poco frequentati, spazi che solitamente rimangono chiusi al pubblico, come gli edifici istituzionale, per cui i cittadini sentono di vivere e di fruire al meglio gli spazi della città. Da questo ne consegue un maggior impegno nella tutela e nella protezione del patrimonio storico-artistico locale, diventando inoltre protagonisti nella sua valorizzazione, non solo di beni ma anche delle sue culture e tradizioni. Il senso di orgoglio per la città di appartenenza è aumentato, essi stessi si fanno promotori delle forme di offerta culturale nella città e nel suo territorio.

In ultima istanza, lo studio è volto a indagare il modo in cui i residenti descrivono la città prima e dopo l’avvio del festival. Il risultato del sondaggio è ciò che segue: tra gli aggettivi che descrivono la città prima del festival, si distinguono “noiosa”, “chiusa”, “spenta”,

83 Filosofia, psicologia e psicanalisi, letteratura italiana e straniera, poesia, linguistica e filologia. 84 Matematica, divulgazione scientifica.

85 Politica, economia, sociologia. 86 Letture.

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“provinciale”, “vuota”, “apatica” e “passiva”. Ma dopo le varie edizioni del festival Pordenone viene percepita come “attiva”, “vivace”, “colorata”, “ricca”, “aperta”, “interessante”, “culturalmente stimolante”, “accogliente”, “internazionale”. La città è attiva dal punto di vista sociale, culturale, artistico, intellettuale, turistico e reputazionale. Inoltre, tra gli aggettivi positivi correlati alla città vi sono, “gialla”, “colorata”, “bella”, “brillante”, “luminosa”, “illuminata”, “accesa”, “solare”, “ridente”, “internazionale”, “cosmopolita”, “europea”, “interculturale”, “nazionale”, “prestigiosa”, “di rilievo”, “celebre” e “meno provinciale” (Guerzoni, 2014).

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PARTE IV