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Quindi, dal punto di vista dell’imputato, la Zaitokukai non corrisponderebbe ai criteri enunciati nell’articolo 29 del Codice di Procedura Civile in quanto non è da considerarsi un ente giuridico.

Riguardo l’entità dei danni inflitti alla scuola, il querelante riporta:

1. l’aver infranto i diritti personali del querelante (diritto a ricevere un’istruzione secondo la propria etnia [民族教育実施権]):

a) il querelante è un istituto scolastico il cui obiettivo è fornire un’istruzione etnica e, come affermato in seguito, poiché garantisce il diritto dei bambini di ricevere l’istruzione secondo la propria appartenenza etnica (il diritto di progredire e svilupparsi studiando la cultura e la storia attraverso la lingua del popolo cui appartengono per natura e di ricevere un’istruzione che completi e realizzi la loro personalità), possiede il diritto estremamente importante di fornire questo tipo di istruzione (da qui in poi “diritto di fornire l’istruzione etnica”);

b) garanzie costituzionali: la garanzia dei diritti umani fondamentali, secondo il terzo paragrafo della Costituzione, escludendo che, per la natura stessa dei diritti, venga interpretata come avente per oggetto solo i cittadini giapponesi, ugualmente rivolta agli stranieri residenti nel nostro paese e, anche riguardo ai diritti delle persone giuridiche nazionali, fin dove può estendersi la garanzia costituzionale limitatamente a quanto possibile sulla base dei diritti stessi, la libertà di fornire istruzione, come scritto in seguito, insieme alla garanzia sulla base della legge dei diritti internazionali nei confronti dell’istruzione etnica, in quanto diritto indispensabile per l’esistenza individuale è garantito dall’articolo 13 della Costituzione70. Al suo interno, quanto è in relazione all’istruzione etnica delle minoranze che si trovano all’interno della società (da qui in poi “gruppi minoritari”), essendo indispensabile all’affermazione della loro identità etnica (民族的自我の確立), va protetto con forza. Inoltre, dal punto di vista del diritto di ricevere un’istruzione, è protetto anche dall’articolo 26 della Costituzione71;

c) garanzie secondo la legge internazionale sui diritti umani: il diritto all’istruzione è un diritto umano universale regolato dall’articolo 26 comma 1 della Dichiarazione Universale sui Diritti

                                                                                                               

69 Sentenza, p. 30. 70 L’articolo 13 recita:

“tutte le persone che costituiscono il popolo saranno rispettate come individui. Il loro diritto alla vita, alla libertà ed al perseguimento della felicità, entro i limiti del benessere pubblico, costituiranno l’obiettivo supremo dei legislatori e degli altri organi responsabili del governo.” (Chiara GALLESE, Diritto

Costituzionale Giapponese, p. 82).

71 L’articolo 26 recita:

“1. Ogni persona avrà il diritto di ricevere un’eguale educazione, corrispondente alle sue capacità, come stabilito dalla legge.

2. ogni persona sarà obbligata ad assicurare che tutti i ragazzi e le ragazze, senza eccezione, posti sotto la sua protezione, ricevano l’istruzione elementare. Tale istruzione obbligatoria sarà gratuita.” (Chiara GALLESE, Diritto Costituzionale Giapponese, p. 84).

Umani72, dall’articolo 13 comma 1 della Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e

Culturali73 (il cosiddetto “Regolamento B”; da qui in poi “Convenzione sui Diritti Sociali”) e dall’articolo 28 comma 1 della Convenzione sui Diritti dei Bambini74. Questo diritto è,

contemporaneamente, prerequisito per l’esercizio dei diritti umani e rafforzamento degli altri diritti, ed è dotato della funzione di rendere sostanziali gli altri diritti; questo significa che, tra tutti i vari diritti, deve essere considerato come uno dall’importanza fondamentale ed essenziale. L’istruzione è indispensabile per lo sviluppo completo della personalità e per il consolidamento della dignità umana e senza il riconoscimento e la garanzia del diritto all’istruzione non ci può essere adeguata comprensione ed esercizio dei diritti umani. Inoltre, basandocisi sugli articoli 13 comma 3 e 4 della Convenzione sui Diritti Sociali75 e sul 29 comma 2 della Convenzione sui Diritti dei Bambini76, è chiaro che i gruppi minoritari abbiano il diritto di fornire un’istruzione etnica e della lingua madre istituendo e mantenendo delle scuole private. Di conseguenza, il diritto delle scuole straniere e delle scuole etniche di fornire l’istruzione deve essere tutelato sulla base delle leggi internazionali sui diritti umani in quanto parte del “diritto all’istruzione”, che è uno dei diritti universali;

                                                                                                               

72 L’articolo 26 comma 1 recita:

“Tutti hanno diritto all’istruzione. L’istruzione dovrebbe essere gratuita, almeno nei suoi stadi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare dovrebbe essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale dovrebbe essere resa generalmente accessibile e quella superiore ugualmente accessibile sulla base del merito.”

73 L’articolo 13 comma 1 recita:

“gli stati membri della presente Convenzione riconoscono il diritto di ognuno all’istruzione. Concordano che l’istruzione dev’essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e del suo senso di dignità, e deve rafforzare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Inoltre concordano che l’istruzione deve rendere possibile ad ognuno di partecipare effettivamente ad una società libera, promuovere la

comprensione, la tolleranza e l’amicizia tra tutte le nazioni e i gruppi razziali, etnici o religiosi, e favorire le attività delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.”

74 L’articolo 28 comma 1 recita:

“Gli stati membri riconoscono il diritto dei bambini all’istruzione, e in questa ottica devono: a) rendere l’istruzione primaria obbligatoria e gratuita per tutti;

b) incoraggiare lo sviluppo di diverse forme di istruzione secondaria, includendo anche l’istruzione professionale e generale, e renderle accessibili a ogni bambino e prendere le opportune misure come l’introduzione dell’istruzione gratuita e l’offerta di assistenza finanziaria in caso di bisogno;

c) rendere l’istruzione superiore accessibile a tutti sulla base delle capacità;

d) rendere l’istruzione e l’informazione professionale e la guida disponibile a tutti i bambini;

e) prendere provvedimenti per incoraggiare la frequenza regolare a scuola e ridurre la percentuale di chi si ritira.”

75 “3. Le parti della presente convenzioni si impegnano a rispettare la libertà dei genitori e, se presenti, dei

tutori legali, di scegliere per i loro bambini le scuole, oltre che quelle istituite dalle autorità pubbliche, che siano conformi agli standard minimi per l’istruzione che possano essere approvati dallo Stato, e di garantire l’istruzione etica e religiosa che sia conforme alle proprie convinzioni.

4. Nessuna parte di questo articolo sarà interpretata in modo tale da interferire con la libertà degli individui di istituire e gestire direttamente istituti scolastici, sempre soggetti all’osservanza dei principi stabiliti nel paragrafo 1 di questo articolo e alla richiesta che l’istruzione fornita in queste istituzioni sia conforme agli standard minimi accettabili dallo Stato.”

76 “2. Nessuna parte di questo articolo o del 28 deve essere interpretata in modo tale da interferire con le

libertà degli individui di creare e dirigere istituzioni scolastiche, soggetti sempre al rispetto della parte 1 di questo articolo e alla richiesta dello Stato che l’istruzione fornita in questi istituti rispetti degli standard minimi.”

 

d) l’istruzione etnica come diritto dei gruppi minoritari: si può dire che il diritto di avere scuole straniere o etniche che forniscono istruzione nella lingua madre sia, allo stesso tempo, parte dell’universale “diritto all’istruzione” e un diritto delle persone che appartengono a minoranze etniche, religione o linguistiche. In altre parole, non solo è un diritto che va garantito in modo eguale a tutti gli esseri umani, ma va doppiamente tutelato in quanto diritto specifico dei gruppi minoritari. L’articolo 27 della Convenzione sui Diritti Civili e Politici (il cosiddetto “Regolamento A”; da qui in poi “Convenzione sui Diritti alla Libertà”) stabilisce che “in un paese in cui ci sono minoranze etniche, religiose o linguistiche non può essere vietato il possesso della propria cultura, la pratica della propria religione e l’uso della propria lingua da parte di altre persone” e, da qui, si estrapola il diritto all’istruzione etnica per tutte le persone che fanno parte di un gruppo minoritario. Concentrandosi sui vari diritti accordati ai gruppi minoritari, gli individui che ne fanno parte hanno il diritto di utilizzare la propria lingua, godere della cultura e professare e praticare la religione liberamente e senza discriminazioni, in privato e in pubblico, insieme agli altri membri del gruppo; questo diritto appartiene agli individui, e poiché è un diritto che coinvolge la sussistenza del gruppo minoritario e il miglioramento della sua posizione sociale ed economica e ne mantiene le caratteristiche peculiari se ne permette indiscutibilmente l’esercizio collettivo. Inoltre, per un bambino, poter usare la propria lingua madre liberamente, senza discriminazioni né restrizioni e il vedersi offrire un ambiente e delle condizioni in cui poterne migliorare la padronanza tramite lo studio sono direttamente collegati al vivere con fiducia e orgoglio l’appartenenza al proprio gruppo minoritario; l’istruzione nella propria lingua madre e l’istruzione etnica sono attività indispensabili per continuare a preservare l’individualità del gruppo minoritario e il diritto all’istruzione nella propria lingua madre e all’istruzione etnica sono elementi costitutivi importanti dei diritti delle minoranze. Questo è chiaro anche alla luce di quanto disciplinato negli articoli 29 comma 1 e 30 della Convenzione sui Diritti dei Bambini77;

e) l’importanza dell’istruzione etnica per i coreani zainichi che si trovano in Giappone: l’istruzione etnica è indispensabile per ogni popolo e, nel presente, anche nel nostro paese per i figli dei giapponesi che risiedono all’estero vengono creati istituti scolastici oltremare (scuole per giapponesi [日本人学校], scuole supplementari [補習授業学校], istituti scolastici privati all’estero [私立在外 教育施設]) con l’obiettivo principale di eseguire l’istruzione sul modello di quella stabilita nella Legge sull’istruzione, e anche nei paesi al di là della sovranità giapponese vengono ampiamente svolte attività che facilitano per i bambini giapponesi il ricevere un’istruzione adatta al loro popolo. Basandocisi sui particolari storici del nostro paese, l’istruzione etnica per i coreani zainichi residenti in Giappone ha un’importanza particolare;

                                                                                                               

77 “Negli Stati in cui esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche oppure persone di origine autoctona,

un fanciullo autoctono o che appartiene a una di tali minoranze non può essere privato del diritto di avere una propria vita culturale, di professare e di praticare la propria religione o di far uso della propria lingua insieme agli altri membri del suo gruppo.”

f) come detto in precedenza, il diritto di applicare l’istruzione etnica del querelante è necessariamente indispensabile per la formazione della personalità di ognuno dei coreani zainichi ed è protetto dalla legge in quanto diritto personale. L’imputato, attraverso le attività in questione, ha violato il diritto del querelante di applicare l’istruzione etnica. Inoltre, l’imputato ha ostruito le lezioni del querelante con le manifestazioni 1 e 2, durante la fascia oraria in cui si svolgono le lezioni nei giorni feriali, avvicinandosi con un gran numero di persone che usavano megafoni alla scuola e, ancora, ha costretto a modificare il contenuto delle lezioni stabilito in precedenza;

2. presenza di discorsi e comportamenti che incitano alla discriminazione razziale:

a) le parole dette dall’imputato durante le attività in questione, avendo come oggetto il gruppo minoritario dei coreani zainichi, accentuando il senso di odio e opposizione nei loro confronti ed esprimendosi nell’ambito del senso di discriminazione, sono i cosiddetti “hate speech”78;

b) questi negano il principio dell’uguaglianza e incitano all’odio nei confronti delle minoranze, violano il rispetto e l’identità minoritaria e provocano loro danni profondi; per questo, corrispondono alla “discriminazione razziale” vietata dalla Convenzione Internazionale per l’Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione Razziale (da qui in poi “Convenzione per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale”) ratificata anche dal Giappone;

c) gli hate speech dell’imputato, avendo come nucleo lo scopo delle attività educative etniche del querelante, sono attacchi diretti al sentimento di rispetto di sé che si può dire sia il senso dell’esistenza del querelante, e all’affermazione di sé, e il contenuto di quelle parole, insieme ai loro comportamenti aggressivi, è una perversa azione di violazione che non può far sparire in un istante l’accumulazione degli effetti dell’istruzione etnica durata molti anni e devono essere valutate come violazioni illegali del diritto del querelante di effettuare l’istruzione etnica;79

Segue il punto 3, in cui viene sottolineato come l’imputato abbia ripetutamente affermato il falso e