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il 13 novembre 2009 arrivò alla sede locale del Kansai della Zaitokukai una mail da una persona che si firma come residente vicino alla scuola in questione, in cui affermava che la scuola utilizza il parco in questione come cortile, vi svolge mercatini di beneficienza senza permesso e disturba il vicinato.

L’imputato A si consultò con gli imputati D, E e C e il 18 novembre rispose alla mail di cui sopra dicendo: “dopo aver svolto vari accertamenti, pensiamo di attaccare all’inizio di dicembre”. Il 19 novembre 2009 gli imputati A ed E andarono a dare un’occhiata al parco in questione e si accertarono dell’installazione di due porte da calcio, di una pedana e di altoparlanti. Inoltre, l’imputato A, dopo aver sentito da una delle sentinelle del cantiere dell’autostrada Ōsaka-Kōbe che le porte da calcio venivano usate dai bambini della scuola in questione e che la scuola usa il parco come cortile, annunciò: “li cacceremo via, finché sono nelle vicinanze. Li cacciamo a inizio dicembre!”

In seguito si recarono entrambi all’ufficio pubblico di Fushimi e, dopo aver chiesto riguardo al parco in questione, vennero informati che O ne era il responsabile ma non si sarebbe recato a lavoro fino al 24 del mese e che, riguardo all’utilizzo del parco, le trattative con la scuola erano in corso. L’imputato A riprese la visita all’ufficio di Fushimi con una telecamera (…). L’imputato A, concluse le indagini preliminari di cui sopra, pensò di aver trovato prove adatte ad incolpare i coreani e che diffondendo il video dell’incriminazione su un sito di streaming avrebbe potuto allargare la cerchia delle proprie attività. Sulla via del ritorno dall’ufficio di Fushimi, gli imputati A ed E decisero di organizzare una manifestazione di protesta contro la scuola in questione il 4 dicembre dello stesso anno a partire dall’1 del pomeriggio; fu scelto un giorno feriale perché non svolgere la manifestazione in un giorno feriale durante l’orario di lezione non avrebbe avuto senso, non essendoci il personale della scuola. In seguito l’imputato A telefonò all’ufficio preposto alla gestione del verde pubblico e alla richiesta di organizzare un incontro per la medesima data20 nel parco in

questione occupando una superficie di due tatami e utilizzando un microfono, l’addetto dell’ufficio

                                                                                                               

19 Sentenza, p. 5.

 

rispose che per un utilizzo di quel tipo non è necessario il permesso. L’imputato A, in occasione di questo scambio, non riferì assolutamente l’obiettivo dell’incontro.21

L’imputato A, al più tardi il 19 novembre 2009, caricò su Youtube un video intitolato “occupazione abusiva di un parco giochi da parte di una scuola coreana (Shukenkai, Kansai/Zaitokukai, Kansai)”. Nel video venivano ripresi la scuola e il parco in questione, ed erano visibili anche le sagome dei bambini della scuola visti di spalle. Inoltre, a metà video si sentiva l’imputato A commentare: “Cacciamoli finché sono qui vicini! A inizio dicembre li cacciamo”22.

L’imputato A il giorno seguente, 20 novembre 2009, riferì anche agli imputati D e C i risultati del sopralluogo e la decisione della data del 4 dicembre per la manifestazione.

L’imputato A il 21 novembre manifestò davanti alla sede locale di Kyōto della Sōren e nel discorso che fece annunciò che “getterà” le porte da calcio del parco in questione nella scuola.

L’imputato A il 24 dello stesso mese telefonò ad O e, presentandosi solo come “A, un cittadino di Kyōto”, alla richiesta delle motivazioni dietro l’uso del parco in questione da parte della scuola, ricevette da O la risposta che la scuola, su indicazione della città, aveva promesso che rimuoverà le porte da calcio dal parco nel gennaio o febbraio 2010; tuttavia decise, previa discussione con l’imputato D, di svolgere la protesta nonostante tutto.

Il programma della giornata fu deciso principalmente dagli imputati A ed E. L’imputato A, prevedendo che la scuola avrebbe opposto resistenza, decise di non far partecipare persone inesperte ma solo chi partecipava abitualmente alle attività della Zaitokukai e della Shukenkai; fra questi, oltre agli imputati E, D e C, venne incluso anche l’imputato F, che normalmente accompagnava le loro attività.

Gli imputati A ed E e una parte degli altri partecipanti prestabiliti (qui gli imputati C ed F non sono inclusi) utilizzarono la bacheca di “Mixi” per fissare l’appuntamento dei partecipanti e il programma della giornata; l’imputato A, il 3 dicembre 2009, scrisse il testo che segue col titolo “programma di domani”. Ancora, nella fase precedente alla programmazione, non era stato stabilito nulla in modo dettagliato riguardo la rimozione degli speaker.

1) Andiamo a fare visita alla scuola a sorpresa e gentilmente e con umiltà chiediamo: “siccome vi abbiamo smantellato gli oggetti privati della scuola che erano installati nel parco, ci aprireste la porta?”

2) Se ci aprono à con spirito da volontari compiamo un’azione caritatevole in segreto ed entriamo gentilmente all’interno della scuola facendo in modo di non danneggiare gli oggetti;

se rifiutano à ci trasformiamo in una folla (questo è importante) caotica e iniziamo a manifestare col microfono;

3) per prima cosa portiamo la pedana, che pesa poco, fino a davanti alla scuola e facciamo un gran coro: “aprite la porta!”

                                                                                                               

21 Sentenza, pp. 46-47. 22 Sentenza, p. 6.

4) se non aprono, gettiamo la pedana nella scuola. Dopo decideremo in base al nostro stato d’animo di domani e alla reazione della polizia, che si pensa arriverà di corsa appena avvisata.

Il preside K23, al più tardi il 24 novembre 2009, si accertò del video fatto in occasione della visita

dell’imputato A all’ufficio di Fushimi e dedusse che i membri della Zaitokukai avrebbero manifestato facendo irruzione nella scuola. Il preside K e l’allora responsabile del personale scolastico M, insieme al resto del personale, svolsero una riunione il 25 dello stesso mese per decidere dei provvedimenti, si accordarono sulla divisione dei ruoli nel caso la Zaitokukai avesse svolto davvero la manifestazione e fu anche decisa la linea di condotta di non reagire assolutamente alle provocazioni dell’associazione, di chiudere le porte della scuola e non farli entrare, di affidare la controffensiva alla polizia e di non avvisare i genitori. Il preside K e il responsabile del personale M, il 4 dicembre, chiesero aiuto al presidente dell’associazione del vicinato24 e al vicepresidente

dell’associazione del quartiere Minami di Kyōto2526.

Dopo la pubblicazione di questo video, fino all’inizio di dicembre non vi furono altri attacchi di