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Nell’ultima parte della sentenza, si discute dei pro e dei contro della proibizione di manifestare:

1. basi legali per il divieto

a) la procedura di divieto è un procedimento di conferimento che richiede l’adempimento di una obbligazione di astensione.

Il nostro Codice Civile rimedia gli effetti legali di un atto illecito con provvedimenti di restaurazione della reputazione, nel caso questa sia stata danneggiata, e [questi provvedimenti] sono limitati al pagamento dei danni, ma questo non è altro che un atteggiamento legislativo in cui non appare il diritto di richiedere naturalmente, come conseguenza legale di un atto illecito, il suo divieto. Se una persona ha un obbligo di astensione nei confronti di un’altra persona non basato su un atto illecito, è naturale che quella persona abbia il diritto di richiedere l’adempimento di tale obbligo all’altro (diritto di richiesta di divieto).

b) l’obbligo di astensione si genera sia dal contratto sia se non vi è un contratto; per esempio, nel caso di un’avvenuta violazione del diritto reale di proprietà o di passaggio grazie a una servitù

                                                                                                               

149 Sentenza, p. 84. 150 Sentenza, p. 84. 151 Sentenza, p. 84.

prediale152 e in cui vi sia timore che ciò accada di nuovo, si genera come diritto reale di richiesta il

diritto di richiedere l’esecuzione dell’obbligo di astensione dalla violazione del diritto reale. Ciò che fa sorgere il dovere di astensione non è solo un diritto reale: anche il caso di atti di violazione della vita, del corpo, della reputazione o dell’interesse personale di trascorrere una quotidianità serena e del timore che essi si ripetano è considerato una causa del dovere di astensione.

c) così come la reputazione e l’interesse della persona naturale di una quotidianità serena sono protetti dalla legge in quanto interessi personali, anche l’interesse di una reputazione e di una gestione delle attività serena di una persona giuridica sono protetti dalla legge in quanto interessi personali di una persona giuridica. Le persone giuridiche, analogamente a quelle fisiche, svolgono le proprie attività quotidiane in modo tranquillo nella società, trasferiscono i propri beni, accumulano ricchezze e costruiscono una valutazione sociale; se anche le attività e la considerazione sociale di una persona giuridica non ricevono la medesima tutela legale che ricevono gli interessi personali della persona fisica, diventa impossibile mantenere una società sana.

d) di conseguenza, il querelante, che è un istituto scolastico, può chiedere il risarcimento dei danni per la violazione dei diritti già avvenuta a causa delle attività in questione (ostruzione delle attività e lesione della reputazione) e, nel caso vi sia il timore concreto che ostruzioni delle attività e lesioni della reputazione analoghe a quelle in questione possano avvenire di nuovo, si ottiene il diritto, sulla base degli interessi personali della persona giuridica, di chiedere agli imputati l’esecuzione dell’obbligo di astensione dal compiere ulteriori violazioni dei diritti.

2. Correttezza della richiesta di astensione fatta al gruppo dell’imputato A

(…) Alla luce del fatto che gli imputati abbiano svolto la manifestazione 3 ignorando l’ordinanza restrittiva in questione, del fatto che la Zaitokukai abbia pubblicato subito dopo la manifestazione 3, nel proprio sito web: “d’ora in poi la Zaitokukai si impegnerà al massimo per far sparire il prima possibile le scuole coreane, covo di malviventi che promuovono l’insegnamento antigiapponese, che continuano ad abusare dei bambini rubando loro il futuro”, del fatto che anche dopo le attività in questione una parte degli imputati abbia manifestato contro il sindacato degli insegnanti della prefettura di Tokushima (gli imputati A, D ed E) e contro l’ufficio di Ukyō (gli imputati A, G, D ed E) e che entrambi i casi siano stati intimidatori e violenti, del fatto che l’imputato F abbia filmato tutto stando in testa, del fatto che gli imputati A ed E si siano introdotti anche nella nuova sede (il luogo del nuovo edificio, ancora in costruzione) senza autorizzazione, del fatto che, in quella occasione, l’imputato A abbia insultato le scuole coreane e del fatto che l’imputato F abbia ripreso tutto, poiché anche ora che la scuola coreana si è trasferita ed è stata unificata vi è il timore concreto di ostruzione delle attività e lesione della reputazione analoghi a quelli delle manifestazioni in questione da parte degli imputati A, E, D, F e G, che costituiscono il nucleo delle attività della Zaitokukai, bisogna imporre l’onere dell’obbligazione di astensione dalle violazioni dei diritti nei

                                                                                                               

152 In giapponese: tsūkōchiekiken 通行地役権; indica un diritto di godimento su una proprietà altrui, ed

confronti del querelante, per lo meno a quegli stessi imputati. Anche l’imputato H ha la stessa obbligazione di astensione, non pensando che i suoi rapporti con gli altri imputati siano venuti meno e poiché è accertato che vi sia il timore concreto che svolga ostruzione delle attività e lesione della reputazione insieme agli altri imputati.

3. Correttezza della richiesta di divieto fatta al gruppo dell’imputato B

gli imputati B e C, negli interrogatori personali, si sono scusati o hanno manifestato l’intenzione di scusarsi; inoltre, l’imputato B nel maggio 2010 aveva deciso di espellere dalla Shukenkai gli imputati A ed E, che avevano svolto la manifestazione contro il sindacato degli insegnanti della prefettura di Tokushima, ma secondo tutti i punti principali del dibattito, da quel momento in poi Shukenkai e Zaitokukai non hanno più collaborato per svolgere manifestazioni, e l’imputato C ha allentato il proprio legame con la Zaitokukai. Di conseguenza, poiché non vi è il timore concreto che avvengano ostruzione delle attività o lesione della reputazione analoghe a quelle delle manifestazioni svolte dagli imputati B e C, la richiesta del querelante di divieto non ha motivazioni.

4. Correttezza della richiesta di divieto fatta all’imputato I

secondo tutti i punti principali dell’interrogatorio personale dell’imputato I e del dibattito, nonostante egli sia l’intestatario del furgoncino, la sua gestione e il suo uso erano esclusivi dell’imputato A, ed è accertato che non sapesse che il furgoncino veniva prestato nelle manifestazioni in questione fino a questo processo. Stando così i fatti, essendo difficile che l’imputato I abbia offerto il furgoncino per le manifestazioni in questione, la richiesta del querelante di un divieto nei confronti dell’imputato I non ha motivazioni poiché non si può riconoscere, dalle azioni dell’imputato I, che vi sia il timore concreto che d’ora in poi violi i diritti del querelante.

5. Riguardo la sentenza dell'“Hoppō Journal”

Gli imputati, riguardo la restrizione preventiva delle forme di espressione (…), hanno affermato di non permettere il soddisfacimento del punto principale, estremamente severo, che la sentenza dell’“Hoppō Journal” esplica; tuttavia, la richiesta di divieto fatta dal querelante non è di un semplice divieto di espressione per gli imputati, è limitato ad un perimetro con raggio di 200 metri a partire dai portoni intorno alla nuova sede scolastica e, inoltre, si limita alle forme di espressione che potrebbero risultare in ostruzione delle attività o lesioni alla reputazione. La sentenza dell’“Hoppō Journal” non afferma il principio di legge per cui anche il conferimento di un’obbligazione di astensione di questo grado sia illegale, e l’affermazione degli imputati è impropria.153