III PARTE
5. L’inaspettato peso della burocrazia americana: come ottenere un approval e iniziare la ricerca
Condurre una ricerca all’interno di un campus americano, o per conto dell’università, è un procedimento tutt’altro che immediato. All’interno dell’area accademica, infatti, è richiesto al ricercatore di effettuare una serie di passaggi per poter ottenere un permesso (approval) di ricerca, specialmente quando il campione di riferimento riguarda studenti e/o personale accademico. Prima di poter avviare la ricerca empirica mi sono dovuta confrontare con l’Institutional Review Board67 (IRB) al fine di ottenere il loro permesso. L’IRB è un corpo diversificato composto da docenti accademici, medici, personale e membri della comunità nominati dal Vice Presidente dell’Università che è incaricato di riesaminare i protocolli di ricerca al fine di garantire due grandi standard:
- garantire che i partecipanti coinvolti nella ricerca non siano messi a rischio dal ricercatore;
- garantire che i partecipanti forniscano un consenso informato alla loro partecipazione senza alcuna coercizione o indebita influenza.
Nell’ottica istituzionale i progetti che soddisfano questi requisiti saranno approvati, in una fase successiva, dall’IRB. Il processo in questione è particolarmente complesso. Il primo permesso per iniziare la ricerca è stato richiesto all’ufficio IRB della Brown University. L’IRB della Brown riesamina la ricerca per determinare se questa soddisfa i criteri di approvazione definiti dalla normativa federale. Questa revisione e approvazione devono avvenire prima della ricerca. Sulla base del livello di rischio, la ricerca sarà:
- esaminata da un membro individuale designato IRB (nota come “revisione accelerata” quando la ricerca a rischio minima)
- esaminata dal comitato completo (quando il rischio per i partecipanti è maggiore) in una riunione mensile.
Accanto all’IRB, troviamo l’Office of Research Integrity (ORI) che supporta la comunità di ricerca dell’Università, in questo caso la Brown, fornendo orientamenti, istruzione e risorse
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al fine di facilitare lo svolgimento della ricerca etica in conformità con le normative federali e statali.
L’ORI svolge numerose attività:
- Fornisce assistenza amministrativa e consulenza normativa al Comitato di revisione istituzionale dell’Università (IRB), al Comitato istituzionale per la cura degli animali (IACUC) e al comitato per il controllo di conflitto di interessi;
- Contribuisce all’assistenza per i ricercatori ad aderire ai requisiti associati alle collaborazioni di ricerca internazionali, tra cui l’esecuzione del programma di conformità del controllo delle esportazioni dell’Università;
- Promuove l’integrità nella ricerca fornendo una formazione nel comportamento etico e responsabile della conduzione etica e responsabile della ricerca.
Per quanto concerne l’inizio del procedimento, nella prima fase iniziale ho dovuto compilare circa 17 questionari online finalizzati ad approfondire la mia conoscenza rispetto all’etica della ricerca. Al termine di ogni questionario ho ricevuto una valutazione rispetto al punteggio totalizzato (era necessario rispondere in modo esatto ad un minimo di domande per poter proseguire con il test successivo). Dopo aver compilato correttamente la parte federale relativa all’etica, ho dovuto redigere il progetto che doveva essere esaminato da un membro dell’IRB (nel mio caso il rischio presentato per i soggetti era minimo). Il progetto richiesto dall’ufficio richiedeva di specificare le seguenti voci:
- Title; - Author;
- Project aims and methodology: in questo caso è stato necessario inserire ulteriori voci, tra cui hypothesis; purpose; methodology; research sample;
- Materials and Devices: i materiali utilizzati per realizzare la ricerca, in questo caso il questionario e la traccia dell’intervista;
- Risk and Benefits: in questa parte andavano riportare i potenziali benefici (nessuno in particolare) e i rischi a cui i soggetti erano esposti nel prendere parte alla ricerca (anche in questo caso nessuno);
- Informed consent: il consenso informato del soggetto è uno degli aspetti più delicati. In questo caso la partecipazione volontaria, e dunque senza obbligo per lo studente a prendere parte all’indagine, doveva essere esplicitato nella cover letter (che potremmo paragonare alla lettera di presentazione) del questionario.
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Assieme al progetto ho dovuto fornire altri documenti che attestassero la validità della ricerca. In primis il materiale con cui potevo reclutare gli studenti. Oltre alle mie richieste formali (tramite professori e personale universitario/DPS) e informali (chiedere agli studenti di partecipare al mio progetto nelle caffetterie e nel campus), ho utilizzato una modalità molto comune in America (e, a dire il vero, ad oggi diffusa anche in Italia): i volantini. Riporto qui, una copia del flyer che ho affisso in numerose caffetterie e bar.
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Il volantino serve a richiamare l’attenzione degli studenti. In pochi per la verità mi hanno contattata. Tuttavia, è stato necessario sottoporre alla revisione dell’IRB anche questa modalità di reclutamento.
Una parte delicata, come già menzionato, è quella che riguarda il consenso informato degli studenti. Questo aspetto, ha subìto alcune modifiche da parte dell’IRB, che più volte si è raccomandato di precisare in modo esplicito che in nessuno modo lo studente era obbligato a partecipare alla mia ricerca. Lo screenshot della cover letter, che in questo caso riporta il logo della Brown ma che è stato modificato per la ricerca alla Columbia, spiega in dettaglio tutte le informazioni necessarie alla mia approvazione.
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La cover letter, oltre alle varie modalità di partecipazione e di compilazione del questionario, specifica che se lo studente non è soddisfatto della modalità con cui la ricerca è condotta può presentare un reclamo all’IRB che si occuperà di valutare le problematiche insorte. La stessa lettera è stata utilizzata per la versione online prodotta con Qualtrics. Quando il link del questionario era preceduto da una email ho dovuto, anche in questo caso, specificare il mio ruolo e la finalità del mio studio.
Per ottenere l’approval formale ho dovuto attendere circa un mese. Fino a quel momento non ho potuto iniziare né con la raccolta dei dati né prendere contatti di nessun genere.
L’approval ottenuto ha una validità di tre anni. Per questo motivo, la Columbia ha accettato questo documento ufficiale e non ho dovuto presentare una seconda richiesta formale all’IRB dell’università. L’iter burocratico in generale è stato piuttosto faticoso, considerato che in Italia non vi è la necessità di presentare formalmente richieste, salvo casi eccezionali che coinvolgono soggetti sensibili, per raccogliere dati tra gli studenti.
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Questo procedimento burocratico ha rappresentato un aspetto centrale per la ricerca empirica poiché, al di là dell’approvazione necessaria alla raccolta dati, mi ha fornito competenze (di natura etica e non) per guardare alla raccolta dati come un momento complesso e molto delicato.
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