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III PARTE

4. Le tecniche qualitative: le interviste

Accanto allo strumento quantitativo del questionario, le interviste hanno rappresentato una tecnica di rilevazione empirica molto importante. Come accennato nel secondo paragrafo, l’approccio tipico della ricerca qualitativa è stato di grande sostegno all’approccio quantitativo. Nello specifico, attraverso le interviste con gli studenti è stato possibile costruire il questionario (in una prima fase) mentre le interviste con il personale scolastico e del DPS hanno contribuito ad arricchire la conoscenza del fenomeno indagato.

La finalità delle interviste è diversa rispetto a quella del questionario. In sostanza, sostiene Corbetta (2003:70) “l’obiettivo di fondo resta comunque quello di accedere alla prospettiva

del soggetto studiato: cogliere le sue categorie mentali, le sue interpretazioni, le sue

percezioni ed i suoi sentimenti, i motivi delle sue azioni”. Alcune differenze importanti tra metodi quantitativi e qualitativi possono essere argomentate (Corbetta, 2014). Anzitutto, nella ricerca quantitativa il soggetto ha un ruolo passivo rispetto al ricercatore mentre nella ricerca qualitativa ha un ruolo più attivo, trattandosi di una conversazione richiesta. Inoltre, la natura del dato è molto diversa in quanto trattasi di dati standardizzabili nella ricerca quantitativa e

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dati più profondi e soggettivi. Tuttavia, non vi è la pretesa o la necessità di soffermarsi sui lunghi dibattiti metodologici rispetto all’applicazione di tecniche qualitative o quantitative. Limitandoci a dare una definizione concettuale e operativa delle interviste, Corbetta la definisce come “una conversazione a) provocata dall’intervistatore, b) rivolta a soggetti

scelti sulla base di un piano di rilevazione e c) in un numero consistente, d) avente finalità di tipo conoscitivo, e) guidata dall’intervistatore, f) sulla base di uno schema flessibile e non standardizzato di interrogazione” (Corbetta, 2003:70). Entrando nel merito di ciascun

elemento elencato da Corbetta, l’intervista è stata richiesta dalla sottoscritta calendarizzando gli incontri previsti; non si è trattato dunque di una conversazione occasionale, bensì di un appuntamento in cui gli studenti sono stati invitati formalmente e registrati. Per quanto concerne il secondo e terzo punto, soggetti scelti sulla base di un piano di rilevazione di un numero consistente, sono stati intervistati esclusivamente studenti undergraduate poiché aventi tutte le caratteristiche necessarie alla mia ricerca empirica. Parimenti, è stato coinvolto il personale del DPS in quanto esperti della tematica (rischio e sorveglianza). Il colloquio è stato personalmente guidato ed ha avuto finalità puramente conoscitiva; nel caso degli studenti al fine di individuare le variabili da inserire nel questionario, nel caso degli operatori di sicurezza per comprendere in modo esaustivo la dinamica delle segnalazioni via email (insieme alle altre innovazioni tecnologiche). Infine, il grado di direttività si è adattato e modulato a seconda dell’intervistato.

Il presente paragrafo si articola dunque in due sessioni importanti: nella prima sono riportati i passaggi centrali nelle interviste fatte a studenti mentre la seconda concerne le dichiarazioni del personale del DPS.

4.1 Interviste con gli studenti

Le interviste con gli studenti delle due Università hanno avuto finalità diversa. Nel primo campus (Brown University) le interviste sono state 10 in totale e hanno avuto come obiettivo la costruzione stessa del questionario. In sostanza, sulla base di una traccia di interviste precedentemente creata, si è cercato di capire il livello di percezione del rischio e l’utilità di alcuni servizi (tra cui i crime alert). Questa prima fase, che possiamo definire puramente esplorativa, è stata in realtà cruciale anche per “testare” la validità del questionario una volta completato. Prima di iniziare la somministrazione, infatti, è stato necessario validare lo strumento con un piccolo gruppo di studenti, per capire se le domande erano comprensibili, chiare e non fuorvianti. Attraverso i colloqui con gli studenti sono stati approfondite le

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tematiche principali della mia ricerca: percezione del rischio, comunicazione attraverso le nuove tecnologie e l’influenza che queste modalità esercitano sul loro comportamento.

In questa fase esplorativa è stato chiesto agli studenti la loro opinione rispetto alle attività del DPS e se le risorse impiegate dall’università possono considerarsi sufficienti.

Alla luce di quanto emerso in questa fase esplorativa, il questionario (lo strumento privilegiato di questa ricerca) è stato regolato in base a quanto emerso dalle interviste con gli studenti.

4.2 Interviste con il personale accademico e DPS

I colloqui con il personale accademico e con lo staff del DPS sono avvenuti principalmente nel secondo campus (Columbia University), quando il questionario era già stato costruito e la somministrazione oramai in corso. In totale sono state realizzate e condotte 10 interviste. Alla Columbia, il primo colloquio è avvenuto con il Vice-President (VP) James McShane, incaricato della gestione della sicurezza di tutta l’università̀. In quella occasione, ho avuto modo di intervistare il VP circa le modalità̀ impiegate sia per tutelare gli studenti che per comunicare loro i reati che si verificano dentro e fuori dal campus. Al termine dell’intervista, sono stata condotta negli uffici del DPS dove ho incontrato il personale di riferimento e organizzato ulteriori incontri/interviste che si sono protratte per alcune settimane. Le interviste raccolte sono tra loro molto diverse considerato la specificità̀ dell’operatore. L’obiettivo di questa prima fase qualitativa è stato, come nel primo caso studio, ottenere elementi esaustivi circa l’attività̀ della polizia del campus e del rapporto con gli studenti. Dai colloqui sono emersi aspetti molto interessanti, come la selettività utilizzata nell’invio di informazioni (gli studenti ricevono molte email al giorno), le attività di prevenzione promosse all’interno del campus (elevato è il numero di furti, specialmente nelle caffetterie) e, in ultimo, alcune ricerche precedentemente condotte sulla percezione del rischio tra gli studenti.

Come anticipato, ho avuto la possibilità̀ di intervistare anche il personale accademico tra cui la Dean degli studenti, incaricata di gestire la vita degli undergraduate all’interno del campus, Cristen S. Scully Kromm. La dottoressa Kromm è stata molto preziosa ai fini della mia ricerca poiché́ mi ha fornito informazioni dettagliate circa la vita degli studenti. Dopo questo colloquio ho incontrato il prof. Michael McNeil, docente alla Columbia e responsabile delle ricerche in tema di salute tra gli studenti dell’università.

Questa fase è risultata particolarmente importante poichè, nonostante la costruzione del questionario sia avvenuta durante la prima esperienza all’estero (Brown 2016), l’approccio

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qualitativo ha permesso di cogliere le sfumature meno evidenti della tematica. In aggiunta, ho avuto la possibilità di confrontarmi con quattro docenti, provenienti da dipartimenti diversi, che mi hanno indirizzata nella fase della distribuzione del questionario.

5. L’inaspettato peso della burocrazia americana: come ottenere un approval e iniziare