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1.10 GLI INCENTIVI: REAZIONI DEL MERCATO E VINCOLI CONTRATTUAL

1.10.3 GLI INCENTIVI CONTRATTUAL

Un incentivo di natura contrattuale nel contesto affrontato, consiste nel porre in essere politiche di bilancio al fine di raggiungere determinati benefici contenuti in determinate clausole contrattuali oppure evitare penalizzazioni derivanti dalla violazione di una clausola contrattuale. Gli incentivi di natura contrattuale possono essere suddivisi principalmente in due categorie: quelli correlati al compenso destinato al management (managerial compensation contract) e quelli relativi alle clausole contrattuali stipulate tra società e finanziatori (debt convenant):

 Un esempio afferente la prima categoria menzionata, riguarda la remunerazione dei manager legata alle performance dell’impresa, remunerazione che spesso avviene tramite l’assegnazione di stock options. In verità, i piani di stock options sono nati con l’intenzione di allineare gli interessi tra azionisti e manager, forzando questi ultimi a impegnarsi le proprie energie alla massimizzazione del valore azionario tramite la gestione66. Tuttavia da ostacolo o almeno deterrente al perseguimento di

scopi personali, tale tipologia di remunerazione variabile può trasformarsi in incentivo alla manipolazione del reddito per ottenere benefici maggiori da parte dei manager.

66 Borsa Italiana sull’ argomento: <<…Attraverso l’assegnazione gratuita di stock options

(opzioni call), l’impresa concede ai propri collaboratori il diritto ad acquistare azioni della stessa società o di un’altra azienda facente parte dello stesso gruppo, ad un prezzo predeterminato (strike price). Le stock options saranno esercitate se il prezzo d’esercizio è inferiore al valore corrente dell’azione sottostante. In caso contrario le opzioni perdono di ogni valore. I piani di stock options prevedono, solitamente, tempi diversi durante i quali il dipendente può decidere di esercitare il proprio diritto di opzione ed acquistare le azioni offerte ad un prezzo predeterminato. Si possono individuare tre fasi principali: i) il granting, fase in cui l’impresa concede ai propri collaboratori il diritto ad acquistare un certo numero di azioni in un arco temporale futuro prestabilito e ad un prezzo predeterminato; ii) il vesting, ovvero è il periodo che intercorre dall’offerta della stock options all’inizio del periodo per l’esercizio del diritto di opzione; iii) l’exercising, la fase in cui viene esercitato il diritto di opzione;…>>.

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La remunerazione variabile in funzione del reddito, indipendentemente se legata a stock options piuttosto che ad altri premi produzione, ha come indicatore solitamente una fascia di reddito al di sotto della quale nessun premio è dovuto dalla società nei confronti dei manager. Nella fascia di reddito definita, la remunerazione cresce proporzionalmente al livello di reddito raggiunto. Oltre il limite superiore il bonus diviene costante oppure cresce in maniera molto ridotta.

A seconda del livello di reddito di partenza, gli amministratori avranno incentivo ad incrementare oppure a diminuire il livello di reddito raggiungibile.

Nel caso in cui il reddito di partenza si trovi al di sotto del limite inferiore della fascia di reddito definita ai fini della remunerazione, ma tale limite risulti comunque superabile tramite le politiche di bilancio, allora i manager avranno incentivo a porle in essere ai fini di oltrepassare tale soglia critica. Se invece, il livello di reddito di partenza si attesta nel range di valori compreso tra il limite inferiore e superiore, anche in questo caso i manager avranno incentivo ad incrementare il valore del reddito per sfruttare al massimo la variabilità della propria remunerazione. Con l’accortezza però di non oltrepassare il limite superiore, poiché i benefici non eguaglierebbero i costi e i rischi connessi ad una ulteriore manipolazione.

Nel caso invece che il reddito di partenza si trovi già al di sopra del limite superiore, i manager al contrario, visto che un aumento del reddito porterebbe a benefici marginali poco rilevanti, potrebbero aver incentivo a porre in essere politiche di bilancio idonee diminuire il reddito, rimanendo comunque al di sopra del limite superiore. Tale pratica è giustificata dal fatto che così facendo i manager potranno creare delle riserve occulte utili in futuro.

Stesso ragionamento può essere condiviso nel caso in cui il reddito si trovi notevolmente al di sotto del limite inferiore; in tal caso vista l’impossibilità di raggiungere il livello di reddito dal quale scatta la remunerazione,

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potrebbe trovar luogo la politica di bigh-bath anticipando costi o differendo ricavi, così da realizzare riserve utili in futuro.

 I debt covenants, sono clausole contrattuali a tutela dei finanziatori. Infatti, in presenza di un prestito il finanziatore, di comune accordo con la società finanziata, potrebbe correlare il costo del finanziamento al livello di reddito della società, per evitare che una volta ottenuta la concessione di denaro la società lo impieghi per operazioni più rischiose rispetto a quelle prospettate in sede di concessione del finanziamento.

La violazione di tali clausole, e quindi un livello di reddito conseguito inferiore a quanto stabilito, comporterebbe delle penalizzazioni per la società quali la rinegoziazione delle condizioni del prestito.

Se il management osserva che il reddito di partenza è inferiore a quello stabilito nella clausola, allora avrà incentivo ad attuare politiche di bilancio volte alla massimizzazione del reddito.

Altri incentivi che non rientrano strettamente nelle tre categorie appena presentate, ma che comunque vista la loro rilevanza nella veste di input alle politiche di bilancio, riguardano gli incentivi politici e gli incentivi fiscali:

 Gli incentivi politici vengono generati da determinate istituzioni governative e non, in relazione al contesto di riferimento; in relazione, le performance positive potrebbero comportare costi per una società, il cui operato viene percepito dai terzi come “troppo profittevole”.

Infatti, redditi molto elevati conseguiti in certi settori di mercato, potrebbero per esempio attrarre l’attenzione di agenzie a protezione dei consumatori le quali, a difesa dei loro rappresentati, potrebbero attuare pressioni volte all’abbassamento dei prezzi. In tal caso eventuali politiche di bilancio muoverebbero il reddito il basso. Stesso segno lo si avrebbe in caso della

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ricerca di eventuali benefici derivanti dall’applicazione di misure protezionistiche all’importazione67.

 La maggior parte degli studi su tali incentivi si sono basati, nel contesto statunitense, sulla manipolazione del reddito in momenti antecedenti l’entrata in vigore di una riforma fiscale. Tali studi hanno evidenziato come gli earnings management in caso di una nuova legge in materia tributaria, che comporti un decremento dell’aliquota fiscale applicata alla società, si assista ad una posticipazione dei ricavi tassabili e ad una anticipazione dei costi deducibili rispetto all’esercizio di entrata in vigore della nuova legge, così da sottoporre più reddito netto possibile all’aliquota più conveniente.

67 Il riferimento è a Jones (1991) la quale dimostra come le imprese manipolassero il reddito verso

il basso durante il periodo in cui i loro conti erano soggetti a scrutinio da parte della ITC (United

States International Trade Commission), commissione deputata a stabilire se le imprese di un

determinato settore venissero danneggiate dalla concorrenza estera e, attribuire eventuali benefici alle prime o ostacoli alle seconde, in una logica protezionistica.

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