Valore Aggiunto nell’ottica della sostenibilità (Indicatore 23)
2.5.4 Incidenti stradali: indicatori di esposizione al rischio e di incidentalità (Indicatore 25)
Gli incidenti stradali rappresentano una elevatissima fonte di mortalità e morbosità. In Italia il numero assoluto di incidenti, morti e feriti è il seguente: nel 2004 gli incidenti sono stati 224.553 e sono decedute 5.625 persone mentre i feriti ammontano a 316.630. E’ la prima causa di morte in Europa per le persone sotto i 40 anni e determina una perdita di vita media di 40 anni. Comprendere le cause del fenomeno è molto complesso sia per quanto riguarda i deter- minanti che il carico sociale. Tale caratteristica si rifl ette conseguentemente su responsabilità e competenze dei diversi settori e ai diversi livelli: trasporti-viabilità, sanità, ordine pubblico, ambiente, enti governativi, enti locali, istituzioni pubbliche, ecc.
Il fenomeno è quindi infl uenzato anche da fattori sociali ed economici come il miglioramento dell’assistenza sanitaria di primo soccorso. Perciò nell’interpretazione dei dati va tenuto con- to dell’effetto complessivo di condizioni quali l’ambiente urbano, lo stile di vita e l’assistenza sanitaria.
Per dare una visione più ampia del fenomeno occorre anche ricordare l’evoluzione le- gislativa delle norme di circolazione negli ultimi 15 anni: nel 1992 è entrato in vigore il nuovo codice della strada (introducendo anche l’obbligo della cintura di sicurezza) che non cam- biava dal 1959. In seguito nel 2003 sono entrate in vigore la patente a punti e altre modifi che importanti.
Gli indicatori calcolati si possono dividere in due categorie: di esposizione al rischio di incidente stradale e di incidentalità. Tra gli indicatori del primo tipo ci sono gli indicatori sinte- tici di incidentalità stradale (n° di incidenti/popolazione), di mortalità stradale (n° di morti/po- polazione), di lesività stradale (n° di feriti/popolazione). Tra gli indicatori del secondo tipo ci sono il rapporto di mortalità (n° di morti/n° di incidenti), il rapporto di lesività (n° di feriti/n° di incidenti) e l’indice di gravità o pericolosità (n° di morti/n° di infortunati).
Si sono scelti questi indicatori per la disponibilità di una lunga serie storica di dati
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informatizzati (le rilevazioni ISTAT-ACI partono dal 1921, anche se non annuali) che con- sentono di conoscere il numero di incidenti, morti e feriti, attraverso i quali vengono calcolati questi indicatori utili per l’interpretazione del fenomeno. Per quanto riguarda l’Italia, l’Emilia Romagna e la Provincia di Modena le serie storiche vanno dal 1985 al 2004. Invece, le serie storiche delle aree della Provincia oggetto di studio vanno dal 1997 al 2004.
Agli indicatori fi nora elencati dovrebbe aggiungersi un altro indicatore per una cor- retta valutazione dei confronti spazio-temporali. Un indicatore che tenga conto dei volumi di circolazione così da poter calcolare il numero di veicoli coinvolti negli incidenti stradali in rapporto al numero di veicoli in circolazione in una data area. Questi sono dati molto diffi cili da reperire e non disponibili per ogni area considerata.
Inoltre la stessa defi nizione di “morte” per incidente stradale dal 1999 è cambiata: fi no alla fi ne del 1998 erano defi nite “morte” le persone decedute sul colpo o quelle decedute entro il settimo giorno, a partire da quello dell’incidente (i decessi avvenuti oltre il settimo giorno venivano considerati nella condizione preesistente al decesso, cioè quella di ferito). A partire dal primo gennaio 1999, invece, viene esteso da sette a trenta giorni il periodo di osservazione del decorso delle lesioni subite; misura, quest’ultima, che migliora l’aspetto della contabilizza- zione delle vittime.
Passando ora all’interpretazione dei dati si può affermare che: per le tre macro aree (Italia, Regione ER, Provincia di Modena) la tendenza generale è quella di un aumento del numero di incidenti (Fig. 2.5.4.1) e feriti (Fig. 2.5.4.2) sempre ogni 10.000 abitanti dal 1985 fi no al 2000. Poi si è verifi cata una inversione di tendenza (più evidente per la Regione ER e Provincia di Modena che per l’Italia). Dal 1992 si rileva per tutte e tre le aree una diminuzione del numero di morti per abitante (Fig. 2.5.4.3) sebbene deve fare molto rifl ettere il fatto che Emilia Romagna e Provincia di Modena presentino sempre valori superiori all’Italia mentre il trend è praticamente lo stesso.
Figura 2.5.4.1 - Incidentalità stradale
0 10 2 0 3 0 4 0 50 6 0 70 8 0 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 A nni
Incidenti ogni 10.000 abitanti
Italia
Emilia Romagna Modena (provincia)
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI (Rapporto 2004)
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95 Figura 2.5.4.2 - Lesività stradale
0 20 40 60 80 100 120 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anni
Feriti ogni 10.000 abitanti
Italia
Emilia Romagna Modena (provincia)
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI (Rapporto 2004)
Figura 2.5.4.3 - Mortalità stradale
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anni
Morti per 10.000 abitanti
Italia
Emilia Romagna Modena (provincia)
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI (Rapporto 2004)
L’aumento del numero di morti tra il 1998 e il 1999 potrebbe essere dovuto al cambio di defi nizione di “morte” per incidente stradale.
Dal 1985 l’incremento di incidenti è dovuto, da un lato, al costante aumento dei veicoli in circolazione (che ha provocato una crescente esposizione al rischio di incidente stradale), dall’altro (a partire dal 1992) il calo del numero di decessi è imputabile al conseguente miglio- ramento sia dei dispositivi di sicurezza installati nei mezzi di trasporto che della progettazione delle strade, all’approvazione del nuovo codice della strada (casco, cinture, etc.), al rinnovo
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del parco macchine e al miglioramento del sistema sanitario di emergenza-urgenza (come l’avvento della TAC). Coerentemente alla diminuzione (a partire dal ’92) del numero di morti ogni 10.000 abitanti, il rapporto di mortalità (Fig. 2.5.4.4) e l’indice di gravità (Fig. 2.5.4.5), soprattutto dal 1992 al 1998, sono in costante calo tanto che in questo periodo i valori sono più che dimezzati. Dal 1999 i due indici si sono stabilizzati (per poi diminuire ancora a partire dal 2003, anno di entrata in vigore della patente a punti) e le tre aree considerate (Italia, Regione ER, Provincia di Modena) presentano per la prima volta valori pressoché identici.
Figura 2.5.4.4 - Rapporto di Mortalità
0 10 20 30 40 50 60 70 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anni
Morti ogni 1000 incidenti Italia
Emilia Romagna Modena (provincia)
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI (Rapporto 2004)
Figura 2.5.4.5 - Indice di gravità (o Rapporto di pericolosità)
0 5 10 15 2 0 2 5 3 0 3 5 4 0 4 5 50 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 Italia Emilia Romagna Modena (provincia) Anni
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI (Rapporto 2004)
Cambiando riferimento geografi co, dal 1997 al 2004 per ogni area sub-provinciale ana- lizzata non emerge nessun trend crescente o decrescente (neanche per brevi periodi) e si è quindi calcolata la media degli anni del periodo considerato (Fig. 2.5.4.6 e Fig. 2.5.4.7). Il dato principale che emerge è relativo al Comune di Modena: è l’area che presenta il più elevato
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Morti ogni 1000 inci
denti
Morti ogni 1000 infortunati
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numero di incidenti per 10.000 abitanti (89 nel 2004, mentre la media 1997-2004 è di 96). E’ evidente che l’ambiente urbano del Comune di Modena è molto diverso sia per architettura che per organizzazione e fl ussi di traffi co rispetto alle altre aree della Provincia. Questo si rifl ette sia sulla tipologia sia sulle conseguenze degli incidenti. Si può ipotizzare quindi che il peso di incidenti urbani, di solito sono caratterizzati da una elevata frequenza e da una bassa pericolosità, sia molto maggiore nel Comune di Modena.
Figura 2.5.4.6 - Incidentalità stradale (media del periodo 1997-2004)
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI e Provincia di Modena
Figura 2.5.4.7 - Rapporto di mortalità stradale (periodo 1997-2004)
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI e Provincia di Modena
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Infi ne prosegue l’effetto positivo della patente a punti. Rispetto all’anno passato infatti si è verifi cata una diminuzione dell’1,8 per cento rispetto al 2004 del numero degli incidenti (225.078), con una conseguente riduzione anche del numero dei morti (5.426, meno 4,7%) e dei feriti (313.727, meno 2,7%).
Diminuiscono soprattutto gli incidenti mortali: 4.918 nel 2005 rispetto ai 5.082 dell’an- no precedente, 266 le vite risparmiate. Resta, tuttavia, lontano l’obiettivo fi ssato dall’Unione Europea che prevede la riduzione del 50% dei morti entro il 2010: per raggiungere questo risultato l’Italia non dovrebbe superare i 3.100 morti per incidenti stradali annui, ciò equivale ad una riduzione ogni anno di circa il 9%.
Tabella 2.5.4.1 - Obiettivi delle politiche e performance locale
Politica Obiettivo Orizzonte Attuale Tendenza
UE – Dimezzare la
mortalità stradale -9% annuo 2010 4.7%
Fonte: Elaborazioni a cura di ARPA Emilia Romagna da dati ISTAT-ACI
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