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2.3.2 – Bilancio Idrico (Indicatore 12)

P RODUZIONE E RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI (RU) IN PROVINCIA DI MODENA Tabella 2.3.4.1 Indicatori del sistema di gestione dei rifi uti urbani – territorio provinciale –

2.3.6 Indice di Biopotenzialità Territoriale (Btc)

(Indicatore 16)

La provincia di Modena occupa una superfi cie territoriale di 2.689,9 kmq di cui quasi la metà (1.278,2 kmq) sono di territorio di pianura, 463,8 di collina e 947,8 di montagna. In base alle caratteristiche insediative, il territorio provinciale può essere suddiviso in tre macroaree omo- genee: l’area territoriale omogenea della bassa pianura, l’area centrale ad alta densità insedia- tivi e l’area territoriale omogenea della collina e della montagna.

La pianura modenese è intensamente coltivata e i resti della vegetazione originaria sono estremamente scarsi. La fl ora spontanea si concentra in corrispondenza dei corsi d’acqua, degli stagni e nelle siepi. L’impoverimento degli habitat caratterizzante questo territorio è dovuto principalmente alla banalizzazione del paesaggio colturale, che per motivi economici è divenuto omogeneo su ampie superfi ci. I boschi presenti sul territorio sono costituiti esclu- sivamente da pioppeti.

L’inarrestabile sviluppo urbano e industriale dell’area centrale della provincia, ha contribuito a ridurre e frammentare il territorio agricolo, soprattutto nell’area in prossimità del capoluogo e nella pianura a margine del territorio pedecollinare.

Per quanto riguarda la fascia collinare e montana, le zone boscate hanno notevoli estensioni e si alternano ad aree coltivate ed a prati stabili. Il paesaggio montano presenta caratteristi- che di naturalità e di biodiversità sempre maggiori, man mano che ci si avvicina al sistema dei crinali.

La Biopotenzialità Territoriale è fondamentalmente una funzione di stato che dipende in modo principale dai sistemi vegetali e dal loro metabolismo, permettendo di confrontare qua- li-quantitativamente ecosistemi e paesaggi. Permette di confrontare scenari temporali diversi, per ogni ambito omogeneo.

Le trasformazioni a larga scala di un paesaggio sono complesse da quantifi care ed è diffi cile defi nire se il cambiamento in atto sia positivo o negativo. L’indice di Biopotenzialità è un indice complesso che rappresenta la capacità di un ecosistema di conservare e massimizzare l’impiego dell’energia e viene espresso in Mcal/mq/anno.

Il bilancio tra gli scenari rappresenta l’evoluzione/involuzione del paesaggio preso in esame, in relazione al grado di conservazione, recupero o “trasformazione sostenibile”. In base a questi criteri è possibile defi nire un valore soglia sotto al quale non si può scendere, calcolare

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l’indice di scenario in base alla pianifi cazione territoriale, bilanciare le destinazioni d’uso e le dimensioni degli interventi.

L’Indice di Biopotenzialità Territoriale ha la capacità di esprimere in modo sintetico variazio- ni della struttura del paesaggio, analizzandone la dinamica nelle diverse scale spazio-tempo- rali. Risulta pertanto importante, per valutare se le trasformazioni in atto stiano portando il paesaggio ad una soglia di instabilità, effettuare un confronto tra la situazione esistente e le situazioni storiche precedenti.

Si rende quindi necessario effettuare una ricostruzione del mosaico ambientale sia del dato storico che del dato attuale per tutta la Provincia di Modena al fi ne di poter intervenire, attra- verso gli strumenti pianifi catori, sulle necessità riscontrate.

E’ inoltre possibile, attraverso la conoscenza dell’evoluzione temporale del mosaico ambien- tale, defi nire un campo di esistenza in cui rientra il valore “ottimale” del sistema paesistico considerato e fare delle proiezioni evolutive degli scenari del paesaggio in relazione alle po- litiche di pianifi cazione territoriale. Al fi ne di effettuare tali valutazioni, si rende necessaria la disponibilità di cartografi e digitalizzate dell’uso reale del suolo, sia come serie storica che con aggiornamenti periodici da attuarsi attraverso rilevazioni aerofotogrammetriche, tali da acquisire le dinamiche istantanee dei cambiamenti del paesaggio.

Per il calcolo di questo indicatore, sono stati utilizzati i dati riferiti ai soli anni 1990, 1994 e 2000, in quanto unici dati cartografi ci disponibili in formato digitale.

• Carta della copertura del suolo “Corine land cover” scala 1:100.000, derivante da im- magini da satellite Landsat TM (anni di rilevamento 1990 e 2000).

• Carta dell’uso del suolo – seconda edizione, scala 1:25.000, riprodotta da foto aeree del volo “Italia” (anno di rilevamento 1994).

I dati relativi alle cartografi e del Corine land cover e l’uso del suolo del 1994, non sono esat- tamente sovrapponibili, sia per le scale di riproduzione, sia per il numero e la tipologia delle classi di uso, costituendo un elemento di debolezza della analisi effettuata. Sovrapponibili sono invece le due carte del Corine Land Cover del 1990 e 2000. Essendo il Btc un macrode- scrittore della dinamica del mosaico ambientale, un valore aggiunto potrebbe essere ricavato dalla sua lettura spazio temporale su periodi più lunghi.

Tabella 2.3.6.1 - Le classi individuate per l’ecotessuto mediterraneo

Classi Descrizione Btc

[Mcal/mq/a]

A

(Bassa)

Prevalenza di sistemi con sussidio di energia (industrie e infrastrutture, edifi ca-

to) o a bassa metastabilità (aree nude, affi oramenti rocciosi). << 0,5

B

(medio-bassa)

Prevalenza di sistemi agricoli-tecnologici (prati e seminativi, edifi cato sparso), ecotopi naturali degradati o dotati di media resilienza (incolti erbacei, arbuste- ti radi, corridoi fl uviali privi di vegetazione arborea).

0,5 – 1,5

C

(media)

Prevalenza di sistemi agricoli seminaturali (seminativi erborati, frutteti, vigneti,

siepi) a media resistenza di metastabilità. 1,5 – 2,5

D

(medio-alta)

Prevalenza di ecotopi naturali a media resistenza e metastabilità (arbusteti paraclimacici, vegetazione pioniera), fi lari,verde urbano, rimboschimenti, im- pianti da arboricoltura da legno, pioppeti.

2,5 – 3,5

E

(alta)

Prevalenza di ecotopi senza sussidio di energia, seminaturali (boschi cedui) o naturali ad alta resistenza e metastabilità: boschi del piano basale e submonta- no, zone umide.

>> 3,5

Fonte: Ingegnoli, 1992

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L’indice di Biopotenzialità per gli anni di rilevamento, è stato calcolato sull’intero territorio della provincia di Modena e in nove aree omogenee:

• area di Modena (città di Modena);

• area della Ceramica (Sassuolo, Fiorano, Maranello, Formigine);

• area di Vignola (Vignola, Castelvetro, Castelnuovo, Savignano s/P, Spilamberto) • area di Carpi (Carpi, Campogalliano, Soliera, Novi)

• area Nord di Mirandola (Mirandola, Cavezzo, S. Felice s/P, Camposanto, Finale Emilia, S. Prospero, S. Possidonio, Medolla e Concordia);

• area di Castelfranco (Castelfranco, S. Cesario s/P, Nonantola, Ravarino, Bomporto, Basti- glia)

• area collinare-montana est (Marano s/P, Guiglia, Zocca, Montese);

• area collinare-montana ovest (Prignano s/S, Palagano, Montefi orino, Frassinoro).

• area collinare-montana del Frignano (Serramazzoni, Polinago, Pavullo, Lama M., Monte- creto, Sestola, Pievepelago, Fiumalbo, Riolunato, Fanano).

Inoltre il calcolo è stato eseguito anche sull’area montana complessiva dei 18 Comuni.

Per differenziare ulteriormente le aree omogenee dell’alta, media e bassa pianura apparte- nenti tutti alla classe medio-bassa di Btc, si è attuata una ulteriore suddivisione in tre parti, cercando di differenziare aree apparentemente omogenee, ma con caratteristiche territoriali differenti.

Tabella 2.3.6.2 – Aree Omogenee della provincia di Modena

Aree omogenee Btc 1990 Classi Btc 1994 Classi Btc 2000 Classi

Area nord di Mirandola 1,10 B (B2) 1,07 B (B2) 1,14 B (B2)

Area di Carpi 1,17 B (B2) 1,15 B (B2) 1,22 B (B3)

Area di Modena 0,92 B (B1) 0,98 B (B1) 0,97 B (B1)

Area di Castelfranco 1,14 B (B2) 1,31 B (B3) 1,17 B (B2)

Area della Ceramica 1,17 B (B2) 1,06 B (B2) 1,28 B (B3)

Area di Vignola 1,26 B (B3) 1,41 B (B3) 1,33 B (B3)

Area Comuni Montani Est 3,26 D 2,48 C 3,33 D

Area Comuni Montani Ovest 4,04 E 3,20 D 4,04 E

Area Comuni Montani del Frignano 3,97 E 3,26 D 4,13 E

Area Comuni montani (totale) 3,85 E 3,09 D 3,93 E

Provincia di Modena 2,35 C 2,03 C 2,25 C

Da questa ulteriore suddivisione si evidenzia, per l’anno 2000, che per l’area di media e bassa pianura solamente l’area di Modena risulta appartenere alla classe B1, mentre rientrano nella classe B2 le aree di Mirandola e Castelfranco; in classe B3 risultano l’area di Carpi, il territorio del Distretto ceramico e l’area di Vignola.

Da un confronto col dato elaborato dal Corine Land Cover del 1990, si rileva un sensibile miglioramento delle aree di Carpi e del Distretto ceramico che passano da una classe B2 ad una classe B3. Tutte le altre aree confermano la classifi cazione precedente, pur registrando un lieve aumento del valore di Btc all’interno della stessa classe. Il miglioramento riscontrato per il Distretto Ceramico e l’area di Carpi, sono tendenzialmente riconducibili ad un aumento delle aree verdi con colture miste o boscate ed a una diminuzione dei seminativi e delle aree di cava.

Da un confronto con la cartografi a dell’uso reale del suolo regionale del 1994, Sono confer-

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mate le classifi cazioni in classe B1 della città di Modena, in classe B2 dell’area di Mirandola e in classe B3 dell’area di Vignola. Risultano in miglioramento dalla classe B2 alla B3 le aree di Carpi e del Distretto ceramico, mentre peggiora da B3 a B2 Castelfranco Emilia. Tale diffe- renza può essere imputabile al dettaglio differente di risoluzione delle due diverse cartografi e analizzate.

Le aree relative ai comuni montani che mantengono la stessa classifi cazione registrata nel 1990, seppur con un incremento del valore di Btc. Per l’area dei comuni Montani Ovest e del Frignano, e il dato complessivo dell’area montana, si registra una classe E alta in quanto meno antropizzate e con minore frammentazione dei territori, mentre i comuni Montani Est si col- locano in classe D medio alta.

Il dato di Btc del 1994 dei comuni montani ricavato dall’uso reale del suolo, risulta peggiorati- vo di una classe, comuni Montani Ovest e del Frignano classe D e comuni Montani Est classe C.

Figura 2.3.6.1 – Ripartizione percentuale dell’Indice di Biopotenzialità relativo all’anno 1990.

I ndice di B iopotenz ialità territoriale anno 1990 (suddivisione percentuale delle aree rispetto alle classi)

E 36% D 9% B3 6% B2 42% B1 7% B 55% Fonte: Arpa

Figura 2.3.6.2 – Ripartizione percentuale dell’Indice di Biopotenzialità relativo all’anno 1994.

I ndice di B iopotenz ialità territoriale anno 1994 (suddivisione percentuale delle aree rispetto alle classi)

D 36% C 9% B3 15% B2 33% B1 7% B 55% Fonte: Arpa 74 Rapporto 2006.indd 74 Rapporto 2006.indd 74 25-03-2007 14:32:1725-03-2007 14:32:17

75 Figura 2.3.6.3 – Ripartizione percentuale dell’Indice di Biopotenzialità relativo all’anno 2000.

I ndice di B iopotenz ialità territoriale anno 2000 (suddivisione percentuale delle aree rispetto alle classi)

B3 21% D 9% E 36% B1 7% B2 27% B 55% Fonte: Arpa

I grafi ci relativi alla percentualizzazione delle aree per classe evidenziano una stabilità della percentuale del territorio della alta, media e bassa pianura in classe B e delle aree montane in classe D ed E.

La biopotenzialità, calcolata in un unico valore per la provincia di Modena, rimane in classe C, media, per tutti gli anni considerati.

Tabella 2.3.6.3 – Valutazione della performance del territorio alle politiche

Politica Obiettivo Orizzonte Attuale Tendenza

Indice di biopotenzialità

territoriale

K

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Figura 2.3.6.4 – Indice di Biopotenzialità relativo all’anno 2000 per area vasta.

Fonte ARPA Modena

Per ulteriori approfondimenti della tematica, il riferimento è costituito da Ingagnoli V. 1994, “Fondamenti di ecologia del

paesaggio. Studio dei sistemi di ecosistemi” - Milano, Città Studi.

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