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Incontro con l’autore

Nel documento Annuario 2016/2017 (pagine 54-58)

Provo sempre un certo senso di fastidio quando, sulla mia carta d’i- dentità, alla voce professione, leggo

insegnante. Sì, perché insegnare mi

dà l’idea di un qualcosa che presup- pone un rapporto non alla pari, in cui uno dei due trasmette nozioni e conoscenze e l’altro assorbe, per lo più passivamente, ciò che riceve. Quanto più bello mi appare invece il termine educare, dal latino educĕre, ovvero tirar fuori, allevare; questo termine presuppone infatti un rap- porto alla pari, in cui non si trasmet- te né si impone nulla, ma semplice- mente si tira fuori ciò che di bello e di valore ogni persona ha già dentro di sé. Da questo punto di vista riten- go che la mia disciplina, Lingua e Let-

teratura italiane, mi faciliti non poco:

l’obiettivo che mi pongo infatti non è certo insegnare quando e dove è nato il tal poeta, pretendere la me-

La scrittrice Francesca Melandri racconta il suo libro Eva Dorme

morizzazione di poesie, schematiz- zare significati e motivazioni dei ro- manzi; l’unico vero obiettivo, per me, è tirar fuori da ognuno dei miei stu- denti la capacità di apprezzare l’arte soprattutto nella sua forma scritta, di coglierne la bellezza, di saper dare valore ai sentimenti e alle emozioni di chi scrive e, così facendo, si mette a nudo di fronte al mondo.

È proprio perseguendo questo obiet- tivo che ho pensato e realizzato il percorso ormai collaudato di Incon-

tro con l’autore: ogni anno leggiamo

un romanzo totalmente slegato dal contesto scolastico, lo analizziamo, cerchiamo di individuarne le dinami- che e infine incontriamo l’autore, che ci aiuta ad umanizzare la vicenda che ha narrato, a farla vivere, a coglierne le emozioni.

Per l’anno scolastico 2016/2017 il romanzo scelto è stato Eva dorme di

DANIELA ZANETTI Docente di Materie letterarie

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I PROTAGONISTI DELLA SCUOLA

Francesca Melandri perché, tra i va- lori che ritengo fondamentali in una persona, c’è quello delle radici: senza di esse non cresce nulla, non matu- ra nulla, non fruttifica nulla; senza di esse non vi è identità e non vi è appartenenza; senza di esse non è possibile ricostruire il passato, vivere il presente, immaginare il futuro. Le radici sono dentro ognuno di noi, ci caratterizzano, ci appartengono, ci identificano e ritengo dovere fonda- mentale della scuola non trascurarle, anzi, educare i  ragazzi a riconoscerle in ciò che li circonda e in ciò che han- no dentro di sé.

Eva dorme è un romanzo  che par-

te dal 1919 e arriva ai giorni nostri, attraversa l’Italia in tutta la sua lun- ghezza, raccontando tre generazioni di abitanti dell’Alto Adige-Südtirol at- traverso gli occhi di una madre bella e sfortunata, Gerda, che si scontra con le difficoltà, i pregiudizi, i peri- coli e i cambiamenti, e di sua figlia Eva, emancipata, apparentemente incapace di amare e in parte vittima delle scelte materne. La fatica di vi-

vere di queste due donne si identifi- ca con quella del popolo sudtirole- se che si vede privato della propria identità e delle proprie radici, che deve imparare a vivere in una di- mensione che non è la propria e che deve accettare una realtà che non gli appartiene.

Il romanzo presenta diverse temati- che legate alla nostra terra che pur- troppo oggi i nostri studenti per lo più ignorano e attraverso la lettura, quindi non con una lezione cattedra- tica e frontale, hanno imparato a co- noscere e se ne sono riappropriati: hanno vissuto il tema politico, con le tragiche conseguenze negli atten- tati degli anni Sessanta e le feroci rappresaglie delle forze dell’ordine italiane; hanno conosciuto la figura splendidamente delineata del fon- datore della Südtiroler Volkspartei, Silvius Magnago, l’uomo politico che si batterà sempre con coraggio per ottenere quello statuto speciale per la regione Alto Adige che consentirà il riscatto a quella terra e ai suoi abi- tanti; hanno apprezzato la lungimi-

Gli studenti coinvolti nel progetto “Incontro con l’autore”

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ranza di Aldo Moro, a cui sono dedi- cate toccanti pagine che raccontano il suo incontro con Magnago; hanno osservato da un inusuale punto di vista interno il tema dell’omoses- sualità, affrontato con delicatezza nel romanzo; hanno approfondito il difficile rapporto tra gente di città e contadini legati indissolubilmente alla logica del maso chiuso; sono diventati partecipi della difficoltà di una donna nubile a conservare il posto di lavoro con dignità, senza subire il ricatto maschile che voleva le giovani lavoratrici come potenzia- li prostitute; si sono immedesimati nel conflittuale rapporto tra madre e figlia, che non arriverà mai ad una vera risoluzione e che è proprio di ogni generazione, di ogni cultura. Con la lettura e l’analisi di Eva dor-

me  ho cercato quindi di educare  i

miei ragazzi alle loro radici, ho cer- cato di fargliele riscoprire, affinché

ne colgano l’importanza e il valore. L’incontro con l’autrice, in questo senso, è stato davvero illuminante: sono stati toccati tanti temi: dall’i- dentità culturale e linguistica alla capacità comunicativa, dall’insoffe- renza razziale all’accoglienza, dalla condizione femminile all’evoluzione delle idee e della politica.

Sono fermamente convinta della validità di percorsi e di incontri di questo tipo e della loro effettiva rica- duta non solo dal punto di vista me- ramente didattico, ma anche e so- prattutto da quello della formazione della persona; a testimonianza di ciò, vorrei dar voce ad una mia studen- tessa, Stefania Mazzalai (III B PT) che, a commento dell’intera esperienza, ha scritto: “[...] Stando lì ad ascolta-

re domande e risposte, mi è apparso evidente che l’incontro con l’autore è essenziale. È come la conclusione vera del libro: riordini le idee, comprendi i

Un momento dell’incontro avvenuto nell’Aula Magna della FEM

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I PROTAGONISTI DELLA SCUOLA La professoressa Daniela Zanetti, promotrice del percorso, e la scrittrice Melandri

La scrittrice Francesca Melandri alle prese con gli autografi

significati più nascosti, ti rendi conto dell’impegno necessario per la stesura e la ricerca delle informazioni, vieni a conoscenza dell’idea iniziale per la creazione della storia e dell’emozione a fine opera. Ho potuto capire anche perché, in Letteratura, si studia non solo l’opera, ma anche la vita dell’auto- re che, in un modo o nell’altro, finisce sempre per farne parte”.

Non è facile per me cogliere quanto e in che misura riesco ad essere ef- ficace nelle mie classi, ma grazie alle parole di Stefania mi sembra di aver contribuito a far riscoprire ai miei ra- gazzi le loro radici, mi sembra di non essere stata semplicemente un’inse- gnante, ma di averli educati alla co- noscenza e al rispetto di quanto già era dentro di loro.

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Gara Nazionale dell’Istruzione

Nel documento Annuario 2016/2017 (pagine 54-58)