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STRUTTURA IMPRESA SISTEMA VITALE

3.7. L’individuo e la gestione dei risch

I mutamenti dello scenario economico e finanziario che hanno caratterizzato l’inizio del terzo millennio, spingono sempre più le imprese a prestare maggiore attenzione ai rischi a cui l’impresa stessa è esposta ed influenzata.

Le risorse (o asset aziendali), siano esse materiali ed immateriali, anche umane, sono esposte ad una moltitudine di rischi e minacce che possono ledere il patrimonio aziendale, riducendone il valore e frenando lo svolgimento dell’attività d’impresa.

come massimizzazione del prezzo azionario per le imprese quotate in Borsa. Per un’ampia disamina sul tema si veda A. Damodaran (2006), Finanza aziendale, Apogeo, Milano.

69 Tali decisioni afferiscono alla politica di investimento, uno dei principi guida della finanza a- ziendale, ovvero investire in progetti con un rendimento atteso superiore alla soglia minima di rendi- mento accettabile. A. Damodaran (2006), op. cit. Si vedano tra gli altri, M. Dallocchio, A. Salvi (2011), Finanza Aziendale 1, Egea, Milano.

70 Le attività reali sono quelle attività, tangibili ed intangibili, necessarie per l’esercizio di un’impresa.

71 Tali decisioni sono inerenti alla politica di finanziamento, principio guida della finanza azien- dale, intesa come scelta di una struttura finanziaria che massimizzi il valore dei progetti intrapresi e che sia in linea con il tipo di investimenti da finanziare. A. Damodaran (2006), op. cit.

chi gestisce l’impresa è quello di ridurre o quanto meno di poter in parte controllare tali eventualità negative.

I rischi che l’impresa deve affrontare, in relazione alle decisioni da parte del management, sono molteplici74; a tal proposito risulta imprescindibile distinguere

tra due tipologie che, sebbene siano concettualmente differenti, sono nella pratica genericamente strettamente interconnesse75:

– rischi speculativi (o rischi propriamente imprenditoriali): rischi di mercato, di settore, paese, finanziari, di struttura, tecnologici, politici, di produzione;

– rischi puri (detti anche rischi non propriamente imprenditoriali): rischi di pro- prietà, di responsabilità civile verso terzi, d’interruzione dell’attività, di sicurezza sul lavoro, legati alla protezione dell’ambiente76.

Rientrano tra i rischi speculativi tutti quei rischi che sono strettamente connessi con l’attività imprenditoriale.

I rischi puri rappresentano un qualcosa di negativo poiché non garantiscono al- cun guadagno77.

73 Sulla gestione del rischio d’impresa si veda O. Roggi (2008), Rischio d’impresa, valore e insol-

venza: aspetti teorici e processi di gestione del rischio, Franco Angeli, Milano.

74 I rischi che l’impresa deve affrontare non vanno confusi con il rischio d’impresa che è il rischio che un soggetto sopporta in conseguenza dell’andamento della gestione dell’impresa in cui ha investi- to. V. Palea (2010), Rischio, rendimento, e fondamentali d’impresa, Pearson – Prentice Hall, Milano.

75 S. Pivato, N. Misani, A. Ordanini, F. Perrini (2004), op. cit.

76 Partendo dalla distinzione tra rischi puri e speculativi si sostiene che i primi siano quelli assicu- rabili mentre i secondi identifichino il rischio imprenditoriale e non siano, pertanto, assicurabili; si tende, conseguentemente, a separare i rischi puri dal rischio imprenditoriale. Tale distinzione tende, tuttavia, ad attenuarsi poiché risulta difficile considerare disgiuntamente il rischio imprenditoriale (speculativo) dai rischi particolari d’impresa e dal rischio economico generale. Si veda in merito, per una più ampia disamina, D.L. Di Salvo (2004), L’influenza del fattore “rischio” nella gestione azien- dale, Editrice UNI Service, Trento.

77 Per approfondimenti in merito ai concetti di rischio speculativo e puro si veda P. Tarallo (2000), La gestione integrata dei rischi puri e speculativi, Franco Angeli, Milano.

Il rischio, infatti, è insito nello svolgimento dell’attività aziendale. Esso viene correlato alla possibilità che si possano manifestare, con un impatto più o meno marcato, eventi capaci di influire significativamente sul conseguimento di un de- terminato obiettivo79.

Nel quadro di gestione del rischio si colloca la figura del risk management, e- sempio di rinnovamento manageriale relativo alle problematiche della gestione de- gli eventi avversi di origine sia dolosa sia accidentale, detta protezione aziendale80.

La gestione del rischio e la connessa protezione aziendale rappresentano, per- tanto, un aspetto cruciale della gestione dell’impresa. In particolare, la necessità di razionalizzare e aggiornare le tecniche di protezione d’impresa sta diventando sempre più sentita nell’attuale contesto economico-competitivo.

Il risk management, fra le innovazioni che mirano a soddisfare tale esigenza, si differenzia per essere quello di carattere più ampio; difatti, pur nel rispetto delle specificità gestionali imposte da ogni gruppo di eventi dolosi ed accidentali, il risk management offre una logica di azione molto generale ed adattabile ad ogni tipolo- gia di rischio81, permettendo un trattamento unificato nella gestione dei rischi spe-

culativi e puri82.

78 A. Gilardoni (1992), La protezione aziendale: impostazione strategica e gestionale, Egea, Mi- lano.

79 A tal proposito si veda G.M. Golinelli (2005), op. cit.

80 Per un’ampia disamina sul risk management si veda R.M. Stulz (2003), Risk Management and

Derivaties, Thompson Southwestern Publishing, Cincinnati.

81 Il risk management si fonda sull’idea che le attività avviate da un’impresa non abbiano un esito certo e definito. A tal proposito, gestire, prevenire e finanziare tutte le vulnerabilità aziendali rappre- senta l’oggetto del risk management che si propone, quindi, come una metodologia per gestione otti- male dei rischi, fondato su un approccio scientifico all’identificazione ed alla valutazione del rischio d’impresa. S. Pivato, N. Misani, A. Ordanini, F. Perrini (2004), op. cit.

82 Rileva Di Salvo come nelle imprese di grandi dimensioni la gestione dei rischi sia, generalmen- te, affidata ad un apposito organo definito risk manager. D.L. Di Salvo (2004), op. cit.

1. Identificazione del rischio

2. Valutazione del rischio

3. Determinazione delle priorità di intervento

4. Trattamento del rischio

Fonte: Elaborazione propria.