• Non ci sono risultati.

PROCESSO DI DEBIASING

5.3. I riflessi della proprietà sul sistema impresa

5.3.2. L’impresa a controllo proprietario debole (manageriale)

Il modello dell’impresa a controllo proprietario debole (o diffusa) è tipico della impresa manageriale perfetta, ovvero grandi realtà imprenditoriali affermatesi nel capitalismo anglosassone come le public company o le large corporation (società per azioni)20.

19 In tale ambito si rilevano i contribuiti di Sciarelli circa i concetti di etica aziendale e finalità imprenditoriali. Gli aspetti sociali introdotti come forma di integrazione degli aspetti puramente eco- nomici sono sintetizzabili nella c.d. teoria del successo sociale che rileva come l’imprenditore tenda al successo e che tale successo è rappresentato dai risultati raggiunti dall’impresa e dal ruolo che at- traverso essi egli riesce a conquistare all’interno della comunità. In particolare, la sopracitata teoria ricerca ulteriori motivazioni che possono spingere gli individui dotati di adeguate capacità imprendi- toriali a incentivare la costituzione di un’impresa ed a svilupparne nel tempo l’attività. In ordine cre- scente di importanza, gli scopi dell’imprenditore paiono essere quelli di assicurare la sopravvivenza dell’impresa, di affermarsi nell’ambito della classe sociale di appartenenza, di assumere posizioni di preminenza nella società. A tal proposito il fine economico, inteso in questa fase di analisi, può tra- sformarsi in un mezzo per il raggiungimento anche di obiettivi sociali e morali. S. Sciarelli (1996), “Etica aziendale e finalità imprenditoriali”, Economia & Management, n. 6.

20 Il modello anglosassone trova il suo esempio migliore negli Stati Uniti, in cui prevalgono la Borsa e le public company che costituiscono l’espressione più immediata del capitalismo anglosasso- ne, o americano nello specifico, caratterizzato dal forte contributo del sistema finanziario allo svilup- po sia economico sia industriale del sistema paese. Secondo molti osservatori, il capitalismo america- no rappresenta il sistema più efficiente per lo svolgimento dell’attività d’impresa anche se tale model- lo ha vissuto, negli anni Ottanta, un periodo di crisi ed, ancora oggi, le modalità di governo delle cor- poration americane non sono prive di zone d’ombra. In particolare, il capitalismo americano risulta

management poteri quasi assoluti garantendo un’elevata influenza sulla dinamica imprenditoriale. Per contro, ai proprietari-azionisti diversamente dal modello dell’impresa a controllo proprietario forte, risulta solamente possibile occuparsi del finanziamento dell’impresa e, di conseguenza, dell’assunzione del rischio23.

Un modello di impresa simile a quello dell’impresa manageriale perfetta risulta essere quella dell’impresa manageriale, la cui nascita è fatta risalire intorno al 1870 negli Stati Uniti, caratterizzata da una significativa aggregazione di azionisti i quali non qualificano in modo rilevante l’organo di governo mantenendo però la possibilità di esercitare significative pressioni sull’operato di tale organo. L’im- presa manageriale è caratterizzata dalla separazione della proprietà dalla funzione di governo e controllo dell’impresa24; in tal senso tale separazione può portare ad

essere orientato al mercato, cioè al finanziamento mediante azioni, ed è dotato di Borse molto liquide, capaci di sostenere i fabbisogni finanziari di imprese di grandi dimensioni e di alimentare, conseguen- temente, un attivo mercato del controllo. In tal senso, sul piano del diritto commerciale, la struttura degli organi sociali delle corporation americane segue lo schema classico in cui l’assemblea degli a- zionisti nomina un consiglio di amministrazione, il quale definisce l’indirizzo strategico della società e sceglie il management operativo. Inoltre, i consiglieri hanno un obbligo legale di fedeltà nei con- fronti degli azionisti, che costituisce la base per eventuali azioni di responsabilità dei soci verso chi gestisce l’impresa. S. Pivato, N. Misani, A. Ordanini, F. Perrini (2004), Economia e gestione delle imprese, Egea, Milano.

21 In particolare, le public company sono il modello che ha attirato maggiori interessi da parte de- gli studiosi di management d’impresa perché, da un lato e soprattutto da un punto di vista meramente finanziario, rappresentano la forma di organizzazione della produzione industriale che ha caratterizza- to lo sviluppo della più grande economia mondiale e, dall’altro, la scissione tra la proprietà ed il con- trollo, che contraddistingue tale forma di capitalismo d’impresa, ha richiesto un’approfondita analisi dei rapporti tra fornitori di capitale proprio e management, fonte, spesso, di conflitti ed inefficienze. In tal senso M.T. Cuomo, G. Metallo (2007), op. cit.

22 Generalmente identificati in un numero elevato di piccoli azionisti.

23 In pratica il capitale viene di fatto ad essere interamente controllato dal management il quale non detiene alcuna titolarità del capitale di rischio. G.M. Golinelli (2005), op. cit.

24 A tal proposito la separazione tra la proprietà ed il controllo e l’evoluzione delle corporation americane è stata documentata dalla ricerca effettuata nei primi anni ’30 da Bearle e Means, i quali

determinate imprese, considerate particolarmente attraenti in un’ottica di rischio e rendimento27.

In particolare, tali soggetti operano in qualità di mandatari degli investitori indi- viduali al fine di assicurare loro un adeguato rendimento sull’investimento effettua- to; tuttavia, concretamente, procedono secondo delle loro logiche economiche e fi- nanziarie, sviluppando delle aspettative future verso l’impresa in cui tangibilmente investono.

Gli investitori istituzionali, concretamente, sono poco inclini ad intervenire nel- la gestione dell’impresa poiché considerano l’azienda stessa come un investimento all’interno di un più grande portafoglio di investimenti che comprende diverse pos- sibilità di allocazione dei capitali28.

testimoniarono la frammentazione delle quote societarie ed il fenomeno della diluizione nel mercato che portò alla creazione delle public company. Tali studiosi scoprirono, in particolare, che all’interno delle imprese di grandi dimensioni si era diffusa la tendenza ad una progressiva separazione fra i sog- getti che detenevano la proprietà dell’impresa e quelli che ne detenevano il controllo sulla gestione. R.A. Bearle, G.C. Means (1932), The modern corporation and private property, Macmillan Company, New York.

25 Identificare gli obiettivi dell’impresa manageriale rispetto a quella di tipo padronale, ovvero a controllo proprietario forte, risulta essere maggiormente difficile a causa della presenza congiunta di proprietari e manager, che sono portatori di interessi in parte differenti e, talvolta, conflittuali.

26 Il fondo comune di investimento è un Organismo di investimento collettivo del risparmio (OICR) attraverso il quale si realizza la gestione collettiva del risparmio. In particolare, è un patrimo- nio autonomo privo di personalità giuridica che si caratterizza per la suddivisione in quote di parteci- pazione di uguale valore unitario, per la sottoscrizione da parte di una pluralità di soggetti, per la ge- stione da parte di un intermediario professionale, che assume verso i sottoscrittori le responsabilità del mandatario e per la diversificazione degli investimenti. In merito, C. Cacciamani (2008), Real Estate – Economia, diritto, marketing e finanza immobiliare, Egea, Milano.

27 Si vedano tra gli altri C.E. Schillaci (1997), Management e proprietà – Fondamenti economico-

aziendali della partecipazione del management al capitale di rischio, Giappichelli Editore, Torino.

28 La non propensione ad intervenire nella gestione non significa, tuttavia, che tali investitori non abbiano le capacità necessarie quanto, piuttosto, evidenzia un differente interesse di questi ultimi ver- so l’impresa stessa che viene pertanto vista come un mero investimento.

Impresa manageriale Impresa padronale e capitalistica Family business Proprietà Chiusa Aperta Basso Alto

(Public company o large corporation)

Impresa a controllo proprietario debole

Fonte: Elaborazione propria.