3. l’uso di strati antierosione.
Per quanto riguarda lo spessore dello strato colturale, nè la normativa italia- na nè la normativa tedesca definiscono un limite massimo, ma, in generale, tale valore non supera i 15 centimetri per coperture di media inclinazione e, in caso di pendenze elevate, lo spessore dev’essere sensibilmente ridotto. Questo limite tecnologico ha come conseguenza fondamentale che anche lo strato vegetale della copertura debba essere abitato da specie di dimensioni ridotte: una copertura inclinata non può quindi ospitare piante legnose, ma limitarsi alle specie più piccole come i Sedum o varie erbacee. Questo vincolo
nella maggior parte dei casi si genera spontaneamente, in quanto, in associa- zione a substrati di spessori ridotti, le piante superiori difficilmente attecchi- scono30.
Per inclinazioni via via superiori la riduzione dello spessore dello strato colturale non è sufficiente a evitare lo scivolamento del sistema a verde, pertanto è necessario adottare altre precauzioni che prevedono l’impiego di componenti aggiuntivi. Le figure nelle pagine seguenti mostrano una serie di soluzioni appositamente studiate da diversi produttori per gestire le penden- ze di un sistema a verde.
Figura II.12: Variazioni della stratigrafia in relazione alla pendenza della falda del sistema ZinCo
Le coperture a falda presentano nella mag- gior parte dei casi un manto di impermea- bilizzazione discontinuo. L’inclinazione delle falde garantisce una rapida percolazione dell’acqua verso gli elementi di gronda e quindi verso gli impianti di raccolta delle acque reflue.
Fonte: ZinCo, “Planning guide - Pitched green roofs with system”.
30 I substrati sono specificatamente miscelati per l’impiego in associazione a determi- nate specie vegetali. Per gli inverdimenti di spessori ridotti si usano substrati prevalen- temente inorganici e molto drenanti. Questi inerti sono adatti a specie vegetali resistenti a stress idrici e termici come i noti Sedum.
Elemento di tenuta resistente anche all’azio- ne delle radici / cornicione rinforzato Uso di una rete antierosione in juta Impiego di rompitratta trasversali
Applicazione di elementi o stuoie precoltivate MISURE DI RINFORZO AL CRESCERE DELLA PENDENZA
Figura II.13: Elementi antislittamento per falde inclinate
Questa stratigrafia mostra il più semplice dei sistemi di antislittamento utilizzato nelle coperture a verde: il piano di falda viene interrotto, a intervalli regolari, con traversi di legno inchiodati alla struttura sottostan- te. I traversi sono ricoperti dall’elemento di tenuta in modo da evitare pericolose infitrazioni d’acqua verso l’elemento portante e l’interno.
Fonte: Optima Giardini Pensili
Figura II.14: Elementi antislittamento per falde inclinate
Ogni produttore propone una propria componentistica per le coperture a verde inclinate. Tuttavia tutti i sistemi hanno in comune la riduzione dello spessore dei mate- riali granulari che compongono il substrato e, nella maggior parte dei casi, l’inserimento di elementi trasversali di diverse forme e materiali.
Figura II.15: Elementi antislittamento in prossimità della gronda
Anche in prossimità della gronda si predi- spongono misure cautelative per contrastare la spinta verso il basso dei materiali inerti. Qui sono rappresentati diversi sistemi in grado di consentire i deflussi d’acqua in eccesso verso le gronde. Queste tre soluzioni sono accomunate dall’avere sia l’ordito che l’impalcato del solaio di copertura in legno. Fonte: ZinCo
Figura II.16: Elementi antislittamento in prossimità della gronda
Il sistema qui riportato, che si avvale di numerose componenti aggiuntive rispetto a una copertura piana, è in grado di trattenere strati colturali di considerevole spessore. An- che le radici delle piante, una volta cresciute, collaborano nella capacità di trattenimento dei materiali disciolti del substrato. Fonte: ZinCo
Figure-serie II.17: Il Vulcano Buono a Nola
Il grande complesso del Vulcano Buono, progettato da Renzo Piano, è interamente rivestito da una vastissima copertura a verde inclinata.
Pur non avendo un’elevata pendenza, lo strato colturale della copertura è ricoperto e fissato attraverso un robusto tessuto in poli- propilene unitamente a un agugliato dalla trama non fitta.
La copertura è popolata da piante di rosmarino prostrato (Rosmarinus Repens), specie vegetale appartenente alle Lamiaceae ampiamente utilizzata per il verde pensile perché rustica, sempreverde e particolarmen- te adattabile a terreni leggeri e ben drenati come quelli che si impiegano frequentemen- te per le coperture a verde.
La parte della copertura in corrispondenza dell’anello del cratere centrale è totalmente priva di vegetazione: in questo settore la composizione della stratigrafia non è la me- desima che nel resto della copertura, perchè l‘inclinazione è superiore. In questa porzione di involucro, fortemente inclinata e priva di irrigazione automatica, nessuna specie vege- tale è in grado di attecchire spontaneamente.
Figure-serie II.18: Manutenzione straor- dinaria della biblioteca dell’Università tecnica di Delft
Le immagini illustrano l’attività di manuten- zione straordinaria operata sulla copertura dell’Università tecnica di Delft. Questa falda è paragonabile per inclinazione, lunghezza e spessore della stratigrafia a quella del Vulcano Buono di Nola (documentato nella pagina a fianco), tuttavia alcune differenze risultano evidenti: nel progetto della biblio- teca il substrato è una miscela di sabbia, laterizi macinati e materiale organico, mentre nel Vulcano Buono è costituito prevalen- temente da lapillo e pomice. La differente consistenza dei due substrati implica l’impie- go di inverdimenti diversi. In questo caso è stato applicato un tappeto erboso “a prato inglese”, funzionale alla praticabilità da parte del pubblico: come si vede (grazie allo smantellamente dello strato di vegetazione) il substrato non è trattenuto da alcun tipo di tessuto, consentendo così una fruizione agevole, quanto più simile a quella di un giardino vero e proprio.
Nel progetto del Vulcano Buono il rosmarino prostrato, diffuso su tutta la superficie di copertura, non consente alcuna accessibilità sull’estradosso della falda.
I
l ricorso a specifici accorgimenti tecnologici finalizzati ad evitare lo slittamento dello strato colturale è alla base della geometria variabile della copertura a verde del nuovo Complesso Meydan, progettato da FOA - Foreign Office Architects, un’estesa superficie commerciale in un’area di espansione suburbana della città di Istanbul. Il progetto si distingue per le soluzioni architettoniche tipologicamente non convenzionali rispetto ai tradizionali grandi centri commerciali: l’insediamento pone al centro dell’area edificata una piazza scoperta, circondata dai vari edifici. La piazza è raggiungibile da rampe e scalinate che, solcando il suolo, la connettono con il centro commerciale e il quartiere: i percorsi pedonali si adattano al tessuto stradale esistente e generano, a loro volta, spazi caratterizzati da un anda- mento orografico variabile (la piazza centrale è infatti a una quota più bassa rispetto alle aree circostanti).Dai percorsi di ingresso, inoltre, è possibile accedere direttamente alle coperture che si impostano alla quota del terreno: uno dei punti di forza del progetto del nuovo complesso commerciale Meydan è infatti quello di aver rivestito le coperture di vegetazione rendendole fruibili dal pubblico. I percorsi modellati a terra e le coperture accessibili, poste in continuità con il suolo, generano una topografia artificiale, un vero e proprio paesaggio urbano dove i visitatori si muovono godendo di un contatto visivo continuo con le aree verdi delle coperture, rimanendo così sempre in relazione con lo spazio esterno al complesso verso la città.
Le coperture a verde, oltre a garantire spazi verdi fruibili dal pubblico, sono
Istanbul