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dal padiglione stesso. Entrambi questi involucri sono in realtà altamente tecnologici, autonomi nelle loro funzionalità e capaci di stimolare sensorial- mente l’osservatore. I mezzi che realizzano queste proprietà percettive sono però profondamente diversi: nel caso della facciata esterna si impiegano infatti tecnologie di illuminazione sofisticate e interattive, mentre nel caso della parete interna e della copertura si utilizzano delle agrotecnologie per l’edilizia.

Parete e copertura a verde inoltre sono realizzate impiegando diverse tecnologie: la parete con una tecnologia di prevegetazione29 (in questo caso

pannelli a base polimerica contenenti uno spessore minimo di substrato su cui radicano le piante), mentre la copertura è costituita di una stratigrafia a verde tradizionale che impiega materiali inerti disciolti. Come si vede dalle immagini nelle pagine seguenti, l’inverdimento è costituito da erbacee che dimostrano ottime condizioni di adattamento al sito.

Figura II.4: Vista del padiglione della Svizzera

Il padiglione della Svizzera è racchiuso da una doppia facciata: l’involucro più esterno è costituito da una rete metallica a cui sono appesi 11000 LED che proiettano sulla retro- stante parete in calcestruzzo luci colorate a intermittenza.

Fonte: www.architectmagazine.com/interna- tional-projects/shanghai-surprise.aspx

29 La prevegetazione è una tecnica che

consente di installare le piante in ambienti dove spontaneamente esse faticherebbero ad attecchire. Le piante vengono coltivate in stabilimento (su differenti supporti di reti, pannelli, stuoie... a seconda della tecnolo- gia), nutrite e portate a uno stato di sviluppo adulto, quindi più resistente, per poi essere trasportate e installate nella fabbrica. Questa tecnologia è frequentemente utilizza- ta per le pareti vegetate che non impiegano specie rampicanti; differentemente in coper- tura la prevegetazione viene impiegata solo in presenza di piani di falda molto inclinati oppure, in casi particolari, per ridurre al minimo i carichi permanenti di una copertura piana. Nei climi mediterranei l’impiego di componenti prevegetati richiede irrigazioni

Figura II.5 pagina a fianco: Pianta del padiglione della Svizzera

Il padiglione è caratterizzato dalla presenza di due corpi cilindrici principali, collegati da una serie di percorsi curvilinei esterni riparati dalla copertura a verde. Uno dei due corpi ospita l’esposizione, mentre l’altro la parten- za del percorso in seggiovia

Figura II.6 pagina a fianco: Prospetto nord e sezione longitudinale

Le “chiusure nascoste” del padiglione, cioè la parete della corte interna e la copertura, sono interamente rivestite dalla vegetazione. Queste tecnologie contrastano dal punto di vista formale con l’involucro luminoso ester- no. I due tipi di involucro hanno in comune

Figura II.7: Interruzione fra le due tecno- logie a verde del padiglione

Le tecnologie di parete e di copertura del padiglione svizzero sono diverse, così come la vegetazione che vi cresce. La parete impiega pannelli prevegetati appesi, mentre la copertura è costituita da strati di materiali inerti sovrapposti.

Fonte: Giovanni Zannoni

Figura II.8: Vista dalla copertura a verde verso il PuXi Side di Shanghai

Durante il tragitto che i visitatori percorrono con la seggiovia è possibile osservare il paesaggio urbano circostante. La seggiovia sorvola la copertura a verde caratterizzata da lievi cambi di pendenza che simulano il paesaggio alpino della Svizzera.

Fonte: http://yovohagrafie.wordpress.com e di stimolare sensorialmente l’osservatore, pur essendo costituiti da matericità opposte: fortemente articiali per ciò che riguarda le chiusure verticali esterne, completamente naturali per ciò che riguarda la copertura e la chiusura verticale della corte.

Figura II.9: Percorso sopra la copertura a verde del padiglione della Svizzera L’inverdimento della copertura appare omogeneo, completamente tappezzante e rigoglioso. La stratigrafia della copertura è pertanto sufficientemente spessa da garantire inerzia termica e idrica adeguate per le specie erbacee che vi crescono; infatti la presenza dei fiori è generata da processi spontanei di colonizzazione. Questo è un chiaro indizio che dimostra la qualità della stratigrafia impiegata in rapporto al clima: se la stratigrafia fosse troppo ridotta le piante non avrebbero sviluppato le infiorescenze. Fonte: Giovanni Zannoni

Figura II.11 pagina a fianco: Partenza del percorso della seggiovia

Fonte: www.expodatabase.com/aussteller/ news/show.php?id=28089

Figura II.10: Uscita del padiglione sulla copertura

In alcuni punti della copertura si trovano elementi architettonici che interrompono la continuità del manto. Da un punto di vista tecnologico queste discontinuità non presentano particolari difficoltà: è necessario che l’elemento di tenuta sia opportunamente risvoltato e protetto e che la sequenza degli strati a esso soprastanti sia rispettata. Fonte: Giovanni Zannoni

L

a configurazione geometrica dei piani di falda della copertura influisce significativamente sulla stratigrafia della tecnologia: se le falde orizzon- tali non presentano particolari difficoltà progettuali ed esecutive, altrettanto non si può dire per quanto riguarda le falde inclinate o curve. In questi casi, infatti, il sistema a verde, poggiandosi sopra l’elemento di tenuta ed essendo costituito per la gran parte del suo spessore dagli inerti che compongono il substrato, è soggetto allo scivolamento lungo i piani di falda per effetto della gravità: quanto più elevata è la pendenza della copertura, tanto maggiore è il rischio che i materiali aggregati scivolino verso il basso. Le coperture a verde piane e inclinate presentano quindi differenti stratigrafie.

Le coperture orizzontali o sub-orizzontali possono essere costituite da spessori di substrato elevati, dando luogo a inverdimenti molto rigoglio- si, in taluni casi prossimi a ricostruzioni paesaggistiche vere e proprie. Il sovradimensionamento del sistema a verde non altera la composizione della stratigrafia che vede la medesima sequenza degli elementi, pur variati nello spessore. L’unico fattore di criticità che si genera in questi casi riguarda l’in- cremento dei carichi permanenti che gravano sugli elementi portanti della copertura e dell’edificio.

Differentemente le coperture inclinate necessitano di contrastare lo sci- volamento dei materiali attraverso opportune variazioni della stratigrafia. Normalmente ciascun produttore propone soluzioni di copertura a verde inclinata attraverso l’impiego di una componentistica specificatamente progettata per la propria tipologia di sistema: la figura II.12 nella pagina a fianco mostra le soluzioni adottate da uno dei produttori leader di questa tecnologia, in relazione alla pendenza delle coperture e, come si vede, man mano che la pendenza aumenta è necessario adottare soluzioni diversificate e aumentare la componentistica.

Pur con alcune differenze legate ai vari marchi, le variazioni che si applicano nel caso della copertura a verde a falde sono fondamentalmente tre:

1. la riduzione dello spessore del substrato; 2. l’inserimento di elementi rompitratta;

COPERTURE PIANE

COPERTURE INCLINATE

II.3

L’influenza della configurazione geometrica