Figura I.40: Unità minima di vita vegeta- le: pianta-terra-acqua
ACQuA
PIANTA
altre tipologie, ossia di non disperdere l’acqua meteorica ma di raccoglierla. Al contempo, però, la copertura a verde è un elemento di chiusura oriz- zontale e, in quanto tale, la sua funzione primaria è di impermeabilizzare gli ambienti a essa sottostanti. La copertura a verde, quindi, svolge contempo- raneamente due funzioni che sono antitetiche: difende l’edificio dall’acqua e allo stesso tempo raccoglie l’acqua per le piante.
La capacità di costituirsi sia come sistema di impermeabilizzazione per
l’edificio, sia come bacino idrico di raccolta, fa della copertura a verde un
sofisticato dispositivo di gestione dell’acqua, dove l’aleatorietà degli eventi meteorici (cioè le varie intensità, la frequenza e l’alternanza delle piogge, della neve, del soleggiamento e del vento) non deve alterare il funziona- mento della tecnologia, procurare danni a parti dell’edificio e, nello stesso tempo, recare sofferenza alla vegetazione.
Come conseguenza della presenza dell’acqua, la copertura a verde forni- sce particolari prestazioni termiche, che variano in funzione del livello di
Figura I.41: Tetti a falda in scandole Le coperture a falda presentano nel- la maggior parte dei casi un manto di impermeabilizzazione discontinuo (cfr. nota 16:20). L’inclinazione delle falde garantisce un rapido smaltimento dell’acqua verso gli elementi di gronda e quindi verso gli impianti di raccolta.
Fonte: www.malgabart.blogspot.com
Figura I.42: Tetti a falda in lamiera Anche i tetti in lamiera metallica sono coperture discontinue (cfr nota 16:20) e allontanano tutta l’acqua che intercettano molto rapidamente. Differentemente dalle coperture in coppi o in scandole, le lamiere metalliche possono essere utilizzate su falde di inclinazioni ridotte perché il sistema di aggraffatura garantisce una perfetta tenuta all’acqua.
umidità via via assunto dal sistema: una copertura a verde “asciutta”, infatti, presenta un comportamento termico molto diverso da una copertura a verde “umida”.
Se da un lato questa caratteristica rende complessa la quantificazione dei benefici per l’ambiente interno confinato dell’edificio, dall’altro i vantaggi di cui gode l’ambiente esterno immediato sono effettivi e presentano delle ricadute positive sia a livello microclimatico, sia a livello di controllo dei deflussi idrici urbani.
Figura I.43: Pioggia battente sul tetto Il trattamento che le coperture discontinue riservano all’acqua di origine meteorica è l’allontamento più rapido possibile.
Figura I.44: Pioggia sulla copertura a verde
Contrariamente alle altre tipologie di tetto, la copertura a verde trattiene l’acqua che inter- cetta per abbeverare e nutrire la vegetazione che ospita.
Figura I.45 pagina a fianco: Complesso residenziale 8Tallet a Copenhagen Il complesso residenziale realizzato da Big-Bjarke Ingels Group ha una copertura a verde inclinata di straordinaria lunghezza: le falde rivestite di un tappeto della specie sedum scendono per gli 11 piani dell’edificio fino a toccare il suolo. Le due falde hanno una superficie complessiva di 1700 metri quadri (Sistema Veg Tech).
Fonte: www.davidreport.com > blog > big E8 house wins the 2010 scandinavian green roof award
I
l controllo delle acque meteoriche è uno dei principali temi di progetto dell’intervento realizzato a Crotone per il Museo di Pitagora dallo studio genovese Open Building Research, infatti la continuità fra territorio ed edificio qui attuata, lungo un versante scosceso di una montagna, implica un attenta regimazione delle acque provenienti dal pendio naturale e che rifluiscono sulla copertura. Esito di un concorso di idee indetto dal Comu- ne di Crotone nel 2003, il Museo si trova sulle pendici del Monte Pignera, all’interno di un parco comunale che si estende per una superficie di 18 ettari alla periferia sud-est della città. Parte di un più esteso programma di riqualificazione delle aree periferiche atto a dotare di nuove attività culturali le aree adiacenti alla città storica, il progetto si pone un duplice obiettivo: da un lato quello di estendere i percorsi museali interni verso il Parco e vicever- sa dall’altro quello di assumere il ruolo di landmark riconoscibile dalla cittàcome struttura integrata visivamente e funzionalmente al rilievo. Incuneandosi nel declivio della montagna, il corpo di fabbrica a pianta rettangolare sviluppa circa 1000 metri quadri di sale espositive, uffici e spazi per la didattica distribuiti su due piani coperti, attraverso un percorso a spirale che conduce il visitatore dal Parco attrezzato verso l’interno del museo e ancora dall’interno verso l’esterno attraverso la copertura a verde. Il museo ha quindi due ingressi, uno al piano di spiccato dell’edificio, che convoglia i flussi di visitatori dalla città, e uno a livello della copertura, che si collega al sistema di percorsi presenti nel Parco.
Uno degli elementi di maggiore criticità, che interessa la maggior parte dei
Crotone
museo scientifico
Obr - Open building research - - -
2007
camminamento, zona di sosta, belvedere, parco tematico accessibile 1000 m2 6% intensivo - - - LuOGO PrOGrAMMA ArCHITETTO PAESAGGISTA rEALIzzAzIONE
uSO DELLA COPErTurA praticabilitÀ SuPErfICIE PENDENzA VErDE SISTEMA ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ...
Museo di Pitagora
progetti che operano mediante una variazione di pendenza su versante, è il controllo delle acque provenienti dalle superfici più alte del pendio. In caso di forte precipitazione infatti la copertura a verde rischia di essere investita da una grande quantità di acqua che il terreno non è in grado di assorbire e di smaltire con sufficiente rapidità. Per questo motivo, oltre ai tradizionali accorgimenti necessari per una corretta impermeabilizzazione del sistema di chiusura superiore, è stato indispensabile studiare appropriate soluzioni tec- nologiche e costruttive per smaltire l’acqua in eccesso, fra cui ampie caditoie in corrispondenza del punto di raccordo tra suolo artificiale e suolo naturale e canali di drenaggio interrati.
La copertura di questo progetto è il fulcro attorno a cui ruota il sistema di relazioni e di osservazione, in primo luogo fra il Parco del Monte Pignera e l’edificio, ma anche fra la città di Crotone, il mare e l’immediato entro- terra chiuso visivamente dalla montagna. Questo è il caso in cui il progetto sfrutta l’ambivalente ruolo della copertura quale elemento di protezione e al contempo di transito, per “portare il paesaggio” all’interno del programma funzionale dell’edificio (in questo progetto fortemente unificato da un per- corso espositivo interno al museo, che trova una continuità all’esterno fra l’itinerario tematico del Parco) e per divenire essa stessa parte di un progetto paesaggistico di scala territoriale.
Figura I.46: Vista della città di Crotone dalla copertura a verde del museo La copertura del museo di Pitagora è posta in continuità con il versante del monte Pi- gnera della città di Crotone: dalla copertura è possibile accedere al parco tematico, ugualmente dedicato al celebre matemati- co, e viceversa dal parco vi è un accesso al museo che attraversa parte della copertura. I percorsi fra interno ed esterno ruotano attorno al tema della fusione fra spazio co- struito e spazio naturale attraverso l’impiego della copertura a verde, tecnologia ibrida fra artificio e natura.
Figura I.47: Pianta piano terra Fonte: OBR - Open Bulding Research L’edificio è costituito di due soli piani, ciascu- no dei quali è dotato di un ingresso. Al piano terra vi è l’accesso principale al mu- seo da uno spiazzo prospicente, e al primo piano si accede direttamente dalla copertura che è posta in continuità con il versante del monte.
Fonte: OBR - Open Bulding Research
Figura I.48: Pianta primo piano Fonte: OBR - Open Bulding Research
Figura I.49: Sezione verticale Fonte: OBR - Open Bulding Research
Figura I.50 a fianco: Render della sezio- ne verticale
Fonte: OBR - Open Bulding Research Figura I.51 a fianco: Scavo dell’edificio Fonte: OBR - Open Bulding Research
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e capacità termiche di una copertura a verde rappresentano un aspetto funzionale molto importante di questa tecnologia: come è stato analiz- zato nel paragrafo I.2 Il rapporto sinergico fra vegetazione e costruzione la vegeta-zione si comporta al pari di un elemento schermante mobile riducendo così le temperature superficiali dei materiali sottostanti, e nello stesso tempo utilizza l’energia solare per svolgere una serie di attività fisiologiche (la fotosintesi clorofilliana e la traspirazione) diminuendo la temperatura media radiante dell’aria circostante.
La tecnologia della copertura a verde gode però, oltre che degli effetti mi- croclimatici propri della vegetazione, anche della presenza di un substrato di coltivo di considerevole spessore che conferisce all’intero pacchetto tecno- logico un comportamento virtuoso da un punto di vista termico.
La figura I.52 mostra la stratigrafia tipica di una copertura a verde: lo spes- sore del substrato, pur variando in relazione alla tipologia dell’inverdimen- to (in linea generale maggiore è la dimensione delle piante, maggiore è lo