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interazione sociale ed iniziativa community based

5.1.2 e le mancate apparizion

Simulazione 3: interazione sociale ed iniziativa community based

Risultati riferiti a simulazione con parametri:

Frequenza relativa di comportamenti imitativi ad ogni round = 0.05 1 < close-link < 10

Sensitività all’interazione sociale π = 0.02 Quota partecipanti a community-based = 0.01 Sensitività a community-based: 0.002 < πc < 0.02

Figura 33. analisi di sensibilità sul livello di connettività (close-link) e sulla sensitività ad iniziativa community based (πc)

6.6 risultati e conclusioni

La nostra analisi si è rivolta al ruolo potenziale di strategie alternative (o complementari) a quelle di ef- ficienza, applicate al contesto dei consumi energetici e più specificamente quelli di energia elettrica del settore residenziale. Una ampia analisi iniziale ha descritto, nel contesto italiano ed in dettaglio su quello regionale, la situazione sul possesso, sul ricambio degli elettrodomestici, ed attraverso una analisi infer- enziale ha inteso attribuire delle quote di spesa energetica ai singoli elettrodomestici, distinguendo gli effetti delle principali variabili sociodemografiche che incidono sul consumo di elettricità: la numerosità delle apparecchiature, la dimensione dell’abitazione, la numerosità famigliare ed il livello di reddito. La seconda parte si connette più direttamente con l’ambito delle policy ed iniziative per la promozione del risparmio e conservazione energetica. Nell’ambito dei consumi elettrici domestici, le strategie per il con- tenimento dei connessi impatti ambientali appaiono incentrate principalmente su (i) stimolo all’aumento dell’efficienza energetica, ossia la possibilità di ottenere più servizi (ad es: gradi di raffrescamento, giri del frullatore, luminosità… ) per unità di energia e (ii) policy di incentivo alla sostituzione di apparecchiature con altre più efficienti. Tale enfasi sull’efficienza nell’uso delle apparecchiature tende ad oscurare due cose: da un lato la rilevanza dei consumi di materia ed energia connessi alla costruzione e allo smantellamen- to del ossia alla rilevanza dell’intero ciclo di ciclo di vita del prodotto (LCA).

dall’altro, appunto, il ruolo delle strategie di sufficienza, e con esse la rilevanza della costruzione socia- le dei bisogni da soddisfare (e dunque del livello di consumo energetico desiderato).

Nei termini dell’analisi neoclassica (agenti atomistici, perfettamente informati ed ottimizzanti) la scelta del livello dei consumi energetici avviene sulla base del raffronto tra costi e benefici, rappresentati rispet- tivamente dal prezzo di vendita dell’elettricità e dalla propria curva di domanda (disponibilità a pagare). Nella prima parte del capitolo sono stati evidenziati i diversi elementi che concorrono ad allontanare il tipo di consumo in questione dall’applicazione soddisfacente di un modello di scelta razionale modello (come l’opacità di prezzi e consumi, il fatto che quella di elettricità dia una domanda derivata, e che le scelte di conservazione e di risparmio energetico dipendono, oltre che da una finalità di razionalizzazione della spesa, anche dall’aspettativa e dalla volontà di ridurre le conseguenze ambientali del proprio con- sumo). Attraverso una rassegna di alcuni contributi che derivano dalla teoria psicologica e sociologica, emerge come la costruzione di norme sociali, sia in senso verticale (macro) che in senso orizzontale (co- munitario, locale, su ambiti relazionali ristretti) sia un elemento particolarmente rilevante allo scopo di costruire politiche ed incentivi alla conservazione energetica.

La motivazione, nella stilizzazione del processo di valutazione e decisione del consumatore viene intesa come determinata da processi di costruzione psicologica di norme, convinzioni ed attitudini sulla conser- vazione energetica.

Nell’assegnare regole comportamentali agli agenti del modello di simulazione, si è scelto di condizionare le variazioni della motivazione degli agenti come risultato dell’interazione orizzontale e verticale. I costi comportamentali, rappresentano invece la barriera all’adozione di pratiche di conservazione energetica: la scomodità, i costi non monetari ma legate all’impegno di tempo, attenzione e al dover rinunciare ad abitudini consolidate nell’utilizzo dell’energia elettrica.

All’interno del un modello simulativo si è quindi assunto che le famiglie (agenti) possano pesare e valutare motivazioni e costi comportamentali, per determinare, in base a propri vincoli tecnologici, se adottare azioni per ridurre - entro soglie definite per ora in modo decisamente prudenziale e poco ambizioso - il propri livello di consumo elettrico.

e Figura 30) mostra che la diffusione delle pratiche di conservazione porta ad una riduzione del consumo elettrico positivo che dipende dal livello di interconnessione nella rete (cioè la densità di relazioni oriz- zontali), più che dal parametro di sensibilità dei consumatori ai livelli di consumo dei propri vicini (locali). In questo primo caso, si è assunto che i comportamenti imitativi (attribuiti a una quota, circa l’1%, degli agenti) avessero l’effetto di incrementare (o ridurre) le motivazioni degli agenti, a seconda che questi si trovino al di sotto (o al di sopra) della media dei consumi dei propri vicini.

Dall’analisi di questa modalità, di per sé estremamente semplificata a stilizzata, emergono due indicazioni: 1. una più ovvia, il lock-out degli isolati: cioè famiglie che si trovano in un contesto di frammentazione relazionale/scarsità di interazioni sono irraggiungibili da processi imitativi che diffondano motivazioni a favore della conservazione energetica. Viceversa, la presenza di condizioni locali in cui una cerchia di consumatori ‘parsimoniosi’ partecipa ad una rete relazionale molto fitta, produce azioni spontanee ed imitative di conservazione, nella nostra simulazione, abbastanza significative.

2. L’interazione orizzontale è una dinamica locale spontanea, e si sovrappone alle possibili iniziative di policy.

All’interno di questo framework, sono stati esaminati due scenari di policy.

Un primo scenario, basato sui feedback informativi contenuti nelle bollette dell’energia elettrica, mira a stimolare le diffusione del risparmio energetico sulla base di informazioni legate ai comportamenti di una popolazione di utenti (interazione verticale). Nel modello di policy ‘verticale’ con injunctive & descrip- tive norms il confronto con un ampio studio empirico (Allcott, 2011) ci ha permesso di calibrare alcuni dei parametri di risposta alla policy (cioè la misura in cui lo stimolo genera un incremento della motivazione). Anche in questo caso, la densità relazionale locale porta l’impatto in termini di risparmio energetico me- dio a crescere, in base ai parametri adottati, dal 2 al 3,5%. Questo scenario, e l’esame dell’evidenza empiri- ca fornita da Allcott (2011) suggeriscono una lettura attenta delle potenzialità degli strumenti di feedback verticale. Pur soffrendo di perdite di efficacia se declinato in termini troppo analitici e tecnici, il feedback in bolletta con un contenuto normativo è fattibile ed agevolmente implementabile dai distributori elettri- ci, a costi molto ridotti. A questo proposito, un possibile sviluppo della ricerca coinvolgerebbe proprio le utilities come possibili soggetti interessati ad indagare l’utilizzo dei feedback. Ciò consentirebbe di sperimentarne tipologie diverse e di collegare le risultanze di queste ricognizioni alla calibrazione in un modello di simulazione ad agenti, di parametri che sinora non è s possibile riferire ad una base conoscitiva empirica. Nel contesto italiano, una simile applicazione coinvolgerebbe alcune delle policy di incentivi che riguardano la riconversione dell’economia verso obiettivi di transizione verso bassi tenori di carbonio. Il ruolo dell’interazione sociale orizzontale viene ulteriormente enfatizzato dai risultato della terza simu- lazione, che restituisce un valore massimo del 7% di risparmio energetico come risultato di un coordina- mento di gruppi ed iniziative di consumatori green. In conclusione, le due tipologie di policy non appaiono come alternativi, ma come complementari. Il risultato potenziale delle strategie di sufficienza appare, da queste simulazioni come limitato ma non irrilevante sia in termini di scala, sia perché rappresenta al tempo stesso uno strumento di lotta al cambiamento climatico che punta su conoscenza, capitale umano che può avere effetti duraturi, ma con costi a breve termine decisamente bassi ed assenza di effetti di sostituzione tipici dell’effetto rimbalzo.

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