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Stocks flussi, ciclo di vita e rebound effect

2) infrastrutture Di questa seconda categoria fanno parte:

3.6. Stocks flussi, ciclo di vita e rebound effect

Per quanto gli autori che si sono occupati di rebound effect siano tendenzialmente concordi nel consid- erare questo effetto significativo (sebbene variabile in ampiezza), le spiegazioni circa le cause sottostanti al fenomeno si possono considerare deboli e complessivamente insoddisfacenti. Questo atteggiamento è del resto coerente con l’approccio proprio dell’economia standard secondo cui il RE, così come le pref- erenze del consumatore, più che “spiegato” viene semplicemente assunto come dato. Non stupisce per tanto che gli studiosi, in particolare gli economisti, al di la dei prevedibili effetti diretti (ci si attenderà che riduzioni dei prezzi comportino generalmente aumenti della domanda) ritengano gli effetti indiretti variabili e sostanzialmente imprevedibili. Un analisi di tipo sistemico, tuttavia, rivela come tra gli stock e i flussi coinvolti nello sviluppo di un determinato settore, esistano relazioni che, nel tempo, presentano regolarità significative, capaci di dare conto di alcuni dei processi sottostanti lo stesso RE. Per illustrare questa dinamica occorre chiarire alcune premesse.

Come noto, il consumo dei prodotti segue generalmente un “ciclo di vita” caratterizzato da una succes- sione regolare di fasi: le prime (introduzione, sviluppo), sono caratterizzate da incrementi crescenti. In queste prime fasi cioè, gli aumenti della produzione sono più che proporzionali rispetto agli input (deri- vata seconda positiva). A questa prima fase segue una fase di maturità in cui le vendite crescono ancora, ma meno che proporzionalmente, (incrementi decrescenti) a cui segue infine una fase di declino in cui le vendite diminuiscono anche in valori assoluti, preludendo ad una sostituzione del prodotto. Questo an- damento, descritto dalla tipica curva logistica, sembra valere sia per singoli prodotti che per interi settori industriali, e mostra una straordinaria regolarità nel tempo e nello spazio.

Nella fase iniziale lo stock esistente della produzione è ridotto in quantità e quindi un incremento per quanto modesto nel flusso corrispondente comporta un andamento ad incrementi crescenti della pro- duzione totale. Questa semplice legge matematica offre una prima importante spiegazione del perché i fenomeni di crescita presentano incrementi crescenti nelle fasi iniziali e incrementi decrescenti nelle fasi successive e sembra valere sia per le strutture (stocks) di tipo economico che nel campo dei sistemi viven- ti: non a caso essa fu osservata per prima da naturalisti e biologi come D’Arcy Thomson, (1961) e Haldane (1956). Inoltre nelle fasi iniziali gli stock presentano una struttura maggiormente flessibile che dunque è in grado di adattarsi più facilmente ai mutamenti sia endogeni (dovuti alla crescita della struttura stessa) che provenienti da variazioni dell’ambiente esterno. Questa è la fase in cui l’innovazione muove verso soluzioni maggiormente efficienti con conseguente riduzione dei costi unitari e dei prezzi alimentando, quindi, incrementi della domanda e della produzione. A loro volta questi incrementi nei consumi mettono a disposizione maggiori margini per investimenti in grado di generare ulteriori incrementi di efficienza (economie di scala). Questo processo di feedback positivo ha inizio dunque dal lato dell’offerta per stimo- lare poi la domanda grazie alle riduzioni di prezzo.

Dovremo tuttavia considerare un secondo processo di feedback positivo che riguarda specificamente il settore delle ICT. Questo si genera in virtù della così detta Metcalfe’s Law secondo cui l’utilità del servizio offerto aumenta più che linearmente (con il quadrato) del numero delle connessioni alla rete. Man mano che aumenta il numero degli utenti aumenta infatti per il singolo l’utilità di essere parte della rete, in quan- to aumenta il numero delle potenziali informazioni/conoscenze che ciascuno più scambiare con gli altri. Questo fa si che, superata la fase iniziale, la domanda di connessione, e dunque di prodotti ICT, aumenti più che proporzionalmente, stimolando quindi l’innovazione ad alimentando il processo autoaccrescitivo. I margini di profitto crescenti in questa fase alimentano infine quei processi (marketing, pubblicità etc.) attraverso cui le aziende sono in grado di stimolare ulteriori incrementi della domanda.

Si noti tra l’altro che questa legge caratterizza il consumo di ICT come un consumo diverso rispetto al consumo di beni privati puri secondo la teoria economica. Nel consumo delle ICT infatti l’utilità non è indi- pendente dal comportamento degli altri soggetti, come presuppone la teoria ortodossa, ma al contrario cresce al crescere del numero degli individui connessi alla rete.

Possiamo a questo punto comprendere perché le prime fasi del ciclo di vita (introduzione e sviluppo), cioè le fasi caratterizzati da incrementi crescenti, presentino in generale un RE maggiore di 1. In questa fase, infatti, gli incrementi di efficienza producono aspettative di riduzione nei consumi di risorse (e de- gli impatti ecologici) che vengono “spiazzati” da più che proporzionali aumenti delle quantità prodotte legati ai due processi di feedback positivo ora descritti. È precisamente questa, riteniamo, la fase che il settore della ICT ha attraversato in questi anni.

Tuttavia, superata una certa soglia dimensionale nell’impiego degli stock (impianti, infrastrutture, capi- tale naturale etc.) i flussi generati presenteranno incrementi decrescenti. Il profilarsi di questa fase di maturità (in cui il mercato continua ad ampliarsi, ma sempre di meno) è dovuto all’agire simultaneo di diversi fattori.

Da un lato, innanzitutto, assistiamo ad progressivo saturarsi della domanda. Ormai giunti a livelli di con- sumo elevati, i consumatori sono disposti a sostenere sforzi via via decrescenti per acquisire unità ulte- riori dello stesso bene. Naturalmente le imprese reagiranno a questo inevitabile approssimarsi del tratto decrescente della curva di utilità marginale in vario modo, innanzitutto innovando, ma è evidente che queste contromisure possono ritardare, ma non spostare indefinitamente l’approssimarsi di un effetto di saturazione del mercato. Sul lato dell’offerta, superata una certa soglia dimensionale, vari fattori, sia esterni (congestione) che interni, (aumento dei costi di transazione etc.) agiscono limitando una ulte- riore espansione degli stocks (cioè degli impianti di produzione, dei centri di ricerca, ecc.) oltre che la riduzione dei flussi di materie prime disponibili. Complessivamente tali limitazioni si riflettono in aumenti dei costi degli inputs ed una riduzione della produttività. È chiaro che nel momento in cui la saturazione della domanda si affianca all’aumento dei costi, il processo di feedback positivo che abbiamo descritto in precedenza si attenua sino ad esaurirsi. Al termine di questa seconda fase il sistema converge verso una sorta di stato stazionario dei consumi e della produzione che a sua volta preluderà o ad una rinnovata fase espansiva (preceduta da una radicale ristrutturazione interna degli stocks) o ad una fase di declino definitivo del settore.

Questa seconda fase, che Tainter (1988) definisce di Declining Marginal Returns, nota sin dai tempi di Ricardo, può essere re-interpretata oggi come un processo sistemico multi scala, che si applica, cioè, sia a livello dei sistemi fisici che dei sistemi biologici e sociali, connesso, come si è detto, alle dimensioni relative degli stocks e dei flussi coinvolti.

In questa seconda fase sarà ragionevole attendersi una riduzione dell’effetto rimbalzo rispetto ai valori (RE>>1) caratteristici della fase ad incrementi crescenti. Considerando infatti il carattere adattivo delle as- pettative, (cioè il fatto che le aspettative tendono ad adeguarsi a quanto avvenuto nelle fasi precedenti)

in questa seconda fase sarà ragionevole attendersi sia maggiori incrementi dei consumi attesi che minori incrementi dei consumi effettivi, entrambi gli effetti comportano una riduzione dell’effetto rimbalzo. Ne possiamo concludere che l’andamento del RE, per quanto possa variare significativamente da set- tore a settore, è legato ad una dinamica di tipo sistemico che si radica nella struttura stessa della relazi- one tra stock e flussi ed al sottostante principio dei Declining Marginal Returns. Tale principio ci sembra mostrare una regolarità notevole. Naturalmente questa osservazione attende conferme da parte di ul- teriori ricerche empiriche. La conclusione secondo cui l’effetto rimbalzo tenderà a ridursi mano a mano che il settore ICT entrerà nella fase di maturità, mostrando i primi effetti di saturazione nei consumi, è un risultato relativamente confortante: in questa seconda fase, infatti, i consumi di materia ed energia, per quanto comunque accresciuti nei valori assoluti, potrebbero crescere con ritmi inferiori alle aspettative, con conseguenti impatti sugli ecosistemi potenzialmente inferiori ai livelli attesi.

4 UN’aNaLiSi SoCioLoGiCa DELL’EFFETTo rimBaLZo

Osman Arrobbio

4.1 introduzione

“Il mio nuovo computer è eco-efficiente (così quello dei miei amici); come mai, nonostante ciò, il consumo di energia e risorse naturali nella nostra società è costantemente in crescita?”

Nelle fasi iniziali del lavoro il gruppo di ricerca si era prefissato come obiettivo quello di formulare in ma- niera sintetica le domande cognitive di ogni singolo filone di ricerca. In questo caso si era preferito farla pronunciare (anche se forse si trattava appena di un pensiero) ad un immaginario individuo che, come tut- ti, ha del mondo una visione incompleta: scorge alcuni fatti, individua alcune relazioni e alcuni dei soggetti che le animano, si interroga su cause e su effetti. Non si specifica come, ma è venuto a conoscenza del fatto che i consumi di risorse e di energia fossero in aumento. Sa che il suo computer è più eco-efficiente (intendendo – crediamo – rispetto a quello precedente) e che in generale tutti i computer sono più effi- cienti rispetto a qualche anno fa: se ciò è vero nella ristretta cerchia dei suoi amici potrebbe difatti anche esserlo per tutte le cerchie di amici computerizzati sparsi per il mondo.

Quando poi cerca di individuare un nesso di causalità, ovvero quando cerca di collegare il fatto che i con- sumi di risorse sono in aumento e il fatto che i computer sono più eco-efficienti, compie (gliela abbiamo lasciata compiere) quella che molto probabilmente è una eccessiva semplificazione: d’altronde non sono solo i computer a consumare risorse.

Fatto sta che la domanda se la è posta e ciò perché – così ce lo siamo immaginati - si aspettava un risultato diverso: già da tempo preoccupato per il fatto che il consumo di risorse stesse aumentando ha cercato di porvi rimedio con i mezzi che da un lato gli erano accessibili e che dall’altro riteneva efficaci. Nonostante ciò non gli resta da constatare che il problema persiste.

Obiettivo di questo capitolo è quello di ricostruire i processi che portano alla creazione dei discorsi che nascono da (o che portano a) questi tipi di dubbi e perplessità, e le forme che questi discorsi assumono. Ciò verrà attuato, in una prima parte, attraverso un’analisi delle aspettative e, in una seconda parte at- traverso discorsi esistenti e delle loro implicazioni

In quali modi potrà reagire il nostro personaggio? Per ora ci sia concesso di segnalarne uno: potrebbe pensare che le sue aspettative fossero mal fondate. Di quali aspettative stiamo parlando? La prima è che il raggiungimento di livelli crescenti di eco-efficienza sia un mezzo efficace per la risoluzione dei problemi ambientali, o almeno di alcuni. La seconda è che i computer, che in questo caso abbiamo fatto fungere da “rappresentanti” di tutto il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), siano gli alfieri della dematerializzazione.

Nella prima parte di questo capitolo verrà effettuata un’analisi delle conseguenze che derivano dalle mo- dalità con le quali tali aspettative si sono generate e sviluppate fino a giungere alla conformazione at- tuale. La seconda parte del capitolo contiene la descrizione e i risultati di un lavoro di raccolta, produzione e analisi di materiale empirico qualitativo.