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Interventi di cost management in un contesto orientato alla perdizione

3.3. Logica predittiva e nuovi approcci al cost management

3.3.2. Interventi di cost management in un contesto orientato alla perdizione

Abbiamo fino ad ora ipotizzato che l’approccio predittivo possa condurre vero l’adozione di nuovi schemi interpretativi della realtà, sia interna che esterna, in grado di dirimere in parte il senso di incertezza causato proprio dalla complessità dell’ambiente circostante. Comprendere la genesi di fenomeni economici e finanziari è il primo passo per produrre dati portatori di un’informazione forte, nuova, in grado di anticipare e, pertanto, di orientare nelle decisioni e nelle azioni.

E’ necessario a questo punto svolgere una riflessione sul modo in cui la mentalità predittiva potrebbe condizionare la progettazione e l’esecuzione degli interventi finalizzati al miglioramento della gestione aziendale.

I sistemi di cost management prevedono la programmazione di una serie di interventi, e si avvalgono in questa fase di un set di informazioni opportunamente elaborate.

Possiamo supporre che l’adozione di un approccio predittivo nella gestione del complesso aziendale porterebbe inevitabilmente ad orientare l’attenzione verso scenari futuri a forte probabilità di manifestazione, senza ovviamente trascurare l’analisi dello storico e senza abbandonare la consapevolezza del presente. Non si tratterebbe di privilegiare il futuro a discapito del presente o dimenticando quanto accaduto in passato, piuttosto si tratterebbe di programmare azioni e interventi da porre in essere anche nell’immediato rivolgendo lo sguardo in avanti, verso un prossimo futuro, cercando di anteporre l’anticipazione alla correzione.

Una visione di questo tipo potrebbe indurre le aziende a maturare una maggiore consapevolezza circa le potenzialità strategiche degli strumenti di cost management, spingendole a immaginare soluzioni applicative che consentano di intervenire in anticipo prevenendo l’insorgenza di sprechi o l’impiego improduttivo delle risorse aziendali.

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Lo stesso ABM è uno strumento progettato affinché possa non solo attivarsi per il miglioramento ex post dei processi, ma perché possa anche guidare nella selezione delle attività da presidiare prima che i processi stessi siano stati implementati, studiano soluzioni che consentano di ottimizzare la redditività aziendale. L’intervento preventivo sembra dunque essere nella sua natura, seppure questa particolare potenzialità applicativa dello strumento venga spesso trascurata.

L’approccio predittivo fa dell’anticipazione una vera e propria filosofia, richiedendo sistematicamente di studiare azioni migliorative alla luce dei presumibili sviluppi della struttura aziendale. L’intervento preventivo non deve essere posto in essere però una

tantum, ma è una pratica da svolgersi abitualmente. Anche una volta scelte le attività da

presidiare devono essere attivati meccanismi che consentano di anticipare sprechi e ridondanze.

Affinché sia possibile un’azione di questo tipo è necessario disporre di informazioni precise e attendibili. La semplice mappatura dei processi, seppur necessaria, potrebbe non essere sufficiente a cogliere le forze che agiscono sugli stessi processi e che possono condizionarne il cambiamento e l’evoluzione.

Ancora una volta si evince l’utilità dei sistemi complessi.

Le tradizionali mappe di attività potrebbero essere sostituite da schemi reticolari in cui sovrapporre all’articolata struttura dei processi aziendali collegamenti di altra natura che possono instaurarsi tra coloro che collaborano per portare a compimento lo stesso processo.

Sovrapporre architetture di relazioni di varia natura può aiutare a cogliere relazioni causa-effetto prima occulte, così da poter elaborare soluzioni di miglioramento più efficaci.

Figure professionali coinvolte nello stesso processo possono interfacciarsi in diversi modi, non solo dunque per scambiare output e input, ma anche per condividere informazioni, risorse, oppure potrebbero essere indirettamente legate per il fatto di rivolgersi ad una stessa figura di riferimento. Il modello descritto nel capitolo II per rappresentare la complessità interna all’organizzazione aziendale, potrebbe risultare adatto a questo tipo di applicazione.

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La rappresentazione degli scenari aziendali, attuali e prospettici, in forma reticolare favorisce l’adozione di una visione trasversale, orientata ai processi, e può costituire una valida base per l’attivazione di percorsi di activity-based management. Gli strumenti della teoria delle reti e le metodologie ABM possono integrarsi.

Indubbiamente il livello di complessità dell’analisi andrebbe ad incrementarsi, senza contare il fatto che sarebbe necessario dedicare molte più risorse alla mappatura delle relazioni, soprattutto in termini di tempo. Ne deriverebbero però anche dei benefici, tra cui la possibilità di osservare le relazioni causali che legano struttura, dinamiche e comportamenti aziendali. La scienza delle reti offre inoltre la possibilità di osservare l’azienda nel suo complesso (o comunque con riferimento a macro-aggregati) e dedurre dalla configurazione dell’insieme presumibili evoluzioni strutturali.

È lo studio delle dinamiche uno dei presupposti dell’intervento anticipato.

Applicare logiche e strumenti interpretativi mutuati dalla scienza dei sistemi complessi amplierebbe la visione del contesto e la capacità di osservare legami causali, entrambi presupposti per programmare interventi efficaci.

La gestione dei costi basata sulle attività si propone di agire sui processi riprogettandoli, se necessario, per eliminare i passaggi che richiedono un certo consumo di risorse ma non generano alcun tipo di valore per l’azienda o per il cliente esterno. Spesso gli sprechi esistono perché il management ignora la loro presenza, non sa che possono essere eliminati, perché il processo non è ben impostato né coordinato, o ancora perché non vi è una chiara assegnazione dei compiti a ciascun operatore per scarsa programmazione. Rappresentare i legami esistenti tra attori aziendali può far emergere le suddette problematiche o evidenziare la probabilità che si manifestino.

Talvolta gli operatori che prendono parte al processo possono svolgere l’attività a loro assegnata senza rendersi veramente conto di quale sia il loro contributo alla realizzazione dell’output finale, ignorando il modo in cui si sviluppa il processo nella sua interezza. Questo può accadere quando gli addetti rimangono isolati all’interno della propria funzione senza scambiare informazioni con figure di raccordo.

L’esistenza in azienda di cluster79 scarsamente collegati ad altri gruppi, la mancanza di

canali informativi “ponte”, e l’assenza di figure di raccordo altamente connesse (come

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il process manager) possono segnalare un insufficiente coordinamento delle attività che costituiscono il processo. A livello operativo queste condizioni possono condurre all’insorgenza di sprechi, errori o ridondanze, per la mancanza di formalizzazione o l’assenza di una visione d’insieme. In questi casi si potrebbero elaborare soluzioni intervenendo sull’organizzazione, ridisegnando i processi evitando inutili ridondanze, o creando architetture informative adeguate così da riuscire a correggere o, ancor meglio, ad anticipare gli sprechi.

Studiare congiuntamente la struttura dei processi e l’articolazione del sistema informativo, sovrapponendo i due schemi l’uno all’altro, offre l’occasione di dare un’interpretazione diversa ai dati raccolti, arricchendoli di significato.

L’unione di logiche interpretative reticolari e metodologie activity-based può aprire la strada ad analisi originali, una tra tutte la ricostruzione prospettica del costo delle attività80.

La scienza delle reti offre strumenti grazie ai quali dedurre presumibili dinamiche evolutive dei network, ragionando sulle cause che potrebbero condurre due nodi a legarsi tra loro.

Per quanto riguarda lo studio dei processi gli schemi reticolari consentono, teoricamente, di ragionare sulla presumibile riconfigurazione degli stessi, a seguito ad esempio dell’inserimento di personale in azienda o per l’attivazione di progetti di riorganizzazione interna. Il metodo activity-based può dunque essere applicato per associare un costo alla presumibile riconfigurazione delle attività, approfondendo l’analisi per individuare soluzioni di miglioramento81.

Ricordiamo comunque che la scienza delle reti è in grado di ricostruire scenari probabili, non certi.

80 I modelli activity-based si prestano per loro natura ad essere applicati per studiare anticipatamente i

costi derivanti da probabili configurazioni dei processi aziendali. Si dice infatti “In quanto misuratore del consumo di risorse, l’ABC è in grado di dare informazioni per valutare l’efficacia di modalità alternative di combinazione e impiego dei fattori produttivi, evidenziando anticipatamente se e come, una volta ridisegnati i processi, possano determinarsi le condizioni per un incremento del reddito, grazie ad un miglioramento della produttività complessiva o all’eliminazione di fattori in eccesso dalla combinazione aziendale;”. Paola Miolo Vitali (a cura di), Strumenti per l’analisi dei costi. Percorsi di cost management, Volume III, Giappichelli, Torino, 2009, cit., pp. 71-72.

81 Si potrebbe ad esempio cercare di ricostruire la probabile configurazione dei processi qualora

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Le considerazioni fino ad ora esposte rappresentano semplici ipotesi, per ora infatti, ci limitiamo a ricercare possibili spazi per interventi di natura “predittiva”, senza addentrarci in analisi costi-benefici dell’applicazione.

Una considerazione di natura pratica però riguarda la gestione dell’informazione necessaria allo svolgimento dei percorsi di cost management. E’ sicuro che il modello come prospettato richiederebbe l’elaborazione di un’enorme massa di dati, dunque la sua attivazione implicherebbe la progettazione di un efficace sistema informativo su base informatica. La disponibilità di strumentazione ICT in questo contesto è imprescindibile ed un presupposto base per l’efficacia dello strumento.

Al di là della effettiva convenienza a sviluppare modelli che combinino logiche reticolari e metodologie activity-based, si ritiene dunque che la gestione dei costi in contesti orientati alla predizione verrebbe impostata in modo da rendere possibile la realizzazione di interventi preventivi. L’obiettivo primo sarebbe la minimizzazione degli sprechi anticipandone la comparsa, quando possibile prima ancora che si creino condizioni tali da rendere impegnativa l’eliminazione di attività non richieste82.

Potremmo innanzi tutto aspettarci un cambiamento nelle tempistiche di intervento. Ovviamente si tratterebbe di privilegiare l’intervento anticipato non di limitarsi ad esso, cercando quindi di non trascurare le occasioni di porre in essere azioni correttive qualora si riscontri l’esistenza di inefficienze.

Affinché ciò sia possibile è necessario anche in questo caso adottare logiche e schemi che consentano di interpretare il contesto interno ed esterno così da derivarne informazioni preziose per ricomporre verosimilmente gli scenari in divenire. L’informazione si pone al servizio dell’efficienza e dell’efficacia operativa.

Nei moderni contesti competitivi ciò che può fare la differenza è la possibilità di leggere una serie di dati alla luce di un diverso schema interpretativo, così da estrapolare informazioni maggiormente significative e utili per il miglioramento.

Se nei contesti orientati alla predizione si richiederà di anticipare gli interventi sulle risorse è innanzi tutto necessario predisporre gli strumenti adatti a cogliere i

82 Una possibile classificazione tra attività è quella che distingue le attività richieste dalle non richieste.

Le attività non richieste, a loro volta, vengono distinte tra attività eliminabili facilmente in breve tempo, e attività che richiedono interventi più impegnativi per essere eliminate.

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cambiamenti che interverranno nell’organizzazione a livello operativo, così da avere una guida per le decisioni.

Un primo passaggi verso la “predizione” impone di lavorare sui dati a propria disposizione. Riteniamo che l’approccio multidisciplinare potrebbe offrire validi contributi in questa direzione.

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Capitolo IV

ARGOMENTAZIONI CONCLUSIVE

L’analisi descritta nel presente elaborato è stata sviluppata con l’intento di indagare in quale misura l’azienda e le logiche del governo aziendale possano essere investite dai cambiamenti in atto nel moderno contesto socio economico, visibili in primis nell’affermazione di nuovi modi di comprendere e approcciarsi alla realtà circostante. L’imprevedibilità del mercato, lo sviluppo e la diffusione di moderne tecnologie ICT e la crescente centralità dell’informazione stanno producendo un cambiamento così forte da indurre le aziende a ripensare ai fattori chiave su cui fondare la propria forza competitiva. La capacità di gestire e analizzare dati diventa una competenza strategica. E’ stato innanzi tutto necessario studiare il percorso che ha condotto il contesto socio economico alla sua attuale configurazione per individuare le principali caratteristiche dell’ambiente in cui uomo e aziende operano e intrattengono relazioni, e per comprendere al meglio a quali fattori possa essere ricondotta la graduale nascita di orientamenti predittivi. La necessità di trovare dei riferimenti in un ambiente incostante e la disponibilità di elaboratori dalla sviluppata capacità di calcolo sono due dei fattori che hanno spinto a cercare dati dal significato più forte, portatori di un nuovo tipo di informazione.

Potremmo pensare però che disporre di una mera capacità computazionale in grado di elaborare una gran massa di dati in poco tempo sia condizione necessaria ma non sufficiente per orientarsi nella complessità odierna. Spesso possedere i dati non è abbastanza, bisogna anche saperli interpretare correttamente ricomponendoli a sistema. Parte della tesi è stata dedicata allo studio di strumenti e nozioni teoriche sviluppati in campo scientifico alla ricerca di una chiave di lettura per ricondurre a schemi leggibili il caos circostante. L’intento era di scoprire che tipo di contributo un approccio

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multidisciplinare avrebbe potuto offrire allo studio del fenomeno aziendale e della realtà in cui lo stesso si trova inserito.

Per questo motivo strumenti e tecniche della teoria dei network complessi sono stati utilizzati per descrivere il sistema competitivo in cui l’azienda si trova ad operare e l’insieme di relazioni che animano la singola organizzazione aziendale, offrendo l’opportunità di studiare con approccio scientifico la configurazione del contesto interno ed esterno all’azienda. La scienza delle reti si è dimostrata effettivamente in grado di offrire una valida interpretazione di quanto accade nel sistema economico e all’interno delle organizzazioni produttive, spiegando alla luce delle relazioni che si instaurano tra nodi (che siano essi aziende, mercati o figure professionali) la genesi di fenomeni economico-finanziari o il perché dell’assunzione di determinate scelte e comportamenti da parte degli attori economici.

L’interesse nei confronti della scienza delle reti è stato acceso anche dal fatto che parte di questa disciplina si occupa di studiare le dinamiche che guidano una rete nel suo percorso evolutivo, pertanto è stata intravista la possibilità di ricorrervi per ricostruire il probabile sviluppo della trama di relazioni che si diramano nel sistema economico, competitivo e all’interno delle organizzazioni.

Il superamento dell’assunto di perfetta razionalità degli attori economici ci fa propendere per un approccio più sofisticato nello studio dei comportamenti e delle relazioni: ammettere che l’uomo sia guidato, seppure in parte, da impulsi emotivi di natura irrazionale nel processo decisionale rende ancora più incerta la previsione su come evolveranno contesti ambientali.

Ci chiediamo infatti in che misura leggi statistiche e matematiche siano in grado di spiegare le decisioni che conducono alla creazione di un’architettura di collegamenti, se queste stesse decisioni sono assunte da esseri irrazionali.

La riflessione si è dunque spostata sul contributo che le neuroscienze possono offrire in questo ambito, grazie agli studi da esse condotte sul funzionamento del cervello umano quando sottoposto ad un esercizio di tipo decisionale. La comprensione del fenomeno azienda e della sua evoluzione può essere raggiunta anche mediante studi neuroscientifici. Le discipline neuroscientifiche infatti dispongono di strumenti teoricamente in grado di indagare il peso di impulsi emotivi o irrazionali nel

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condizionare l’esito del processo decisionale83, sia che si tratti di decisioni a carattere

strategico o a carattere operativo.

Secondo quanto appreso in questa sede sembra che l’unione di strumenti teorici e applicativi mutuati da più discipline come fisica teorica, statistica, matematica, biologia, neurologia e ancora, macroeconomia, economia aziendale possa offrire una nuova prospettiva di studio dell’azienda e della realtà economica, spiegandone fin dove possibile la complessità. L’approccio multidisciplinare può offrire valide soluzioni per interpretare i comportamenti dei soggetti che interagiscono nel sistema economico- competitivo.

Nella successiva sezione dell’elaborato l’attenzione è stata rivolta al governo economico dell’azienda e alle possibili prospettive di sviluppo di quest’ultimo in un contesto dominato dall’informazione.

Ci siamo chiesti in quale misura nuovi approcci gestionali orientati alla predizione riuscirebbero ad affermarsi in azienda ma soprattutto quali sono le premesse affinché questo possa avvenire.

E’ stato virtualmente ricreato un contesto aziendale orientato all’anticipazione in modo da studiare verosimilmente come i percorsi di pianificazione strategica, operativa e di gestione delle risorse potrebbero risentire dei nuovi approcci e dove andrebbe a prodursi il maggior cambiamento.

Questo tipo di analisi ha inoltre offerto l’occasione di riflettere sulle possibilità applicative in azienda della scienza delle reti.

L’analisi è stata articolata su tre livelli, ciascuno dedicato ad uno dei tre percorsi precedentemente indicati, ma le conclusioni a cui è stato possibile giungere riportano simili evidenze. Affinché ci si muova verso la predizione il cambiamento deve prodursi nel modo in cui sono trattati, ricomposti e interpretati i dati relativi al contesto ambientale e organizzativo.

83 “L’idea di fondo è che l’analisi della componente neurologica potrà in futuro contribuire a spiegare

l’esito del decision-making, suggerendo per esempio l’interazione fra razionalità e specifiche componenti di tipo emotivo, quando le aree cerebrali deputate all’espressione delle emozioni risultino attivate.”, citazione da Marshall L. H. – Magoun H. W. (1998), Discoveries in the Human Brain, Humana Press Inc., New Jersey, in Nicola Lattanzi, Azienda, uomo e neuroscienze. Processi decisionali e pensiero strategico, McGraw-Hill, 2012, pp. 60-61.

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La pianificazione strategica ha bisogno di una base informativa solida per interpretare al meglio la situazione di contesto macroeconomico e competitivo in modo da cogliere opportunità per affermarsi nel mercato anticipandone la presumibile evoluzione; la programmazione deve fondarsi su modelli di simulazione predittivi che siano in grado di ricostruire scenari ambientali ricorrendo anche a strumenti di analisi statistica; la gestione delle risorse aziendali deve essere supportata da modelli in grado di cogliere in modo più sottile i segnali del cambiamento interno per individuare opportunità di miglioramento prima che si verifichino sprechi consistenti.

Si ricerca in ogni caso un’interpretazione dei dati che sia in grado di accrescerne la forza e il significato. Se l’economia aziendale vuole che l’informazione veicolata in azienda per supportare il processo decisionale sia rilevante, selettiva, accurata in un moderno contesto essa deve anche anticipare.

Ciò su cui la predizione si fonda è la possibilità di comprendere il modo in cui si configura la realtà circostante e se esistono regole in qualche modo prevedibili a guidare il sistema nella sua evoluzione. L’utilizzo di elaboratori elettronici a questo proposito è fondamentale, ma, come già ricordato in precedenza, disporre di una illimitata potenza di calcolo non è sufficiente se non si è in grado di dare un senso all’output che essa produce.

La scienza dei sistemi complessi può aiutare ad interpretare eventi e fenomeni economico-gestionali apparentemente imprevedibili e inspiegabili alla luce di relazioni causa effetto di natura reticolare, per questo è lecito supporre che essa possa offrire un valido contributo al governo aziendale.

Gli schemi reticolari invitano a riflettere in termini di “condizionamenti simultanei”. Visualizzare l’azienda come un nodo variamente legato ad altri soggetti aiuta ad abbracciare l’idea secondo cui le forze di natura interna ed esterna che agiscono sulla combinazione aziendale esercitano il loro impatto non sequenzialmente bensì simultaneamente. Questa visione si basa su una logica interpretativa più adatta a descrivere il modo in cui l’ambiente agisce sull’unità aziendale: forze di natura economica, speculativa, sociale, politica agiscono simultaneamente sul processo di creazione del valore, e per questo motivo bisogna preparare l’organizzazione ad affrontarle in modo tempestivo.

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Modelli e metodi sviluppati in seno alla teoria dei sistemi complessi invitano inoltre a riflettere in termini probabilistici sulle possibili riconfigurazioni di scenario. La scienza delle reti affronta i concetti di “disordine” e “probabilità”, e basa spesso i suoi metodi sulla contemplazione di scenari alternativi, dai più ai meno probabili. Siamo portati ad affermare che nel mondo reale i collegamenti sorgano sulla base di una serie di considerazioni sviluppate dagli agenti economici, e che possano dunque essere ricondotte ad argomentazioni razionali, ma se ammettiamo che l’esito delle decisioni possa essere condizionato anche da impulsi emotivi bisogna contemplare in qualche misura anche il “disordine” nella configurazione dei sistemi nonché scostamenti rispetto alle attese. Sembra dunque opportuno in talune circostanze adottare un metodo che preveda, con l’ausilio di strumenti statistici, la costruzione di tutte le possibili configurazioni di contesto, così da portare all’attenzione ogni possibile conseguenza per il sistema economico e per l’azienda, anche quelle che in altre occasioni non verrebbero mai prese in considerazione.

Ad ogni modo, che siano o meno le reti ad intervenire per orientare nella complessità è