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Interventi normativi e azioni di contrasto alla violenza sulle donne a livello territoriale: la Regione Liguria e il Comune di Genova.

Il contrasto alla corruzione tra repressione penale e preven zione amministrativa

3. Interventi normativi e azioni di contrasto alla violenza sulle donne a livello territoriale: la Regione Liguria e il Comune di Genova.

Il d.l. n. 93/2013 è il più recente atto normativo ad essersi occupato di questioni relative alla condizione femminile, trovando una collocazione specifica tra gli interventi di grado legislativo finalizzati a offrire un’efficace risposta sanzionatoria al fenomeno ormai noto come femminicidio18. Questa espressione viene infatti utilizzata per riassumere tutte le forme di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, fino ad arrivare all’omicidio, concepito come evento

16Si vedano le modifiche apportate in tal senso all’art. 576 c.p., da ultimo, dall’art. 4 della l. 1 ottobre

2012, n. 172.

17Per approfondimenti sul tema sia consentito rinviare ad A. Pitino, I percorsi della parità di genere in Italia: voto, lavoro e protezione dalla violenza tra Costituzione, leggi ordinarie, giurisprudenza costi- tuzionale e Unione europea, in A. Pitino, Interventi di contrasto, cit., compresa la più ampia bibliografia

ivi citata.

18Tra gli interventi legislativi che hanno inciso profondamente in materia di condizione femminile

e di femminicidio vanno ricordati soprattutto la riforma del diritto di famiglia nel 1975, l’abrogazione delle circostanze attenuanti collegate al «delitto d’onore» nel 1981, la legge n. 66 del 1996 (Norme

contro la violenza sessuale) e la legge n. 154 del 2001 (Misure contro la violenza nelle relazioni familiari).

estremo, dirette verso le donne come forma di espressione e di rivendicazione di un’impostazione patriarcale e discriminatoria dei rapporti sociali e familiari, senza dubbio incompatibile con i principi dettati dalla Costituzione italiana del 194819.

Le autonomie territoriali che compongono la Repubblica italiana sono in- tervenute anch’esse, a più riprese, predisponendo degli specifici interventi normativi (e non) in materia di contrasto alla violenza sulle donne, rispetto ai quali, ai fini del presente lavoro, assumono rilievo soprattutto quelli posti in essere dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova.

La Regione Liguria, già nella l.r. 24 maggio 2006, n. 12 relativa alla Pro- mozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari, aveva previsto alcune misure volte a dare sostegno alle donne e ai minori vittime di violenza, mentre con la l.r. 6 marzo 2007, n. 12 si era occupata in modo specifico degli Interventi di prevenzione della violenza di genere e misure a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza. Tra le azioni di carattere non legislativo, vanno invece ricordati il Piano Sociale Integrato Regionale 2007/2010 (D.C.R. n. 35/2007), preposto allo sviluppo di una rete di servizi territoriali responsabili anche per il sostegno alle donne e ai minori vittime di violenza e il Protocollo di Intesa con le Province per la realizzazione di strutture regionali antiviolenza di cui alla l.r. 12/2007. Approvazione dei requisiti prestazionali minimi delle strutture regionali antiviolenza (D.G.R. n. 1066/2007). La Regione Liguria, d’intesa con la Prefettura, ha inoltre il compito di coordinare e promuovere le azioni indicate nel Protocollo d’intesa per la promozione di politiche attive fina- lizzate alla prevenzione ed al contrasto della violenza di genere e nei confronti dei minori - Istituzione di un percorso di accoglienza della vittima di violenza presso il Pronto Soccorso20, sottoscritto nell’aprile del 2015 da Regione Liguria (v.

19La parola femicide, già utilizzata nel Regno Unito fin dal XVIII sec. come opposto di homicide, ha

assunto una prospettiva di genere in seguito agli studi di criminologia condotti negli Stati Uniti da J. Radford, D. Russel, Femicide: The Politics of Women Killing, Open University Press, 1992. In Italia si veda la recente pubblicazione del Ministero dell’Interno No more feminicide. Regulatory de-

velopments and practical commitment, 2014, www.interno.gov.it/sites/default/files/2014_07_09_pub-

blicazione_donne_ inglese. pdf e il saggio di C. Karadole, Femicidio: la forma più estrema di violenza

contro le donne, in Riv. di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza, 1, 2012, p. 367 ss.

20Il 27 giugno del 2014, in via sperimentale, per un periodo di sei mesi, era stato sottoscritto il Pro- tocollo d’intesa per la promozione di azioni e politiche attive finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza di genere ed istituzione del percorso rosa tra Regione Liguria, Prefettura e

Questura di Genova, Forze di Polizia e Autorità giudiziarie, Aziende sanitarie e ospedaliere dell’ambito metropolitano e dalle sezioni di Psichiatria e criminologia clinica e medicina legale dell’Università di Genova. Valutati positivamente i primi sei mesi di attività, nell’aprile del 2015 esso è stato adottato in via definitiva con il Protocollo d’Intesa indicato nel testo. Le azioni previste dal Protocollo

D.G.R. n. 548/2015), Prefettura e Comune di Genova, Università di Genova, Procura Ordinaria e dei Minori, Ufficio Scolastico Regionale, Questura di Genova, Comando Provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, A.S.L. 3 e 4, Aziende Ospedaliere Galliera, San Martino, Evangelico Interna- zionale e Gaslini, che rappresenta uno stabile strumento di lavoro e di raccordo tra gli enti istituzionali maggiormente coinvolti nel contrasto alla violenza e ai maltrattamenti verso le donne e i minori.

In attuazione degli artt. 5 e 8 della l.r. n. 12/2007, in base ai quali la Regione Liguria deve provvedere alla realizzazione di Centri antiviolenza e alla predisposizione di programmi antiviolenza per le donne sole o con minori, la Giunta regionale con delibera n. 194/2013 ha individuato nel comune, già competente in ambito sociale, il soggetto istituzionale più idoneo a svolgere anche le funzioni relative al contrasto della violenza, destinando ai Comuni capofila delle Conferenze dei Sindaci (Sanremo, Savona, Genova, Chiavari e La Spezia) i finanziamenti necessari a tale scopo.

In particolare il Comune di Genova ha provveduto a svolgere le funzioni conferitegli ricorrendo alla sussidiarietà orizzontale (v. l.r. n. 42/2012), che nel settembre del 2014 ha portato a definire un Patto, detto appunto di sussidiarietà, tra i quaranta Comuni membri della Conferenza dei Sindaci e i soggetti no profit operanti nel privato sociale, posti sotto il coordinamento del Comune di Genova, per la realizzazione di un Sistema di interventi di prevenzione, informa- zione, consulenza e sostegno delle donne oggetto di violenza di genere21.

Il Patto di sussidiarietà così definito ha prodotto altresì una riorganizzazione dei centri antiviolenza già presenti sul territorio e una concentrazione delle at- tività svolte in tre centri, con un miglioramento complessivo dei servizi offerti e una intensificazione delle opportunità di contatto con le donne vittime di violenza22.

hanno vinto il primo premio (tra altri 67 progetti) nell’ambito dei Programmi del Centro Nazionale per la Prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della Salute.

21Per realizzare il programma è stata costituita un’Associazione Temporanea di scopo (ATS) composta

da Mignanego Soc. Cooperativa Sociale Onlus, L’Aurora Soc. Coop. Sociale Onlus, l’Associazione C.I.R.S., l’Associazione Il Cerchio delle Relazioni, Associazione Centro per non subire violenza Onlus (da UDI), l’Unione Donne in Italia Genova – Archivio Biblioteca “Margherita Ferro”.

22I centri antiviolenza sono ubicati a Genova centro in Via Cairoli e Via di Mascherona, a Mignanego

in Via Vittorio Veneto e a Bolzaneto in Via Reta. Essi si pongono come punti di accoglienza e di ascolto delle donne vittime di violenza, forniscono consulenza legale, psicologica e pedagogica, svolgono attività di mediazione e di consulenza interculturale, organizzano gruppi di condivisione per il cambiamento e/o genitorialità e gruppi di auto-aiuto.

4. Dalle norme ai dati (2009-2015) forniti dai principali soggetti ed enti