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Intervista con la Dottoressa Gambacurta, direttrice del Museo Nazionale Archeologico di Adria

Come si articola l'attività del museo?

D.G.: Il Museo è un organismo periferico della Sopraintendenza che a sua volta è un organismo periferico del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali in quanto Museo nazionale.

Il Museo in quanto tale non gode di autonomia amministrativa.

In termini di personale il museo, oltre al direttore, ha a disposizione tredici unità di assistenti alla sorveglianza e alla vigilanza suddivisi in vari livelli; il museo non ha attualmente dei dipendenti per l'area amministrativa ad esempio non ha una segreteria, sono gli assistenti lla vigilanza che suppliscono alla segreteria, all'organizzazione della biblioteca e alle altre mancanze.

Nei confronti dell'esterno il Museo è inserito, insieme a quello di Fratta Polesine, all'interno del sistema museale provinciale della città di Rovigo in quanto la provincia ha un sistema museale all'interno del quale i due musei nazionale sono un po' i capofila.

Come sistema museale, nei periodi migliori, ci incontriamo una volta al mese; questo non si riesce a svolgere con continuità tutti i mesi ma la Provincia si è assunta questo impegno che si cerca di rispettare.

Le riunioni si effettuano in una sede diversa ogni volta, in modo che tutti abbiano la possibilità di conoscere le e capire le diverse realtà del sistema museale.

Con il sistema museale interagiamo poi per quanto riguarda il sito del sistema museale e per tutta la nostra pubblicità, inviando di volta in volta le nostre attività alla sua

A livello di visibilità Noi inoltre siamo dotati del sito della Direzione generale delle Antichità del Ministero, del sito della Direzione Regionale e poi il Sito della Sovrintendenza. Abbiamo ancora un nostro sito personale e la nostra presenza si riscontra anche nel sito di Archeoveneto.

Abbiamo inoltre una piccola rete locale formata dal gruppo archeologico locale dall'APT locale, dal Comune per cui le nostre attività hanno una pubblicizzazione a livello micro.

Rai 3 ha collaborato con noi, realizzando per noi qualche servizio nel corso degli ultimi sei mesi.

Mi chiedevo come fosse organizzata l'attività didattica?

D.G.: Le attività didattiche sono coordinate da Me e svolte da un'associazione culturale che è Studio D e una cooperativa che è Cose.Del.Po, che tra l'altro collabora con tutta la zona del Parco del Delta.

Cose.Del.Po si occupa anche di visite naturalistiche incrociando più specificità e quella ambientale e quella storico, culturale, archeologica.

Queste due realtà si suddividono le attività nel modo seguente:

Studio D si occupa delle scuole dell'infanzia e delle scuole superiori, mentre Cose.Del.Po si occupa delle scuole elementari e delle medie.

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Essi si muovono su binari paralleli ma il loro grado di interazione è molto alto. Il tipo di attività che vanno a proporre è sempre integrata e condivisa.

Le attività che sono più trasversali vengono,poi, svolte insieme; quindi, ad esempio, Noi abbiamo fatto per la Giornata della disabilità il 3 dicembre un'attività in collaborazione con l'Uniove cechi di Rovigo con lo specifico laboratorio Vietato Non toccare e abbiamo fatto un'attività con l'USL di Adria con i Servizi Sociali. Questo tipo di laboratori che sono più trasversali vengono condotti

Il Museo è dotato di uno spazio dove svolgere l'attività didattica.

Il Museo ha previsto l'implementazione delle nuove tecnologie all'interno del percorso espositivo?

In termini collaterali il Museo ha una postazione, come gli altri musei nazionali, abbastanza importante al CEMA di Noventa di Piave.

Il Cema è stato messo in piedi per volontà del direttore dell'Outlet di Noventa di Piave con la Nostra collaborazione; esiste, pertanto, una postazione dedicata alla visita virtuale dei principali musei archeologici e delle aree archeologiche del Veneto.

Dopodichè noi stiamo rifacendo l'Atrio dove avremo una postazione video per la pubblicità delle nostre iniziative o delle iniziative del territorio che offriremo pertanto agli Enti territoriali che desiderino avere una visibilità anche all'interno del Museo.

Io avrei in mente uno o due punti del Museo che potrebbero avvalersi delle Nuove tecnologie ma il Museo non ha più finanziamenti da moltissimo tempo. Ci sono enti come la Fondazione Cariparo che sostengono le nostre iniziative tramite finanziamenti, ad esempio quest'ultima ha sostenuto il completamento dell'atrio a seguito del nuovo allestimento avvenuto tra il 2000 e il 2009; spesso però ci sono delle problematiche tali da risolvere che poi quella dei costi del multimediale rimane un po' in coda.

Faccio un esempio finito l'atrio Noi abbiamo un problema con il riscaldamento che dovrà essere risolta nel giro di uno – due anni al massimo; se abbiamo questo tipo di problema, è chiaro che il primo aiuto finanziario che perviene al museo è destinato a risolvere problematiche legate all'esistenza stessa dello spazio museale.

L'Università potrebbe essere d'aiuto nella costruzione dei software ma il problema sussiste in ciò che concerne la strumentazione tecnologica.

Il contatto con le Università è molto attivo; Noi abbiamo contatti con l'Università di Bologna, Padova, Ferrara, Venezia. Abbiamo addirittura contatti con tutte le scuole secondarie per gli stage dei liceali. C'è un buon movimento.

Quali sono le differenti categorie di pubblico che visitano in museo? D.G.: La parte più consistente è rappresentata dalle scuole.

Ci sono poi gli affezionati locali che vengono sempre e che spesso fanno capo al gruppo archeologico.

Il pubblico è abbastanza eterogeneo; c'è una buona percentuale di stranieri che purtroppo non riusciamo bene a dominare.

Non riusciamo a capire quali sono le logiche conducono il turista straniero a visitare il museo e di conseguenza la loro implementazioni.

Io dirigo il museo da due anni e mezzo; ci sono stati periodi in cui gli stranieri arrivavano con buone percentuali, mentre periodi in cui l'affluenza era scarsa. Non riesco a capire se la loro presenza è legata al circuito Internet o ai circuiti della

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Quest'anno, tra agosto e settembre, abbiamo avuto una buona affluenza di turisti stranieri e ho capito che facevano capo ad una navigazione tra Mincio e Po proposta dalla provincia di Mantova.

Questo fenomeno ci sfugge, è poco controllabile ma è sicuramente un target di pubblico che Noi vorremmo incentivare ed incrementare sempre di più.

Il numero dei visitatori turisti rimante comunque piccolo e ripeto poco controllabile. Sono state effettuati delle indagini sul pubblico?

D.G.:No, sondaggi sistematici no solamente occasionali.

Ci sono dei contatti con le aziende locali per la promozione del museo in modo da attrarre il turismo?

D.G.: I nostri contatti con le aziende locali sono più che altro legati a Cose.Del.Po, che avendo una Sua rete locale ci fa da interfaccia. Studio D è di Padova.

Il mio problema è che in museo non c'è una segreteria amministrativa di conseguenza nessuno può fare questo lavoro di valorizzazione in modo più sistematico.

Ci vorrebbero dei pacchetti che girassero ma ho riscontrato poco supporto.

Non abbiamo i fondi per stampare il depliant del Museo per l'estate; il depliant del museo esiste, è un cartonato molto bello e lussuoso però questo non risolve un volantinaggio a largo raggio.

Proprio perchè bello e lussuoso il suo numero è limitato. Manca un depliant magari meno bello più divulgativo e presente in grande quantità che permetta un'informazione di più ampio respiro.

Ho presente perfettamente la possibilità di far conoscere la realtà museale nelle agenzie turistiche ad esempio della Costa ma non abbiamo il materiale da poter consegnare.

Oltre al depliant manca ad esempio un calendario delle attività a cadenza quadrimestrale stampato da fare girare; è si presente in Internet ma questo non è sufficiente.

L'offerta sul web è relativamente completa ma manca un'offerta all'utenza di materiale divulgativo di carattere differenziato su diversi livelli.

E' più facile trovare sponsor per un'inziativa specifica, una mostra e paraddosalmente il volantino bello piuttosto che un aiuto per attività minori.

Nel giro di tre mesi sarà presente anche la guida nuova del Museo a cui stiamo lavorando.

Tenga presente che prima di essere direttori di museo siamo funzionari della sopraintendenza; il nostro compito primario è quello di occuparci dell'organizzazione, della gestione, del controllo e della tutela del territorio. Secondariamente ci si occupa della valorizzazione del territorio.

Il legame del museo con il Suo territorio, d'altra parte, è un legame ineliminabile. Se non ci fossero attività di tutela non si avrebbero le conoscenze storiche e scientifiche effettive delle collezioni museali e di conseguenza gli strumenti per valorizzarle.

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D.G.: Adria non è una realtà industriale, non si sono molto riferimenti.

A livello locale, escludendo la Fondazione Cariparo di cui accennavo prima, abbiamo la Banca del Monte, la Banca di Adria.

Altri aiuti afferiscono al museo grazie allo sfruttamento della Sala Conferenze per la sponsorizzazione di altre attività. Sono comunque apporti poco rilevanti.

Abbiamo, inoltre, una buona interazione con Titoli Minore che è una cooperativa sociale che si occupa di persone con disabilità, che gestisce il servizio disabili dell'Usl.

Se i medici vogliono organizzare un convegno presso la Sala Conferenze del Museo, loro, poi, supportano alcune nostre iniziative.

Riassumendo, i problemi del Museo sono la Segreteria per la gestione e per l'implementazione del turismo ed un fondo cassa anche minimale per la gestione di piccole attività

Tutti gli eventi che noi organizziamo, stabiliti dal Ministero, sono realizzati a costo zero, senza risorse o trovando delle micro risorse locali

Come sono i rapporti con il Centro culturale turistico di San Basilio?

D.G.: I reperti esposti nel Centro sono di proprieta dello Stato e in accordo con il Comune abbiamo deciso di mettere in piedi questo Antiquarium, per il fatto che in loco è presente un'area archeologica visitabile attualmente in fase di ristrutturazione.

Con in Comune di San Basilio siamo in ottimi rapporti di comunicazione, adesso quest'ultimo sta progettando la risistemazione di tutta l'area, dalla Chiesetta, al Museo all'area archeologica.

Stiamo proprio lavorando per l'attivazione di un circuito che colleghi entrambe le sedi; i tempi, però, sono lunghi rispetto a enti che possono lavorare in piena autonomia.

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Intervista Marino Cacciatori

Quali sono le tipologie di servizi che offrite?

M.C: Il nostro lavoro si basa sulla risorsa naturalistica del territorio. I servizi che offriamo sono le escursioni con visita guidata in barca, in bicicletta e in canoa. Questo rientra nelle trasformazioni della nostra azienda, voluta e aperta da mio padre negli anni 80 alla quale sono subentrato io ed i miei due fratelli.

Ci siamo trasformati anche a seguito dell’evoluzione delle richieste dei visitatori. Tengo a precisare il termine “visitatori” perché essi si recano nel Delta de Po per scoprire e visitare un territorio.

L’attività di mio padre è iniziata con l’utilizzo di un motoscafo ed erano previste tipologie di visita che consentissero una visita esaustiva del territorio, l’approccio era quello di permettere al visitatore di vedere il più possibile nel tempo previsto dall’escursione.

Ci siamo resi conto con il tempo che il tour era la parte più importante del nostro servizio; negli ultimi anni abbiamo cercato di frazionare le nostre proposte in itinerari più brevi che riescano a far apprezzare una parte di Delta al meglio e a invogliare i nostri ospiti a ritornare a visitare questi luoghi anche in diversi periodo dell’anno. Abbiamo preso parte ad esempio al progetto slow tourism.

Il nuovo servizio di Bike and Boat nasce dalle richieste del nostro pubblico. Inizialmente tale servizio era effettuabile su prenotazione mentre oggi è stato pensato un itinerario specifico. La giornata è divisa fra l’escursione in bicicletta e la visita in barca, giunti al punto di scambio si lascia un mezzo per utilizzare l’altro. Le biciclette possono essere sia mezzi privati sia mezzi a noleggio messi a

disposizione dall’azienda.

Tale servizio si sta estendendo oltre che ai gruppi anche agli individuali.

Per quanto riguarda il Kayak si scelgono dei rami secondari e poco frequentati. La risorsa archeologia è stata inserita all’interno delle vostre proposte? M.C.: Noi non lo facciamo direttamente se ci sono richieste ci appoggiamo ai professionisti che operano nel settore culturale e più specificatamente archeologico, come guide turistico-culturali.

Sono state organizzate svariate escursioni sia nel Sud del Delta del Po che hanno previsto la visita all’Abbazia di Pomposa e le Valli di Comacchio sia nella zona più e nord con la visita di San Basilio o Adria.

Esistono delle proposte già formulate con calendari di visita da parte di Provincia organizzate in coordinamento con le guide del luogo.

Sulla base di tali proposte si potrebbe pensare di estendere l’offerta in altri periodi dell’anno.

A che tipologia di pubblico rivolgete la propria offerta?

M.C.: Con le scuole il rapporto è sempre esistito; hanno evidentemente dei problemi legati alle risorse pertanto non è semplice gestire i gruppi scolastici per via dei costi. All’inizio della nostra attività erano soprattutto i gruppi organizzati come

associazioni tipo AVIS o circoli per gli anziani, CRAL.

Abbiamo avuto un riscontro positivo anche da parte dei gruppi che hanno un attinenza ambientale: come LIPU, WWF, GOL.

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Si è osservato successivamente che il Delta interessa anche il visitatore individuale; abbiamo pensato di arricchire la nostra offerta di itinerari validi per gli individuali. Esiste un calendario prestabilito di partenze fisse su prenotazione; la durata della visita è variabile a seconda del percorso scelto. Questa formula presenta notevoli vantaggi di costo per il turista individuale, non più obbligato a prenotare l’intera imbarcazione per conto proprio; per l’azienda tali proposte rappresentano un rischio se l’affluenza di visitatori non è elevata ma nello stesso tempo una certezza se il numero delle richieste è più cospicuo.

L’impronta che cerchiamo di offrire primariamente un’impronta ambientale e naturalistica ai nostri percorsi.

Avete attivato delle collaborazioni sul territorio?

M.C.: I nostri programmi vengono spediti a tutti gli operatori del territorio.

Abbiamo relazioni con agriturismi e alberghi della zona e relazioni con i ristoranti. La collaborazione c’è e deve esserci, non siamo un’isola chiusa.

Esistono ovviamente rapporti anche con le istituzioni: gli IAT, le Proloco e soprattutto l’Ente Parco del Delta del Po’ per noi un punto di riferimento. Noi facciamo conoscere il parco e il parco ci permette di operare nel territorio. Localmente, inoltre, collaboriamo con l’Associazione Magna Charta e con il Presidio del libro di Adria

In un futuro Crede sia possibile un itinerario specifico dedicato all’archeologia?

M.C.: E’ sicuramente possibile anche se noi operiamo soprattutto sul versante naturalistico.

Segnalo ad esempio un’attività che effettuiamo con il Comune di Mesola. Si tratta di escursioni declinate in due giornate. La prima giornata prevede la navigazione del tratto di fiume vicino al Castello della Mesola fino a Ca’ Vendramin, mentre la seconda giornata prevede la navigazione dall’idrovora di Ca’ Vendramin fino a San Basilio. Nel corso delle due giornate sono previste delle visite guidate a terra sia all’idrovora, sia all’area archeologica e al Centro turistico-culturale di San Basilio. Esiste anche un percorso di navigazione sul Po di Goro, simile a tale navigazione, ma più lunga e concentrata esclusivamente in barca dove il percorso naturalistico si affianca a quello culturale con la presentazione del Castello della Mesola, del sito di San Basilio e dell’idrovora di Ca’ Vendramin.

Abbiamo tentato di proporre iniziative specifiche anche

Ci terrei a precisare che il territorio del Delta del Po’ si è sviluppato molto recentemente e ci interessa anche analizzare il territorio più recente: le bonifiche abbandonate ad esempio. La peculiarità di tali aree spesso non vengono considerate dalle istituzioni mentre abbiamo osservato un interesse più marcato verso le risorse culturali più antiche, la via dell’Ambra.

Ritengo che la risorsa archeologica possa qualificare la nostra offerta ma solo se è concepita in funzione del territorio. Il territorio deltizio è unico pertanto la risorsa archeologica per essere valorizzata necessita di essere collegata al territorio, non può accadere il contrario.

La risorsa archeologica del Delta del Po, a mio avviso, compete e viene surclassata da altre realtà esistenti. Ritengo, quindi, che ciò che debba essere comunicato

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primariamente sia l’unicità e la particolarità del territorio, su cui poi impostare le attività culturali.

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Analisi di mistery shopping