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CAPITOLO II: REPORT DELLA RICERCA

II.1 Analisi dei dati qualitativi

II.1.3 Intervista n°2: la passione

Questa intervista ha avuto come partecipante un ragazzo laureando di 26 anni, presso il corso di laurea magistrale in Storia contemporanea. Prima di procedere all’analisi dei dati emersi dall’intervista, vediamo in che termini egli ha risposto al test della domanda sulla percezione di sé:

a) Estroverso b) Complesso c) Intelligente d) Ironico

Come negli altri casi alla fine dell’intervista è stato chiesto al ragazzo se volesse aggiungere o cambiare qualche termine. Cosa nel suo caso accentuata visto che durante l’intervista ha fatto più volte riferimento a ciò che avesse precedentemente scritto sul foglio. Così le risposte diventano:

a) Estroverso/ Estroso b) Complesso

c) Intelligente/ Saccente d) Ironico

Così al termine “estroverso” è stato aggiunto “estroso”, mentre ad “intelligente” quello di “saccente”. Nella seguente analisi cercheremo di riportare quella condotta tenuta dal ragazzo durante l’intervista, che lo ha portato a rivedersi in nuove definizioni, rispetto a quelle in cui si era riconosciuto precedentemente.

Anche qui la presentazione della mappa (fig.8)81, delle categorie con i codici descrittivi annessi

(presentati con Il solo carattere di scrittura minuscolo), può facilitarci nel percorso di analisi:

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Come si può notare anche in questo caso (fig.8) le due core categories sono centrali nella mappa: passiamo ad analizzarne le connessioni con le altre categorie. Prendiamo come codice di partenza il seguente appartenente alla categoria centrale Riflessività-Auto-consapevolezza:

lunga analisi di se stesso e consapevolezza dei propri pregi e difetti, entrambi espressi nel

seguenti termini dal partecipante:

“Pensare su di me dici? È una cosa che ho fatto spesso, in passato soprattutto, perché mi sono analizzato a lungo, almeno fino a quando avevo 19 / 20 anni, ora lo faccio di meno insomma. Ho più cose per la testa e meno tempo di pensare a me stesso, però penso di capire anche quali sono i limiti e quali sono le cose a mio favore in sostanza, cioè ho fatto questa auto analisi in sostanza.”

In queste prime parole già si può notare il forte grado di riflessività e auto-consapevolezza del ragazzo, il quale afferma di essersi “analizzato” a lungo e di aver fatto un “auto-analisi”, riuscendo a cogliere i propri pregi ed i propri difetti. Di qui andremo ad “esplorare” come questa si intersechi con la scelta del proprio percorso, con il proprio futuro, ed in generale con il proprio essere:

SCELTA: PASSIONE-PONDERATEZZA-CASO: “l’ho scelta perché mi piace” ˃ RIFLESSIVITÀ/STIMOLO-PROGRAMMA-INDECISIONE/ PROFESSIONE FUTURA/ :

fare il professore ˃ PERCORSO UNIVERSITARIO (IMPRATICATO): “nessuno ti spiega

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come”, “università come esamificio” ˃ PROFESSIONE FUTURA: importanza della relazione ˃ SENSO DI EFFICACIA/ PROGETTI FUTURI: imparare a trasmettere informazioni ˃

PERCORSO UNIVERSITARIO (IMPRATICATO): limite come mancanza di messa in pratica

˃ RIFLESSIVITÀ-AUTO-CONSAPEVOLEZZA/ SENSO DI (IN)EFFICACIA: “so cosa so e in cosa ho carenze”, “sono saccente” ˃ RIFLESSIVITÀ AUTO-CONSAPEVOLEZZA:

“estroverso con chi conosco” ˃ PROFESSIONE FUTURA: contatto maggiore con gli studenti

al liceo ˃ PROGETTI FUTURI/ PROFESSIONE FUTURA: esperienza erasmus come momento di pratica: trasmissione di informazione e relazione ˃ ATTIVAZIONE/ PROGETTI

FUTURI: progetto nel sociale per relazionarsi con i ragazzi ˃ ESPERIENZE SIGNIFICATIVE/ SENSO DI (IN) EFFICACIA/ PERCORSO UNIVERSITARIO (IMPRATICATO): relazione di storia come momento di confronto con le proprie capacità > RIFLESSIVITÀ-AUTO-CONSAPEVOLEZZA/ SENSO DI (IN)EFFICACIA: difficoltà nel

rapporto con gli altri ˃ RIFLESSIVITÀ-AUTOCONSAPEVOLEZZA/ SENSO DI

(IN)EFFICACIA/ ESPERIENZE SIGNIFICATIVE: timido e spaventato dal giudizio degli

altri sulla sa presentazione ˃ RIFLESSIVITÀ-AUTO-CONSAPEVOLEZZA/ ESPERIENZE

SIGNIFICATIVE : relazione di storia: pratica per superare i propri blocchi ˃ lunga analisi

di se stesso, consapevolezza dei propri pregi e difetti*

Questa proposta di lettura è abbastanza complessa, e in un certo senso rispecchia i termini in cui il ragazzo stesso aveva utilizzato nel rispondere al test, ovvero “complesso”. Ciò che rende la rende complessa è la forte connessione presente tra le varie categorie. In particolare i codici “lunga analisi di se stesso” e “consapevolezza dei propri pregi e difetti” possono essere ritenuti centrali per gli sviluppi che ha avuto l’analisi stessa dell’intervista in tale direzione di complessità. Infatti il partecipante, innanzitutto definisce quella che è la sua strada, il suo progetto, la sua passione: fare il professore di storia, possibilmente alle scuole superiori. La scelta stessa delle scuole superiori non è casuale, egli infatti da un lato riconosce come nella professione dell’insegnante non sia importante solo la nozione in sé, quanto come questa venga trasmessa: la relazione in questo senso è fondamentale e le scuole superiori, ne danno per la loro stessa durata, una maggiore possibilità. Dall’altro egli sa di avere delle difficoltà nel rapporto con gli altri, di essere estroverso solo con le persone che conosce: in questo senso la scuola gli darebbe una buona possibilità di entrare a contatto con i ragazzi. Sulla stessa linea egli appella l’Università come “esamificio”, andandone a sottolineare una mancanza di pratica necessaria per “sapere come”. Così per il suo prossimo futuro (una volta laureato) ha un programma, o meglio un esperienza da fare: volontariato europeo. Anche questa non è casuale,

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mirata a confrontarsi con se stesso e ad apprendere quella capacità di relazione con i ragazzi necessaria per la propria futura professione. Così il ragazzo si è espresso in tale senso:

“Ho immaginato che subito dopo la laurea a maggio, di fare un anno di volontariato europeo, che fa parte del programma erasmus plus, così da formarmi un altro anno, magari da fare un esperienza formativa interessante, cioè sul campo, pratica. (Autore) Potresti parlarmi meglio di questo servizio di volontariato europeo, di quest’esperienza che vuoi fare?

Son progetti in genere di un anno, durano 10 mesi o sei mesi, comunque io ho fatto quasi tutte le richieste per 10 mesi, dove tu vai a vivere in paesi esteri e collabori con le associazioni del paese ospitante, alla realizzazione di qualche progetto, io ho scelto il progetto nel sociale cioè progetti nelle scuole proprio per imparare anche a relazionarmi con i ragazzi, a spiegare le cose, magari sono troppo saccente magari, cioè nel senso io mi baso sulla conoscenza di cose universitarie, spiegarle a dei ragazzi che sono invece di scuole inferiori insomma giustamente non possono avere la mia stessa conoscenza di Storia. Quindi, imparare a trasmettere tutte le informazioni che ho io in maniera adeguata a persone che non hanno la conoscenza mia e non la devono avere, giustamente. […] Quindi mi interessava poter fare esperienza sul campo cioè nel senso andrei in questo volontariato non ad insegnare storia, andrei in questo volontariato interagendo con i ragazzi.”

Il laureando lascia emergere dunque un ottima consapevolezza di sé, delle proprie capacità quanto dei propri limiti, come nel caso di una relazione-presentazione in un corso di storia. Parla di tale momento in termini formativi, come pratica e confronto, tanto con gli altri ma soprattutto con se stesso, per superare i propri blocchi. Così, fare il professore, è divenuto il suo progetto di vita, progetto per il quale è pronto a solcare diverse strade e diversi percorsi, per la propria formazione e per la propria riuscita. Infatti egli stesso ha definito la propria scelta “non proficua ma consapevole”: sa delle difficoltà nell’inserimento nel mondo lavorativo degli insegnamento che dice essere bloccato; ma ciò non lo scoraggia anzi, nel caso, farà dei lavoretti e andrà all’estero, anche per cambiare ambiente e rincominciare. Tutti termini che possono essere colti sotto le categorie di ATTIVAZIONE e STIMOLO-PROGRAMMA-DECISIONE. Così, riconosciuto se stesso e la propria passione, il partecipante, lascia trasparire una buona dose di proattività nei confronti della propria vita: ansia ed insicurezza sono dei termini che non sono mai stati utilizzati. Piuttosto è consapevole delle proprie carenze e dei propri blocchi, che in quanto tali sa di poter superare: va da sé che da un’acuta riflessività ed autoconsapevolezza,

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scaturiscano un forte senso di efficacia personale e un’attivazione nei confronti del proprio futuro.