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Necessità di un percorso universitario “praticato”

CAPITOLO II: REPORT DELLA RICERCA

II.1 Analisi dei dati qualitativi

II.2.3 Necessità di un percorso universitario “praticato”

Dall’analisi fatta nel capitolo precedente è stata evidenziata una categoria che rispetto le altre ha una dimensione strutturale, ovvero il PERCORSO UNIVERSITARIO IMPRATICATO: questo infatti non può prescindere da quell’organizzazione sociale di cui ne è espressione, l’Università. Nello specifico quindi, questa è stata presentata nelle interviste con alcuni aggettivi che ne hanno evidenziato la mancanza di pratica, a favore di una eccessiva teoria: “università come esamificio”, “università paccate di slide”. Tale richiesta di pratica ha assunto però un senso diverso a seconda del profilo specifico del soggetto: se nel caso dello STIMOLATO e dell’AUDACE, l’esperienza pratica, all’interno del proprio percorso di studi è vista come un momento necessario per il confronto con le proprie capacità, per superare i propri blocchi, per capire (nel primo caso) se la strada che si sta percorrendo fosse o meno quella giusta. Negli altri due profili invece la pratica si mostra come possibilità di messa in atto delle proprie competenze, del proprio saper fare, per non “sentirsi spaesato”, per non “sentire lo sbalzo tra lo studio ed il mondo lavorativo”.

Va da sé che in entrambi i casi essa risulti comunque necessaria, ma per quell’obiettivo stesso che l’Università ha di formazione dei propri studenti, essa non può fermarsi al secondo caso, ovvero alla messa in pratica, è indispensabile che l’esperienza nel proprio percorso di studi, diventi un momento di costruzione e attivazione delle propri capacità, del proprio saper essere. In tal modo, una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità si uniranno ad un progetto di vita che lo studente sarà in grado di costruire e di sperimentare.

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CONCLUSIONI

Le soft skills sono dunque il “motore” dell’identità, sono la spinta verso quel progetto di vita, verso quella traiettoria che è necessaria all’individuo per farsi strada in un società come quella contemporanea dove ai contesti mutevoli, si affiancano differenti possibilità di azione e quindi la necessità di una scelta. Le soft skills sono il frutto del riconoscimento che un soggetto fa di se stesso, di quella narrazione di sé, con cui trova un senso di stabilità che altrimenti si disperderebbe nel fluire dell’ambiente sociale circostante. Esse sono dunque espressione di quella trasversalità che è utile all’individuo per muoversi, per sperimentare, passo dopo passo, percorsi di vita, confrontandosi con realtà diverse e trovando in sé la forza e la motivazione per andare avanti.

Forza e motivazione nascono dalle esperienze del soggetto, ma non da tutte, bensì da quelle più “emotivamente significative” nei termini di Athens: è solo attraverso l’esperienza che il soggetto impara a confrontarsi con sé stesso e quindi con gli altri, e ri-vedendosi, può cogliere quel sé che altrimenti sarebbe difficile da tradurre. È con le mastery experience, come asserisce Bandura, che nell’individuo che sperimenta le proprie capacità, nasce quel senso di auto- efficacia, di consapevolezza di sé, che gli consente di affrontare il proprio percorso di vita da protagonista.

Va da sé che l’esperienza si presenta dunque come un momento necessario con cui il soggetto nella società contemporanea, impara a “misurarsi”; ma soprattutto come possibilità di crescita e di formazione personale. Una carenza in tal senso può destabilizzarlo, e di qui la possibilità di cadere nell’ansia, nella paura, nei sogni nati da quelle esperienze mediate, mai vissute, che difficilmente saranno raggiunti e quindi un senso di incapacità, di scarsa fiducia in sé potrebbero affiorare.

“Educare alle soft skills” vuol dire dunque lasciar dietro quel senso di didattica che al primo termine è per tradizione accostato; per implementare sistemi di apprendimento legati alla pratica, all’essere in un “luogo”, dove potersi sentire portatore di un saper fare ma soprattutto saper essere che diventi significativo per il soggetto.

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