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L’intimate partner violence nel mondo: gli ultimi dati disponibili

3. I dati sul fenomeno della violenza domestica

3.2 L’intimate partner violence nel mondo: gli ultimi dati disponibili

Al livello mondiale gli ultimi dati disponibili sono quelli presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha svolto una ricerca pubblicata nel 2013. L’indagine si concentra sulla valutazione degli effetti sulla salute delle donne provocati dalla violenza fisica e sessuale all’interno del rapporto di intimità tra uomo e donna e della violenza sessuale perpetuata da un non partner. I paesi presi in considerazione sono stati suddivisi in base al reddito medio nazionale della popolazione. In questa sede mi concentrerò sui dati inerenti alla violenza domestica perché l’obiettivo è quello di studiare le caratteristiche e i numeri dei maltrattamenti che avvengono all’interno della coppia sentimentale; quanti uomini diventano i peggior nemici delle proprie compagne. L’indagine effettua un’analisi di una serie di ricerche considerate omogenee tra loro, i risultati sono stati elaborati con tecniche epidemiologiche102. Sono stati inseriti un totale di 7350 abstracts inerenti a ventisei database medici e sociali scientifici in tutte le lingue. Quindi solo studi basati sul rappresentare la popolazione di donne di età superiore ai 15 anni che avessero provato esperienze di violenza domestica. Inoltre sono state aggiunte le ricerche dell’OMS “Multi-country study on women’s heakth and domestic violence aganist womens” (di 10 paesi), le analisi dell’International “Violence

101 Argomento che si ritrova nel testo di Walby S. and Myhill A., New Survey methogologies in researching violence against women, Brit J. Criminol (2001) 41, 502-522.

102 Epidemiologia è una disciplina biomedica con la quale si studia la distribuzione e la frequenza delle

malattie e degli eventi di rilevanza sanitaria nella popolazione. Il metodo di studio è utilizzato da diverse discipline tra cui la sociologia e si propone di studiare le cause, il decorso e le conseguenze di determinate malattie. In questo caso le ripercussioni fisiche e psicologiche che presentano le donne colpite dalla violenza domestica.

77 Against Women Surveys” (IVAWS di 8 paesi), indagini effettuate da “Gender, alcohol and culute: an International study” (GENACIS 16 paesi) e “Demographics and Health Survery” (DHS condotta in 20 paesi). In totale 185 studi per 86 paesi rappresentano tutte le regioni globali e hanno i soliti criteri, i dati provenienti da 155 studi di 81 paesi formano le stime103. Con tutti gli sudi utilizzati è stata effettuata una meta regressione per produrre stime che potessero essere adeguate a tutte le regioni e suddivise per classi di età. Per realizzare questo procedimento è stato utilizzato il sofware statistico Stata.

Violenza fisica e sessuale.

Prima di proporre i risultati è bene specificare che tipo di definizioni per la stesura del report finale. Nell’intimate partner violence rientrano le definizioni di violenza fisica e sessuale, effettuata da un attuale partner o da un ex compagno. Nei maltrattamenti fisici rientrano: gli schiaffi, i pugni, gli oggetti tirati con l’intenzione di provocare del male all’altra persona, calci, spinte, atti indirizzati a soffocare o bruciare la donna e le minacce effettuate con armi da fuoco, coltelli e forbici. L’uso di armi sono considerate, insieme alle bruciature e allo strangolamento, come gravi violenze fisiche. Per quanto riguarda la violenza sessuale sono inseriti tutti gli atti che portano ad essere fisicamente costretti ad avere rapporti sessuali senza la propria volontà, costrette principalmente dalla paura di ciò che può avvenire con il rifiuto; inoltre fanno parte di questa categoria gli atti sessuali considerati dalla donna umilianti o degradanti. Ogni tipo di violenza sessuale viene considerata grave. Il report si concentra sulla valutazione dell’esposizione alla violenza durante l’arco della vita della donna a una solo forma di maltrattamento o ad entrambi. La definizione di questi aspetti sono stati resi operativi tramite domande specifiche su ogni tipo di violenza, lo strumento utilizzato maggiormente e considerato valido alla rilevazione della violenza domestica è il

Demographics and Health Survery versione della Conflict Tactics Scale dove le

domande sono improntate non a rilevare la gradazione del rapporto conflittuale, ma come atti indipendenti in un insieme di esperienze. Nelle note metodologiche viene

103 La specificazione dell’utilizzo degli studi continua con l’individuare quanti sono stati utilizzati per

modelli specifici di età. Del totale degli studi 141 sono stati utilizzati per tutti i modelli di età, 89 per modelli specifici di età e 75 usati in entrambi.

78 spiegato che nella ricerca non è stata inserita la violenza psicologica in quanto, mancano a livello internazionale degli standard riguardo a questa categoria.

I risultati riportati mostrano che in media a livello globale sono circa il 30% delle donne che subiscono violenza domestica. Le percentuali più alte sono riscontrate in Africa (36,6), nelle regioni del mediterraneo orientale (37%) e nei paesi del Sud-Est dell’Asia (37,7%). In America latina il valore è di poco inferiore alla media 29,8%, mentre i valori più bassi appartengono ai paesi a reddito più alto con il 23,2%, alle regioni del Pacifico occidentale con il 24,6% e al Est-Europa con il 25,4%104.

L’analisi continua con le percentuali di donne che hanno subito violenza da parte del partner per fasce di età. Ciò che mostra il report è che la violenza domestica da parte del partner incomincia nella tenera età, la fascia che va dai 15 ai 19 anni riporta una percentuale del 29,4% . I valori aumentano progressivamente fino ad arrivare al valore massimo riportato per il gruppo di donne che hanno tra i 40 e i 44 anni (37,8%), per poi diminuire con il crescere dell’età delle donne; dai 50 anni in su i valori sono inferiori al 30% fino ad arrivare al 15% per le donne che hanno tra i 55 e i 59 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa notare che i dati delle donne più anziane provengono soprattutto dai paesi ad alto reddito, questo potrebbe derivare dal fatto che la maggior parte delle ricerche sulla violenza domestica sono effettuate sulle donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni. Quindi è difficile l’interpretazione del fenomeno che colpisce la popolazione femminile mondiale con età superiore ai 50 anni, in quanto si

104 Le percentuali sono più specifiche per le regioni con basso e medio reddito, mentre le regioni ad alto

reddito sono incorporate in un'unica categoria. Gli stati africani inseriti: Botswana, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Kenya, Lesotho, Liberia, Malawi, Mozambico, Namibia, Rwanda, Sud Africa, Swaziland, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Zambia, Zimbabwe. I paesi dell’America Latina: Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Repubblica Domenicana, Ecuador, El Salvador, Haiti, Honduras, Jamaica, Messico, Nicaragua, Paraguai, Perù, territorio plurinazionali della Bolivia. Le nazioni del mediterraneo orientale: Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Palestina. Europa dell’est: Albania, Azerbaijan, Georgia, Lituania, Repubblica Moldava, Romania, Federazione Russa, Serbia, Turchia, Ucraina. Nel Sud Est dell’Asia sono compresi: Bangladesh, Timor-Leste (East Timor), India, Myanmar, Sri Lanka, Thailandia. Nella categoria del Pacifico occidentale rientrano gli stati: Colombia, Cina, Filippine, Samoa, Vietnam. Infine nella classe degli stati ad alto reddito sono compresi: Australia, Canada, Croazia, Repubblica Cieca, Danimarca. Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Islanda, Irlanda, Israele, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Sud Corea, Spagna, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna, Nord Irlanda, Stati Uniti d’America.

79 conoscono meno questi dati soprattutto nei paesi in cui il reddito medio della popolazione è basso o medio.

Tabella 4 Lifetime prevalence of intimate partner violence by age group among ever-partnered women105.

Age group years Prevalence %

15-19 29,4 20-24 31,6 25-29 32,3 30-34 31,1 35-39 36,6 40-44 37,8 45-49 29,2 50-54 25,5 55-59 15,16 60-64 19,6 65-69 22,2

Lo sviluppo dello studio effettuato dall’OMS si concentra nell’evidenziare i possibili problemi di salute che possono incontrare le donne dopo aver provato episodi di violenza domestica, ipotesi che comprendono le lesione meno gravi fino alla conseguenza della morte, dalle lesioni fisiche a traumi e disturbi psicologici, dalle ferite provocate da atteggiamenti diretti a far del male a problemi indiretti ad esempio l’aborto spontaneo o il basso peso del bambino alla nascita.

Le indagini che si sono svolte in questo senso sono state realizzata a partire dal 2010 e documentano una connessione tra maltrattamenti domestici e i diversi esiti negativi sulla salute della donna attraverso complesse interconnessioni neurali, neuroendocrine, risposte immunitarie acute e stress cronico. Nel testo viene portato l’esempio che un’esposizione prolungata a fonte di stress acuto provoca un cambiamento strutturale delle zone del cervello come l’ippocampo, amigdala e alla corteccia prefrontale, ciò porta a delle implicazioni nella salute mentale e nelle funzione cognitiva. La risposta allo stress può portare alla compromissione del sistema immunitario acutizzando la

105 Dati ripresi dalla tabella n.3 inserita nel report: World Health Organization, Global and regional estimates of violence against women: prevalence and health effects of intimate partner violence and non partner sexual violence, 2013, p. 17.

80 diffusione di infezioni virali. Inoltre sono stati collegati allo stress problemi cardiovascolari, ipertensione, malattie gastrointestinali, dolore cronico e lo sviluppo del diabete.

La violenza domestica può essere ancora più pericolosa per le donne in gravidanza in quanto anche il feto risente dello stress provato dalla madre, provocando una nascita prematura dovuta ad una maggiore presenza di adrenalina che anticipa le contrazioni. Oltre i disturbi fisici il controllo psicologico, presente in molte relazioni violente anche se meno studiato, porta a delle conseguenze indirette nei comportamenti delle donne come l’uso di alcol, di droghe, tabacco o all’abuso di farmaci, continuando con la possibilità di provocare depressione, disturbi alimentari, il PTSD o addirittura il suicidio.

Dati precisi vengono riportati solo per alcuni effetti che risultano maggiormente valutabili attraverso l’accesso a dati medici in cui il legame tra violenza domestica e gli effetti sulla salute della donna sono diretti.

Per quanto riguarda le lesioni fisiche non gravi viene riportato che sono i 42% delle donne che hanno subito violenza da parte del partner a riportare questo tipo di effetti. Le percentuali degli omicidi commessi da parte del compagno intimo sono più dettagliati, ma riportano le prevalenze medie nei diversi paesi per un periodo di tempo molto lungo che va dal 1982 al 2011. Nel 38% dei casi in cui vengono uccise le donne l’assassino risulta essere il partner; la percentuale più alta riportata per le regione del Sud-Est dell’Asia con circa il 55%, seguite dalle regioni con alto reddito con approssimativamente il 41%. I paesi Africani sono di poco sopra le media con il 40% e infine le regioni americane con una percentuale pari alla media. Le differenze regionale nel femicidio possono rappresentare una distinzione sostanziale nei modelli utilizzati dal killer che corrispondono con la cultura di provenienza. Inoltre è importante nelle diversità dei dati il problema dell’adeguata rilevazione dei casi; in molti paesi, come l’Asia e l’Africa e in generale negli stati con basso reddito mancano dei dati precisi, invece in America Latina la perdita di informazione deriva da non identificare il rapporto tra vittima e colpevole.

Per quanto riguarda gli altri effetti derivanti dalla violenza domestica si parla sono di una maggiore probabilità di imbattersi in determinate malattie rispetto alla popolazione femminile che non è mai stata sottoposta a forti fonti di stress: sono più del doppio le

81 possibilità di avere esperienze di depressione, in alcune regioni la probabilità di contrarre HIV è 1,5 volte maggiore e 1,6 volte più a rischio per la sifilide. Inoltre le donne che subiscono violenza domestica hanno la probabilità due volte superiore di avere un aborto.

In conclusione il testo incita i governi ad affrontare la violenza domestica con una risposta multisettoriale attraverso il rafforzamento del diritto e le strutture delle politiche responsabili di dare un indirizzo idoneo a reperire fattori di rischio al fine di prevenire la violenza contro le donne.