4. La rete di sostegno nella provincia di Grosseto
4.2 Note metodologiche
Negli ultimi anni all’interno dell’ambito delle politiche sociali e nella legislazione inerente si parala spesso di rete come metodo di lavoro per i settori che si occupano di servizi sociali. Andrea Salvini140 scrive “il lavoro di rete è considerato uno dei metodi di intervento più innovativi ed originali nel panorama complessivo delle strategie del lavoro sociale”141 che ha portato al cambiamento della concezione del meccanismo del
welfare. In seguito l’autore spiega “il ricorso alla rete come metafora, come concetto e come pratica assume oggi un carattere necessitante: valorizzare la rete diventa priorità operativa in ambito (politico) sociale poiché si tratta di una prassi che permetterebbe […] ai servizi e alle organizzazioni del terzo settore di fronteggiare gli effetti della crisi e della frammentazione”142.
L’isolamento che opera il maltrattante sulla donna la porta ad avere una rete sociale impoverita che non gli permettere di avere un facile accesso alle risorse economiche, psicologiche e materiali facendole mancare un adeguato sostegno, o meglio nella vittima di violenza domestica è annullata la capacità di reperire risorse. Il lavoro di rete si dovrebbe muovere in quest’ottica e dovrebbe essere improntato a ridurre il rischio e la vulnerabilità della persona che risulta essere esclusa socialmente. Attraverso il rafforzamento dei legami esistenti nella rete di sostegno e l’integrazione delle diverse risorse messe in campo dalle varie professionalità con competenze differenti, i soggetti inseriti nel sistema hanno la possibilità di trovare una soluzione comune al problema della vittima e aiutarla nel riattivare oppure, dove necessario, ricostruire la rete individuale della donna. La nascita di gruppi a cui partecipano differenti livelli d’azione
140 Salvini Andrea professore associato del Dipartimento di Scienze Politiche dell’università di Pisa,
insegna metodologie e tecniche della ricerca sociale e sociologia generale. Esperto di interazionismo simbolico e di Social Network Analysis.
141 Cit. Salvini Andrea, Connettere. L’analisi di rete nel servizio sociale, Edizioni ETS, Pisa, 2012, p. 13 142 Op. cit., p. 13-14
116 favoriscono, secondo Salvini, la valorizzazione del territorio da poter concepire come un importante aiuto da fornire sia all’individuo che alla comunità in generale.
L’esigenza di sviluppare sistemi di rete per integrare la collaborazione delle varie professionalità per quanto riguarda la violenza domestica si riscontra anche nella legislazione internazionale, nazionale e regionale. Come visto nel secondo capitolo del suddetto testo e per paralare delle normative più recenti la Convenzione di Istanbul incentiva lo sviluppo del lavoro di rete, così come l’accordo istituito tra l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e l’associazione delle Donne in Rete contro la violenza nel quale ricorre spesso il concetto di rete antiviolenza da formare a livello locale. Per restringere il focus osservativo alla Regione Toscana, la legge 41 del 2005 e in particolar modo l’articolo 59 viene inserito l’impegno delle istituzioni a incentivare la realizzazione di rete per affrontare le varie tipologie di violenze.
Da questo panorama è nata la volontà di capire come si è sviluppata la rete di sostegno alle vittime di violenza sul territorio della provincia di Grosseto, essendo stata la prima provincia a livello nazionale ad attivare il Codice Rosa e la Task Force Interistituzionale.
L’obiettivo di partenza è stato indagare sulla funzionalità di questo organismo evidenziando soprattutto lo svolgersi della collaborazione tra le varie professionalità che si occupano di maltrattamenti in famiglia, come questi interagiscono, con lo scopo ultimo di evidenziare i punti di forza del sistema grossetano e quali le problematicità che le istituzioni e il terzo settore devono ancora affrontare.
Il primo passo per svolgere la ricerca è stato quello di individuare l’esistenza di prassi, procedure e protocolli formali che si sono creati nelle provincia di Grosseto, come spiegato nel paragrafo precedente. Dal 2010 con la nascita del Codice Rosa gli accordi si sono modificati, inserendo anche altri servizi, in base alle necessità che si sono poste durante il lavoro sul campo. In seguito mi sono proposta di capire il tipo di intervento che ogni ente adopera per accogliere, proteggere e reinserire la donna vittima di violenza; quindi come funziona la presa in carico multidisciplinare delle persona maltrattata dal partner.
Oltre al lavoro vero e proprio di rete effettuato con la donna, risultano importanti nella legislazione tutti quei progetti che sono improntati alla sensibilizzazione e alla prevenzione, questo il motivo per cui durante la rilevazione delle informazioni mi sono
117 soffermata anche sulla possibilità dei servizi di reperire risorse per svolgere progetti inerenti a scardinare il modello culturale ed educativo che insegna uno stile di vita basta sulla violenza già a partire dai primi meccanismi che si vengono a creare all’interno della famiglia.
Infine, come ultimo punto da rilevare è stato quello di poter capire quali sono i possibili passi che la rete deve affrontare per migliorare il servizio a causa del presentarsi sempre di nuove situazioni a cui far fronte.
4.2.1
La scelta del metodo d’analisi.
Per effettuare il mio lavoro di analisi ho scelto di utilizzare la tecnica di analisi qualitativa, perché più idonea a descrivere la situazione studiata dal punto di vista dei soggetti, potendo così evidenziare i fatti, le azioni e i valori che muovono la struttura esistente della rete di sostegno per le vittime di violenza domestica all’interno della provincia di Grosseto.
Come strumento per la rilevazione dei dati ho utilizzato l’intervista semi-strutturata che mi ha consentito di formulare una traccia per avere un riferimento dei punti chiave da dover toccare in tutte le interviste. Prima di contattare le persone a cui porre l’intervista, ho scritto delle possibili domande da poter somministrare in modo da poter avere un aiuto su come porre i quesiti. Questo tipo di intervista ha permesso all’interlocutore di formulare le risposte liberamente; nello stesso tempo ho potuto affrontare nuovi argomenti sollevati durante i colloqui che non avevo previsto, oltre alla possibilità di chiedere chiarimenti quando venivano introdotti particolari per me poco chiari. La traccia non è stata seguita alla lettere, ma in base a come si sono svolte le interviste. Alcune volte non sono state necessarie tutte le domande in quanto già anticipate nelle risposte dei soggetti intervistati. La traccia – e i relativi quesiti - toccavano ai seguenti elementi:
-Come si pone il suo servizio nei confronti della violenza domestica? quali sono gli aiuti che fornite?
-Mi può raccontare come procedete quando si presenta una donna che è stata abusata dal proprio partner o ex partner? Come funziona la presa in carico (la rete). -Quali rapporti avete con gli altri servizi?
118 -Da dove provengono le risorse che avete a disposizione per lavorare su questo tema?
-Quali progetti per affrontare il fenomeno della violenza domestica? quali obiettivi hanno? Con chi collaborate per realizzarli?
-Quali modifiche apporterebbe al servizio e alla sua formazione? -Cosa fare per migliorare la rete?
Dai protocolli analizzati, soprattutto dal quello che istituisce la Task Force e quello che si occupa della presa in carico multidisciplinare, ho ricavato i nominativi dei soggetti da intervistare scegliendo un rappresentante per ogni servizio che compone la rete di sostegno alle donne maltrattate all’interno delle mura domestiche. Sono risultate quindi sette interviste poste alle seguenti figure professionali:
- Responsabile del Codice Rosa;
- Vice responsabile del Codice Rosa e un referente medico del pronto soccorso143;
- Procuratore di Grosseto come responsabile della parte giudiziale della Task Force, il magistrato si occupa di organizzare e gestire le attività di indagine svolte dalle forze dell’ordine;
- Rappresentante della Polizia di Stato di Grosseto; - Assistente sociale referente del Codice Rosa; - Psicologo referente del servizio di consultorio;
- Presidente del Centro Antiviolenza della provincia di Grosseto (Olympia de Gouges).
Il primo contatto è avvenuto tramite le mail, inviata ad ogni soggetto, dove ho spiegato il motivo dell’intervista. Ho reperito gli indirizzi grazie all’aiuto delle volontarie del punto d’ascolto di Follonica, in seguito il secondo contatto è avvenuto telefonicamente per fissare gli appuntamenti per svolgere le interviste. Tra le persone che ho contattato
143 L’intervista in questo caso si è svolte alla presenza di due soggetti ed è stata svolta in contemporanea.
La prima figura professionale ha per quello che riguarda l’organizzazione del lavoro al’interno del Pronto Soccorso, la seconda figura professionale per ciò che è inerente al lavoro svolto all’intero del Pronto Soccorso, quindi come medico operativo sul campo.
119 solo una non è stata disponibile a partecipare alla ricerca, le altre hanno accolto la mia richiesta con molto interesse e gli incontri sono avvenuti tutti nell’arco di due settimane. Per smorzare la tensione all’inizio dell’intervista ho prima spiegato come avevo proceduto per la stesura della tesi e quale era l’obiettivo della mia ricerca e dopo come prima domanda ho ritenuto utile farmi raccontare la figura professionale che ricoprono. L’uso del registratore vocale durante i colloqui mi ha dato la possibilità di non perdere informazioni fornite durate le risposte. Le interviste, della durata media di 45 minuti, sono state sbobinate riportando le precise parole utilizzate dagli interlocutori.
Ho effettuato l’analisi attraverso l’utilizzo dell’approccio esistenziale fenomenologico144 come formulato da Amedeo Giorgi145, in quanto mi è sembrato la tecnica più utile per descrivere la situazione studiata e come gli attori rivolgono significato e importanza a ciò che fanno quotidianamente nel loro lavoro di sostegno. Il testo che ho preso di riferimento, “Introduction to Giorgi’s existential
phenomenological research method” mi ha guidato per effettuare l’analisi. Questo tipo
di approccio sostiene che è importante avere una piena comprensione delle esperienze umane, esse formano la coscienza e il punto di vista degli individui i quali vivono quella determinata situazione. Il ricercatore, per non dare spiegazioni artificiali e influenzate dalla sua coscienza e dal suo punto di vista, deve individuare nei racconti il significato base che guida l’esperienza del soggetto; quel senso dato dalla persona nella vita quotidiana. Von Eckartsberg146 riassume l’analisi fenomenologica esistenziale in quattro punti: “la formulazione di una domanda (in cui il ricercatore delinea l’obiettivo dell’intervista); la situazione che genere i dati (in cui l’intervistato da la descrizione della sua esperienza); l’analisi dei dati (in cui il ricercatore legge i dati dell’intervistato e
144 La fenomenologia è quell’approccio che tende a descrivere la soggettività del vissuto, come
l’esperienze vengono percepite e ricordate dal soggetto; come la coscienza si rapporto alla realtà e come attribuisce significato ad esse.
145 Amedeo Giorgi è uno psicologo americano che ha sviluppato il metodo descrittivo fenomenologico
nella psicologia sulla base del pensiero di Husserl e Mecleau Ponty.
120 rileva il significato della loro esperienza); la presentazione dei risultati ( il ricercatore presenta la ricerca in pubblico)”147.
Il punto tre di quelli sopra citati e quindi l’analisi dei dati è suddiviso in altri passaggi, quelli che ho affrontato in concreto nella mia ricerca. Prima di tutto ho letto e riletto le interviste in modo da poter capire il senso delle esperienze, questo passaggio è ciò che viene chiamato da Giorgi “familiarizzare” con i testi perché il ricercatore deve seguire i racconti mediante l’intenzionalità degli intervistati. In secondo luogo ho cercato di individuare le unità di significato cercando gli atteggiamenti e i valori che gli intervistati hanno espresso nel loro racconto, selezionando parti di testo che ritenevo più importanti. Dopo aver diviso le descrizioni in parti più piccole, ho raggruppato e sintetizzato le porzioni di testo in cui venivano trattati i soliti argomenti dagli interlocutori per poterle trasformate dal linguaggio semplice (quello dell’intervista) a un linguaggio più appropriato. Grazie a questo lavoro ho ottenuto una descrizione generale del fenomeno potendomi permettere la presentazione dei risultati all’interno del mio elaborato finale.