• Non ci sono risultati.

4. La rete di sostegno nella provincia di Grosseto

4.3 I risultati ottenuti

4.3.3 Risorse, progetti e formazione

L’individuazione di risorse per i progetti svolti dai componenti della rete per la conoscenza del fenomeno e per la sensibilizzazione sono effettuati in maniera molto diversa.

Il centro antiviolenza, come unica associazione di volontariato che partecipa alla presa in carico multidisciplinare, è il solo elemento che deve cercare auto finanziamenti per portare avanti il proprio lavoro. Le risorse economiche provengono: dalla provincia, organo istituzionale dove si sono ritrovate le donne ideatrici del centro; in parte derivano dalle iniziative che ogni punto d’ascolto organizza indipendentemente come le cene sociali; altra porzione di finanziamenti provengono da donazioni di associazioni oppure dalla partecipazione di bandi del Cesvot e della Chiesa Valdese. Da quando stato formulato il protocollo tra provincia e comuni anche quest’ultimi partecipano alle spese da sostenere per il contrasto alla violenza, ma sono risorse rivolte alla rete in generale.

Per i progetti inerenti alla prevenzione nelle scuole del centro antiviolenza vale più o meno il solito principio: ogni punto d’ascolto si muove in modo autonomo in base ai gruppi che sono stati costituiti al loro interno. I progetti affrontati dall’associazione nelle scuole mirano ad insegnare ai minori l’esprimere i sentimenti negativi attraverso sistemi non violenti.

Per quanto invece riguarda la sensibilizzazione del cittadino è stata richiesta più volte la collaborazione del Codice Rosa.

L’anno scorso è capitato di fare un progetto sulla scuola insieme al codice rosa […] ma principalmente i progetti scuola le facciamo autonomamente, poi le iniziative di sensibilizzazione le facciamo insieme quasi sempre.

I progetti che riguardano il pronto soccorso e il settore dell’educazione alla salute si rivolgono soprattutto al minore come percorso incentrato all’educazione di stili di vita non violenti. La formazione viene fatta alle insegnati che riportano ai ragazzi le informazioni reperite durante l’anno scolastico, inoltre dal Codice Rosa vengono affrontati progetti mirati quando viene richiesto il loro intervento da parte

130 dell’istituzione scolastica. Il settore di sensibilizzazione della popolazione è trattata attraverso la partecipazione alle iniziative portate avanti dal mondo del volontariato.

…la sensibilizzazione viene fatta nelle scuole sugli stili di vita non violenti. Gli incontri preferiamo farli con gli insegnanti perché è stato visto che nella scuola la lezione frontale lascia un po’ il tempo che trova….

Il consultorio è stato uno dei primi servizi sanitari preposti per affrontare l’argomento della vittima di violenza domestica, infatti la psicologa che si occupa del servizio nell’area grossetana, svolge progetti con il centro antiviolenza dal 2000 inerenti alla sensibilizzazione sul territorio e nelle scuole sul fenomeno della violenza domestica. Dallo scorso anno è nato tra questi due servizi la collaborazione per la creazione di un gruppo di auto mutuo aiuto per le donne:

…a dirigere il gruppo siamo io e due volontarie del centro.

Il servizio del consultorio prevede anche uno sportello una volta alla settimana per i giovani tra i 14 e i 24 anni dove possono sostenere un percorso di educazione affettiva. La procura e la polizia, insieme al pronto soccorso, si occupano principalmente della parte progettuale inerente alla formazione degli enti esterni che richiedono una conoscenza più approfondita del fenomeno, come per esempio l’insegnamento nel riconoscere episodi di maltrattamento svolta ai farmacisti della provincia, oppure al quarto stormo dell’esercito, ai medici di base, ai dipendenti dei supermercati coop, alla Confcommercio e i volontari del primo soccorso, quest’ultimi come elementi importanti in quanto hanno la possibilità di vedere la scena dell’evento e riferire indicazioni utili alle indagini.

Parte del loro lavoro di formazione consiste anche nel far conoscere il sistema adottato nel grossetano in altri contesti locali, perché la concezione della creazione della rete di sostegno per le vittime di violenza sta diventando un interesse nazionale.

Le iniziative delle istituzioni vengono inserite principalmente nel loro orario di lavoro oppure senza la ricezione di qualunque compenso extra se non alcuni rimborsi spesa per i viaggi. Il servizio sanitario partecipa ai bandi di formazione che poi comprendono

131 anche le forze dell’ordine, ma non ci sono fondi preposti per la violenza domestica. I servizi sociali lavoro con le risorse provenienti dai comuni e dalla Asl dentro cui far rientrare numerose prestazioni.

Non c’è un fondo per le donne maltrattate […] non ci sono fondi specifici per la violenza domestica.

Valutato come un punto di forza del sistema da tutti i componenti della rete è la formazione congiunta, viene vista come possibilità vantaggiosa di acquisire informazioni su come lavora l’altro.

…la formazione congiunta per me è stato uno dei migliori risultati che ha ottenuto il progetto. Il fatto di riunire le varie professionalità per un problema unico ma dai vari aspetti confrontati, ci hanno fatto capire anche quelli che erano i limiti che ognuno aveva portando ad una collaborazione migliore.

La fiducia che si deve cerare con la vittima si è dovuta anche formare tra gli stessi operatori, essa si è, secondo loro, consolidata nel tempo anche grazie alla formazione e al confronto quotidiano, ma anche attraverso la conoscenza delle pratiche operative di ogni componente e delle persone che rappresentano quel servizio.

La formazione aiuta tanto, ritrovarci gomito a gomito a confrontarci con i casi aiuta tantissimo a collaborare meglio, a sfondare tanti pregiudizi che ci sono anche tra di noi.

I gruppi di lavoro per i nuovi progetti di formazione sono tutt’ora in atto, è previsto l’inserimento, nella formazione congiunta, le volontarie dell’associazione che ci occupa di gestire la casa di accoglienza, in quanto soggetti che entrano in contatto con la donna. La polizia e il pronto soccorso stanno preparando delle procedure integrate tra le prassi sanitarie e quelle di polizia giudiziari per dare indicazioni precise ai vari operatori su cosa devono fare in determinate situazioni. L’idea principale è quella di portare avanti la concezione che ognuno ha un ruolo, dal semplice centralinista che può avere il contatto

132 telefonico con la vittima, al poliziotto della volante, o all’impiegato dell’ufficio denuncia e immigrazione, all’interno del sistema.

La formazione culturale di tutti gli operatori che entrano in contatto con la vittima è importante per conquistare la sua fiducia. Diventa un discorso culturale […] non è così scontato che non sia una cosa normale ricevere botte all’interno della casa, quindi bisogna far scattare quel salto di qualità in chi interviene per comprendere che non è accettabile dire alla vittima vai a fare pace con tuo marito…

La formazione è comunque sempre da rinnovare a causa del fenomeno in continuino cambiamento, si modificano le situazioni e le esigenza da affrontare.