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Il lavoro di rete e i collegamenti tra i vari componenti

4. La rete di sostegno nella provincia di Grosseto

4.3 I risultati ottenuti

4.3.2 Il lavoro di rete e i collegamenti tra i vari componenti

Dopo aver visto quali sono i principi per accogliere la donna vittima di violenza domestica, ho ritenuto importante cercare di ricostruire la composizione della rete a cui appartengono altre figure professionali non menzionate nel protocollo di presa in carico multidisciplinare ed evidenziare la specificità di ogni servizio.

Il punto focale che è venuto fuori riguardo alla costruzione delle rete interdisciplinare è il fatto di poter risolvere il problema a tutto tondo, aiutare una persona non significa curare solo quello che è evidente ad occhio nudo.

La violenza è un concetto unitario e va combattuto unitariamente sennò arriviamo a curare un pezzetto, facciamo un intervento chirurgico da una parte e poi il resto è ancora da curare, non lo posso dimettere quel paziente se non l’ho curato interamente.

Svolgendo ognuno le azioni e compiti stabiliti nel protocollo, l’innovazione è stata nel continuo dialogare tra le amministrazioni con l’obiettivo finale di avere un linguaggio comune. Fondamentale per gli operatori è potersi confrontare riguardo ad alcuni problemi riscontarti sul campo, conoscere e rispettare il lavoro degli altri in modo che possa avvenire nel miglior modo possibile, il vice responsabile del Codice Rosa lo definisce “lavoro di squadra”.

…l’importante è che tutti i soggetti in campo interagiscono e intervengono con le loro

competenze e per le proprie funzioni e ruoli al massimo per poter trovare la soluzione migliore alla situazione di violenza….

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Figura 4: Rappresentazione grafica della rete formale esistente nella

provincia di Grosseto.

La scelta di rappresentare in modo circolare senza direzione i collegamenti tra i servizi che compongono il sostegno alla vittima di violenza domestica deriva dal fatto che ogni servizio risulta essere al solito livello. Il sistema può essere attivato da qualunque punto e può essere necessario l’intervento di tutti i soggetti.

La rete non si limita solo ai soggetti che appartengono alla Task Force, Codice Rosa o il protocollo multidisciplinare, ma le vittime di violenza hanno la possibilità di avere il contatto con altre figure professionali. La donna attraverso il Centro Antiviolenza ha l’opportunità di avere una consulenza gratuita con avvocati che si affiancano ad ogni punto d’ascolto, perché spesso le vittime hanno bisogno di essere rassicurate anche sull’aspetto legislativo, il timore di perdere l’affidamento dei figli si riscontra nella maggior parte dei casi. In seguito la donna può decidere, se non è previsto il gratuito patrocinio, di continuare con quell’avvocato oppure sceglierne un altro.

L’operatrice d’ascolto fa il progetto d’uscita insieme alla donna, dopo di che si mette a contatto con una delle nostre avvocate, se la donna lo richiede. Il rapporto con le

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avvocate è di prima consulenza che poi non è una sola consulenza ma possono essere più incontri gratuiti…

Il consultorio e l’assistente sociale hanno invece la possibilità di coinvolgere tutte le unità funzionali che sono all’interno dell’asl. Nel caso sia presente un minore le attività coinvolte possono essere la neuropsichiatra infantile e l’educatore. La donna può invece avere bisogno del sert se esistono tossico dipendenze e della salute mentale. Nei casi di violenza domestica vengono coinvolti anche i medici di base o i pediatri in quanto persone spesso a contatto con tutta la famiglia che possono avere informazioni importanti sul caso.

…viene coinvolto anche il medico di famiglia anche se non tutti i medici conoscono bene le famiglie però è un punto fondamentale. Dove ci sono problematiche la prima cosa che si fa è contattare il medico o il pediatra.

Per il reinserimento della vittima nel mondo del lavoro il collegamento avviene con gli uffici di collegamento e con la provincia:

…vengono organizzati dei corsi di formazione e delle borse lavoro…

Altro legame diretto con la rete di sostegno è con la scuola; la polizia e l’assistente sociale possono venire a conoscenza di casi di maltrattamento in famiglia dopo una segnalazione del mondo scolastico per un evidente disagio del bambino/a. Questi ultimi due enti e il consultorio sono in stretto legame con il tribunale dei minori. Per il consultorio:

….il tribunale dei minorenni ci chiede spesso approfondimenti per la famiglia

maltrattante quando viene fuori dal servizio sociale…

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…noi si tende alla tutela del minore, quindi può capitare che possiamo fare una segnalazione al tribunale dei minori e il giudice decida per l’allontanamento dei figli. Noi come obbligo abbiamo quello di segnalare che il minore è in una situazione di disagio e di pregiudizio, quindi per noi il punto focale è la tutela del minore tutto il resto si costruisce intorno. […] se c’è donne e bambini l’attenzione è più forte perché c’è da capire se la mamma è adeguata o no, quindi se nella scelta che fa si porta dietro i bambini.

Prima di togliere un minore dalla famiglia ci sono molti interventi da mettere in atto, salvo situazioni di pregiudizio palese e trascuratezza…

Mentre la procura ha la possibilità di mettere a conoscenza di situazioni a rischio tutte le caserme delle forze dell’ordine presenti, in particolar modo si allerta il comandante presente nel luogo di residenza della vittima, con l’obiettivo di poter prevenire conseguenze maggiori.

Gli intervistati hanno tenuto a specificare che i servizi di cui usufruisce la donna sono gratuiti. Da poco tempo a questa parte la vittima di violenza domestica, nella Regione Toscana, è esente dal pagamento tiket.

Infine i soggetti della Task Force possono accedere al protocollo istituito tra Asl e provincia con l’associazione di albergatori per la messa in sicurezza della vittima dal contesto familiare per le prime 72 ore.

Questo ci permette di poter allungare i tempi in cui il servizio sociale possa prendersi in carico la situazione. Perché 72 ore? Perché in realtà i servizi sociali nel fine settimana non sono attivabili e non avevamo bisogno di coprire quel sabato e domenica o quel festivo.

Il centro antiviolenza mantiene rapporti con un’associazione di volontariato, composta da soli donne, presente nella provincia che gestisce un piccolo appartamento messo a disposizione per le donne e i loro figli che attivano un percorso di uscita dalla violenza, anche questa risulta però essere una soluzione molto limitata nel tempo si parla di qualche settimana.

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