• Non ci sono risultati.

Ipotesi giudiziali d'interesse in ambito statunitense e problematiche applicative.

Nel documento L'azione di classe (pagine 48-51)

ANALISI DI DIRITTO COMPARATO DELL'AZIONE DI CLASSE.

3. Ipotesi giudiziali d'interesse in ambito statunitense e problematiche applicative.

Fonti di informazione specializzata in ambito economico riportano taluni casi giudiziali di class action verificatisi negli Stati Uniti.

Così, tra gli altri, è riportato il caso di una nuova class action che alcuni azionisti della compagnia

48

49

Blackberry hanno recentemente avviato presso la Quebec Superior Court, per ottenere un risarcimento economico.

A muoversi legalmente contro la compagnia, rea di aver gonfiato troppo ottimisticamente le previsioni di vendita dei nuovi smartphone Z10 e di aver nascosto le difficoltà di natura finanziaria della società, un gruppo di investitori canadesi49.

Ancora, viene richiamata la vicenda giudiziaria50 a seguito della quale Facebook ha raggiunto un accordo da 20 milioni di dollari in esito ad una class action negli Stati Uniti sulle Sponsored Stories distribuite tra le sue pagine. Le Sponsored Stories sono annunci pubblicitari che possono adoperare i "mi piace" o il nome di un iscritto su Facebook. Essi, però, hanno sollevato talune perplessità: gli utenti hanno, infatti, accusato il social network di adoperare i loro dati senza averne il permesso.

Non di rado, poi, anche siti Internet a connotazione divulgativa51 riportano significative vicende giudiziarie relative ad ipotesi di class action.

Tra le altre, sono richiamate cause intentate alle multinazionali del tabacco Philip Morris e Reynolds da ex-fumatori, ammalati di cancro: alcuni di questi processi si sono conclusi con indennità in miliardi di dollari, tese non solo a rimborsare ai pazienti i costi delle cure e i danni morali, ma anche a disincentivare i comportamenti dei produttori di sigarette (pubblicità ingannevole, promozione del fumo tra i minorenni, aggiunta di additivi che creano tossicodipendenza).

Viene altresì riportata una class action a seguito della quale fu comminata una punizione esemplare nel 2001 contro Ford e Firestone per i pneumatici difettosi dei fuoristrada Explorer, che tendevano a sbandare ad alta velocità. La sola Firestone, in tale contenzioso, perse dieci miliardi di dollari.

Ancora, si fa riferimento ad ipotesi di class action per malpractice medica nonchè verso le catene di fast

food in relazione al dilagare dell’obesità infantile.

Un’azione di classe è stata altresì avanzata nei confronti dell’impresa La Ferrero USA Inc., filiale statu- nitense dell’azienda dolciaria italiana.

49

G. Rusconi, „Blackberry scrive ai clienti : contate su di noi. Ma gli azionisti avviano una nuova class action“, in www. Ilsole24ore.com, 16 ottobre 2013.

50

L. Dello Iacovo, „Facebook, dopo la class action utenti USA ottengono un risarcimento da 15 dollari ciascuno, 20 milioni in totale. “ in www. ilsole24ore.com, 27 agosto 2013.

51

50

Essa ha accettato di rimborsare gli acquirenti statunitensi della Nutella che ne faranno richiesta per un ammontare totale di circa 3 milioni di dollari, divisi in due fondi, uno per la California (di 550 mila dol- lari) e uno per il resto degliStati Uniti (2,5 milioni).

La Ferrero ha preso questa decisione in seguito a una class action partita dall’iniziativa di Athena Ho- henberg, una donna californiana che, nel febbraio del 2011, accusò l’azienda italiana di aver diffuso in- formazioni ingannevoli sul contenuto di grassi della Nutella attraverso gli annunci pubblicitari.

La donna contestò il fatto che, nella pubblicità, la Nutella venisse definita come un prodotto semplice, fatto con ingredienti come le nocciole, il latte scremato e il cacao, e fosse per questo particolarmente adatto per la colazione dei bambini, senza menzionare però l’alto contenuto di grassi (il 31 per cento, di cui un terzo circa sono grassi saturi)52.

La menzionata casistica realizzatasi oltre oceano se, da un lato, pone in evidenza una forte tutela verso i consumatori, d’altra parte, evidenzia altresì taluni fattori suscettibili di dare luogo a disfunzioni applicative.

La possibilità che le grandi imprese siano condannate per danni punitivi e la forte propensione della classe forense ad intraprendere questo tipo di azioni giudiziali (in relazione agli elevati profitti correlati) potrebbero dare luogo ad una sorte di iperprotezione verso i consumatori e, in ultima analisi, ad esiti giudiziari eccessivamente sanzionatori nei confronti delle aziende (che, non di rado, almeno stando ai commenti giornalistici di riferimento, vengono “ messe in ginocchio „ dalle condanne comminate in sede giudiziale).

Tanto ciò è vero che, attesi i costi elevati che il meccanismo della class action comporta per l'industria americana, il partito repubblicano ha più volte proposto – sinora senza esito - di riformare la tort

litigation in senso restrittivo, riducendo la possibilità dei risarcimenti punitivi.53

In ordine alle problematiche che occupano, poi, ulteriori elementi negativi sono stati, condivisibilmente, evidenziati dalla dottrina54.

In particolare, è stato rilevato che il discredito di immagine derivante all’impresa dalla sola proposizione della class action nei suoi confronti ha talora indotto le parti convenute a transigere a fronte di azioni di

52

Informazioni tratte dal sito Internet www.ilpost.it.

53

Informazioni tratte dal sito Internet www. Disinformazione.it.

54

51

dubbia fondatezza (con un fenomeno di overdeterrence) mentre, in talune occasioni, non sono mancate soluzioni opposte laddove si sono verificate soluzioni conciliative fortemente inique o di ridottissimo va- lore economico per i consumatori, propugnate da class counsels (ossia dagli avvocati che assistono il soggetto che rappresenta la classe) allettati dai pingui compensi loro riconosciuti (con un fenomeno, al- trettanto disdicevole, di sottodeterrenza).

In ogni caso, il timore ultimo è che la protezione accordata tramite la class action statunitense possa ac- cordare un’”iperprotezione” in favore dei consumatori così da indurli ad avanzare azioni collettive a fronte di ipotesi di danno minimale od, in qualche misura, fisiologiche da parte di grandi organizzazioni aziendali che, a fronte di una tutela giudiziaria siffatta, dismessa l’abituale posizione di forza verso il consumatore, rischiano esse stesse di trovarsi in una posizione minorata a fronte di uno strumento così marcatamente sanzionatorio nei loro confronti.

Nel documento L'azione di classe (pagine 48-51)